domenica 15 agosto 2021

La conchiglia chiacchierona

C'era una volta e c'è ancora una bella cittadella sul mare con ristorantini tipici, lidi, ombrelloni, piste ciclopedonali, assistenti ai bagnanti anche noti come bagnini, bambine e bambini che giocano felici. In questo luogo peculiare c'è una riva molto speciale dove è possibile, con un po' di fortuna e la giusta propensione di spirito, incontrare la conchiglia chiacchierona. All'apparenza sembra una conchiglia come tutte le altre, senza nessun particolare segno di riconoscimento. Quando la si accosta all'orecchio per sentire il rumore del mare ecco che comincia a chiacchierare senza tregua "Ciao! Mi pare di capire che vuoi conoscere le storie del mare. Ecco vedi, ce ne sono tante ma quella più divertente è quella accaduta proprio ieri a Tellina Valentina" e via a narrare per filo e per segno tutto quello che aveva fatto Tellina Valentina dalla mattina fino all'imbrunire. Oppure "Oh un orecchio pronto ad ascoltare le storie del mare e devi proprio sapere che due anni fa Sirena Serena ha sbattuto la sua coda contro gli scogli e c'è voluto un gran daffare per poterla aggiustare" e giù a descrivere a puntino ogni dettaglio dell'incidente. Un bel giorno la raccolse una bimba vivace e curiosa delle storie del mare e decise di portarla a casa con sé ma la conchiglia chiacchierona, appena giunta nella casa della bimba si intristì."Che ti succede Conchiglia chiacchierona?", chiese la bambina. "Mi manca la mia riva", rispose semplicemente la conchiglia e fu così che la bimba la riportò al mare e tornò a trovarla per farsi raccontare tutte le storie che riusciva ad ascoltare. 

sabato 14 agosto 2021

L'orso gentile

C'era una volta e c'è ancora una foresta in cui abitavano animali, piante, funghi e licheni di tantissime specie e colori. In questo luogo particolare nacque un orso un po' speciale. Nessuno più ricorda il suo nome orsesco e lo chiamano tutte e tutti Gino. Quando c'è un problema nella grande foresta tutti a chiamare "Gino, Gino c'è un'emergenza vieni qui", oppure "Gino raggiungi i castori si sono incastrati tra i rami" o anche "Gino che fai? Alle farfalle si sono bruciacchiate le ali". E Gino, brontolando qua e là, arrivava, si lanciava, correva e prestava soccorso a chiunque ne avesse davvero bisogno. Ogni tanto se la prendeva con gli esseri umani che di quando in quando provavano a dare fuoco alla foresta. "Questi umani - si arrabbiava - non sanno fare altro che guerre ma la pace non la sanno proprio fare?". Un giorno, l'orso Gino si dovette tuffare nel grande fiume, precipitò nell'alta cascata e arrivò fino al mare, dove rischiò di annegare. Tutti gli animali, le piante e i funghi della foresta gridarono chiedendo aiuto agli animali, alle piante, ai funghi, ai licheni delle pianure, dei ghiacciai, delle paludi, dei deserti, degli oceani e del mare. Il loro grido venne captato da una piccola imbarcazione su cui c'era un uomo con la barba da fare, i capelli un po' lunghi, che brontolando andava in giro per terra e per mare a cercare di salvare e curare le persone. Sì chiamava Gino e chiunque gli voleva bene. Lo chiamavano da ogni dove, lui brontolava qua e là e poi arrivava, si lanciava, correva e prestava soccorso a chiunque ne avesse davvero bisogno. Ogni tanto se la prendeva con i suoi simili che di quando in quando provavano a mettere a ferro e fuoco il Pianeta. "Noi umani - si arrabbiava - non sappiamo fare altro che guerre ma la pace non la sappiamo proprio fare?". Un giorno il vento lo prese con sé e gli sussurrò in un orecchio: "Gino, il tuo amico orso ti sta cercando". Gino capì, una lacrima gli rigò il volto pensando a sua figlia che era da qualche parte in mezzo al mare a salvare persone. C'è chi dice di averli visti insieme in una foresta, in un mare e negli occhi colmi di speranza di chi, brontolando qua e là, crea la pace e fa guerra alla guerra.

Molto liberamente ispirato a Gino Strada, eroe. 
Scritto da Valentina Cosimati

martedì 3 agosto 2021

I tigli, gli ippocastani, le rose e i lillà

 

I tigli, gli ippocastani, le rose e i lillà

 

C’era una volta e c’è ancora una meravigliosa città con aiuole e viali alberati in cui tigli, ippocastani, rose e lillà profumano l’aria e rallegrano le strade. Le bambine e i bambini giocano contenti nei parchi gioco, nei cortili e nelle piazzette. Si può andare ovunque con la bicicletta e fermarsi a mangiare un gelato, bere una tisana calda e chiacchierare con amiche e amici in quantità. Fino a qualche tempo fa, non c’era niente di strano in quella città, qualcosa di bello sì, un monumento e qualche affresco sparso qua e là, fiori dai balconi e panni stesi alle finestre. Un giorno, però, arrivò un nuvolone grigio-nerastro-rugginoso che non voleva proprio spostarsi di là e allora i fiori e gli alberi cominciarono a lamentarsi, le bambine e i bambini non potevano più impiastricciarsi le mani nei cortili e nei parchi gioco perché le mamme dicevano sempre: “Non toccare, è sporco!”. A loro non sembrava tanto sporco ma le mamme e i papà a volte hanno idee un po’ bislacche. Ad un certo punto tutti quanti dovettero indossare una mascherina e non si poté più uscire di casa. I tigli, gli ippocastani, le rose e i lillà ne soffrivano e si chiedevano dove fossero finiti tutti gli umani che ridevano, passeggiavano e chiacchieravano camminando di fretta o a passo lento. Il nuvolone grigio-nerastro-rugginoso non si spostava punto e anzi se la rideva di gusto a vedere tutti quanti così spaventati e rintanati nelle loro abitazioni. La meravigliosa città pian pianino si intristì, i colori gai e gioiosi impallidirono, impolverandosi pian piano di una polvere grigiastro-nerastra-rugginosa: il nuvolone non era un cirro, un cumulo, un nembo o altre normali forme di nuvole: era lo smog! Nemico terribile della vita e della bellezza, sporca le piazze, le statue e le aiuole, ingrigendo e soffocando la vita e le sue sfumature. Allora i tigli, gli ippocastani, le rosa e i lillà gridarono aiuto agli abitanti della città, i quali si svegliarono dal brutto sogno e chiesero al mondo intero di non inquinare per carità!