martedì 22 dicembre 2020

Sette scioglilingua Nello

 

Nello affila un coltello molto bello prima di suonare il campanello

 

Gufo e Gufetto si acquattano sotto il tetto mentre Roberto ronfa gioioso sopra il letto

 

Gufetto e Gufone si arrampicano sul pennone per ammirare un aquilone

 

Guccio e Puccio sorbiscono un cappuccino sul terrazzino del vicino pucciando la briosce nella schiuma spumosa

 

Gioia gira giocosa con la gerla di giunchi piena di giuggiole gioendo della giornata gioiosa

 

Carlina cammina contenta contando i carri, le carrozze e le carrozzine mentre canta canzoni e canzoncine

 

Gigi e Gigetto gironzolano gaudenti gigionando sul girello

giovedì 17 dicembre 2020

Fatina Arancina e Fatina Melanzana

C'era una volta e c'è ancora negli Appennini laziali un bosco incantato che all'apparenza sembra normalissimo. Intorno al solstizio d'inverno i rami si mostrano nella loro essenzialità, nei giorni vicini all'equinozio di primavera si vestono di profumati fiori, durante il solstizio d'estate festeggiano le tante ore di luce con frutta prelibata e intorno all'equinozio d'autunno arrossiscono pudicamente. Vi sono alberi sempreverdi, ciclamini, funghi, ippocastani, castagni, querce, lecci, ligustri, more, tamerici e...beh tutto quello che solitamente c'è in un bosco qualunque ma non bisogna farsi ingannare dalle apparenze. A ben guardare si può scorgere di quando in quando qualche anomalia, qualche stranezza, un piccolo cappello a punta, scarpine con minuscoli campanellini, orme che non sono di lupo, di cervo, di lince né di nessun animale che solitamente abita un bosco appenninico. In quel bosco abitano infatti sirene bicaudate, cernunni, cerberi, cavalli alati, sibille, strolliche, streghi, befane, alchimisti e arabe fenici tra gli altri. Un bel giorno di fine autunno, mentre Giove e Saturno si rincorrevamo nel cielo e Orione cominciava a svegliarsi dopo il letargo estivo, giunsero nel bosco incantato Fatina Arancina e Fatina Melanzana. Avevano percorso tanti chilometri perché provenivano dalle Alpi, nel Nord, ma erano molto freddolose e avevano deciso di andare verso Sud. Le due erano amiche del cuore, taluno pensava che fossero sorelle, altri che fossero bamboline o ninnoli, giocattoletti. In realtà erano vere e proprie fatine, anche piuttosto permalose. Loro si sentivano molto grandi, enormi anche se in effetti non sono più grandi di un'unghia del mignolo di un neonato. Viaggiarono per pianure e per monti, per fiumi e per valli, scoprirono città meravigliose ma niente sembrò loro tanto bello quanto il bosco incantato negli Appennini laziali. 
"Arancina che te ne pare?"
"Melanzana mi pare proprio il luogo adatto"
"Pensi anche tu quello che penso io?"
"Sì, dovremo trovare una bella sistemazione e potremmo stabilirci qui"
"Allons-y!", disse risolutamente Melanzana.
"Rimbocchiamoci le maniche", rispose entusiasta Arancina.
E fu così che Fatina Arancina e Fatina Melanzana costruirono una bella casetta in un tronco di noce e diventarono amiche di tutti gli abitanti del bosco incantato.

martedì 15 dicembre 2020

Storielle jazz Octopus Charlie

 

Octopus Charlie

 

C’era una volta e c’è ancora un meraviglioso parco naturale in cui vivono moltissime specie animali senza disturbarsi troppo e in cui è possibile ammirare una vegetazione spettacolare. Il parco raggiunge dolcemente il mare, un lembo protetto anch’esso da una legge nazionale, dove pesci, alghe e altri esseri viventi sguazzano senza essere disturbati dagli umani. Un bel giorno arrivò nell’oasi un octopus con un carattere un po’ spigoloso. Aveva un muso sempre arrabbiato e sembrava che da un momento all’altro dovesse girarsi di scatto e schiacciare qualcuno o qualcosa con le sue poderose braccia. Era davvero molto intelligente ma gli altri pesci, i ricci e persino le spugne ritenevano prudente non avvicinarsi troppo. Pipino, un pesciolino tanto piccolo quanto coraggioso, si appropinquò all’octopus e, tremando di paura ma con voce sicura lo apostrofò: “Octopus come ti chiami?”, l’octopus si girò verso di lui, tutti quanti pensarono che per il pesciolino non ci sarebbe stato scampo… “Charlie, piacere e tu?”

