domenica 5 giugno 2011

Antwerpen Den Haag 14

Appena metto sul fornello la pentola con l'acqua suona il campanello, con le facce raggianti da trofeo cioccolatoso i miei amici presentano un vassoio che preannuncia dolcezze infinite. La linea rossa e blu della sera unisce dalle mie finestre le guglie spumose che ricordano vagamente l'architettura russa e la finta statua della libertà che lampeggia di luminarie natalizie sul terrazzo del palazzo di fronte. Per gioco, contandoci per apparecchiare la tavola contiamo anche le nazionalità, quelle doppie e triple valgono uno: Albania, Austria, Belgio, Bosnia Erzegovina, Croazia, Francia, Germania, Inghilterra, Irlanda, Italia, Norvegia, Olanda, Scozia, Serbia, Spagna, Svizzera. Europei, stranieri in terra europea, e ci sono anche gli 'extracomunitari': Australia, Canada, Nuova Zelanda - un po' europei anche loro, in quanto soggetti alla Regina del Regno Unito - e Stati Uniti, che vabbe' in fondo col piano Marshall un piatto di fusilli e un bicchiere di vino se lo sono meritato, per i cioccolatini è tutta un'altra musica.

Ridiamo, con sincera e profonda incoscienza: ci muoviamo sui pregiudizi nazionali con l'abilità di un gatto a caccia di topi in una cristalleria. Se si alza troppo il volume del disturbo una sottile armonia si rompe, lo sappiamo bene e la conversazione scivola come una tavola sulle onde dell'Oceano.

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