giovedì 29 aprile 2021

Pallottina e Ballerosa

 

Pallottina e Ballerosa

 

C’era una volta e c’è ancora un fiume non troppo grande ma neanche piccolino, che sorge su un monte e defluisce nel mare, con pesci, barchette, ponti solidi e traballanti, pescatori, città e paesi che sorgono sulle sue rive e tante tantissime piante.

Non è difficile, specialmente nelle sere d’estate, ascoltare dalle rane e dai grilli la strana storia di una palla tutta arancione che sembrava un pallone da basket ma che in realtà non lo era, anzi! le dava molto fastidio se inavvertitamente qualcheduno o qualcheduna la utilizzava per quello scopo lanciandola in un canestro, e di una ballerina tutta rosa grande e morbidosa, con tanto di chignon, tutù e scarpe di raso che sembrava proprio una bambolona da abbracciare ma attenzione! Guai a chiamarla bambola, si arrabbiava moltissimo e PUM PAM PIM piroettava nell’aria con la sua gamba tesa e con la punta delle scarpette BUM BEM BOM, certe scarpettate che è meglio non starle nemmeno a raccontare.

Un giorno Pallottina, una pallina davvero carina, tutta arancione con una fila di denti dritti dritti incastonati tra labbra viola, scarpette nere, occhi a mandorla, una cascata di capelli riccioluti, due belle cuffie nelle orecchie e l’espressione birichina, decise di voler diventare una grande ballerina, di più, una étoile e già si immaginava a calcare i palcoscenici più importanti del mondo. Una formica che non la conosceva ancora provò a dirle che forse il balletto, vista la sua struttura e la sua corporatura, non era proprio adatta a lei. “Se proprio vuoi diventare una danzatrice – disse la formica – potresti provare altri tipi di ballo oppure io ti consiglierei – aggiunse incautamente – di giocare a basket, avresti un futuro assicurato”. Pallottina reagì strepitando, urlando, dimenandosi e rimbalzando di qua e di là. Il malcapitato insetto non si aspettava di certo una tale reazione ma forse avrebbe dovuto sapere che non è bene dare consigli non richiesti, tantomeno a chi non si conosce e la lasciò rimbalzare di qua e di là, come una furia scatenata.

Nel frattempo, Ballerosa si stava esercitando, come ogni giorno, davanti allo specchio. Aveva da poco finito il riscaldamento e adesso avrebbe dovuto affrontare una lunga serie di noiosissimi esercizi alla sbarra prima di poter provare alcune figure. Controllò il suo baricentro, allineò il bacino con le spalle e con i piedi e CARACUM CUM CARÀ Pallottina le caracollò in testa proprio mentre si stava rialzando da un grand pliè in quinta posizione, scompigliandole tutta la capigliatura, che orrore! Ballerosa si girò furiosa a guardare Pallottina che continuava a rimbalzare per tutta la sala piena di specchi, parquet e sbarre. Emise un acuto strepitoso, forse anche Maria Callas sarebbe rimasta impressionata da tanta potenza vocale e Pallottina si fermò. Si girò di qua e di là e si accorse di essere proprio in una sala di danza, con tanto di pece, tutù e musica. Difficile descrivere la sua contentezza, fatto sta che sorrise con tale e tanta gioia che le sue labbra viola diventarono indaco, celeste, verdi, gialle, arancioni, rosse come i colori dell’arcobaleno e infine tornarono viola.

Ballerosa, alla vista di tanta emozionata felicità si commosse e chiese, ancora un po’ incollerita: “Che ci fai qui?”.

Pallottina rispose che avrebbe voluto imparare a danzare e calcare i palcoscenici di tutto il mondo “Ma tutti quanti mi sconsigliano e mi dicono che non ho il physique du rôle, il corpo adatto alla danza”, aggiunse con un sospiro.

“Beh, in effetti – rispose pensosa Ballerosa - non si può dire che si sia mai vista una ballerina o un ballerino a forma di palla da…”

“Non dire basket bella bamb…!”, le intimò Pallottina

“No, certo, certo capisco e tu non mi chiamare bambola o non andremo d’accordo”, rispose Ballerosa.

Le due si intesero a meraviglia e, in men che non si dica, presero una decisione importante: Ballerosa avrebbe utilizzato Pallottina come pallina per una coreografia tutta speciale con nastri, cerchi e una palla pelosa.

E fu così che, per il sì e per il no, diventarono famose sulla Terra e in tutto il Sistema Solare.

venerdì 23 aprile 2021

Lo strano incontro tra Garibaldi e Jane Tempesta da 1 a 20

 

Lo strano incontro tra Garibaldi e Jane Tempesta


1.

C'era una volta e c'è ancora un meraviglioso giardino con laghetti e salici piangenti, fiori e tante api. Il Giardiniere Garibaldi, che non si chiama proprio così ma somiglia talmente tanto all'eroe dei due mondi da essersi guadagnato quel prestigioso appellativo, pota le siepi per far sì che abbiano sempre una forma aggraziata, falcia l'erba affinché il prato sia sempre ben raso, concima e annaffia le piante cosicché siano ben rigogliose.
Un bel giorno arrivò nel giardino una donna con una lunga treccia bionda e si addormentò tra la capelvenere e i gigli, cullata dal suono soave del ruscello.
Quando Garibaldi la vide ebbe la sensazione di conoscerla da sempre.
La coprì con una coperta decorata al tombolo da una ninfa con le code delle stelle comete e la lasciò riposare. 
Le preparò una colazione con frutti di bosco, panini, croissant, marmellate e nettare di rosa, accese un fuoco chiedendo un fulmine ad un nembo di passaggio e aspettò che si svegliasse.




2.

“YAWN” sbadigliò Jane Tempesta quando il sole raggiunse una ragguardevole altezza sopra l'orizzonte più orientale, proprio oltre una splendida quercia.
Si guardò intorno e, vedendo tutte quelle premure e la squisita colazione si chiese se per caso non fosse finita nel bel mezzo di una fiaba.
“Buongiorno”, le sorrise Garibaldi porgendole un fiore e chiedendole se avesse dormito bene.
Lei si stropicciò gli occhi.
Forse stava sognando?
Era Giuseppe Garibaldi quello che le stava porgendo del nettare di rosa?
“Buongiorno”, ripeté il giardiniere che si affrettò ad aggiungere: “dormito bene?”
Jane Tempesta si sentiva confusa e un po' stralunata.
Tutto le sembrava alquanto irreale.
“Sì, grazie ma... dove sono?“
Il Giardiniere Garibaldi ridacchiò, “Oh beh, in un giardino direi”.
Jane era al culmine della confusione: non era certo sua abitudine dormire all’aperto e non ricordava di essersi recata in un campeggio. Peraltro, non vi erano tende intorno a lei, né roulotte, camper o qualunque altro elemento che potesse far pensare ad un camping. Sembrava davvero un giardino, e allora cosa ci faceva lì?




3.

“Vuole qualcosa da mangiare?”, sorrise Giuseppe Garibaldi stranamente vestito da giardiniere.
Lei lo aveva sempre visto ben fiero col suo poncho nei libri illustrati oppure su cavalli di bronzo nelle piazze delle città.
E comunque, a prescindere dal poncho o dal grembiule da giardinaggio, le pareva proprio che fosse vissuto parecchi anni prima di quel giorno.
L’odore di un croissant caldo e fragrante disperse per qualche istante la nebbia di dubbi, ringraziò e divorò tutto il contenuto del cestino che le aveva portato il giardiniere: panini, salsicce, cornetti, fette biscottate, marmellate e tante altre prelibatezze.
“Ha cenato ieri sera?” le chiese soddisfatto di tanto appetito Garibaldi
“Mi pare di no”, rispose Jane cominciando a ricordare qualcosa.
Le immagini le riaffioravano alla memoria lentamente, srotolando una matassa di onirismi che si intrecciava con la realtà. Le palpebre erano ancora bagnate dalla rugiada. Intorno a lei tutto era meraviglioso. I raggi del sole appena sorto si adagiavano comodamente sulle ragnatele e impreziosivano le piccole gocce di acqua del mattino.




4.

“Mi chiamo Jane”
Il Giardiniere Garibaldi strinse la sua mano.
‘Io quasi non ricordo più come mi chiamo, tutti mi chiamano Garibaldi, dicono che gli somiglio’
Jane rise senza pudore
GARIBALDI: Che c’è da ridere?
JANE: Niente di che
GARIBALDI: Ah no?
JANE: No è che
GARIBALDI: Cosa?
JANE: Pensavo di sognare ancora
GARIBALDI: E di aver incontrato Garibaldi in persona?
JANE: Sì
GARIBALDI: Mi spiace deluderla ma..
JANE: Diamoci del tu, va bene?







5.

Jane e Garibaldi stettero per qualche minuto a ridere e guardarsi di sottecchi poi

GARIBALDI: Dobbiamo sbrigarci
JANE: Per cosa?
GARIBALDI: Dobbiamo togliere tutte queste cose dal prato
JANE: Oh certo
GARIBALDI: Non per niente ma
JANE: No no certo, capisco capisco
GARIBALDI: Tra un po’ arriveranno i visitatori del giardino
JANE: I visitatori?
GARIBALDI: Non ricordi proprio niente eh?
JANE: No, sì, cioè
GARIBALDI: Siamo nel Giardino di Ninfa
JANE: Di Ninfa?
GARIBALDI: Sì, è uno splendido giardino non lontano da Roma
JANE: E tu sei un giardiniere?
GARIBALDI: Sì, il responsabile del settore manutenzione, tutela e conservazione delle aree verdi
JANE: Ah
GARIBALDI: Dai, sbrigati, poi ti spiegherò meglio




6.

Jane Tempesta e Giuseppe Garibaldi si rifugiarono presso un capanno segreto che conoscevano soltanto gli addetti ai lavori, buttarono le immondizie in appositi secchi, facendo attenzione a differenziare bene, Jane si lavò le mani e il viso, si rassettò i capelli e uscirono, come se niente fosse, dirigendosi verso l’ingresso principale da una via laterale per non destare attenzioni.

GARIBALDI: Usciamo da questa parte
JANE: Bene
GARIBALDI: Se vuoi, aspettami lì, vicino al grande leccio
JANE: Il leccio?
GARIBALDI: Sì è un albero con foglie vagamente simili a quelle di un ulivo e con ghiande
JANE: Ah ho capito
GARIBALDI: Benissimo
JANE: E quando arriverai?
GARIBALDI: Tra poco
JANE: Sicuro?
GARIBALDI: Certo
JANE: Grazie
GARIBALDI: Di niente
JANE: A dopo




7.

Jane sgattaiolò fuori dall’entrata laterale, cercò il grande leccio.
Non aveva grandi conoscenze botaniche ma la spiegazione di Garibaldi era stata esauriente e lo individuò ben presto.
Da lì poteva guardare i turisti entrare dall'ingresso principale, diligentemente in fila, chi con cappelli di paglia, chi con zaini, chi cercava di placare la curiosità di bambini e ragazzini cantando canzoncine orecchiabili quali, ad esempio, Oh mia bella Gigogin.
Senza farsi scorgere, canticchiò anche lei quelle arie tanto familiari e si rilassò.
Ripensò a quando anche lei era bambina e un senso di protezione e tenerezza la avvolse.

8.

Garibaldi non sapeva cosa pensare di quella giovane tanto confusa. Aveva letto da qualche parte che di fronte a tanta beltà, magari guardando un quadro o un'opera d'arte, le persone potevano, in alcuni casi, avere malesseri e perfino perdere conoscenza.
Il giardino era bellissimo ma avrebbe davvero potuto generare una reazione tanto forte?
Questo egli non lo poteva sapere.
Concluse in fretta le sue brighe e le sue faccende, dunque si tolse la tuta da lavoro e indossò i soliti abiti.  Si lavò mani, barba e viso, si pettinò i capelli e uscì.
Chissà se Jane, aveva detto di chiamarsi così, nevvero?, lo stava aspettando oppure se era scappata via?




9.

JANE: Pensavo che non saresti più arrivato
GARIBALDI: E io temevo di non trovarti
JANE: Certo che gli somigli proprio
GARIBALDI: A Garibaldi?
JANE: Sì
GARIBALDI: Adesso ricordi dove sei?
JANE: Sì ma ho una gran fame
GARIBALDI: Sei una buona forchetta
JANE: No, è che... beh, sì

Il giardiniere e l'affamata turista risero come bambini e si incamminarono verso un luogo di ristoro nelle vicinanze.




10.

JANE: Chissà che penserai di me
GARIBALDI: Per il momento niente di male
JANE: Ah bene
GARIBALDI: Diciamo che impiego un po’ prima di formarmi un giudizio su una persona
JANE: E questo mi sembra alquanto sensato
GARIBALDI: Oh non so
JANE: Sei timido?
GARIBALDI: Un po’ è che
JANE: Cosa?
GARIBALDI: Solitamente vedo spuntare fiori o erbacce non fanciulle addormentate nel giardino, ecco
JANE: A me non capita spesso di addormentarmi in qualche giardino
GARIBALDI: Soprassederò
JANE: Su cosa?
GARIBALDI: Sul fatto che tu abbia definito il Giardino di Ninfa ‘qualche giardino’
JANE: Ah, scusa
GARIBALDI: Dai sto scherzando
JANE: È molto bello
GARIBALDI: È un po’ più di bello
JANE: Già
GARIBALDI: Per me è un luogo incantato
JANE: Oh, beh non posso proprio negarlo



11.

GARIBALDI: Ecco, siamo quasi arrivati
JANE: Cos’è?
GARIBALDI: Una trattoria
JANE: Ma ci faranno mangiare a quest’ora?
GARIBALDI: Il ristoratore è un mio amico
JANE: Davvero?
GARIBALDI: Sì, lui e la moglie sono persone molto cortesi
JANE: Vi conoscete da tanto?
GARIBALDI: Più che altro abbiamo molti argomenti di discussione
JANE: Ah davvero?
GARIBALDI: Sì, amano cucinare con le piante locali
JANE: E immagino che tu ne sappia qualcosa
GARIBALDI: Che credi, loro hanno studiato!
JANE: E tu?
GARIBALDI: Cosa?
JANE: Hai studiato?
GARIBALDI: Sì, beh, sì
JANE: Pensavo che fare il giardiniere non richiedesse particolari studi
GARIBALDI: Hai parecchi pregiudizi
JANE: No, non molti, forse sono soltanto un po’ ignorante in materia di boschi e giardini
GARIBALDI: E perché sei venuta nel Giardino di Ninfa?
JANE: Già, perché?




12.

Nella trattoria vennero accolti da Trombolotto Cajetani, un uomo con umore uggioso tendente a rapide schiarite, corpulento, sanguigno, con una vocetta esile, da adolescente; e da sua moglie Limonella Citrella, magra, piccolina, con grandi occhi ben truccati, sofisticata e abituata a dispensare sorrisi alla bisogna, senza prodigarsi.

TROMBOLOTTO: Ohilà che piacere
GARIBALDI: Spero di non disturbare
LIMONELLA: Mai, assolutamente
JANE: Salve
TROMBOLOTTO: E questa bella fanciulla?
GARIBALDI: Si chiama Jane
LIMONELLA: Io Limonella e lui Trombolotto
JANE: Piacere
TROMBOLOTTO: Dove l’hai trovata?
GARIBALDI: Beh
LIMONELLA: Non l’avrai mica colta in giardino
JANE: In certo qual modo
TROMBOLOTTO: Sembra una splendida rosa ma
GARIBALDI: Eh
LIMONELLA: Avete fame?
JANE: Oh sì



13.

Jane Tempesta e il giardiniere Garibaldi mangiarono di gusto gli ottimi piatti. Limonella e Trombolotto li avevano lasciati da soli, senza chiedere niente. Erano dotati di una naturale discrezione e il lavoro in osteria aveva affinato quel sesto senso che permette alle persone di essere ospitali e garbate senza essere invadenti.
Avevano avuto l’impressione, poi, che tra quei due vi fosse una specie di ancestrale amicizia, un affetto e una comprensione appena accennata e al contempo consolidata per cui lasciarono che si rifocillassero abbondantemente prima di rivolgere loro le domande che ovviamente li incuriosivano.
Non era inusuale che Garibaldi arrivasse con qualche persona ad orari improbabili o con donne anche molto affascinanti ma aveva sempre un atteggiamento diverso, da corteggiatore o da corteggiato, da grande amico o da goliardico compagnone.
A ben guardare sarebbe sembrato alquanto strano a chiunque vederli insieme.
Parevano cospiratori ottocenteschi in abiti moderni con l’aria di condividere qualche magico segreto.
Limonella li osservò per un po’, poi riprese le sue attività, pensierosa.
Un fornitore di verdure interruppe la contemplazione e per qualche istante ebbe la sensazione di averli soltanto sognati.



14.

LIMONELLA: Son desta, dunque
TROMBOLOTTO: Anche a me è sembrato di averli sognati
LIMONELLA: Ma perché?
TROMBOLOTTO: Non lo so
LIMONELLA: A guardarli così
TROMBOLOTTO: Lui pare proprio Garibaldi
LIMONELLA: E lei?
TROMBOLOTTO: Non ti fa pensare a quella donna tanto amica di Mazzini?
LIMONELLA: Di Mazzini?
TROMBOLOTTO: Sì, l’ispiratore del Risorgimento
LIMONELLA: So chi era Mazzini ma non ricordo… oh sì, hai proprio ragione
TROMBOLOTTO: Che stana combinazione
LIMONELLA: E come ha detto di chiamarsi?
TROMBOLOTTO: Giannina?
LIMONELLA: No….
TROMBOLOTTO: Giannella?
LIMONELLA: No…
TROMBOLOTTO: Giannetta
LIMONELLA: No….
TROMBOLOTTO: Caspita!
LIMONELLA: Esatto
TROMBOLOTTO: Che sia un soprannome anche il suo?
LIMONELLA: Potrebbe essere
TROMBOLOTTO: E poi che altro ha detto Garibaldi?
LIMONELLA: Di averla trovata in giardino
TROMBOLOTTO: Ma ti pare possibile?
LIMONELLA: Sinceramente no
TROMBOLOTTO: Che si vogliano prendere gioco di noi?
LIMONELLA: Lo escludo
TROMBOLOTTO: E allora?
LIMONELLA: Dovremo scoprirlo



15.

GARIBALDI: Ricordi qualcosa?
JANE: Sì, sono venuta nel Giardino di Ninfa perché l’ho letto da qualche parte
GARIBALDI: Beh, mi sembra un buon inizio
JANE: Su qualche guida turistica, sai, o su un diario di viaggio
GARIBALDI: Ma se non ti piacciono i giardini perché hai deciso di visitarlo?
JANE: Si può ammirare la bellezza di un giardino anche senza essere un botanico
GARIBALDI: Certo
JANE: Sembri dubbioso
GARIBALDI: È possibile immergersi dentro la bellezza ma più studi più ne comprendi l’essenza
JANE: Un po’ come le stelle e il cielo
GARIBALDI: Sì
JANE: O l’arte
GARIBALDI: Alcuni giardini sono delle vere opere d’arte
JANE: Mi stai dicendo che sono progettati e disegnati?
GARIBALDI: Sì e anche scolpiti
JANE: E la materia prima?
GARIBALDI: Le piante, l’acqua, le pietre, il legno, la terra per lo più
JANE: Un’opera d’arte che cresce?
GARIBALDI: Sì, che si modifica continuamente anche se alcuni giardini sono creati in modo da rimanere quasi immobili
JANE: Le piante comunque crescono
GARIBALDI: Già, completamente immobili non saranno mai, giusta osservazione
JANE: E quindi?
GARIBALDI: Ma neanche il gusto di chi guarda, nei secoli e negli anni, un capolavoro è lo stesso
JANE: Beh, neanche i pigmenti di colore, a ben vedere
GARIBALDI: E anche il marmo si modifica leggermente nel colore e nella forma con gli anni 

16.