“I i i i iii io mi chiamo Pipino”

“Sai suonare?”, chiese l’octopus

“Suonare?”

“Sì, suonare”

“Ma io veramente….”

“Stavo cercando un mio amico, sai, per fare una bella jam session, io suono la batteria ma qui non mi parla mai nessuno, non mi pare un habitat molto socievole, sei il primo che mi saluta dacché sono arrivato e tutti quanti scappano quando mi vedono”

“Ma tu non vuoi picchiare nessuno?”

“Oh no davvero! L’unica cosa che mi piace battere è la bacchetta sulla pelle del tamburo ben tesa” rispose Charlie l’Octopus ridendo sguaiatamente.

 

Si sentì distintamente un sospiro di sollievo in tutta l’oasi e a quel punto, ma solo allora, tutti quanti si presentarono e salutarono Charlie.

 

Dopo un po’ di tempo, quello necessario per le varie presentazioni, Charlie poté finalmente mettere le mani su delle bacchette e una batteria e cominciò a suonare così bene che non vi fu altro da fare che starlo ad ascoltare.


Molto liberamente ispirato a Charlie Antolini. 

venerdì 11 dicembre 2020

Storielle di musica. L’orsa Sibelia e la foca Fantasia

 

L’orsa Sibelia e la foca Fantasia

 

C’era una volta e c’è ancora un bellissimo lago circondato da alti alberi e da tanti altri laghi con isolotti, penisole e saune in legno dove potersi riscaldare prima di un bagno nelle gelide acque lacustri. D’inverno i laghi spesso si ghiacciano ed è divertentissimo pattinare sulla superficie dura e liscia. Durante il solstizio d’estate c’è talmente tanta luce che il sole sembra non tramontare mai,  durante il solstizio d’inverno è possibile ammirare le stelle anche di giorno perché le ore di luce sono veramente poche e soprattutto, con un po’ di fortuna, si può godere di uno spettacolo davvero eccezionale: l’aurora boreale, che taluni chiamano le luci del Nord. Un bel giorno d’estate, quando non c’è verso di riuscire a dormire, l’orsa Sibelia stava camminando allegramente alla ricerca di prelibatezze di cui fare scorta prima dell’equinozio d’autunno e ovviamente prima di andare in letargo. Era un po’ assonnata perché non dormiva da giorni interi ma era contenta. Mentre saltellava cercando di raggiungere un’arnia piena di gustoso miele PUMFETE ecco che inciampò in qualcosa di morbido e grassoccio.

“Ahia!” gridò quel qualcosa.

“Ohi ohi” disse l’orsa Sibelia che era caduta a pancia in giù e stava cercando di rialzarsi.

“Ma non si può neanche fare un riposino da queste parti?”, protestò il qualcosa che altro non era se non una foca degli anelli.

“Oh scusa, scusa tanto! Io mi chiamo Sibelia e tu?”

“Fantasia”

“Fantasia?”

“Sì, Fantasia, che c’è di strano?”

“Niente niente, mi spiace averti svegliata”

“Figurati, ti va di andare a fare un bel bagno?”

“Uhm sì ma dopo la sauna”

“Va bene”

 

L’orsa Sibelia e la foca Fantasia entrarono in una sauna di legno, si scaldarono ben bene e poi si tuffarono in acqua.

 

“BRRR che freddo”, disse l’orsa Sibelia.

“Ah che bel fresco tonificante”, esclamò contenta la foca Fantasia.

