Il percorso, a ben guardare, consisteva in sedicimila chilometri di cui “dodicimila senza strade massicciate”1, un clima non propriamente favorevole e l'attraversamento di lande quasi sconosciute dove però passava una linea del telegrafo con la quale aggiornare in tempo reale la parte di mondo che avrebbe seguito l'impresa sui giornali e avrebbe comodamente commentato nei salotti o per le strade i risultati della gara. La partenza era a Pechino, dopo essersi ritrovati a Parigi e la macchina non era ancora stata costruita, ovviamente sarebbe servito un modello ad hoc per quella traversata, impensabile da percorrere con le vetture esistenti al tempo.
1Barzini, Luigi, “La metà del mondo in sessanta giorni”, prima edizione Milano, U. Hoepli, 1908
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