Si guardarono, perplessi, senza troppo comprendere cosa stesse accadendo.
Avevano appena messo un punto fermo in quel caos di esperienze, che è sempre un buon modo per iniziare una bella amicizia anche se, a dire il vero, provavano la stranissima sensazione di essere sempre stati amici e di conoscersi da un tempo di cui non avevano memoria.
L’imbarazzo iniziale aveva lasciato il posto ad una confidenza stordita e Jane cominciava a fidarsi di quello strano giardiniere che tanto ricordava l’eroe di cui aveva sempre sentito parlare nella sua infanzia popolando le sue fantasticherie.
D’altronde un corsaro, un eroe invincibile e scalcinato, gran nuotatore e amico leale, sempre avvolto nel suo poncho e in mille incredibili avventure in ogni angolo del mondo è certamente una grande fonte di ispirazione.
Jane era dotata di una grande immaginazione, sin da piccolissima amava raccontare storie favolose e le piaceva moltissimo quando i suoi genitori le leggevano libri e fiabe.

Ascoltare i canti delle donne, i cavallier, l’arme, gli amori, le cortesie, l’audaci imprese era sempre stato un gran piacere per lei e Giuseppe Garibaldi, beh, ecco, l’aveva immaginato proprio come quello strano giardiniere che adesso le stava parlando di piante e giardini, paragonandoli ad opere d’arte!


17.

LIMONELLA: Guardali là
TROMBOLOTTO: Sembra che si conoscano da sempre
LIMONELLA: Ma io non l’ho mai vista
TROMBOLOTTO: Forse sono amici d’infanzia
LIMONELLA: Ce l’avrebbe detto
TROMBOLOTTO: Di certo non può averla trovata in giardino
LIMONELLA: Ma non ci ha mai detto bugie
TROMBOLOTTO: Questo è vero
LIMONELLA: E allora?
TROMBOLOTTO: Ahhhh non so proprio che pensare
LIMONELLA: Certo sembra molto affamata
TROMBOLOTTO: Ha mangiato ai quattro palmenti
LIMONELLA: Ed è piuttosto mingherlina
TROMBOLOTTO: Questo non vuol dire
LIMONELLA: Sì, beh, guarda me
TROMBOLOTTO: Il contrario di me…
LIMONELLA: Una questione di metabolismo
TROMBOLOTTO: Comunque sta mangiando davvero tantissimo
LIMONELLA: Già
TROMBOLOTTO: Va bene va bene, cercheremo di capire che è successo


18.

JANE: Chissà che penseranno di me
GARIBALDI: Chi?
JANE: I tuoi amici
GARIBALDI: Trombolotto e Limonella?
JANE: Sì e anche tu
GARIBALDI: Io non penso
JANE: Ah no?
GARIBALDI: Cerco di evitare di pensare qualcosa delle persone
JANE: Che vuol dire?
GARIBALDI: Ognuno di noi ha vissuto qualcosa che gli altri non possono comprendere
JANE: E quindi?
GARIBALDI: E quini ho imparato a non giudicare dalle apparenze
JANE: Meno male
GARIBALDI: Vuoi raccontarmi cosa ti è successo?
JANE: Sì ma devi promettermi di non ridere di me e di non pensare che io sia completamente folle
GARIBALDI: Non riderò di te, ma potremo ridere insieme?
JANE: Sì, certo
GARIBALDI: La follia è la precondizione per la saggezza, tutti quanti gli esseri umani sono un po’ folli
JANE: Questo è vero
GARIBALDI: Racconta
JANE: Ecco io…
GARIBALDI: Facciamo una bella cosa: usciamo da qui, a pochi passi c’è un parco con delle comode panchine e grandi alberi, altalene e scivoli, lì staremo più comodi
JANE: Va bene


19.

Jane e Garibaldi salutarono Limonella e Trombolotto dopo aver pagato il conto, mossero pochi passi nel grazioso paesino arroccato su uno sperone di terra e si sedettero, a chiacchierare come gatti al sole.

JANE: Questo mi sembra un posto adatto
GARIBALDI: Già, ci sono moltissimi alberi
JANE: Sono agrumi?
GARIBALDI: Sì e ve ne sono anche di molto rari
JANE: Ad esempio?
GARIBALDI: Questo è il Citrus Limon Cajetani, è una pianta antica, originaria di queste terre; vedi come è insolito?
JANE: Ha un buon profumo
GARIBALDI: E la tua storia?
JANE: Ecco, sono venuta a visitare il Giardino di Ninfa perché
GARIBALDI: Non ti fidi ancora di me
JANE: Uff
GARIBALDI: Talvolta le piante e i giardini sanno cose che noi non riusciamo neanche a raccontare
JANE: Pensi davvero?
GARIBALDI: Sì ma non devi preoccuparti, sai?
JANE: Quindi se ti dicessi che, poco prima del sorgere del sole ho avuto bisogno di alzarmi e guardare fuori e poi che ho sentito la necessità impellente di andare a sfogliare una rivista dove c’era il nome del giardino di Ninfa mi crederesti?
GARIBALDI: Non ci vedrei niente di strano
JANE: Ah
GARIBALDI: Cosa ti è successo nel giardino?
JANE: Ecco, quello è un po’ più difficile da raccontare
GARIBALDI: Perché?
JANE: Ecco, sono entrata, meravigliata e, se debbo essere sincera, sono rimasta un po’ delusa. Pensavo ci fossero chissà che statue e mosaici e invece erano prevalentemente piante
GARIBALDI: Beh, non è raro che in un giardino vi siano delle piante
JANE: Sì lo so ma io, chissà perché, pensavo di trovare qualche tesoro di arte antica o moderna e invece, verde e piante e fiori, acqua e terra finché ad un certo punto uno scoiattolo
GARIBALDI: Ah quella peste! Pensavo di averlo dissuaso dal mangiare tutte le nocchie
JANE: Lo conosci?
GARIBALDI: Certo che sì
JANE: Beh e ti sembra normale che uno scoiattolo parli?
GARIBALDI: Con me squittisce
JANE: Il che sarebbe ovvio
GARIBALDI: E con te ha parlato?
JANE: Fosse stata quella la cosa più strana!
GARIBALDI: Io ora devo tornare al giardino, ti spiace finire di raccontarmi la storia mentre camminiamo?


20.

JANE: Beh forse è meglio che io vada via
GARIBALDI: Come vuoi
JANE: Non vorrei che…
GARIBALDI: Io sono incuriosito adesso ma se proprio non vuoi raccontarmi
JANE: Mah, penso che sia stato tutto frutto della stanchezza
GARIBALDI: Beh, può essere, comunque, che ti ha detto lo scoiattolo?
JANE: Già il fatto che parlasse mi ha molto sorpresa e poi mi ha detto che c’era un mondo colorato oltre il ruscello
GARIBALDI: Ah te l’ha detto?
JANE: Sì e io non sapevo cosa fare ma ho pensato che non ci fosse alcun pericolo e così ho attraversato un ponticello di legno e ho continuato a camminare finché ho visto una vera e propria cittadella abitata da….
GARIBALDI: Da?
JANE: Senti devi promettermi che
GARIBALDI: Sì, non ti preoccupare
JANE: Ecco sembravano giovani di una bellezza indescrivibile vestite con abiti leggiadri e coroncine di fiori e strani esseri che facevano pensare ai fauni e
GARIBALDI: E?
JANE: Ecco, ballavano e cantavano in un modo molto armonioso, a dire il vero non avevo mai sentito in tutta la mia vita un suono tanto gradevole, sembrava che anche le stelle danzassero
GARIBALDI: Hai incontrato le ninfe
JANE: Le ninfe?
GARIBALDI: Già, è molto raro.
JANE: Ah, quindi pensi che sia vero?
GARIBALDI: Chissà, nessuno può conoscere davvero i segreti che nasconde un giardino, neanche un giardiniere

FINE





giovedì 22 aprile 2021

Sette filastrocche in lockdown

Sette filastrocche in lockdown

 

1.

Nella notte silenziosa

Si dorme e si riposa

Non c’è una serenata

O la movida ad agitare

La gente che per le strade

Non pensa a niente

Si sentono le voci

Uccelli, grilli e gatti

In amorosi amplessi

 

2.

 

Guardando all’insù

Nella notte antica

Il cielo è limpido

L’aria pulita

Con un sestante

Una bussola

Un atlante

Si può ammirare

Ogni costellazione

 

 

 

3.

 

Il frigo strilla

Aprimi aprimi

Sono uno scrigno

La dispensa grida

Riempimi riempimi

Il forno urla

Impasta impasta

La bilancia ride

Beffardamente

 

4.

 

Le finestre cantano

I balconi suonano

I terrazzi ballano

I giardini fioriscono

I parchi si svuotano

Le ambulanze corrono

I camion militari

Trasportano cadaveri

I cuori tremano

 

5.

 

Caro lievito di birra

Compagno effervescente

Di giornate impiegate

In qualcosa di interessante

In attesa trepidante

Del decreto della sera

Sulla Gazzetta Ufficiale

C’è il modello fiammante

Dell’autocertificazione

 

6.

 

Le serrande si abbassano

Si rialzeranno?

Chissà!

I teatri chiudono

Riapriranno?

Chissà!

Le scuole?

Chissà!

Le menti? Mah!

 

7.

 

Le grida disumane

Non c’è la connessione

Mamma come faccio?

Mi devo collegare

Le urla barbariche

Amore come posso?

Ho una zoommata in corso

Le lacrime non sono amare

Se le riesco ad ingoiare.


L’alveare

 

L’alveare

 

C’era una volta e c’è ancora un bellissimo orto tra le colline sabine, con spinosi carciofi, barbuti agretti e pelose fave in primavera; rossi pomodori, screziati fagioli, novelle patate, fiorite zucchine in estate; tonde zucche, amara cicoria in autunno; agli, cipolle, bieta, cavoli e broccoli in inverno. In questo orto un po’ originale vi sono alberi da frutto e da decorazione, per ombreggiarsi e per sfamarsi, per arricchire il panorama di tante forme e colori. Un bel giorno in quell’orto arrivò un calabrone calabrese che aveva perduto la via di casa. Volando di fiore in fiore si era smarrito, aveva attraversato il Parco del Pollino, il Vesuvio, monti e vallate, coste, città e pianure fino a giungere in quell’ameno luogo. Oh che bel posto! Aveva esclamato appollaiandosi dentro un accogliente fiore di zucca. Eppure pensò che gli mancava il calore della sua terra e i profumi che soltanto lì si possono assaporare. Decise comunque di costruire nei pressi un bel nido a spirale, di quelli che soltanto i calabroni più esperti sanno creare, denso, cordoso e circolare. Il calabrone fece amicizia in quelle terre e chiese aiuto ai suoi consimili per realizzare un intricato e resistente labirinto. Pezzetto a pezzetto si industriò per costruire un vero capolavoro di ingegneria animale, dapprima fece un piccolo cerchiolino, poi aggiunse un altro cerchio un po’ più grande e ancora un altro e un altro ancora fino a che riuscì ad occupare una superficie pari ad un’intera finestra. Il calabrone a cui mancava il profumo del mare chiamò a raccolta i suoi parenti, gli amici e i conoscenti. Ognuno di loro aggiungeva un pezzettino al grande alveare fino a che arrivò un umano che si chiese cosa ci facesse una corda appesa alla finestra e perché tanti calabroni vi si affaccendassero intorno. Gli esseri umani, è risaputo, sono un po’ permalosi e non accettano di buon grado la convivenza con altre specie animali e vegetali. Fu così che in pochi giorni il grande labirinto venne smantellato e al calabrone non restò altra scelta che tornare, passando di fiore in fiore, al paese da cui era venuto.

I remi in barca (prima bozza) da 1 a 107

 

I remi in barca

 


 

1.

 

Papi ha detto che è ora.

Bisogna tirare i remi in barca.

Charlotte se ne farà una ragione.

O almeno così ha detto Mamma.

Non bisogna mai lasciarsi dietro un brutto ricordo di sé.

Certo sua madre avrebbe voluto un futuro migliore per lei, l’ha mandata a scuola in centro immaginando un buon matrimonio. Quanto è contenta quando mi vede! Mi offre sempre qualcosa di buono, una bruschetta, le frittelle, una fetta di ciambellone. Non le abbandonerò: Charlotte ha capitalizzato con me, a suo modo.

Mamma le avrebbe trovato un buon impiego in qualche associazione filantropica, una delle tante cui elargiva spropositate somme di denaro ogni volta che tradiva Papi, per lavarsi la coscienza, o per fargli un dispetto.

Papi odia le organizzazioni filantropiche, dice che sono ipocrite.

Ma alla fine sono un modo per tenergli la moglie occupata senza troppi patemi, senza contare che così la moglie, cioè Mamma Teodolinda, ha modo di sapere se qualche figlio di papà con il pallino delle missioni umanitarie sta per creargli qualche problema con il responsabile della pubblicità e della comunicazione sociale.

Non vuole che l’immagine dell’azienda venga lordata da immagini che potrebbero compromettere le vendite. Meglio cercare di ottenere qualche riconoscimento e tacitare eventuali critiche, che poi, ma che avranno tanto da criticare?

I rivoluzionari da salotto, buoni per far salire le quotazioni delle opere d’arte contemporanea, robaccia senza qualità che magicamente lievita nel mercato e rimane lì, una mongolfiera in una brochure della Turchia.


 

2.

 

ALTEA: Charlotte ma sei sicura di voler continuare a frequentarlo?

CHARLOTTE: Chi?

ALTEA: Pierluca

CHARLOTTE: Ma figurati!

ALTEA: Mi fa una pena

CHARLOTTE: Perché?

ALTEA: Con tutti i soldi che hanno, non c’è nessuno che gli prepari un ciambellone, che gli dia una carezza, che lo coccoli ogni tanto

CHARLOTTE: C’è di peggio

ALTEA: Per carità ma….

CHARLOTTE: Hai paura che possa rimanere con lui?

ALTEA: Tesoro, ti ritengo abbastanza intelligente da non volerti perdere nel vuoto della ricchezza senza amore

CHARLOTTE: Perché?

ALTEA: Che ti ho insegnato?

CHARLOTTE: Ad amare soltanto chi amo veramente

ALTEA: Se è amore corrisposto e passionale

CHARLOTTE: Ma è divertente

ALTEA: Chi?

CHARLOTTE: Pierluca

ALTEA: Ah sì?

CHARLOTTE: Sì, conosce un sacco di gente, di posti, di cose, viaggia tanto

ALTEA: Io non ho detto niente a tuo padre

CHARLOTTE: Hai fatto bene, sai che ramanzina altrimenti!

ALTEA: Comunque, la tua esperienza con lui l’hai fatta, ora forse è il momento di tirare i remi in barca e capire quello che vorrai fare da grande, trovare un ragazzo con cui costruirti una vita

CHARLOTTE: Mamma!


 

3.

 

PIERLUCA: Ciao Charlot

CHARLOTTE: Ciao Pilucca

PIERLUCA: Odio quel soprannome

CHARLOTTE: E io, con tutta l’ammirazione per Charlie Chaplin, non amo essere chiamata Charlot

PIERLUCA: Uh quanto la fai lunga

CHARLOTTE: Che ti prende?

PIERLUCA: Niente

CHARLOTTE: Sei annoiato?

PIERLUCA: Può darsi

CHARLOTTE: Vuoi venire a fare merenda da noi?

PIERLUCA: C’è tua madre?

CHARLOTTE: Forse

PIERLUCA: C’è o no?

CHARLOTTE: Cambia qualcosa?

PIERLUCA: Uhm beh

CHARLOTTE: Che ne dici di una corsa al museo?

PIERLUCA: Nouvelle Vague?

CHARLOTTE: Sì

PIERLUCA: Va bene ma prima ho le prove del coro

CHARLOTTE: E poi?

PIERLUCA: Poi paddle al circolo e tè da Babingtons con Zia Cornelia e corollari

CHARLOTTE: Direi tra il paddle e il tè

PIERLUCA: Ma così arriverò tutto sudato

CHARLOTTE: Appunto avrai l’aria di un vero sportivo


 

4.

 

ALTEA: Ciao

ERMANNO: Ciao amore, dov’è la piccola peste?

ALTEA: È uscita

ERMANNO: Con chi?

ALTEA: Mah

ERMANNO: Ho capito, non lo devo sapere

ALTEA: Non ho detto questo

ERMANNO: Facciamo così, informatemi quando ne vale la pena

ALTEA: Ecco appunto

ERMANNO: È uscita con un Non-ne-vale-la-pena?

ALTEA: Uffa

ERMANNO: È uscita con un Non-ne-vale-la-pena

ALTEA: Non ho detto questo

ERMANNO: Ma non l’hai neanche negato

ALTEA: Uhmmmm

ERMANNO: Non mi impiccio

ALTEA: Non ho detto neanche questo

ERMANNO: E allora che hai detto?

ALTEA: Che se per caso

ERMANNO: Ipotizzando per assurdo

ALTEA: Qualcosa che non è e non sarebbe mai

ERMANNO: Pierluca?

ALTEA: Io non ho parlato

ERMANNO: Ma ma ma

ALTEA: Cosa?

ERMANNO: Ma è un cretino!

ALTEA: Un po’ damerino direi

ERMANNO: Non ha carattere, non ha idee, non ha opinioni, non ha passioni, è… un neutrino

ALTEA: Non è poi così pessimo

ERMANNO: C’è di peggio, per carità

ALTEA: Per lo meno ascolta musica decente

ERMANNO: È un baciapile, lui e tutta la sua altolocata famiglia


 

5.

 

TEODOLINDA: Hai parlato con tuo figlio?

CLEMENTE: Pierluca?

TEODOLINDA: Già

CLEMENTE: Sì, gli ho fatto un discorsetto, dovrebbe aver capito

TEODOLINDA: Bene

CLEMENTE: Gli ho detto che è ora di tirare i remi in barca e che è ora che pensi a trovare una ragazzetta della sua estrazione sociale, qualcuna con cui poter creare una famiglia

TEODOLINDA: Bene

CLEMENTE: Hai programmi per questo fine settimana?

TEODOLINDA: Io?

CLEMENTE: Già

TEODOLINDA: Perché?

CLEMENTE: Perché vorrei andare a trovare lo Zio Galeazzo

TEODOLINDA: Ah

CLEMENTE: Hai programmi?

TEODOLINDA: È successo qualcosa?

CLEMENTE: Niente di importante

TEODOLINDA: E come mai tanta fretta?

CLEMENTE: Quisquilie amministrative

TEODOLINDA: Ah, finanza?

CLEMENTE: No, un cambio di ambasciatore

TEODOLINDA: Vuoi che chieda a qualche mia amica?

CLEMENTE: Se non avessi impegni, preferirei conferire prima con lo Zio Galeazzo

TEODOLINDA: Niente che non possa essere rimandato ad altra data

CLEMENTE: Bene

6.

 

PIERLUCA: Eccomi

CHARLOTTE: Com’è andato il paddle?

PIERLUCA: Un disastro

CHARLOTTE: Hai perso?

PIERLUCA: In modo assurdo

CHARLOTTE: Come mai?

PIERLUCA: Avevo la testa altrove

CHARLOTTE: Uhm

PIERLUCA: Sei splendida vestita così

CHARLOTTE: Grazie

PIERLUCA: Mi fai venire una voglia…

CHARLOTTE: Fattela passare

PIERLUCA: E perché?