 

Le due, ormai diventate amiche, nuotarono, fecero la sauna, risero e giocarono tutta l’estate fino all’equinozio d’autunno. A quel punto l’orsa Sibelia disse alla foca Fantasia. “Cara amica io tra poco dovrò andare in letargo, mi aspetta un lungo sonno fin all’equinozio di primavera”

“Fino all’equinozio di primavera?” chiese allarmata la foca Fantasia.

“Sì, più o meno”

“Ma è un tempo lunghissimo”

“Beh, noi orsi dormiamo molto”

“Ma così perderai la parte più bella dello spettacolo”, obiettò la foca Fantasia.

“Quale spettacolo?”, domandò l’orsa Sibelia un po’ confusa.

“L’aurora boreale”, rispose la foca Fantasia.

 

L’orsa Sibelia si incuriosì al punto che quell’anno non dormì punto ma rimase a chiacchierare, ridere e giocare con la sua amica.

 

Le due ammirarono l’aurora boreale e si aiutarono a vicenda a trovare qualcosa da mangiare, si raccontarono storie intorno al fuoco, ballarono e suonarono fino all’equinozio di primavera.

 

Molto liberamente ispirata al compositore finlandese Johan Julius Christian Sibelius.

martedì 8 dicembre 2020

Il gatto dispettoso e il saggio giardiniere

C'era una volta e c'è ancora un bellissimo giardino dove un gatto dispettoso amava fare la pipì. Un giorno il giardiniere del grande giardino lo colse in flagrante e, invece di lanciargli qualche oggetto contundente, come il gatto dispettoso immaginava che avrebbe fatto, lo prese per la collottola r lo accarezzò. Il gatto dispettoso provò a divincolarsi sulle prime ma poi cominciò a fare ron ron tra le braccia del giardiniere che soltanto a quel punto gli parlò. *Gatto gatto dispettoso, se hai voglia di coccole, come chiunque, basta chiederle con gentilezza, non c'è bisogno di distruggere tutte le piante". Il gatto dispettoso fece un gran balzo e miagolando scappò via. "Cosa pensa di essere quel giardiniere? È soltanto un essere umano! Cosa ne capisce lui di sentimenti felini?". Il gatto dispettoso si sentì punto nel vivo, tra l'altro non capiva perché avesse tanti desiderio di tornare in quel giardino non per fare qualche dispetto ma...."Ahhh che vado a pensare, io sono un gatto e quel giardiniere è proprio scemotto". Trascorsero i giorni e a poco a poco il gatto dispettoso ebbe il coraggio di andare dal giardiniere, lo chiamò miagolando, il giardiniere lo salutò. "Vieni qui gatto bicio, mangia qualche croccantino e siediti qui vicino, ho proprio bisogno di abbracciare un amico sincero". Da quel giorno il gatto dispettoso e il saggio giardiniere divennero inseparabili.

Sette Filastrocche delle spezie

1.

Quando è fresca
Somiglia ad un 
Tompinambur
Un po' rossiccio
Quando è secca
Ha un colore
Giallo intenso
Macchia le dita
È la curcuma

2.

Sembra una stella
Con cinque raggi
Oppure un fiore
Con preziosi semi
Si trova nelle tisane
Nei dolcetti
Nelle caramelle
È dura e gustosa
L'anice stellato

3.

Non è una stella
Si trova facilmente
Nei pani e nei dolci
Medievali
Non può mancarer
Nelle ciambelle
Al vino o a cancello
Ha semini piccolini
L'anice

4.

Si trova in stecche
Oppure in polvere
È saporita
Dona un aroma
Inconfondibile
A cioccolata
Tisane e dolcetti
Sì usa anche
Pee carne e salati
È la cannella

5.

Va spesso a braccetto
Con la cannella
Con cui crea 
Un binomio perfetto
Fresco somiglia
Ad una mano cicciotta
Ha un sapore piccantino
Fresco e agrumato
È lo zenzero l'avevi capito

6.

Si trova spesso 
Nelle zuppe
Nel goulash
E nella cucina alpina
È un semino
Piccolino
Striato e profumato
È il cumino alpino
O kummel carvi

7.

È una bacca
Nera e blu
Piccolina 
Ma non troppo
Si usa spesso
Nell'arrosto
Sembra pepe
Ma non pizzica
È il ginepro