Grazie ad un sogno della signora Lia il parroco era riuscito addirittura a rimettere a posto una delicata questione di amori e terreni tra due famiglie che avevano smesso di comunicare da tempo immemorabile. I Tunci e i Lomi non soltanto non parlavano tra loro ma avevano preso a farsi dispettucci e si erano incaponiti su un terreno che peraltro non c'entrava niente né con gli uni né con gli altri. La signora Lia sognò la nascita di un bambino, evidentemente il padre e la madre erano rispettivamente Lomi e Tunci. L'indomani mattina la signora Lia si recò dal parroco per chiedere se fosse in qualche modo a conoscenza di un amore tra i due giovani e gli raccontò il sogno. Seppure uomo di chiesa, anche lui aveva sentito parlare dei sogni della signora Lia e capì che la questione poteva anche avere un qualche fondamento di verità, tanto più che gli era parso di scorgere un certo rossore sulle guance dei due quando, per caso, si sfioravano durante la messa. Comunque don Calogero pensò che fosse una buona idea trasformare quel racconto in un segnale di pacificazione, utilizzandolo quale pretesto per far riparlare le due famiglie, se c'era l'amore, tanto meglio. Ovviamente dopo qualche mese il parroco celebrò il matrimonio con le due famiglie vestite a festa e una discreta folla di curiosi.
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