CHARLOTTE: Perché devo parlarti

PIERLUCA: Se vuoi possiamo anche parlare ma preferirei

CHARLOTTE: Pierluca dai, ascoltami

PIERLUCA: Fammi intrufolare

CHARLOTTE: Pierluca, ci vieni al Prog Rock Fest?

PIERLUCA: No

CHARLOTTE: Perché?

PIERLUCA: Perché ho il fine settimana gestito dai miei, questioni di famiglia

CHARLOTTE: Ti capita spesso?

PIERLUCA: Cosa?

CHARLOTTE: Di avere la vita gestita da questioni di famiglia?

PIERLUCA: Certo, ah ma per farmi perdonare ti ho portato questo

CHARLOTTE: Cos’è?

PIERLUCA: Un accredito omaggio per il Prog Rock Fest, valido per due persone

CHARLOTTE: E con chi dovrei andarci se tu non ci sarai?

PIERLUCA: Una tua amica ma fate le brave, ora devo andare, la Zia Cornelia non ammette ritardi

 

7.

 

Non c’era riuscito.

Era troppo sensuale con quella scollatura.

Gli aveva subito provocato un rigonfiamento nei pantaloni.

Il suo odore, fragrante, accogliente, gli aveva fatto girare la testa.

Beh, per lo meno Charlotte sarebbe stata una buona scuola per imparare a gestire le proprie emozioni, bisogna sempre pensare a mente lucida e talvolta è difficile rimanere calmi.

Il battito del cuore sotto la sua pelle, i sussulti del respiro pompato dai suoi polmoni…

Glielo avrebbe detto dopo il fine settimana.

Certo che avrebbe preferito andare con lei al festival prog rock ma la famiglia prima di tutto e Papi aveva detto che Charlotte non poteva entrare a farne parte.

Anche Mami era d’accordo, non era lei la donna adatta a lui, bisognava tenere unito il patrimonio, aumentarlo con qualche unione strategica e poi lei è troppo libera, in odor di ateismo, per carità!

I capelli, dovevano essere stati quelli, lo avevano stordito.

 


 

8.

 

CHARLOTTE: Ciao Irina

IRINA: Charlotte, che tono

CHARLOTTE: Hai tempo per una merenda veloce?

IRINA: Per te sempre

CHARLOTTE: Ci vediamo al solito posto?

IRINA: Sì

CHARLOTTE: A tra poco

IRINA: Ma è successo qualcosa?

CHARLOTTE: No, niente di importante

IRINA: Pierluca?

CHARLOTTE: Uhm

IRINA: Pierluca

CHARLOTTE: Dai, ne parliamo a voce

IRINA: Io non capisco perché ancora lo tolleri

CHARLOTTE: Che vuol dire?

IRINA: Ma dai, ha la verve di un lombrico

CHARLOTTE: Uhhh

IRINA: Di’ la verità

CHARLOTTE: Uffa

IRINA: Te l’ha detto anche tua madre

CHARLOTTE: Forse

IRINA: Tuo padre sa che lo frequenti?

CHARLOTTE: Scherzi?


 

9.

 

TEODOLINDA: Tesoro, sei pronto?

PIERLUCA: Mamma, sì, certo

TEODOLINDA: Hai preso l’attrezzatura da tennis?

PIERLUCA: Sì

TEODOLINDA: E da paddle?

PIERLUCA: Certo

TEODOLINDA: Bene, hai messo da parte il completo da golf?

PIERLUCA: Sì

TEODOLINDA: Mi raccomando non fargli fare brutta figura

PIERLUCA: Non so giocare a golf

TEODOLINDA: No, certo, non sai giocare, ancora

PIERLUCA: E allora?

TEODOLINDA: Hai preso il profumo che ti ho regalato?

PIERLUCA: Ma è da vecchi

TEODOLINDA: No, è di classe

PIERLUCA: Preferisco questo, è più fresco

TEODOLINDA: Il golf non è uno sport per pivellini

PIERLUCA: Ah ecco

TEODOLINDA: Hai risolto la questione Charlotte?

PIERLUCA: Sì… cioè….no… insomma

TEODOLINDA: Troverai distrazioni sufficienti in questi giorni

PIERLUCA: Con papà?

TEODOLINDA: Tesoro, ricorda che le corna stanno bene su tutto, l’importante è che siano…solubili

PIERLUCA: Papà ti tradisce?

TEODOLINDA: Oh no, figurati

10.

 

ALTEA: Amore, dove stai andando?

CHARLOTTE: Appuntamento con Irina

ALTEA: Sei appena tornata

CHARLOTTE: Lo so

ALTEA: Hai risolto con Pierluca?

CHARLOTTE: Sì…cioè…no…insomma

ALTEA: Charlotte non sprecare tempo con chi non meriterebbe neanche di spolverarti le scarpe

CHARLOTTE: Oh ma lo farebbe con un panno di pura seta

ALTEA: Charlotte per favore

CHARLOTTE: Vado

ALTEA: Ciao


 

11.

 

CORNELIA: Teodolinda, ciao

TEODOLINDA: Cornelia, che piacere!

CORNELIA: Ho incontrato Pierluchino

TEODOLINDA: Me l’ha detto

CORNELIA: Ah sì?

TEODOLINDA: Sì, dice che sei in splendida forma

CORNELIA: Adulatore, come suo padre

TEODOLINDA: Perché, Clemente ti ha adulata di recente?

CORNELIA: Sai benissimo che io non ho mai capito cosa ci trovassi in lui

TEODOLINDA: Che ti devo rispondere?

CORNELIA: Niente, avresti fatto molto meglio a sposare il Conte Vitelloni

TEODOLINDA: Un discendente di una famiglia nobile in una repubblica, per lo più spiantato, quale onore

CORNELIA: Ah se hai sposato Clemente per i soldi avresti comunque potuto puntare più in alto, per esempio Teofrasio

TEODOLINDA: Non l’ho sposato per soldi e comunque Teofrasio sarà stato anche ricco ma, in primis ha quarant’anni in più di me e in secundis ha bruciato metà del suo patrimonio alla roulette

CORNELIA: Vabbè, comunque, ti stavo parlando di Pierluchino

TEODOLINDA: Dimmi

CORNELIA: Esce ancora con quella ragazzina di estrazione sociale, diciamocelo, non adatta alle sue ambizioni

TEODOLINDA: Ah sì?

CORNELIA: Sì e a me è sembrato innamorato cotto e sai quanto la passione amorosa sia indecorosa

TEODOLINDA: Ah ma adesso è tornata di moda tra i giovani sai

CORNELIA: Ah sì?

TEODOLINDA: Beh, comunque ora devo andare

CORNELIA: Sì ma stai attenta e tieni gli occhi aperti, sorella avvertita mezza salvata

TEODOLINDA: Ciao Cornelia e grazie per la telefonata


 

12.

 

IRINA: Eccoti

CHARLOTTE: Ciao Irina

IRINA: Dai, dimmi

CHARLOTTE: Non so come lasciarlo

IRINA: Perché?

CHARLOTTE: Ci siamo incontrati, sai

IRINA: E gli hai detto che non vuoi più stare con lui?

CHARLOTTE: No

IRINA: Perché?

CHARLOTTE: Perché mi ha baciata e poi

IRINA: E poi?

CHARLOTTE: Niente mi annusava i capelli sai

IRINA: Un cagnolino, che tenero

CHARLOTTE: Dai, è innamorato perso

IRINA: E allora?

CHARLOTTE: Niente

IRINA: Ho visto David l’altro giorno, sai?

CHARLOTTE: David?

IRINA: Ahah

CHARLOTTE: E?

IRINA: Ma quanto è bello?

CHARLOTTE: Mah a me più che altro sembra una persona intelligente

IRINA: E non è per niente viziato

CHARLOTTE: Beh, non credo che abbia mai avuto modo di essere viziato

IRINA: Girano voci su di lui

CHARLOTTE: Tipo?

IRINA: Pare che sia di una ricchissima famiglia

CHARLOTTE: E per hobby fanno i servitori in una casa di borghesi? Ma dai

IRINA: E se fosse davvero così?

CHARLOTTE: Non lo è ma ciò non toglie che David sia bello, intelligente e simpatico

IRINA: Ecco e allora perché non pensi a farti annusare i capelli da lui?

CHARLOTTE: Ma dai, Irina, siamo serie

IRINA: Mai stata tanto seria

CHARLOTTE: E allora diciamo che ti manca senso pratico, meglio così?

 


 

13.

 

ERMES: Ciao Pierluchino

PIERLUCA: Ciao Ermes

ERMES: Ti sento male, dove sei?

PIERLUCA: Dallo Zio Galeazzo

ERMES: M’inchino a cotanto sfarzo

PIERLUCA: Tu?

ERMES: Sto andando al circolo canottieri

PIERLUCA: Non mi dire?

ERMES: Sì, con Papi

PIERLUCA: Tra oggi e domani Papi invece mi porterà in campo

ERMES: Di calcio?

PIERLUCA: Golf

ERMES: Al circolo dello Zio Galeazzo?

PIERLUCA: Già

ERMES: Papi sa di Charlotte?

PIERLUCA: No, figurati

ERMES: L’hai lasciata mi auguro

PIERLUCA: Stavo per farlo ma

ERMES: Ma?

PIERLUCA: Ho annusato i suoi capelli e…

ERMES: E ti sei fatto fregare?

PIERLUCA: Sarà per la prossima volta

ERMES: Sì, ci credo

PIERLUCA: Tu, invece?

ERMES: Maria Cristina ha un’amica, se vuoi te la presento

14.

 

REBECCA: Tesoro dovremmo andare a fare shopping

DAVID: Non potremmo farlo quando saremo a Parigi?

REBECCA: Stai ancora recitando la parte del povero in canna?

DAVID: Sì

REBECCA: Ma si può sapere perché?

DAVID: Così

REBECCA: Io e tuo padre dovremmo preoccuparci?

DAVID: No

REBECCA: Non capisco

DAVID: Prendila come un’opera d’arte concettuale

REBECCA: Ah, un’azione artistica?

DAVID: Sì

REBECCA: Spero tu ne stia tenendo traccia

DAVID: Forse

REBECCA: Bene, parlerò con un paio di amici galleristi allora

DAVID: Per fare cosa?

REBECCA: Oh bella, per esporre il progetto una volta completato

DAVID: Perché?

REBECCA: Potresti aver avuto l’idea vincente

DAVID: Vincente?

REBECCA: Sì per diventare ricco e famoso

DAVID: Sono già ricco

REBECCA: Non per merito tuo

DAVID: E quindi?

REBECCA: Essere ricchi per meriti propri aumenta l’autostima

DAVID: Non ho problemi di autostima

REBECCA: Tu tieni traccia di quello che stai facendo, io farò una chiacchierata con Marianna Bonomia appena saremo a New York


 

15.

 

CLEMENTE: Hai risolto la questione di Pierluchino?

TEODOLINDA: Quale?

CLEMENTE: Quella incresciosa

TEODOLINDA: Incresciosa?

CLEMENTE: Quella ragazzina di cui si è invaghito

TEODOLINDA: Ah

CLEMENTE: Pensavi che non lo sapessi?

TEODOLINDA: Non ho detto questo

CLEMENTE: Ma l’hai pensato

TEODOLINDA: Non sapevo te ne avesse parlato

CLEMENTE: Già pensi che tra te e lui vi sia una confidenza speciale, un rapporto unico

TEODOLINDA: Mah

CLEMENTE: È giusto, sei la madre ma come sai nel mio lavoro non ci si può permettere di essere male informati.

TEODOLINDA: Hai fatto pedinare Pierluchino?

CLEMENTE: No, niente del genere

TEODOLINDA: Che sai della sua famiglia?

CLEMENTE: Charlotte è una ragazza cresciuta con idee piuttosto libertarie, il padre è un noto agitatore sociale, un idealista utopico, ha frequentato campi profughi pensando di poter fare la differenza, un illuso con manie di grandezza. Cosa credono di essere questi attivisti? Niente, sono soltanto delle pedine che si muovono su una scacchiera più grande di loro, manovrate da mani di persone di cui non sanno niente. A proposito, probabilmente bisognerà tacitare una polemica su una fabbrichetta bengalese, hai qualche ONG tra le mani?

TEODOLINDA: Forse, che è successo?

CLEMENTE: Potrebbe succedere

TEODOLINDA: Cosa?

CLEMENTE: Ma niente, una donna ha deciso di fare la paladina dei diritti civili, cerca di finanziarla e di farle girare la testa dall’altra parte

TEODOLINDA: Hai una fabbrica in Bangladesh?

CLEMENTE: Ma no… robetta

TEODOLINDA: Vedrò cosa si può fare

CLEMENTE: Bene, con lo Zio Galeazzo, Teodolinda, non devo dirti come comportarti immagino

TEODOLINDA: No, certo

CLEMENTE: E allora perché non indossi quella maglietta accollata con i fiorellini di pizzo sul tuo bel balcone recentemente restaurato?

TEODOLINDA: Ah, certo, certo

CLEMENTE: Sei una vera signora, non so cosa farei senza di te


 

16.

 

ERMANNO: Tesoro dobbiamo parlare

CHARLOTTE: Che c’è Pa’

ERMANNO: Posso avere la tua attenzione?

CHARLOTTE: Che vuoi?

ERMANNO: La tua attenzione

CHARLOTTE: Uffa

ERMANNO: Vieni a fare una passeggiata con papà tuo?

CHARLOTTE: Papà no, mi vergogno

ERMANNO: Di cosa?

CHARLOTTE: Ti pare che possa uscire con mio padre?

ERMANNO: Andiamo in un posto dove non incontrerai nessun tuo amico

CHARLOTTE: Tipo?

ERMANNO: Ostia?

CHARLOTTE: Vabbè

ERMANNO: Bene ah e porta il surf

CHARLOTTE: Pa’ è una vita che non ci vado

ERMANNO: Tre mesi

CHARLOTTE: No macché

ERMANNO: Quattro

CHARLOTTE: Almeno cinque

 


 

17.

 

MARIA CRISTINA: Ciao Ermi, che dici?

ERMES: Ciao Macrì, sono stato al circolo canottieri

MARIA CRISTINA: WOW

ERMES: Ci sei già stata?

MARIA CRISTINA: Una volta

ERMES: Con chi?

MARIA CRISTINA: Top secret

ERMES: Che ne dici se ci vedessimo per una partitina a tennis?

MARIA CRISTINA: Ho lezione di danza

ERMES: Uh e allora vengo a vederti in calzamaglia

MARIA CRISTINA: No perché poi devo andare a lezione di russo

ERMES: Dove?

MARIA CRISTINA: All’istituto, vicino Santa Maria Maggiore

ERMES: A che ora finisci?

MARIA CRISTINA: Le nove penso

ERMES: Ti vengo a prendere lì, un mio amico suona in un localino jazz a Monti

MARIA CRISTINA: Perfetto ma guarda che sono a dieta

ERMES: Uno spuntino dal vegetariano?

MARIA CRISTINA: No, ho le barrette energetiche

ERMES: OK allora mangio prima

MARIA CRISTINA: A dopo

ERMES: Ciao

MARIA CRISTINA: Viene anche il tuo amico?

ERMES: No, è impegnato a giocare a golf

MARIA CRISTINA: Con lo zio prete?

ERMES: Alto prelato in odor di porpora

MARIA CRISTINA: Interessante

ERMES: Come si chiama la tua amica?


 

18.

 

REBECCA: Pronto?

GUGLIELMO: Rebecca sono io

REBECCA: Ciao, che ore sono?

GUGLIELMO: Lo so, è notte lì da te

REBECCA: Non riesci a dormire?

GUGLIELMO: Mi manchi

REBECCA: Anche tu

GUGLIELMO: Che combina David?

REBECCA: Finge di essere povero

GUGLIELMO: Ancora?

REBECCA: Sì

GUGLIELMO: Ma perché?

REBECCA: Non lo so

GUGLIELMO: È innamorato?

REBECCA: Forse

GUGLIELMO: Tu cosa ne pensi?

REBECCA: Mi ha detto che sta conducendo un esperimento sociale

GUGLIELMO: Un esperimento sociale?

REBECCA: Sì, gli ho suggerito di tenerne traccia, poi ne parlerò a Mariana Bonomia

GUGLIELMO: Buona idea

REBECCA: Ci vedremo nel fine settimana?

GUGLIELMO: Spero proprio di sì.

REBECCA: Ti amo

GUGLIELMO: Ti amo


 

19.

 

CLEMENTE: Zio carissimo

TEODOLINDA: Ossequi Zio

PIERLUCA: Zio reverendissimo

GALEAZZO: Cari cari cosa sono tutte queste cerimonie?

CLEMENTE: Ma Zio

TEODOLINDA: Servi umilissimi

PIERLUCA: Prostrati

GALEAZZO: Bravo bravo figliuolo, Pierluchino come vanno gli studi?

CLEMENTE: Ah gli studi

TEODOLINDA: Pierluca, su da bravo, rispondi!

PIERLUCA: Bene, grazie, anche se…

GALEAZZO: Cosa figliuolo caro?

CLEMENTE: Non mi pare il caso di lamentarsi

TEODOLINDA: Pierluca!

GALEAZZO: Lasciatelo parlare per carità!

PIERLUCA: No, ecco dicevo che forse sento di avere alcune lacune in teologia

CLEMENTE: In teologia!

TEODOLINDA: Ma certo!

PIERLUCA: Ecco

GALEAZZO: Se è per quello possiamo porvi rimedio

CLEMENTE: Troppo buono Zio

TEODOLINDA: Oh Zio quale vigorosa generosità

GALEAZZO: Ma sì, c’è giusto un seminarista, un giovanotto molto educato. È sotto la protezione di un eccellente cardinale mio amico e potrebbe aiutarti nell’approfondimento della teologia

PIERLUCA: Grazie infinite caro Zio non vorrei disturbare

TEODOLINDA: Ma non c’è da scomodarsi

CLEMENTE: No, chiederemo al nostro buon parroco di…

GALEAZZO: Nessun incomodo, anzi, lo chiamerò oggi stesso

 


 

20.

 

CHARLOTTE: Ciao

DAVID: Charlotte che ci fai qui?

CHARLOTTE: Una passeggiata nel parco e tu?

DAVID: Niente, sto leggendo

CHARLOTTE: Leggendo?

DAVID: Sì, perché?

CHARLOTTE: Cosa?

DAVID: Kant

CHARLOTTE: Cioè, tu nel tempo libero leggi Kant?

DAVID: Non ti piace?

CHARLOTTE: Non ho mai neanche pensato di aprire un libro di Kant

DAVID: Non ti piace la filosofia?

CHARLOTTE: Non so, non al punto di leggere Kant

DAVID: Preferisci Aristotele forse?

CHARLOTTE: No, cioè non lo so

DAVID: Potresti provare, leggere non nuoce alla salute e crea indipendenza

CHARLOTTE: Irina è convinta che tu sia una persona un po’ particolare

DAVID: La tua amica?

CHARLOTTE: Sì

DAVID: E tu cosa pensi?

CHARLOTTE: Di te?

DAVID: Sì

CHARLOTTE: Che sei un tipo strano

DAVID: Davvero?

CHARLOTTE: Piuttosto eccentrico, sì

21.

 

TEODOLINDA: Non oso immaginare chi sia il seminarista

CLEMENTE: Beh, forse riuscirò a convincerlo che non c’è bisogno di chiamarlo

TEODOLINDA: Ci manca soltanto il figlio prete

CLEMENTE: Però, se il ragazzo promette bene…

TEODOLINDA: Pierluchino?

CLEMENTE: No, il seminarista

TEODOLINDA: Se promettesse bene… cosa?

