giovedì 7 luglio 2022

Viburno e Betulla prima parte

C'era una volta e c'è ancora una fredda landa nel Nord dell'Europa non lontana dai Monti Urali, la porta verso l'Asia e l'Oriente, dove non succede quasi mai niente. In questo luogo molto speciale vi sono posti freddissimi e altri in cui non si raggiungono mai temperature siderali. Qualunque siano le condizioni meteorologiche, però, in occasione degli equinozi d'autunno e di primavera, quando la notte e il giorno trovano il loro perfetto equilibrio, e dei solstizi d'estate e d'inverno, quando le ombre quasi scompaiono nell'immensità della calda luce o avvolgono il breve  giorno ornandosi di cristalli e algida brina, ecco che una musica vivace e irresistibile si spande nell'aria. È una melodia festosa che fa inevitabilmente ticchettare i piedi o le dita fino a muovere finanche le persone più pigre a danze infocate e fulminee. In un batter di ciglia, ecco che nelle piazze si radunano musicanti e ambulanti per feste organizzate o improvvisate. Luminarie e candele rallegrano l'atmosfera e nell'aria si respira felicità. "È impossibile. No, no e ancora no, io non ho intenzione alcuna di andare al ballo con Viburno!". "Betulla, tesoro, cerca di ragionare, quel che dici non ha senso, non ha una spiegazione razionale" "Ti risulta che per ballare ci voglia razionalità o la passione?" "Tesoro di mamma, tutte e due. Senza la razionalità non ricorderesti i passi e senza la passione la tua danza sarebbe fredda" "NO!" "Certo che un nome più sbagliato non te lo avremmo potuto dare neanche se l'avessimo valutato per oltre cent'anni". Betulla è * più bell* fanciull* del villaggio, ha lunghi capelli rossi e neri, raccolti in trecce e contornati da una frangetta categorica come lo sguardo che saetta oltre l'orizzonte tonanti dinieghi. No è la parola che usa più di frequente e non ha certamente il docile carattere dell'albero di cui porta il nome che si piega  sempre senza spezzarsi mai. Mamma Kalina sta cercando di convincerla a non declinare i ripetuti inviti di Viburno, giovane di rara beltà e ancor più inusuale costanza e perseveranza. Viburno non ha intenzione alcuna di accettare un no come risposta e sa che, con la forza di volontà della goccia che cadendo riesce ad incidere la dura roccia, si ottiene molto. Spera in cuor suo di riuscire a fare breccia nella fiera alterigia di Kalina, sa che l'impresa sarà ardua e richiederà molta determinazione ma Viburno ha il carattere della pianta di cui porta il nome: è resistente e non si perde mai d'animo.