CLEMENTE: Tra giovani si capiscono meglio

TEODOLINDA: Vorrei evitare, se possibile

CLEMENTE: Ma pensaci bene

TEODOLINDA: Ho già pensato fin troppo

CLEMENTE: Sarebbe vantaggioso per Pierluchino

TEODOLINDA: Ah sì?

CLEMENTE: Sì, se il seminarista è un protetto di un cardinale, potrebbe avere davanti a sé una brillante carriera ecclesiastica

TEODOLINDA: Se il seminarista è un protetto di un cardinale vuol dire semplicemente che lo Zio Galeazzo vuole ingraziarsi il cardinale

CLEMENTE: E questo potrebbe giovare anche a Pierluchino, un amico da consultare quando lo Zio dovesse, con i dovuti scongiuri, venir meno

TEODOLINDA: E se il nostro caro parroco si risentisse e lo prendesse in antipatia per questo? Hai preso in considerazione questa eventualità? Anche lui è protetto da un porporato

CLEMENTE: Ma non è un nostro parente

TEODOLINDA: E nemmeno il seminarista lo è

CLEMENTE: Oh Teodolinda, a volte è impossibile parlare con te

TEODOLINDA: Pensi che lo spacco della gonna sia sufficientemente aperto per lo Zio Galeazzo?

CLEMENTE: Va bene, va bene, ne riparleremo

22.

 

CHARLOTTE: Guarda un po’ chi arriva

IRINA: Ciao Charlotte, ciao David, come mai insieme?

DAVID: Ci siamo incontrati per caso

CHARLOTTE: Già.

IRINA: Bene bene, lei è Ginevra.

DAVID: Ciao, io sono David

GINEVRA: Piacere

CHARLOTTE: E io Charlotte

IRINA: Che ne dite di un centrifugato?

DAVID: Uhm

GINEVRA: Che leggi?

CHARLOTTE: Kant

IRINA: Kant?

DAVID: Sì, che c’è di strano?

GINEVRA: Niente, cosa leggi?

CHARLOTTE: Ah sì anche io per rilassarmi

IRINA: Dai Charlotte

DAVID: La critica della ragion pura

GINEVRA: Interessante, io ho finito da poco La critica della ragion pratica

CHARLOTTE: Irina, andiamo a prendere una centrifuga?

IRINA: Andiamo


 

23.

 

ERMES: Uh guarda chi c’è là

MARIA CRISTINA: Non mi dire

ERMES: Già

MARIA CRISTINA: Quello sfigato di David

ERMES: Sì, pensa di poter fare il galante dandosi un’aria da intellettuale

MARIA CRISTINA: Intellettuale spiantato

ERMES: Cenerentolo

MARIA CRISTINA: No, Cenerentola almeno aveva nobili natali

ERMES: Hai ragione…

MARIA CRISTINA: Andiamo a prenderlo un po’ in giro

ERMES: Ti vuoi divertire?

MARIA CRISTINA: Ma sì, dai, altrimenti che noia

ERMES: Con chi sta parlando?

MARIA CRISTINA: Uh oh con Ginevra

ERMES: E chi è?

MARIA CRISTINA: Ti sorprenderà sapere che è una ragazza di ottima famiglia, bisognerà avvertire i genitori

ERMES: Li conosci?

MARIA CRISTINA: Oh sì, sono amici di famiglia, carissimi.

ERMES: Blasonati?

MARIA CRISTINA: A dire il vero no ma sanno come va il mondo

ERMES: Quindi sono gente per bene?

MARIA CRISTINA: Ah sì, la madre è figlia di un industriale del Nord, però ha iniziato la sua vita romana come soubrette, pare abbia partecipato a qualche film un po’ osé ma poi la nonna l’ha ripresa per i capelli e le ha spiegato come vanno le cose

ERMES: E il padre?

MARIA CRISTINA: Il padre, sai, voleva intraprendere la carriera ecclesiastica ma l’incontro è stato fatale, pare che lei l’abbia stregato e hanno unito i capitali in un’interessantissima joint venture

ERMES: Interessante


 

24.

 

CHARLOTTE: Kant?

IRINA: È un filosofo tedesco

CHARLOTTE: So chi era Kant ma, dico

IRINA: Sì non mi sembrano letture da portare al parco

CHARLOTTE: Cioè se lo devi studiare per forza lo posso anche capire ma

IRINA: Dai lo sai che è un intellettuale

CHARLOTTE: Sfigato

IRINA: Tanto sfigato non direi

CHARLOTTE: No?

IRINA: No, è bello e gentile

CHARLOTTE: E povero

IRINA: Per te l’amore e la ricchezza vanno a braccetto?

CHARLOTTE: Beh, diciamo che nelle mie previsioni di vita ci sarebbe anche una famiglia

IRINA: E quindi?

CHARLOTTE: E quindi vorrei avere le necessarie sicurezze per vivere tranquilla

IRINA: Beh, però i soldi non fanno la felicità

CHARLOTTE: Ahah

IRINA: Non ci credi?

CHARLOTTE: Credo che trascorrere la mia vita a lavare piatti, pulire un appartamentino e faticare per arrivare a fine mese non sia esattamente la mia visione di felicità

IRINA: Messa così

CHARLOTTE: E come la vuoi mettere? D’altronde finita l’infatuazione per il bello e gentile che ti rimane? Un soprammobile da mostrare agli amici?

IRINA: Pierluca dov’è ora?

CHARLOTTE: Dallo zio, un alto prelato molto importante

IRINA: Ah beh…


 

25.

 

GINEVRA: Perché sono andate via?

DAVID: Penso che non abbiano voglia di perdere tempo

GINEVRA: A studiare filosofia?

DAVID: No, a farlo con me

GINEVRA: Ah, davvero?

DAVID: Sì

GINEVRA: Perché?

DAVID: Irina non so ma ho la sensazione che Charlotte sia in cerca di un buon partito

GINEVRA: Cioè?

DAVID: Penso che stia pianificando attentamente la sua vita futura

GINEVRA: E quindi?

DAVID: Diciamo che non perde tempo

GINEVRA: Ah capisco

DAVID: Già

GINEVRA: Le donne non sono tutte uguali sai?

DAVID: Lo so ma è difficile incontrare persone che sappiano vedere oltre le contingenze materiali

GINEVRA: Diciamo che è alquanto complicato incontrare anticonformisti in generale

DAVID: Già, tu pensi di esserlo

GINEVRA: Lo sono più di quanto immagini

DAVID: Ah sì?

GINEVRA: Sì

DAVID: Interessante

GINEVRA: Anche tu lo sei

DAVID: Forse


 

26.

 

David aveva avuto la sensazione che tutto avesse improvvisamente acquisito un senso compiuto. Gli era sempre sembrato che Charlotte fosse un’arrivista, Irina cercava di spronarla ad avvicinarsi a lui ma era una pessima idea.

Perché avrebbe dovuto?

Era più che evidente che le interessava molto conquistare quegli agi finora soltanto intravisti, mai davvero gustati appieno.

Irina era forse la più schietta, la più simpatica ma era convinta di potersi tener fuori dal gioco degli innamoramenti continuando a cercare di combinare improbabili incontri tra persone che secondo i suoi calcoli avrebbero potuto star bene insieme.

Combinando, piuttosto, una quantità di pasticci, è ovvio.

Ma Ginevra… ah lei lo capiva, non aveva timore di lui.

O almeno del David come le si era mostrato.

E se lei si fosse offesa una volta saputa la verità?

Se lo avesse considerato un vile, un bugiardo, un mentitore?

Non ci aveva pensato.

Avrebbe trovato una soluzione.

Ne avrebbe parlato a sua madre.

Senza affrettare i tempi.

Il sorriso le aveva illuminato gli occhi vivacissimi, lo aveva guardato come si fa tra amici fraterni che si ritrovano dopo un lungo peregrinare nelle ignote lande dell’esperienza.

E quel discorso sull’anticonformismo?

Era sicuramente un incoraggiamento.


 

27.

 

Irina si era sentita finalmente accettata come persona.

Certo, David non faceva parte del suo ambiente, non era uno di quelli con cui avrebbe potuto andare in vacanza ma sapeva che con lui avrebbe potuto essere sincera, non preoccuparsi del giudizio della gente.

La gente, sembrava che avesse sempre da ridire, se indossava la gonna era sempre troppo lunga o troppo corta, i pantaloni, per carità, o troppo stretti o troppo larghi, i capelli? Innaturali o spettinati.

Ma non avevano niente altro da fare che stare ad occuparsi dei fatti altrui?

Eppure, erano tutti tanto impegnati, tanto indaffarati, tanto presi da non poter trascorrere del tempo insieme se non nelle occasioni opportune.

A volte si sentiva un pulcino in uno stagno pieno di squali, ancora senza ali per volare via verso un bel laghetto o il mare aperto.

Con sua madre non aveva mai avuto il coraggio di parlare veramente.

Lei non avrebbe capito, si era mossa bene, aveva contratto un buon matrimonio, contratto… la stessa parola che si utilizza per morbi, virus e malattie.

Le avevano raccontato che sua madre aveva avuto un passato un po’ burrascoso ma poi la famiglia l’aveva riportata sulla ‘retta via’ della donna di mondo, la signora ben truccata e ben vestita, ammirata nelle feste e desiderata ancora alla sua non giovanissima età.

Irina non sopportava vederla ore e ore davanti allo specchio a controllare ogni centimetro del suo corpo, a modellarlo, plasmarlo per renderlo accettabile, gradevole, piacevole per la gente.

Quanta importanza aveva la gente?

Oh con David avrebbe potuto parlare, l’avrebbe capita, non era parte della gente lui.


 

28.

 

GALEAZZO: Un ragazzo a modo, Pierluchino

TEODOLINDA: Stiamo cercando di insegnargli valori sani

GALEAZZO: Bene bene

TEODOLINDA: Comunque non penso che sia il caso di scomodarsi per quel seminarista

GALEAZZO: Mah, io penso che Pierluchino potrebbe anche intraprendere la carriera politica

TEODOLINDA: Non mi sembra tanto incapace

GALEAZZO: Oh no, anzi, gli piace la competizione e poi ho saputo che frequenta spesso una ragazza

TEODOLINDA: Sarebbe meglio che frequentasse un ragazzo?

GALEAZZO: Oh no, non bisogna mai indulgere nel peccato

TEODOLINDA: Già

GALEAZZO: Comunque questa ragazza, mi pare si chiami Charlotte

TEODOLINDA: Sì, Clemente è stato poco discreto?

GALEAZZO: No, al contrario. Diciamo che ho le mie fonti di informazione.

TEODOLINDA: Ah

GALEAZZO: Mi è anche giunta voce che ultimamente state facendo molta beneficienza, con donazioni diversificate a varie organizzazioni filantropiche

TEODOLINDA: Pubbliche relazioni, niente di più

GALEAZZO: Ecco, forse sarebbe meglio se fossero un po’ meno… pubbliche queste… relazioni con il mondo dell’associazionismo laico

TEODOLINDA: Ah

GALEAZZO: Già, comunque, mi risulta che questa fanciulla abbia un buon senso pratico e, sebbene sprovvista di mezzi economici, non è priva di una utile….ecco non direi scaltrezza quanto… intraprendenza

TEODOLINDA: Non capisco

GALEAZZO: Se vuoi posso aiutarti a comprendere meglio

TEODOLINDA: Ho un po’ di nausea

GALEAZZO: Ho un rimedio, nelle mie stanze, molto efficace per farla passare

TEODOLINDA: Davvero?

GALEAZZO: Sì, se vuoi seguirmi…


 

29.

 

PIERLUCA: Ciao Charlot

CHARLOTTE: Ciao

PIERLUCA: Non fare l’imbronciata

CHARLOTTE: Ho la voce imbronciata?

PIERLUCA: Sì

CHARLOTTE: Forse se la smettessi di chiamarmi Charlot

PIERLUCA: Va bene va bene, scusa

CHARLOTTE: Come va?

PIERLUCA: Bene, un po’ di noia ma niente di irreparabile

CHARLOTTE: Ah sì?

PIERLUCA: Sì mi diverto di più quando posso tuffarmi nella tua chioma

CHARLOTTE: Stavo pensando di tagliarli

PIERLUCA: Cosa?

CHARLOTTE: I capelli

PIERLUCA: No!

CHARLOTTE: Non vuoi?

PIERLUCA: Non posso certo imporre il mio volere su di te

CHARLOTTE: Anche se ti piacerebbe

PIERLUCA: In alcuni momenti direi proprio di sì

CHARLOTTE: Ma?

PIERLUCA: Ma niente è che ancora sento addosso il profumo, la consistenza dei tuoi capelli e la morbidezza dei tuoi lobi, la setosità della pelle del tuo collo

CHARLOTTE: Quando torni?

PIERLUCA: Domani, penso, dopo la partita di golf al circolo esclusivissimo frequentato dallo zio

CHARLOTTE: C’è la vernice di una mia amica a Ponte Milvio, se vuoi possiamo andarci insieme

30.

 

ALTEA: Ciao

ERMANNO: Che succede?

ALTEA: Niente, stavo pensando

ERMANNO: A cosa?

ALTEA: Alla storia tra Charlotte e Pierluca

ERMANNO: Senti Altea, io penso che lui la stia usando per… fare esperienza e poi la sbolognerà per una del suo stesso ambiente ma hai visto i genitori? Ti accorgi del ruolo sociale dei loro interlocutori dai sorrisi e dalle scollature della madre e poi sempre in chiesa a battersi il petto, o meglio a raccomandarsi a preti, vescovi e cardinali ma dai non fanno niente per il piacere di farlo e Charlotte in tutto questo rischia una bella delusione

ALTEA: Io non penso che Charlotte sia tanto sprovveduta

ERMANNO: Non lo so, certo è che è una ragazzina

ALTEA: Con le idee molto chiare

ERMANNO: Mah

ALTEA: Comunque lei è convinta che tu non sappia nulla e che se lo sapessi andresti su tutte le furie

ERMANNO: Ecco fatto, il cattivone uh che paura

ALTEA: Beh

ERMANNO: E faccio talmente tanta paura che adesso ti riempirò di baci

ALTEA: Ermanno!

ERMANNO: Dai che è uscita con le amiche e dovremmo avere almeno un’oretta tutta per noi

ALTEA: Ma abbiamo un sacco di cose da fare

ERMANNO: Oh sì, amarci, coccolarci, abbracciarci


 

31.

 

DAVID: Ciao!

REBECCA: Che espressione gaudente

DAVID: Già

REBECCA: Hai trovato quello che stavi cercando?

DAVID: Forse

REBECCA: E sarebbe

DAVID: Ginevra

REBECCA: Vuoi andare in Svizzera?

DAVID: No

REBECCA: Una ragazza?

DAVID: Sì

REBECCA: Hai una foto?

DAVID: Eccola

REBECCA: Fammi vedere

DAVID: Abbiamo parlato di Kant

REBECCA: L’ho già vista

DAVID: Ah sì? Strano, mi sembrava provenire da una borghesia medio-alta niente che possa aver anche casualmente incrociato il tuo ambiente

REBECCA: L’ho già vista, ti dico

DAVID: E dove?

REBECCA: Devo pensarci, dammi un paio d’ore e ti saprò dire di più

DAVID: Va bene, per il momento continuo a gongolare se non ti dispiace

 


 

32.

 

CLEMENTE: Che faccia disgustata

TEODOLINDA: Davvero?

CLEMENTE: Già

TEODOLINDA: Chissà perché

CLEMENTE: Vuoi un bagno caldo?

TEODOLINDA: Forse sì

CLEMENTE: Non c’è niente che non possa essere lavato via da un bel bagno caldo, vedrai ti farà sentire subito meglio

TEODOLINDA: Lo Zio Galeazzo pensa che Charlotte potrebbe essere utile

CLEMENTE: Ah

TEODOLINDA: Pensa che sia sufficientemente arrivista

CLEMENTE: Su questo non c’è dubbio

TEODOLINDA: E scaltra da poter diventare una vera signora

CLEMENTE: Ne ha prove tangibili?

TEODOLINDA: Pare che abbia preso informazioni dettagliate sulla ragazza

CLEMENTE: Non gli sfugge niente

TEODOLINDA: Già

CLEMENTE: E che altro ti ha detto?

TEODOLINDA: Che pensa che sia il caso di spostare quella sede ‘problematica’ in Europa

CLEMENTE: Ma costerà una fortuna!

TEODOLINDA: Pare che stia per scoppiare uno scandalo che farebbe una tale pubblicità negativa da rischiare il boicottaggio e picchetti davanti alle sedi dell’azienda

CLEMENTE: Uhm

TEODOLINDA: E tra l’altro ha anche parlato di attività fraudolente da parte del tuo caro concorrente

CLEMENTE: Ah

TEODOLINDA: Sì, se spostassi quella sede produttiva potrebbe avere sufficienti spunti per sollevare un paio di questioni molto spinose con chi di dovere e a quel punto potresti mangiare anche la concorrenza

CLEMENTE: Ne sa una più del diavolo

TEODOLINDA: Già… è pronto il bagno?

CLEMENTE: Sì, se vuoi chiamo la SPA

TEODOLINDA: Non ora


 

33.

 

IRINA: Allora?

CHARLOTTE: Finita la dissertazione sui massimi sistemi?

GINEVRA: Dove siete andate?

IRINA: A prendere un succo di frutta

CHARLOTTE: Squisito

GINEVRA: È simpatico

IRINA: David?

CHARLOTTE: Il piccolo fiammiferaio?

GINEVRA: Perché lo tratti così?

IRINA: Che domande

CHARLOTTE: Perché usa la sua povertà per impietosire e mi fa saltare i nervi

GINEVRA: Certo non è ricco

IRINA: No, è povero

CHARLOTTE: Esistono tante forme di povertà, c’è anche chi sa stare al proprio posto e cercare di riscattarsi ma lui è superiore alle questioni materiali e invece di rimboccarsi le maniche per costruirsi un futuro si getta languidamente sui libri di filosofia

GINEVRA: Ti è proprio antipatico, eh?

IRINA: A me è simpatico, è molto gentile

CHARLOTTE: Servizievole direi

GINEVRA: Non è servizievole, è molto dignitoso

IRINA: Ed è anche molto carino

CHARLOTTE: Il fascino bohemienne non sortisce molti effetti su di me

GINEVRA: Beh comunque è piacevole conversare con lui

IRINA: Infatti

CHARLOTTE: Per me è una perdita di tempo

GINEVRA: Certo che sei terribile

IRINA: Un po’ cinica lo sei, ammettilo

CHARLOTTE: Diciamo che ho senso pratico


 

34.

 

ERMES: Ciao

PIERLUCA: Ciao

ERMES: Come va l’esplorazione del dorato mondo dello Zio Galeazzo?

PIERLUCA: Ah, un po’ troppa formalità ma

ERMES: Dai, dimmi chi hai incontrato

PIERLUCA: Finora soltanto il Senatore Gionitti e famiglia

ERMES: Com’è il figlio?

PIERLUCA: Bravo a giocare a paddle, forse ci incontreremo in settimana bianca

ERMES: Bene e poi?

PIERLUCA: Ah questo ti piacerà sicuramente

ERMES: Dimmi

PIERLUCA: Forse domani vedremo un membro della famiglia reale del Lussemburgo

ERMES: Ah questa è veramente gustosa

PIERLUCA: Sì

ERMES: Beh, dai ti stai facendo le ossa

PIERLUCA: Già

ERMES: Allora che dico a Maria Cristina?

PIERLUCA: Cosa vuoi dirle?

ERMES: Quando usciamo con la sua amica?

PIERLUCA: Non lo so

ERMES: Dai, tentar non nuoce

 


 

35.

 

REBECCA: Ciao carissima

JASMINE: Rebecca, che piacere

REBECCA: Come stai?

JASMINE: Bene grazie, un po’ indaffarata

REBECCA: Come al solito

JASMINE: Già

REBECCA: Che stai organizzando di bello?

JASMINE: Un concerto in carcere

REBECCA: Ah bene, fammi sapere se ti serve un aiuto

JASMINE: A dire il vero non riesco a contattare quell’attrice che era a casa tua quando è venuta anche quella femminista americana, ricordi?

REBECCA: Sì certo, se vuoi posso mandarle un messaggio

JASMINE: Sarebbe di grande aiuto, ti giro il comunicato e il testo che vorrei farle leggere

REBECCA: Benissimo

JASMINE: Tu che mi racconti? David tutto bene?

REBECCA: Ecco, a dire il vero mi preoccupa un po’

JASMINE: Non l’avrei mai detto

REBECCA: Pare si sia invaghito di una ragazza

JASMINE: Dai è l’età… chi è lei?

REBECCA: Non lo so ma ho la sensazione di averla già vista da qualche parte

JASMINE: Mandami la foto, se vuoi posso provare a vedere se la riconosco

REBECCA: Sarebbe molto carino da parte tua, eccola, si chiama Gi…

JASMINE: Ginevra come no?

REBECCA: La conosci?

JASMINE: Sì e sinceramente penso che sarebbe il caso che cambiasse l’oggetto del suo amore

REBECCA: Perché?

JASMINE: È lesbica


 

36.

 

CLEMENTE: Ho inviato un messaggio in ufficio

TEODOLINDA: Ah bene

CLEMENTE: Per vedere cosa si può fare con quella sede problematica sai

TEODOLINDA: Sono contenta

CLEMENTE: Ti chiamo la SPA?

TEODOLINDA: No, vorrei tornare a casa

CLEMENTE: Abbiamo ancora un paio di incontri

TEODOLINDA: Già

CLEMENTE: Ti ordino una tisana?

TEODOLINDA: Un caffè

CLEMENTE: Decaffeinato?

TEODOLINDA: No, irlandese

CLEMENTE: Ah, un Irish coffee?

TEODOLINDA: Forte

CLEMENTE: Bene, non preferiresti uno spumantino?

TEODOLINDA: No, ma va bene anche un caffè corretto

CLEMENTE: Corretto?

TEODOLINDA: Con grappa

CLEMENTE: Un caffettino col grappino

TEODOLINDA: Sì

CLEMENTE: Bene ma…

TEODOLINDA: Ho capito, ordina spumante, sia mai lo Zio Galeazzo pensasse che siamo alcolizzati

CLEMENTE: Ecco, mi hai letto nel pensiero

TEODOLINDA: Vai

CLEMENTE: Vado

37.

 

ERMANNO: Guarda cosa ho trovato

ALTEA: Cos’è?

ERMANNO: Una lista

ALTEA: Una lista?

ERMANNO: Sì

ALTEA: Di cosa?

ERMANNO: Di ragazzi

ALTEA: Oh

ERMANNO: L’ho fotografata così non penserà che non ne sappiamo niente

ALTEA: Fammi vedere

ERMANNO: Ho bisogno di qualcosa di forte. C’è la genziana?

ALTEA: No, è finita

ERMANNO: Limoncello?

ALTEA: Pure

ERMANNO: Vino?

ALTEA: Una birra

ERMANNO: In frigo?

ALTEA: No

ERMANNO: UHHHH

ALTEA: Ma che c’è scritto?

ERMANNO: Il nome di alcuni ragazzi

ALTEA: E accanto?

ERMANNO: Accanto le potenzialità, diciamo così

ALTEA: Cioè?

ERMANNO: Cioè cosa potrebbero presumibilmente fare da grandi e quanto potrebbero guadagnare

ALTEA: E i numeri?

ERMANNO: Ho impiegato un po’ per decifrarlo, sono le percentuali di possibilità. Ah, c’è anche una voce sulle possibili evoluzioni psicologiche, ad esempio se diventeranno alcolizzati o drogati e quale droga

ALTEA: Oh santa pace

ERMANNO: Dove abbiamo sbagliato?


 

38.

 

CHARLOTTE: Ciao

PIERLUCA: Ciao Charlot

CHARLOTTE: Riattacco subito?

PIERLUCA: No

CHARLOTTE: Che fai?

PIERLUCA: Mi sto preparando

CHARLOTTE: Sei nudo?

PIERLUCA: No, ti piacerebbe che lo fossi?

CHARLOTTE: Uhm

PIERLUCA: E tu?

CHARLOTTE: Sono stata al parco e sto per farmi la doccia

PIERLUCA: La la doccia?

CHARLOTTE: Sì

PIERLUCA: Mi piacerebbe essere lì

CHARLOTTE: Ad insaponarmi la schiena?

PIERLUCA: Ad assaporare ogni centimetro del tuo corpo

CHARLOTTE: Uhm non so se questo sia appropriato

PIERLUCA: Ho voglia di vederti

CHARLOTTE: Davvero?

PIERLUCA: Sì

CHARLOTTE: Pensavo di no

PIERLUCA: Perché?

CHARLOTTE: Mah…

PIERLUCA: Ti ho comprato un regalino, un pensierino sai

CHARLOTTE: Ah sì?

PIERLUCA: Sì, posso entrare nella doccia con te?

CHARLOTTE: Posso farti sentire il rumore dell’acqua

PIERLUCA: Che scivola indisturbata sulla tua pelle e…

CHARLOTTE: Vado, un bacio

PIERLUCA: Charlotte, io

CHARLOTTE: Ciao

PIERLUCA: Mi manchi


 

39.

 

MARIA CRISTINA: Ciao

ERMES: Ciao

MARIA CRISTINA: Ti devo parlare

ERMES: Che è successo?

MARIA CRISTINA: Niente una ramanzina

ERMES: Ah

MARIA CRISTINA: Sì, Mami e Papi dicono che stiamo uscendo insieme da troppo tempo

ERMES: Due mesi?

MARIA CRISTINA: E lo sanno tutti

ERMES: E?

MARIA CRISTINA: E quindi forse è il caso che tu mi venga a prendere a casa uno di questi giorni

ERMES: Ah

MARIA CRISTINA: Sì, così pro forma

ERMES: Elegante?

MARIA CRISTINA: Il giusto

ERMES: Ci conosciamo da una vita

MARIA CRISTINA: Appunto

ERMES: Se portassi una bottiglia di vino?

MARIA CRISTINA: Andrebbero in allarme

ERMES: Ah, allora no

MARIA CRISTINA: No, meglio fiori, cioccolata, grandi classici

ERMES: Fiori

MARIA CRISTINA: Perfetto

ERMES: Quando?

MARIA CRISTINA: Consulto l’agenda condivisa… Dopodomani andrebbe bene

ERMES: Perfetto


 

40.

 

GINEVRA: Certo che Charlotte…

IRINA: Cosa?

GINEVRA: Ha le idee chiare sul proprio futuro

IRINA: Dici?

GINEVRA: Sì, ha… senso pratico

IRINA: Beh, non è un male

GINEVRA: No però passare la vita a calcolare ogni mossa e ogni passo a me sembra un po’ triste

IRINA: Beh non ha avuto le stesse opportunità che abbiamo avuto noi

GINEVRA: Sì ma non sembra

IRINA: Cioè?

GINEVRA: Sembra perfettamente inserita nell’ambiente, nella mentalità

IRINA: Già, beh, non saprei

GINEVRA: Dai, quante donne hai visto che ragionano così?

IRINA: Non so

GINEVRA: E uomini

IRINA: Tanti, a dire il vero ma voglio ancora sperare che esista l’amore, da qualche parte in questo mondo

GINEVRA: Sì ma

IRINA: Un amore puro non ha ‘se’ e ‘ma’

GINEVRA: Non lo so, ha una mentalità prettamente borghese

IRINA: Quindi?

GINEVRA: Quindi non penso che possa trovarsi bene con David

IRINA: Dici?

GINEVRA: È uno spiantato

IRINA: E Charlotte non ha tempo da perdere con gli spiantati… già

GINEVRA: È triste ma

IRINA: Beh, sì, forse diamo troppe cose per scontate. In effetti noi siamo abituate…

GINEVRA: Quante volte l’hai vista in settimana bianca con noi?

IRINA: Mai

GINEVRA: E quante al mare, intendo… in certi posti?

IRINA: Mai

GINEVRA: Ecco

IRINA: Beh, ma Pierluchino

GINEVRA: Secondo me sono perfetti insieme

IRINA: No

GINEVRA: Hai mai conosciuto sua madre?

IRINA: Di Charlotte?

GINEVRA: No, di Pierluca

IRINA: Uhm, dici che si somigliano?

GINEVRA: Sono identiche, soltanto che una ha un po’ più di esperienza e sono certa che lei non si sia ancora… concessa…

IRINA: Ma stanno insieme da due anni

GINEVRA: Chiediglielo

 


 

41.

 

ERMES: Ciao

PIERLUCA: Ermes, ci siamo sentiti prima

ERMES: Lo so ma

PIERLUCA: Che è successo?

ERMES: Quando torni?

PIERLUCA: Stiamo facendo le valigie

ERMES: Ah bene

PIERLUCA: Dai, dimmi

ERMES: Maria Cristina

PIERLUCA: Sì?

ERMES: Mi ha chiesto di…

PIERLUCA: Di?

ERMES: Di presentarmi ufficialmente a casa sua

PIERLUCA: Ma vi conoscete da una vita

ERMES: Appunto

PIERLUCA: Che bisogno c’è?

ERMES: Non so ma…

PIERLUCA: Non è che mi nascondi qualcosa?

ERMES: Sai con lei il rapporto è stato subito molto

PIERLUCA: Molto?

ERMES: Aperto?

PIERLUCA: Cioè?

ERMES: Beh, sai com’è? Lei è molto tradizionalista ma anche piuttosto spigliata

PIERLUCA: Spigliata o spogliata?

ERMES: C’è differenza?

PIERLUCA: Immagino di sì

ERMES: Sai, non abbiamo perso troppo tempo a conoscerci, siamo cresciuti insieme…

PIERLUCA: Scusa ma quanto tempo è passato da quando ha lasciato quel poco di buono?

ERMES: Quale?

PIERLUCA: Ce ne sono stati vari?

ERMES: Sai Maria Cristina è piuttosto spigliata

PIERLUCA: Già, beh, senti ne parliamo domani, devo finire di prepararmi

ERMES: Ciao


 

42.

 

ALTEA: Pensi che dovremo chiedere a qualcuno?

ERMANNO: Cosa?

ALTEA: No, dico una consulenza?

ERMANNO: Su che basi?

ALTEA: Non lo so…

ERMANNO: Ha ottimi risultati scolastici, una buona vita amicale, una relazione da.. da?

ALTEA: Da circa due anni

ERMANNO: Due anni?

ALTEA: Eh

ERMANNO: E allora perché quella lista?

ALTEA: Magari l’ha stilata per un’amica

ERMANNO: E il nome del cicisbeo c’è?

ALTEA: Fammi controllare

ERMANNO: Tieni

ALTEA: Uhm… no… sì… sì

ERMANNO: C’è

ALTEA: C’è

ERMANNO: Magari è di tanto tempo fa

ALTEA: Certo che è preoccupante

ERMANNO: Non è una ragazzina, è una macchina calcolatrice!

ALTEA: Non so che dirti ma a volte i figli sono diversi dai genitori, ecco tutto e forse noi dovremo farcene una ragione. Charlotte è diversa da noi, ha un suo carattere, un suo modo di vedere e vivere la vita…

ERMANNO: Calcolare le percentuali presunte di tasso alcolemico nel sangue dei suoi amici tra quindici o vent’anni ti sembra un modo per godersi la vita?

ALTEA: E magari è un suo modo per cercare di scegliere senza fare troppi errori, per appigliarsi a certezze che forse noi non sappiamo darle

ERMANNO: Che cosa le abbiamo fatto mancare?

ALTEA: Oh senti ti stai comportando come se avessi trovato una canna nel suo zaino. Si droga? No. Beve? No. Fa cose cretine? No. Sta con un ragazzetto da quasi due anni, ha amici, una vita sociale, fa sport, mangia anche decentemente bene per una della sua età, ha ottimi risultati scolastici e se ha stilato una lista delle probabilità forse non è così grave

ERMANNO: No?

ALTEA: Uffa!


 

43.

 

CLEMENTE: Zio carissimo allora noi ci prepariamo

TEODOLINDA: Grazie per l’ospitalità

GALEAZZO: Spero vi sia piaciuto trascorrere qualche ora, sempre poche, col vostro zietto

PIERLUCA: Zio…

CLEMENTE: Oh illustrissimo Zio è sempre un grande onore

TEODOLINDA: E un piacere

GALEAZZO: Ah bene, bene

PIERLUCA: Leggerò con attenzione le meditazioni di Sant’Agostino

CLEMENTE: Ne abbiamo giusto una edizione nuova nuova

TEODOLINDA: Ah Zio, la questione della sede

GALEAZZO: Immagino sia risolta

CLEMENTE: Ne abbiamo subito preso nota

TEODOLINDA: E dato incarico a…

GALEAZZO: Sì, beh, senza scendere nei tediosi dettagli

CLEMENTE: Questo ragazzo

TEODOLINDA: Ci darà grandi soddisfazioni

GALEAZZO: Oh ne sono certo e spero di conoscere presto la fanciulla che ti illumina il cuore

PIERLUCA: Ah ma

CLEMENTE: Certo Zio certo

TEODOLINDA: Se lo Zio illustrissimo pensa che…

GALEAZZO: Benedicat vos

 


 

44.

 

DAVID: Allora?

REBECCA: Cosa?

DAVID: Che hai scoperto?

REBECCA: IO?

DAVID: Sì tu

REBECCA: Niente

DAVID: Niente?

REBECCA: No

DAVID: E allora perché stai gongolando?

REBECCA: Potrei aver scoperto qualcosa

DAVID: Davvero?

REBECCA: Sì

DAVID: Ma?

REBECCA: Ma non penso che sia il caso che te ne parli io

DAVID: Oh

REBECCA: Se è vero lo scoprirai da solo

DAVID: Ah

REBECCA: In modo non troppo traumatico immagino

DAVID: Sei sicura che non intendi rendermi partecipe delle tue indagini conoscitive?

REBECCA: Assolutamente

 


 

45.

 

EGLE: Altea, ciao, che mi dici?

ALTEA: Ele, sono a pezzi

EGLE: Che è successo?

ALTEA: Charlotte

EGLE: Si droga?

ALTEA: No

EGLE: Beve?

ALTEA: No

EGLE: Frequenta persone ambigue?

ALTEA: No e sì

EGLE: Cioè?

ALTEA: Quel Pierluca

EGLE: Ah

ALTEA: Ha stilato una lista

EGLE: Di cosa?

ALTEA: Di ragazzi

EGLE: L’abbiamo fatto tutte quante, ricordi?

ALTEA: Ma lei ha indicato le percentuali di probabilità

EGLE: Di cosa?

ALTEA: Del loro potenziale economico

EGLE: Ah

ALTEA: Ma non ti scalfisce niente?

EGLE: Ma che c’è di strano?

ALTEA: Come che c’è di strano?

EGLE: Stammi a sentire bene, hai una figlia stupenda, non crea problemi, è equilibrata, da due anni, alla sua età e sottolineo la sua età, sta con un ragazzetto a modo di buona famiglia che ti ha portato anche a casa a far conoscere, fa sport, non è né anoressica né bulimica, non si droga, non beve, va bene a scuola, e in una scuola in cui sono tutti figli di questo e quest’altro e tu mi vieni a dire che sei preoccupata perché ha stilato una lista di ragazzi? Altea, mi sa che hai bisogno di farti una canna

ALTEA: Sempre una parola di conforto

EGLE: Dai, ci parlerò io e vedrò di capire che le passa per la testa

ALTEA: Grazie

EGLE: Prego ma rilassati, per favore e non stressare quella nipotina d’oro


 

46.

 

CHARLOTTE: Ciao

PIERLUCA: Sto tornando

CHARLOTTE: Ah

PIERLUCA: Ci vediamo?

CHARLOTTE: Quando?

PIERLUCA: Stasera

CHARLOTTE: Pizzetta?

PIERLUCA: Sì ma gourmet

CHARLOTTE: Ha aperto da poco un localino che vorrei provare

PIERLUCA: Ottimo

CHARLOTTE: Ci vediamo anche con gli altri?

PIERLUCA: Avrei proprio desiderio di stare un po’ con te e basta

CHARLOTTE: Dai che vedere un po’ di gente ti fa bene

PIERLUCA: Dici?

CHARLOTTE: Sì, dai che c’è la vernice dell’amica dell’amica del tuo amico

PIERLUCA: Dell’amica di Maria Cristina?

CHARLOTTE: Sì

PIERLUCA: E tu come lo sai?

CHARLOTTE: Figurati, fanatica com’è… ci mancava poco che inviasse i comunicati stampa con la sua mise, pare sia andata a fare shopping

PIERLUCA: Una persona discreta

CHARLOTTE: Mah, non esprimo giudizi su chi non conosco in modo approfondito, magari è una fase

PIERLUCA: Tu non ne hai, vero?

CHARLOTTE: Cosa?

PIERLUCA: Di fasi sbandieratrici?

CHARLOTTE: Non è esattamente nel mio carattere


 

47.

 

ERMANNO: Che ha detto?

ALTEA: Chi?

ERMANNO: Come chi?

ALTEA: Intendi...

ERMANNO: Egle, che ha detto?

ALTEA: Che forse esageriamo un po’

ERMANNO: Nel preoccuparci?

ALTEA: Già

ERMANNO: E?

ALTEA: E ha detto

ERMANNO: Che?

ALTEA: Che le parlerà

ERMANNO: Ah meno male

ALTEA: Però ha detto che non la dobbiamo stressare

ERMANNO: Capirai tua sorella ci mette un attimo a stressarsi

ALTEA: Non Egle

ERMANNO: E chi allora?

ALTEA: Charlotte

ERMANNO: Charlotte è la calma zen fatta persona

ALTEA: Pure troppo

ERMANNO: Ma da chi avrà ripreso?

 

 


 

48.

 

ERMES: Ciao Macrì

MARIA CRISTINA: Ciao Ermi

ERMES: Senti… stavo pensando

MARIA CRISTINA: Ci sei stasera vero?

ERMES: Dove?

MARIA CRISTINA: Ermi ma dimentichi tutto?

ERMES: Macrì che dovrei ricordare?

MARIA CRISTINA: Alla vernice

ERMES: Ah, la vernice! Certo, che stolto

MARIA CRISTINA: Hai chiamato anche Pierluc?

ERMES: Chi è Pierluc?

MARIA CRISTINA: Il tuo amico

ERMES: Ah, certo, Pierluca

MARIA CRISTINA: Eh, l’hai chiamato?

ERMES: Ci siamo sentiti, sì

MARIA CRISTINA: E che ha detto?

ERMES: Che non sa se tornerà in tempo

MARIA CRISTINA: Vabbè, incerto

ERMES: Ecco, sì, incerto

MARIA CRISTINA: Ho fatto shopping sai

ERMES: Davvero?

MARIA CRISTINA: Sì e ti ho pensato

ERMES: Macrì sei una sorpresa continua

MARIA CRISTINA: Mi fa piacere


 

49.

 

DAVID: Ginevra, ciao

GINEVRA: Ciao David, disturbo?

DAVID: No, anzi, sono felice di sentirti

GINEVRA: Davvero?

DAVID: Sì

GINEVRA: Bene

DAVID: Mi ha fatto piacere incontrarti

GINEVRA: Anche a me e

DAVID: Ti va di rivederci?

GINEVRA: Mi farebbe piacere, certo

DAVID: Ah bene

GINEVRA: Senti, stasera c’è la vernice di una mia amica

DAVID: Ah

GINEVRA: Hai da fare?

DAVID: No, cioè a che ora?

GINEVRA: Tra le sette e mezza e le nove, circa

DAVID: Alle otto va bene?

GINEVRA: Sì

DAVID: Così faccio in tempo a cambiarmi

GINEVRA: Perfetto

DAVID: A dopo allora

GINEVRA: Sì

DAVID: Ciao

GINEVRA: Ciao


 

50.

 

CLEMENTE: Quindi lo Zio Galeazzo

TEODOLINDA: Pare che abbia approvato la plebea

CLEMENTE: Come si chiama?

TEODOLINDA: Charlotte

CLEMENTE: E perché?

TEODOLINDA: Non so perché l’abbiano chiamata così

CLEMENTE: No, dico, perché avrebbe approvato la loro…

TEODOLINDA: Pensa che sia una ragazza con il carattere adatto a… capire come va il mondo

CLEMENTE: Ah

TEODOLINDA: E quindi pensa che, sebbene non vi siano i requisiti…

CLEMENTE: Economici?

TEODOLINDA: Ecco, lei abbia tutte le qualità per diventare una eccellente compagna di vita di Pierluchino

CLEMENTE: E come è giunto a tali conclusioni?

TEODOLINDA: Ha i suoi canali di informazione, evidentemente

CLEMENTE: Tu non gli avevi mai parlato di lei, vero?

TEODOLINDA: No, tu?

CLEMENTE: No e Pierluca penso proprio di no

TEODOLINDA: Già, beh

CLEMENTE: La questione della sede problematica è in via di risoluzione

TEODOLINDA: In che modo?

CLEMENTE: Verrà chiusa, svuotata e smantellata

TEODOLINDA: Ottimo e come la mettiamo con le pubbliche relazioni?

CLEMENTE: Le pubbliche relazioni?

TEODOLINDA: Hai idea di quali ricadute negative potrebbe avere sulla comunicazione sociale?

CLEMENTE: A quello ci pensi tu, elargisci qualche emolumento ad una qualche ONG e via

TEODOLINDA: Non è così semplice

CLEMENTE: E allora tu che faresti?

TEODOLINDA: Ci devo pensare


 

51.

 

CHARLOTTE: Ciao

PIERLUCA: Sei uno splendore

CHARLOTTE: Cosa festeggiamo?

PIERLUCA: Niente, il piacere di vederci

CHARLOTTE: E per quello mi regali un mazzo di fiori?

PIERLUCA: Mah, un antipastino, dai

CHARLOTTE: Ah… e quale sarebbe il pasto da gustare?

PIERLUCA: Io mangerei volentieri te

CHARLOTTE: E allora i fiori li puoi tenere

PIERLUCA: Charlot che succede?

CHARLOTTE: Charlotte, non Charlot

PIERLUCA: Charlotte, ferma. Che ho fatto di male?

CHARLOTTE: Niente, figurati

PIERLUCA: Non ti piace il colore dei fiori?

CHARLOTTE: Rosa variegata, albero di Giuda e sambuco? Oh beh…

PIERLUCA: Originale, no?

CHARLOTTE: Se pensi che io possa considerare il tradimento come qualcosa di originale, beh, hai sbagliato persona. Forse faresti bene a seguire il consiglio del tuo amico e della sua Macrì, che si è già ben organizzata per… per… non farti mancare la compagnia in questa serata.

PIERLUCA: Charlotte, quale tradimento?

CHARLOTTE: Ah, dimmelo tu!

PIERLUCA: Aspetta, non sono andato dalla mia fioraia, va bene, ho comprato i fiori in un chiosco, così… ma addirittura parlare di tradimento

CHARLOTTE: Ah no?

PIERLUCA: No

CHARLOTTE: E allora perché hai scelto QUEI fiori?

PIERLUCA: Perché sono belli e mi hanno fatto pensare al profumo dei tuoi capelli

CHARLOTTE: Beh, hai presente la canzone di De Gregori? È tutto quel che hai di me

PIERLUCA: Charlotte non trascendere, per favore io… io…

CHARLOTTE: Pierluca, capiamoci. Per me tre persone in una coppia sono una folla e a me non piacciono i luoghi affollati, per lo meno per quanto riguarda i sentimenti.


 

52.

 

REBECCA: Ciao amore

GUGLIELMO: Che aria contenta

REBECCA: Ehehe

GUGLIELMO: Che è successo?

REBECCA: Niente

GUGLIELMO: Uhm

REBECCA: No no, niente

GUGLIELMO: Dai

REBECCA: Penso che presto potremo tornare alla nostra normalità

GUGLIELMO: Davvero?

REBECCA: Ahaha

GUGLIELMO: E come mai?

REBECCA: Mah, forse il periodo di sincera verità di David potrebbe essere sul punto di concludersi

GUGLIELMO: Con un nulla di fatto?

REBECCA: Già

GUGLIELMO: E tu?

REBECCA: Non vedo l’ora

GUGLIELMO: E io muoio dalla voglia di riabbracciarti

REBECCA: Ahhh

GUGLIELMO: Sei sicura?

REBECCA: Pressoché

GUGLIELMO: Beh, non cantiamo vittoria prima del tempo


 

53.

 

GINEVRA: Irina, ciao, che sorpresa

IRINA: Ciao Ginevra, stai andando alla vernice immagino

GINEVRA: Sì e tu?

IRINA: Anch’io

GINEVRA: E la tua amica col senso pratico?

IRINA: Charlotte?

GINEVRA: Sì

IRINA: Sta arrivando

GINEVRA: Non è lei?

IRINA: Quella lì?

GINEVRA: Sì

IRINA: Sta piangendo?

GINEVRA: No ma non mi sembra molto contenta

IRINA: Uh e Pierluca la segue

GINEVRA: Pierluca?

IRINA: Sì, il suo fidanzato

GINEVRA: So chi è Pierluca ma perché la dovrebbe rincorrere?

IRINA: Magari hanno litigato

GINEVRA: Naaaa

IRINA: Sono più normali di quanto tu possa pensare, sai?

GINEVRA: Dici?

IRINA: Già


 

54.

 

GREGORIO: Teodolinda, che piacere sentirti

TEODOLINDA: Ciao Gregorio, che mi racconti?

GREGORIO: Ah, stiamo lavorando su un nuovo caso internazionale

TEODOLINDA: Ah sì?

GREGORIO: Sì, di sfruttamento dei lavoratori in altri Paesi da parte di imprenditori europei e forse anche italiani

TEODOLINDA: Interessante, potresti parlarmene, che ne dici?

GREGORIO: Quando vuoi

TEODOLINDA: Bene

GREGORIO: Hanno aperto un nuovo localino non lontano da qui

TEODOLINDA: Uhm preferirei qualcosa di più riservato

GREGORIO: Ah

TEODOLINDA: Lontano da occhi indiscreti

GREGORIO: Dimmi tu

TEODOLINDA: Ci potremmo vedere nel mio cottage

GREGORIO: Hai un cottage?

TEODOLINDA: Un piccolo buen retiro non lontano dalla spiaggia

GREGORIO: Però

TEODOLINDA: Ho il pomeriggio e la sera libere

GREGORIO: Annullo i miei impegni e sono da te, mandami l’indirizzo

TEODOLINDA: Ti passo a prendere alla fermata del tram

GREGORIO: Al capolinea?

TEODOLINDA: Sì tra, diciamo, tre quarti d’ora, va bene?

GREGORIO: Sì, certo, sì


 

55.

 

DAVID: Ciao

GINEVRA: Ciao

IRINA: Ciao David, tutto bene?

DAVID: Sì ma non è Charlotte quella?

GINEVRA: Sì è lei

IRINA: E quello che la rincorre è Pierluca

DAVID: Lo vedo

GINEVRA: Non capiamo cosa stia accadendo

IRINA: Deve averla combinata grossa

DAVID: O forse è un’incomprensione

GINEVRA: Dici?

IRINA: Potrebbe ma…

DAVID: Non vi hanno viste?

GINEVRA: A quanto pare no

IRINA: Non ancora per lo meno

DAVID: Ci avviciniamo?

GINEVRA: Uhm non so se sia una buona idea

IRINA: No, aspettiamo


 

56.

 

ERMES: Macrì sei fantastica

MARIA CRISTINA: E non hai ancora visto niente

ERMES: Davvero?

MARIA CRISTINA: Già

ERMES: Uhm molto stuzzicante

MARIA CRISTINA: Più di quanto tu possa immaginare, o almeno spero

ERMES: Mi stai confondendo

MARIA CRISTINA: No però pensavo che saresti venuto a prendermi

ERMES: Te l’ho detto, non ho potuto

MARIA CRISTINA: Già

ERMES: Non mi fare il broncio

MARIA CRISTINA: Quale broncio?

ERMES: Sei più bella quando sorridi

MARIA CRISTINA: Davvero?

ERMES: Sì, sei l’espressione del sole

MARIA CRISTINA: Addirittura?

ERMES: Cos’è quello?

MARIA CRISTINA: Ti piace? Un gioiellino che mi ha regalato un ammiratore

ERMES: Ah

MARIA CRISTINA: Sei geloso?

ERMES: No, figurati, sei libera di fare quello che vuoi

MARIA CRISTINA: Non mi dire che sei così bacchettone?

ERMES: No, figurati

MARIA CRISTINA: Dai, me l’ha regalato mia zia

ERMES: Scema!

57.

 

GREGORIO: Eccomi

TEODOLINDA: Puntualissimo

GREGORIO: Sei splendida

TEODOLINDA: Grazie

GREGORIO: No, davvero, sono confuso

TEODOLINDA: Da cosa?

GREGORIO: Da tanta… classe

TEODOLINDA: Classe?

GREGORIO: Eleganza, charme, sì

TEODOLINDA: Raccontami di te

GREGORIO: Ah io… beh, no tutto bene certo

TEODOLINDA: Mi parlavi di un problema

GREGORIO: Ah, sì, il problema con un gruppo di imprenditori europei o forse italiani che pare stiano sfruttando lavoratori… che profumo usi?

TEODOLINDA: Lavoratori dell’industria cosmetica?

GREGORIO: No, scusa, ti stavo dicendo appunto che ancora non abbiamo ben capito chi

TEODOLINDA: Bene, forse potrei aiutarti. Siamo quasi arrivati. Ti piace il franciacorta?

GREGORIO: Sì, certo a chi non piace?

TEODOLINDA: A chi non sa bere

GREGORIO: Perché?

TEODOLINDA: Perché ho preparato un cestino da picnic

GREGORIO: Ah

TEODOLINDA: Una merendina, tanto per allietare il tempo

GREGORIO: Il tempo trascorso con te è sempre lieto, non altrettanto posso dire di quello in cui non ci sei

TEODOLINDA: Davvero?

GREGORIO: Sì ma so stare al mio posto, so che rischierei di perderti se ti chiedessi di amarmi

TEODOLINDA: Non vuoi che io ti ami

GREGORIO: So che non lasceresti la tua vita per stare con me

TEODOLINDA: Pensi che la mia vita sia così vuota?

GREGORIO: Al contrario

TEODOLINDA: E allora?

GREGORIO: Diciamo che mi sento come un cortigiano ammesso alle grazie della regina

TEODOLINDA: Ma io non sono una regina

GREGORIO: Meglio, alle regine capita di trovarsi senza testa e io non sopporterei di non vedere più i tuoi occhi o le tue labbra

TEODOLINDA: Ahahaha

 


 

58.

 

PIERLUCA: Charlotte, scusa, non conosco il linguaggio dei fiori

CHARLOTTE: Ah no?

PIERLUCA: No

CHARLOTTE: Sai che ti dico? Non ci credo!

PIERLUCA: Perché?

CHARLOTTE: Ma come? Sei attento a tutto, i dettagli, il modo di parlare, conosci anche l’araldica e non sai che fiori mi regali

PIERLUCA: Lo confesso

CHARLOTTE: E vai dallo zio vescovo allora, sarà certo un buon confessore!

PIERLUCA: Non ho avuto tempo di passare dalla fioraia

CHARLOTTE: E hai colto i fiori in giardino?

PIERLUCA: No, ho chiesto alla domestica di andare a prendere un mazzo di fiori per mamma

CHARLOTTE: Per tua madre?

PIERLUCA: Sì, stavamo tornando e la scelta era tra arrivare tardi o a mani vuote, per cui ho chiamato la domestica e le ho detto di andare ad acquistare un mazzo di fiori per mia madre

CHARLOTTE: Per tua madre?

PIERLUCA: Sì ma lei è straniera e non conosce il linguaggio dei fiori

CHARLOTTE: Ma tu sì!

PIERLUCA: Io sì ma ero talmente impaziente di vederti che non ci ho fatto caso, scusa

CHARLOTTE: Uhm

PIERLUCA: Charlotte e io che…

CHARLOTTE: Cosa?

PIERLUCA: Stavo pensando che forse

CHARLOTTE: Cosa?

PIERLUCA: Potremmo ufficializzare un po’ la nostra… frequentazione, se tu volessi

CHARLOTTE: Ufficializzare? Che intendi?

PIERLUCA: Ecco, beh, per ora siamo…

CHARLOTTE: C’è Irina, ne parliamo in un altro momento


 

59.

 

GREGORIO: Dove siamo?

TEODOLINDA: Siamo arrivati

GREGORIO: Wow

TEODOLINDA: Ti piace?

GREGORIO: Un posto adatto ad una donna come te

TEODOLINDA: Cioè?

GREGORIO: È molto chic, molto elegante

TEODOLINDA: A me rilassa la riservatezza

GREGORIO: Certo da qui si vedono anche le isole

TEODOLINDA: Sì, poi l’istituzione del parco naturale ci ha protetti da vicini indiscreti

GREGORIO: Delizioso

TEODOLINDA: Un po’ piccolino ma gradevole

GREGORIO: Fa freddo

TEODOLINDA: Davvero?

GREGORIO: Sì

TEODOLINDA: Potremmo accendere…

GREGORIO: La nostra passione, dimmi che c’è un bel lettone

TEODOLINDA: Oh Gregorio

GREGORIO: Teodolinda, finalmente posso accarezzarti

TEODOLINDA: Così mi spettini

GREGORIO: Voglio sentire la tua felicità

TEODOLINDA: Oh Gregorio


 

60.

 

IRINA: Che dite?

GINEVRA: Aspettiamo

DAVID: Pare si stiano calmando

IRINA: Sì sembra anche a me

GINEVRA: Chissà perché hanno litigato

DAVID: Che fiori sono?

IRINA: Quali?

GINEVRA: Pensi che sia tanto grossier da non…

DAVID: A me sembrano ortensie

IRINA: Forse ma

GINEVRA: Tradimento

DAVID: L’ha tradita?

IRINA: No

GINEVRA: Non è il tipo

DAVID: Non si può mai dire

IRINA: No?

GINEVRA: Mah

DAVID: Non sai quanti multiversi esistano nella vita di una persona, di ognuno di noi. Potremmo sembrare qualcosa e poi essere diversi

IRINA: L’apparenza inganna

GINEVRA: A volte

DAVID: Più di quanto si pensi

IRINA: Carina quella camicia David

GINEVRA: Molto

DAVID: Grazie, me l’hanno prestata

61.

 

MARIA CRISTINA: Il tuo amico che fa?

ERMES: Non lo so, dovrebbe già essere qua

MARIA CRISTINA: Non si vede

ERMES: No

MARIA CRISTINA: Ha l’abitudine di farsi attendere?

ERMES: Non so che dirti

MARIA CRISTINA: Andiamo a fare una passeggiata

ERMES: Cammini bene su quei tacchi?

MARIA CRISTINA: Ho imparato a camminare sui tacchi a sette anni

ERMES: Sette anni?

MARIA CRISTINA: Sì, mia madre mi ha fatto esercitare

ERMES: Ah

MARIA CRISTINA: Già

ERMES: E che altro ti ha insegnato?

MARIA CRISTINA: A non farmi troppi scrupoli

ERMES: Cioè?

MARIA CRISTINA: Cioè a vivere felicemente, senza pormi troppi problemi

ERMES: Quant’è bella giovinezza che si fugge tuttavia

MARIA CRISTINA: Chi vuol esser lieto sia

ERMES: Del doman non v’è certezza

MARIA CRISTINA: Appunto, la vita umana è troppo breve per sprecarla ad essere infelici

ERMES: Ma sì, hai ragione


 

62.

 

GREGORIO: Di’ la verità

TEODOLINDA: La verità è un concetto relativo

GREGORIO: Già

TEODOLINDA: Cosa vuoi sapere?

GREGORIO: Sei una strega?

TEODOLINDA: Ahahaha

GREGORIO: Ho la sensazione che tu mi abbia fatto un sortilegio

TEODOLINDA: Ah sì?

GREGORIO: Sì

TEODOLINDA: Raccontami di te, stai ancora cercando di salvare il mondo?

GREGORIO: Il mondo no ma stavolta ho messo le mani su un caso che sta per scoppiare, stavolta riusciremo a denunciare le condizioni incivili in cui una certa industria occidentale tiene i lavoratori

TEODOLINDA: L’industria orientale agisce diversamente?

GREGORIO: No ma…

TEODOLINDA: Vediamo, tu che faresti?

GREGORIO: In che senso?

TEODOLINDA: Poniamo, per assurdo, che vi sia una fabbrica in cui i lavoratori vengono sfruttati dagli occidentali, o meglio, dagli orientali per conto degli occidentali, e gli occidentali, venuti a conoscenza delle inique condizioni lavorative decidessero di chiudere quella fabbrica. Cosa accadrebbe a quei lavoratori?

GREGORIO: Non so

TEODOLINDA: Davvero?

GREGORIO: Esistono cooperative equosolidali, se fossi uno di quegli occidentali, farei in modo di garantire la creazione di una cooperativa equosolidale e di assicurare la sicurezza della stessa

TEODOLINDA: E pensi che questo avrebbe una ricaduta positiva sulla comunicazione dell’azienda degli occidentali cattivi?

GREGORIO: Se si affidassero alle giuste organizzazioni umanitarie certamente riceverebbero un plauso, perché?

TEODOLINDA: E se mi attivassi per fare in modo che ciò avvenisse davvero?

GREGORIO: Tu?

TEODOLINDA: Sì. Immagina se, per assurdo, io avessi la possibilità di agire, ovviamente nel più stretto anonimato, per risolvere questa questione che ti angoscia tanto, tu saresti in grado di costituire un comitato di solidarietà e inviarmi un progetto in poche ore o, al massimo, in pochi giorni?

GREGORIO: Per assurdo e rispettando il più assoluto anonimato, sì, certo

TEODOLINDA: Bene. E poi avresti anche modo di far consegnare un premio in pompa magna per lodare l’attenzione sociale dei cattivi occidentali se, per assurdo, dovessero decidere di mettere in atto il progetto di cui sopra?

GREGORIO: Sì, beh certo se finanziassero anche una campagna di comunicazione sociale e alcuni altri progetti più piccoli, sì, certo

TEODOLINDA: Bene. Oh, s’è fatto tardi. Dobbiamo tornare.

GREGORIO: No…

TEODOLINDA: Per assurdo, e nel rispetto del più stretto anonimato, ci rivedremo presto.

 

 


 

63.

 

IRINA: Ciao

PIERLUCA: Ciao

GINEVRA: Ciao

CHARLOTTE: Ciao

DAVID: Ciao, che belle ortensie

IRINA: Vero, che bei fiori

PIERLUCA: Già

GINEVRA: Oh ma adesso vanno tanto di moda

CHARLOTTE: Ah sì?

DAVID: Sì

IRINA: Sono la quintessenza dell’eleganza

PIERLUCA: Ecco…

GINEVRA: Oh sì, danno quel tocco di eleganza che sta bene su tutto

CHARLOTTE: Come le corna?

DAVID: No, davvero, sono tutti impazziti per le ortensie

IRINA: Sì, è la tendenza più chic

PIERLUCA: Eh…

GINEVRA: Oh sì, Pierluca non pensavo che fossi così raffinato

CHARLOTTE: Belli vero?

DAVID: Bellissimi e molto eleganti, devono essere costati uno sproposito

IRINA: David, non si dicono certe cose

PIERLUCA: No ma…

GINEVRA: Uh e guarda da quale fioraio, sei proprio innamorato!

CHARLOTTE: Sì, beh, andiamo

DAVID: Andiamo

64.

 

MARIA CRISTINA: Non hai voglia vero?

ERMES: Di cosa?

MARIA CRISTINA: Di presentarti ufficialmente

ERMES: Non lo so, mi parrebbe strano

MARIA CRISTINA: Perché?

ERMES: Perché ci conosciamo da una vita

MARIA CRISTINA: Già e da quanto conosci i tuoi parenti?

ERMES: Che vuol dire?

MARIA CRISTINA: Non segui una certa etichetta quando li incontri?

ERMES: Che c’entra?

MARIA CRISTINA: E io sarei meno importante, nella tua scala di valori?

ERMES: No, cioè, che vuol dire?

MARIA CRISTINA: Ragionaci

ERMES: Beh, sì, forse, ho capito ma…

MARIA CRISTINA: Ma?

ERMES: Non è un po’ troppo presto?

MARIA CRISTINA: Non ti pare di essere un po’ contraddittorio?

ERMES: Contraddittorio?

MARIA CRISTINA: Quando io ti ho posto la stessa domanda hai risposto di no, mi pare

ERMES: Mai intavolare una discussione con te

MARIA CRISTINA: Le discussioni sono una perdita di tempo felice

ERMES: Cos’è il tempo felice?

MARIA CRISTINA: Il tempo in cui si sta bene, l’unico che valga davvero la pena di essere vissuto

ERMES: Hai ragione un’altra volta

MARIA CRISTINA: Ecco il tuo amico

ERMES: Con chi è?

MARIA CRISTINA: Con Charlotte?

ERMES: A quanto pare

MARIA CRISTINA: Un caso umano

ERMES: E c’è anche David

MARIA CRISTINA: Lo sfigato?

ERMES: Vabbè godiamoci lo stesso la serata


 

65.

 

EGLE: Ciao Altea

ALTEA: Egle?

EGLE: Dov’è il tesoro della zia?

ALTEA: Uscita

EGLE: Col carciofetto?

ALTEA: E con gli amici

EGLE: Lo vedi?

ALTEA: Cosa?

EGLE: All’età che ha

ALTEA: Cosa?

EGLE: Ha amici, il fidanzato fisso

ALTEA: Tonto

EGLE: Di ottima famiglia

ALTEA: Perché la bontà di una famiglia si misura col conto in banca?

EGLE: No però non è figlio di un criminale

ALTEA: Questo poi

EGLE: Non ha grandi frequentazioni con le patrie galere

ALTEA: Sai come si dice?

EGLE: Come?

ALTEA: Chi ruba una mela va in galera, chi ne ruba una cassetta fa carriera

EGLE: Vabbè, comunque, dai rilassati

ALTEA: Mah

EGLE: Vengo da te per una tisana più tardi?

ALTEA: Sì

EGLE: Così vediamo la nipotina al ritorno dalla seratina e capiamo perché fa tanto preoccupare la mammina

ALTEA: Grazie


 

66.

 

TEODOLINDA: Ciao

CLEMENTE: Ciao

TEODOLINDA: Come mai qui?

CLEMENTE: Ti aspettavo

TEODOLINDA: Ah

CLEMENTE: Pensavo di trovarti in casa

TEODOLINDA: No, sono uscita

CLEMENTE: Ah

TEODOLINDA: Un tè con le amiche

CLEMENTE: Ah

TEODOLINDA: Ho notizie per te

CLEMENTE: Quali?

TEODOLINDA: Ci sarebbe un modo per risolvere la questione spinosa che lo Zio Galeazzo ha…spinto per risolvere

CLEMENTE: Ha spinto?

TEODOLINDA: Mi è sembrato

CLEMENTE: Certo certo, la cena sarà pronta a breve o vogliamo andare in un ristorantino?

TEODOLINDA: Sì, un ristorantino andrà benissimo

CLEMENTE: Cosa preferisci mangiare, carne o pesce?

TEODOLINDA: Pizza

CLEMENTE: Pizza?

TEODOLINDA: No, la dieta.

CLEMENTE: Vegetariano?

TEODOLINDA: Pesce, più dietetico

CLEMENTE: Comunque non avresti bisogno della dieta. Sei la perfezione in corpo di donna.

67.

 

IRINA: Ciaaao

ERMES: Ciao che piacere

PIERLUCA: Hey, tutto bene?

CHARLOTTE: Uh ma che bell’abito Maria Cristina

DAVID: Davvero! L’hai preso…

GINEVRA: All’outlet?

MARIA CRISTINA: Carino vero? Le mie foto hanno spopolato

IRINA: Davvero?

ERMES: Beh forse non c’è bisogno di tanta pubblicità ma…

PIERLUCA: La pubblicità è l’anima del commercio

CHARLOTTE: Già beh

DAVID: E in commercio in questo caso cosa sarebbe?

GINEVRA: La vernice

MARIA CRISTINA: Della mia amica, ovvio

IRINA: Sei proprio portata per le pubbliche relazioni

ERMES: L’ho sempre detto

PIERLUCA: Sì, vero

CHARLOTTE: Maria Cristina sarai la nuova guru della pubblicità mondiale

DAVID: Della comunicazione pubblica

GINEVRA: Hai un futuro in pubblicità

MARIA CRISTINA: Sì, infatti è uno dei settori in cui voglio sviluppare i miei… naturali talenti


 

68.

 

ALTEA: Che c’è?

ERMANNO: Non lo so

ALTEA: Vorresti uscire?

ERMANNO: Sì

ALTEA: Andiamo a mangiare fuori?

ERMANNO: Sì

ALTEA: Però non possiamo fare tardi

ERMANNO: Se se ne accorgesse Charlotte sai che ramanzina!

ALTEA: Più tardi verrà Egle

ERMANNO: Davvero?

ALTEA: Sì

ERMANNO: Perché?

ALTEA: Monitoraggio nipote

ERMANNO: Uhm mi sembra una buona idea

ALTEA: Pizza?

ERMANNO: Sì ma quella buona non quella roba gourmet

ALTEA: Sì sì quella buona

ERMANNO: Mmm

ALTEA: Mi preparo

ERMANNO: Sei bellissima, non hai bisogno di prepararti, usciamo

ALTEA: Posso mettere almeno le scarpe?

ERMANNO: Va bene anche se io te le toglierei

ALTEA: Ah sì?

ERMANNO: Sì e… e se invece restassimo a casa?


 

69.

 

CLEMENTE: Ho faticato un po’ per trovare posto qui ma penso ti piacerà

TEODOLINDA: Sì, l’ambiente è molto chic

CLEMENTE: Adatto ad una donna di classe come te

TEODOLINDA: Mi stai lusingando?

CLEMENTE: No è che…

TEODOLINDA: Cosa?

CLEMENTE: Mah…è così assurdo ammirare la propria moglie?

TEODOLINDA: Ci sono tanti modi per ammirare una moglie

CLEMENTE: Spero che questo mio presente sia uno di quelli

TEODOLINDA: Un presente?

CLEMENTE: Sai quell’orologino che guardavi l’altro giorno sul giornale?

TEODOLINDA: Uh uh

CLEMENTE: Ecco, spero di aver indovinato la tonalità, oro rosa

TEODOLINDA: Oh, Clemente, come sei galante

CLEMENTE: Vogliamo ordinare?

TEODOLINDA: Certo

CLEMENTE: Cosa mi dicevi di quel progetto?

TEODOLINDA: Ah, beh, dovrebbe essere pronto a breve.

CLEMENTE: Bene, meglio tagliar corto su certe cose, non mandarle troppo per le lunghe

TEODOLINDA: Certo

CLEMENTE: Piuttosto bisognerà far tagliare quella palma nella casina al mare

TEODOLINDA: Perché?

CLEMENTE: Potrebbe schiantarsi contro l’abitazione, è cresciuta troppo

TEODOLINDA: Capisco

CLEMENTE: Sei una donna intelligentissima

70.

 

ERMES: Bene, mi sembra che abbiano appena aperto il buffet

MARIA CRISTINA: Già molto interessante

DAVID: Il luogo migliore dove fare amicizia

GINEVRA: E spettegolare

IRINA: David, se non hai troppa fame…

CHARLOTTE: Oh io non posso assolutamente interrompere la dieta

PIERLUCA: Io non sono affamato

ERMES: Ah, beh io e Maria Cristina intanto andiamo

MARIA CRISTINA: Sì, ci vediamo dopo, se volete

DAVID: No, Irina, non ho fame per niente, andiamo a fare quattro passi?

GINEVRA: Ah bene, andiamo allora

IRINA: Io veramente dovrei dire due parole a Charlotte

CHARLOTTE: Va bene

PIERLUCA: Io vado con Ermes e Maria Cristina allora

ERMES: Perfetto

MARIA CRISTINA: Mi sembra una situazione assolutamente favorevole

DAVID: Cosa sperare di meglio?

GINEVRA: Vieni, ti porto in un posto segreto

IRINA: Charlotte, stringimi la mano

CHARLOTTE: Arrivo

PIERLUCA: Ci vediamo tra pochissimo


 

71.

 

ALTEA: Ma è così tanto che

ERMANNO: Che non ci dedichiamo un po’ di tempo

ALTEA: Che non andiamo

ERMANNO: Altea?

ALTEA: Sì

ERMANNO: Quanto tempo abbiamo prima che torni Charlotte?

ALTEA: Un paio d’ore, penso

ERMANNO: E utilizziamole per tornare adolescenti anche noi

ALTEA: Adolescenti?

ERMANNO: Giovani

ALTEA: Ma non è che?

ERMANNO: Cosa?

ALTEA: No, dico

ERMANNO: Altea rilassati

ALTEA: Una parola!

ERMANNO: Ti faccio un massaggio

EGLE: Sorpresa! Sono arrivata un po’ prima del previsto!


 

72.

 

PIERLUCA: Aspettatemi

ERMES: Sono qui

MARIA CRISTINA: Finalmente soli

PIERLUCA: Perché?

ERMES: Macrì vuole presentarti una sua amica

MARIA CRISTINA: Sì ma così, tanto per gioco

PIERLUCA: Per gioco?

ERMES: Sì dai non fare il bacchettone

MARIA CRISTINA: Pierluchino dove andrete in vacanza?

PIERLUCA: Solito posto penso e poi un viaggetto

ERMES: Appunto

MARIA CRISTINA: Anche lei

PIERLUCA: Ah certo

ERMES: E Charlotte?

MARIA CRISTINA: Non l’ho mai vista in giro durante le vacanze

PIERLUCA: Non so

ERMES: Bene, l’amica di Macrì, pensa te, ha una casetta proprio accanto alla sua

MARIA CRISTINA: Sì, un villino con un giardinetto microscopico ma insomma

PIERLUCA: Ah

ERMES: Sì, un’amica di ombrellone

MARIA CRISTINA: Ahahaha

 


 

73.

 

TEODOLINDA: Ristorantino gradevole

CLEMENTE: Sì, ho faticato non poco per trovare posto

TEODOLINDA: Carino

CLEMENTE: Chiediamo il menù?

TEODOLINDA: Certo

CLEMENTE: Per iniziare io direi un prosecchino

TEODOLINDA: Facciamoci consigliare

CLEMENTE: Immagino che abbiano un sommelier

TEODOLINDA: Lo spero

CLEMENTE: Intanto amore mi dicevi

TEODOLINDA: Ti dicevo che potrebbe esservi una soluzione

CLEMENTE: Ah bene

TEODOLINDA: Dovrebbe essermi arrivata una bozza di progetto di una ONG che sovvenzioniamo

CLEMENTE: Una del pacchetto ONG?

TEODOLINDA: Sì, una di quelle

CLEMENTE: Sei sempre così organizzata

TEODOLINDA: Non amo sprecare il mio tempo, dovresti saperlo

CLEMENTE: Già

TEODOLINDA: Vi sarebbe la possibilità di riconvertire quella fabbrica e tutto il distretto, si tratta di un luogo relativamente circoscritto, in una specie di esperimento sociale che, da quello che riesco a capire, sarebbe ben visto anche da alcuni governi che avrebbero tutto l’interesse ad avere contatti più stretti con il Paese in oggetto.

CLEMENTE: Una specie di missione?

TEODOLINDA: Una riqualificazione ambientale e sociale

CLEMENTE: E io in che modo ci guadagnerei?

TEODOLINDA: Oltre alla enorme pubblicità che tale progetto porterebbe, il che non è da sottovalutare, potresti essere insignito di numerosi premi e riconoscimenti che certamente aiuterebbero a consolidare il prestigio familiare, e, da quello che posso capire, il progetto avrebbe un costo minore dello smantellamento delle unità produttive

CLEMENTE: In che modo?

TEODOLINDA: Finanziamenti internazionali

CLEMENTE: Mi sembra interessante

TEODOLINDA: Io porrei una clausola

CLEMENTE: Quale?

TEODOLINDA: Manderei Pierluchino a farsi le ossa lì

CLEMENTE: Insieme a Charlotte?

TEODOLINDA: Potrebbe essere una buona idea, si lasceranno oppure impareranno a stare insieme.

CLEMENTE: Bene, occupati di tutto tu e fammi sapere.

TEODOLINDA: Oh ecco il cameriere


 

74.

 

DAVID: Sono contento che tu mi abbia

GINEVRA: Senti, devo dirti una cosa

DAVID: Anche io

GINEVRA: Spero che capirai

DAVID: Beh, mi auguro che tu possa comprendere

GINEVRA: A volte, sai, non bisogna fermarsi

DAVID: Alle apparenze, mi hai tolto le parole di bocca

GINEVRA: E quello che potrebbe sembrare una ovvietà

DAVID: Non lo è per niente

GINEVRA: Ecco, speravo di poter trovare in te un amico

DAVID: Un amico?

GINEVRA: Sì, che possa capirmi

DAVID: Oh Ginevra mi riempi il cuore di gioia

GREGORIO: Ma guarda qui, oggi dev’essere il mio giorno fortunato

DAVID: Gregorio! Ciao, che piacere

GINEVRA: Gregorio! Ciao! Che bello vederti

GREGORIO: I miei rampolli preferiti

DAVID: Sempre gentile Greg, ho fatto un campo di volontariato nella sua ONG

GINEVRA: Un campo di volontariato?

GREGORIO: Un?

DAVID: Campo di volontariato per sensibilizzare sull’importanza dei diritti umani

GINEVRA: Pensavo sensibilizzassi soltanto i grandi industriali e le élite del mondo

GREGORIO: Io, beh ma David è una persona ricca di

DAVID: Soprese, tante, infinite

GINEVRA: Certo non si può dire che tu sia ricco di famiglia

GREGORIO: Eh?

DAVID: Eh!

GINEVRA: Hai visto Layla?

GREGORIO: L’ho intravista dentro, David dovrei proprio parlarti di un campo di lavoro, potremmo scambiare due paroline in privato?

DAVID: Ecco, io

GINEVRA: Sì, perfetto, così vado ad incontrare Layla e torniamo subito da voi

GREGORIO: Layla, oh, perfetto, David sarà contentissimo di conoscerla


75.

 

JASMINE: Rebecca, ciao

REBECCA: Jasmine che piacere

JASMINE: Ho saputo che oggi Layla sarà ad una vernice

REBECCA: Ad una vernice?

JASMINE: Sì una nuova artista emergente

REBECCA: Interessante?

JASMINE: Non lo so ma

REBECCA: Ma?

JASMINE: Ci sarà anche Ginevra

REBECCA: Ginevra?

JASMINE: Sì

REBECCA: Oh

JASMINE: Ti sento contrariata

REBECCA: Non vorrei che David fosse andato proprio lì

JASMINE: Che ti ha detto?

REBECCA: Che sarebbe uscito per una pizza con gli amici

JASMINE: Ah e allora non vi è rischio alcuno

REBECCA: Proponi di andare?

JASMINE: Ma sì dai… per svagarti un po’

REBECCA: Ma sì


 

76.

 

IRINA: Che è successo?

CHARLOTTE: Quando?

IRINA: Prima

CHARLOTTE: Niente

IRINA: Niente?

CHARLOTTE: Mah

IRINA: Bel mazzo di fiori…

CHARLOTTE: Beh

IRINA: Lo hai lasciato?

CHARLOTTE: No

IRINA: No?

CHARLOTTE: No

IRINA: Uhm

CHARLOTTE: Che c’è?

IRINA: No, niente

CHARLOTTE: Ha detto che in realtà non erano per me ma per sua madre

IRINA: Ahah

CHARLOTTE: Se sua madre tradisce suo padre non è un mio problema

IRINA: Aha

CHARLOTTE: L’importante è che lui non tradisca me

IRINA: Charlotte, quanto… in profondità… è andato quando ti ha annusato i capelli?

CHARLOTTE: Nessuna

IRINA: Nessuna?

CHARLOTTE: No

IRINA: Cioè sei ancora…?

CHARLOTTE: Sì.

IRINA: Beh, non so che pensare

CHARLOTTE: Forse che voglio vivere i momenti importanti della mia vita con la persona giusta

IRINA: E Pierluca sarebbe la persona giusta?

CHARLOTTE: Voglio essere certa, tendo a ponderare le mie azioni.


 

77.

 

EGLE: Ho interrotto qualcosa?

ERMANNO: Ma no

ALTEA: Figurati

EGLE: Ho interrotto qualcosa, oh bene bene

ERMANNO: Bene bene?

ALTEA: In che senso?

EGLE: Nel senso che immaginavo che voi due, lasciati da soli, non avreste saputo organizzare una degna accoglienza alla pargola

ERMANNO: Una degna accoglienza

ALTEA: Alla

EGLE: Pargola

ERMANNO: Perché?

ALTEA: Che dovremmo fare?

EGLE: Non destare sospetti

ERMANNO: Ah

ALTEA: Certo

EGLE: Ho portato tutto l’occorrente

ERMANNO: Per fare

ALTEA: Cosa?

EGLE: Ecco qui, viveri, pane da bruschettare, vino, pizza

ERMANNO: Una cena in piena regola

ALTEA: E noi che avevamo pensato di mangiare una pizzetta

EGLE: C’è anche quella

ERMANNO: Ah beh

ALTEA: Io ho una fame

EGLE: Quando tornerà dovrà avere l’impressione di assoluta naturalezza, una cena con la zietta che stasera aveva voglia di un po’ di compagnia

ERMANNO: Non ci avevo pensato

ALTEA: Neanche io

EGLE: Ma io sì!

 


 

78.

 

DAVID: Shhh

GREGORIO: Che sta succedendo?

DAVID: Ecco, è una lunga storia

GREGORIO: Dovrai raccontarmela in poche parole

DAVID: Ecco, i miei amici

GREGORIO: Ginevra?

DAVID: Ermes, Pierluca, Charlotte, Maria Cristina, Irina e gli altri

GREGORIO: Sì?

DAVID: Ecco, pensano che io

GREGORIO: Che tu?

DAVID: Che io sia povero in canna

GREGORIO: E perché?

DAVID: Beh, è una storia lunga

GREGORIO: Conosco una persona a cui piacerebbe

DAVID: Cosa?

GREGORIO: La tua lunga storia

DAVID: Non mi tradirai, vero?

GREGORIO: No, ma voglio presentarti una ragazza molto particolare

DAVID: Ma io l’ho già incontrata

GREGORIO: E sarebbe?

DAVID: Ginevra

GREGORIO: Ecco, penso che la ragazza che vorrei presentarti faccia di più al caso tuo

DAVID: Perché?

GREGORIO: Lo scoprirai tra breve, la vedo arrivare…


 

79.

 

CAMERIERE: Buonasera

CLEMENTE: Buonasera

TEODOLINDA: Buonasera

CAMERIERE: Posso consigliarvi un inizio piccante?

CLEMENTE: Amore?

TEODOLINDA: Che bollicine ci consiglia?

CAMERIERE: Abbiamo una vasta scelta

CLEMENTE: Franciacorta?

TEODOLINDA: Preferirei un rosé

CAMERIERE: Abbiamo un’ottima selezione dalla Provenza

CLEMENTE: Provenza?

TEODOLINDA: Quali cantine italiane avete?

CAMERIERE: Vi porto la lista?

CLEMENTE: Non c’è il sommelier?

TEODOLINDA: Potrebbe consigliarci meglio

CAMERIERE: Posso consigliarvi io, cosa gradireste mangiare?

CLEMENTE: Qual è la vostra specialità?

TEODOLINDA: Il piatto da mangiare assolutamente

CAMERIERE: Io suggerirei una pizza gourmet con pecorino di fossa e pomodorino piennolo

CLEMENTE: Bene

TEODOLINDA: Sì e un antipasto gradevole ben accompagnato

CAMERIERE: Vi propongo anche una selezione chef

CLEMENTE: Cosa ne pensi?

TEODOLINDA: L’ideale.


 

80.

 

MARIA CRISTINA: Poi, senza offese, ma…

PIERLUCA: Cosa?

ERMES: Dai Macrì

MARIA CRISTINA: Sì per carità ma…

PIERLUCA: Che c’è?

ERMES: Niente, Macrì è sempre in cerca di amiche con cui andare a fare shopping

MARIA CRISTINA: Beh, è divertente

PIERLUCA: Charlotte trova più divertente studiare e fare sport

ERMES: Wow

MARIA CRISTINA: Ne fate molto?

PIERLUCA: Di cosa?

ERMES: Di sport di coppia

MARIA CRISTINA: Chiamiamolo così

PIERLUCA: Mah, sai Charlotte è piuttosto diversa da te, Maria Cristina

ERMES: Sì?

MARIA CRISTINA: Vuol dire che è bigotta

PIERLUCA: Non è bigotta

ERMES: No?

MARIA CRISTINA: Ha tempo per imparare AHAHAH

 


 

81.

 

GREGORIO: Layla, sei splendida

GINEVRA: Vi conoscete?

DAVID: Pare di sì

LAYLA: Gregorio, che piacere, lui è il tuo…

GREGORIO: Il mio stagista? Sì, proprio

GINEVRA: Ah non sapevo che fossi anche un attivista

DAVID: Ti stupisce?

LAYLA: Piacere, io sono Layla

GREGORIO: Grande pittrice nonché

GINEVRA: La mia fidanzata

DAVID: La… tua… oh… certo

LAYLA: Già

GREGORIO: Esatto

GINEVRA: Scusa… io pensavo che tu avresti capito

DAVID: Oh ma io sono molto contento di conoscerla, assolutamente

LAYLA: Ah bene, Ginevra mi ha parlato tanto di te, mi ha detto che sei una persona molto particolare, sensibile, sai nel suo ambiente, così borghesotto, non è che vi siano molte persone così, come dire

GREGORIO: Open minded?

GINEVRA: Moderne

DAVID: Andiamo a vedere la mostra?

LAYLA: Sarò felice di farti da cicerone

 

 

 


 

82.

 

EGLE: Allora, spiegatemi per filo e per segno cosa vi preoccupa veramente

ERMANNO: Io… io…

ALTEA: Ma non è un po’ troppo giovane per pensare in quel modo?

EGLE: No, sta costruendo il suo futuro, ha la testa sulle spalle.

ERMANNO: Così non vivrà la sua adolescenza

ALTEA: E se non fa adesso le scemenze adolescenziali quando le farà?

EGLE: Forse mai e allora?

ERMANNO: Ma come allora?

ALTEA: A me sembra assurdo

EGLE: Sentitemi bene voi due

ERMANNO: E io lo sapevo

ALTEA: Sì ma non ti arrabbiare

EGLE: Voi avete deciso di farle frequentare un ambiente diverso da quello in cui vivrebbe

ERMANNO: Sì ma per ragioni lavorative

ALTEA: Eh, mica per altro

EGLE: Sì, certo, ma ricordate quando avete detto che avreste voluto per lei maggiori opportunità di quelle che avreste potuto offrirle?

ERMANNO: Beh

ALTEA: Sì ma

EGLE: Bene, se rimarrà col suo Pierluca probabilmente avrà molte più opportunità di quante potreste offrirle in una vita

ERMANNO: E se lui decidesse di lasciarla per qualcuna del suo ambiente?

ALTEA: Ma soprattutto, non penso che sia giusto che lei impari così a calcolare ogni suo gesto, ogni suo sorriso, ogni suo sospiro

EGLE: Siete incontentabili.

83.

 

CLEMENTE: Comunque, forse per salvare le apparenze sarebbe opportuno

TEODOLINDA: Cosa?

CLEMENTE: Alzare la recinzione della casa al mare

TEODOLINDA: Ah, beh, potrebbe essere un’idea

CLEMENTE: Bene

TEODOLINDA: Potremmo chiamare un fabbro

CLEMENTE: Sì, certo

TEODOLINDA: Forse lo Zio Galeazzo ne conosce qualcuno?

CLEMENTE: Una volta mi ha parlato di un architetto, probabilmente lui conoscerà un bravo fabbro

TEODOLINDA: Bene

CLEMENTE: Comunque, la storia tra Charlotte e Pierluca

TEODOLINDA: Lo Zio Galezzo ha dato il suo placet, a quanto pare

CLEMENTE: E la Zia Cornelia?

TEODOLINDA: Beh…

CLEMENTE: Tu cosa ne pensi?

TEODOLINDA: Non ho abbastanza elementi per formarmi un’opinione precisa

CLEMENTE: Sensazioni?

TEODOLINDA: A pelle mi sembra una giovane donna che non agisce d’impulso ma valuta attentamente quello che fa

CLEMENTE: Già

TEODOLINDA: E tu?

CLEMENTE: Non ho una brutta impressione di lei anche se non ha di certo una cospicua dote e forse avrei sperato che Pierluchino si innamorasse di una ragazza un po’ più raffinata

TEODOLINDA: Potrebbe però garantire una qualche stabilità al rapporto e questo mi pare abbastanza importante

CLEMENTE: Al rapporto?

TEODOLINDA: Sì, se dovessero decidere di costruire una famiglia

CLEMENTE: Non lo decideranno loro, mi auguro

TEODOLINDA: Lo decideremo noi?

CLEMENTE: Beh, un buon matrimonio è un investimento importante

TEODOLINDA: Già, a proposito, mi è arrivato il progetto della ONG di cui ti parlavo


 

84.

 

CHARLOTTE: Comunque, ecco David e Ginevra

IRINA: Con Layla, direi

GINEVRA: Eccovi

IRINA: Avete trovato subito l’artista

DAVID: Beh, la stavamo cercando

CHARLOTTE: Già, non conosco invece…

GREGORIO: Gregorio

LAYLA: Sono le tue amiche Ginevra?

GINEVRA: Sì Charlotte e Irina

IRINA: Incantata

DAVID: Direi che è ora di ammirare le sue opere, che ne pensate?

CHARLOTTE: Oh sì ma vorrei, se non sono troppo indiscreta, chiedere a Layla di farci da guida

GREGORIO: Mi sembra un’idea meravigliosa

LAYLA: A te farebbe piacere Ginevra?

GINEVRA: Sì

IRINA: Siete amiche?

DAVID: Intime

CHARLOTTE: Ma che sorpresa

GREGORIO: Andiamo?

LAYLA: Ginevra vuoi… esternare le tue… sensazioni?

GINEVRA: Volentieri

IRINA: Maria Cristina schiatterà d’invidia

DAVID: Su questo non ci piove

CHARLOTTE: Quanto siete perfide

GREGORIO: David, ho idea che la tua, ehm, esperienza di…stagista potrebbe avere una brusca svolta questa sera

LAYLA: Ma quella è Rebecca… Ginevra mi stai portando una inaspettata fortuna

DAVID: Inaspettata è la parola adatta e ora?

GREGORIO: David potresti accompagnarmi? Ho visto una persona per quel progetto e devo assolutamente parlarle

DAVID: Certo, subito


 

85.

 

MARIA CRISTINA: Non ci posso credere

ERMES: Che succede?

MARIA CRISTINA: Ma quella è Layla!

ERMES: Non la conosco

MARIA CRISTINA: L’artista

ERMES: Davvero?

MARIA CRISTINA: Sì ed è con quello sfigato di David

ERMES: Mi sembra che lui stia andando via però

MARIA CRISTINA: Sì ma lei sta facendo visitare la mostra a Pierluca e Charlotte

ERMES: Andiamo anche noi?

MARIA CRISTINA: Mi pare il minimo ma…

ERMES: Cosa?

MARIA CRISTINA: Mi sento molto frustrata

ERMES: Davvero?

MARIA CRISTINA: Oh sì

ERMES: E per cosa?

MARIA CRISTINA: Perché mi sembra assurdo che lei… e io invece…

ERMES: Dai non te la prendere, andrà tutto bene

MARIA CRISTINA: Hai idea di quanto mi sia costata questa mise?

ERMES: A te o a tuo padre?

MARIA CRISTINA: Che c’entra?

ERMES: Dai andiamo o perderemo il tour guidato


 

86.

 

GREGORIO: Che stai combinando?

DAVID: Ehm è una storia un po’ lunga

GREGORIO: Stai cercando la tua Cenerentola?

DAVID: Diciamo che per il momento ho un problema più incombente

GREGORIO: Cioè?

DAVID: Hai visto chi sta arrivando?

GREGORIO: Tua madre?

DAVID: Sì e guarda com’è vestita

GREGORIO: In modo assolutamente impeccabile, come sempre, è una delle donne più eleganti e affascinanti che io abbia mai avuto la fortuna di…

DAVID: Sei il suo amante?

GREGORIO: Magari! Ahahaha

DAVID: Perché ridi? È una cosa seria

GREGORIO: Tuo padre è un uomo molto molto fortunato

DAVID: Ci hai provato con mia madre?

GREGORIO: No, David, lei è off limits, out of reach, fuori portata

DAVID: Troppo ricca?

GREGORIO: No. Innamorata.

DAVID: Di chi?

GREGORIO: Di tuo padre

DAVID: E lui?

GREGORIO: E lui pure, d’altronde con una donna del genere accanto…

DAVID: Ti piace?

GREGORIO: David, io non mi definisco un libertino, neanche un puritano ma lei è….

DAVID: Pericolosamente vicina a noi, e ora?

87.

 

ERMANNO: Comunque, adesso che possiamo fare?

ALTEA: Io non lo so

EGLE: Aspettiamo che torni?

ERMANNO: Ma quando torna?

ALTEA: Tornerà

EGLE: Ecco appunto

ERMANNO: Sì ma

ALTEA: Infatti

EGLE: Cosa?

ERMANNO: No no

ALTEA: Niente

EGLE: Avanti…

ERMANNO: Ehm

ALTEA: Le abbiamo messo un…

EGLE: Un?

ERMANNO: Ecco, un rilevatore di…

ALTEA: …di posizione

EGLE: Un rilevatore di posizione?

ERMANNO: Sì

ALTEA: Sai uno di quei cosi che ti dicono dov’è

EGLE: Cioè la state spiando?

ALTEA e ERMANNO: Noi?????

EGLE: Voi

ALTEA e ERMANNO: Noooooooooo


 

88.

 

CLEMENTE: Quando tornerà Pierluchino?

TEODOLINDA: Non so ancora

CLEMENTE: Non te l’ha detto?

TEODOLINDA: No

CLEMENTE: Ah

TEODOLINDA: E a te?

CLEMENTE: Nemmeno

TEODOLINDA: Beh, gli abbiamo dato un orario di ritorno

CLEMENTE: Sì ma

TEODOLINDA: Tanto dobbiamo andare a prenderlo

CLEMENTE: Ah già

TEODOLINDA: Certo che una di quelle minicar potremmo concedergliela

CLEMENTE: Assolutamente no

TEODOLINDA: Mah

CLEMENTE: Il mio pupillo… no, non mi fido

TEODOLINDA: Di cosa?

CLEMENTE: Mah

TEODOLINDA: Di lui?

CLEMENTE: Che c’entra?

TEODOLINDA: E allora perché gli hai regalato quel telefono?

CLEMENTE: Perché me l’ha chiesto?

TEODOLINDA: Sì ma non ti ha chiesto di installare il sistema di tracciamento, il registratore e il microfono collegato con il tuo telefono

CLEMENTE: Ma io…

TEODOLINDA: Hai provato a farlo anche col mio telefono, mi sembra

CLEMENTE: Ma no, figurati

TEODOLINDA: E allora fai controllare il tuo telefono, forse c’è qualche tuo concorrente che ti spia

CLEMENTE: Ma che dici?

TEODOLINDA: Il mio l’ho fatto controllare

CLEMENTE: E da chi?

TEODOLINDA: Da un affidabile servizio tecnico

CLEMENTE: Ah

TEODOLINDA: Andiamo?

 

 

 

 

 

 

 

 


 

89.

 

GREGORIO: Non fare quella faccia

DAVID: Quale?

GREGORIO: Quella che stai facendo

DAVID: Ma io

GREGORIO: Ma io invece vorrei sapere che ti sei messo in testa

DAVID: Te l’ho detto

GREGORIO: Già e tu pensi davvero che una ragazza come pensi tu starebbe a suo agio nel mondo cui sei abituato senza cambiare i suoi atteggiamenti, il suo carattere?

DAVID: Perché no?

GREGORIO: Perché gli agi fanno comodo a tutti

DAVID: E allora?

GREGORIO: E la tua è una famiglia un po’ più che agiata

DAVID: Non mi pare una colpa

GREGORIO: Non lo è ma

DAVID: Ma?

GREGORIO: Non pensi che, una volta trovata, mettiamo, una ragazza abituata a farsi bastare ciò che ha, a fare sacrifici, a scegliere tra una maglietta carina e un libro, per dire, si potrebbe trovare in difficoltà a frequentare un mondo cinico come quello in cui sei abituato a vivere?

DAVID: Già perché non c’è cinismo nella povertà, vero? Soltanto nella ricchezza

GREGORIO: Non ho detto questo

DAVID: E che hai detto?

GREGORIO: Che forse si sentirebbe inadeguata e per stare al passo col suo principe azzurro dovrebbe modificare i suoi atteggiamenti in un modo tale da portarla a diventare una di quelle donne che non ti piacciono punto

DAVID: L’amore non esiste?

GREGORIO: Esiste e tu sei la dimostrazione tangibile di questo ma non puoi pensare di impostare un amore sull’inganno

DAVID: Solo iniziale però…

 

 


 

90.

 

IRINA: Oh ecco Maria Cristina e Ermes

MARIA CRISTINA: Già, vi cercavamo

ERMES: Dove eravate?

CHARLOTTE: Qui, con Layla

GINEVRA: Già

PIERLUCA: Lei!

LAYLA: Piacere, siete amici di Ginevra, immagino

IRINA: Beh, diciamo la stessa combriccola di persone

MARIA CRISTINA: Oh sì ci... frequentiamo

ERMES: Più o meno assiduamente

CHARLOTTE: Non possiamo dire di essere dello stesso ambiente ma

GINEVRA: Sì, è un mio gruppo di amici

PIERLUCA: Charlotte ma che dici?

LAYLA: Mi fa molto piacere conoscere i tuoi amici Ginevra

IRINA: Sono amiche

MARIA CRISTINA: Molto intime direi

ERMES: A quanto pare

CHARLOTTE: Che bella mise Maria Cristina, non te l’avevo ancora detto

GINEVRA: Davvero, molto chic

PIERLUCA: Elegante come sempre

LAYLA: Bene, se volete, vi racconto alcune mie opere ma tra poco dovrò lasciarvi tra le mani di Ginevra, lei conosce bene i miei lavori...


 

 

91.

 

REBECCA: Che sorpresa! Gregorio...

DAVID: Lo sa

GREGORIO: Mi ha appena messo a conoscenza del suo...

REBECCA: Esperimento sociale?

DAVID: Se ci tieni a chiamarlo così

GREGORIO: Beh, pare che oggi sia una di quelle serate in cui tutto si rivela

REBECCA: Ah sì?

DAVID: Sì, sai la dolce fanciulla

GREGORIO: Che aveva rapito il suo cuore?

REBECCA: L’hai scoperto?

DAVID: Lo sapevi già?

GREGORIO: Che uomo fortunato

REBECCA: Chi?

DAVID: Ah beh, grazie, io non mi definirei proprio così...

GREGORIO: Parlavo di tuo padre

REBECCA: Quindi?

DAVID: Quindi non lo so

GREGORIO: Se volete posso reggervi il gioco ma non so per quanto sarà possibile

REBECCA: Perfetto e tu chi saresti?

DAVID: Un suo stagier

GREGORIO: A cui parlerò di un interessante progetto

REBECCA: Che cercheremo di sponsorizzare in futuro immagino

DAVID: Magari coi proventi del mio esperimento sociale, no?

GREGORIO: Ottima idea

92.

 

LAYLA: Avevo visto bene

DAVID: Layla!

REBECCA: Ho sentito parlare del suo lavoro

GREGORIO: Ah beh, è decisamente interessante

LAYLA: Sì, cerco di coniugare le tematiche di più stretta attualità sociale alle mie azioni artistiche senza però dimenticare il saper fare, la maestria che nasce dal mestiere. Materia, artigianato, recupero di antiche tradizioni e, ovviamente, una istintualità molto femminile, socialmente consapevole.

DAVID: Molto femminile direi

REBECCA: Sì e femminista, beh, possiamo guardare qualcosa?

GREGORIO: Vi possiamo accompagnare?

LAYLA: Mi farebbe molto piacere, ho chiesto a Ginevra di illustrare ai suoi amici le mie opere

DAVID: Ginevra è una giovane donna molto intelligente e sensibile

REBECCA: Sì, ho sentito parlare anche di lei

GREGORIO: Che uomo fortunato

LAYLA: Chi?

DAVID: Mio... suo...

REBECCA: Ma niente, Gregorio ama scherzare

GREGORIO: Verissimo

REBECCA: Layla, sarò felicissima di ammirare le sue opere in sua esclusiva compagnia, se posso

LAYLA: Per me sarebbe un onore

GREGORIO: Io e te, David, potremmo discutere alcuni dettagli da quella parte, che ne dici?

DAVID: Ah, sì, certo, mi sembra un’ottima idea


 

93.

 

GINEVRA: Beh, sembra proprio che dovrò farvi da cicerone, spero non vi dispiaccia…

IRINA: Oh, no, anzi

MARIA CRISTINA: Non pensavo fossi tanto aperta al mondo dell’arte

ERMES: L’apparenza a volte inganna

CHARLOTTE: Già

PIERLUCA: Beh, io direi che è ora di vedere queste opere

GINEVRA: Volentieri, iniziamo da qui

IRINA: Emozionante

MARIA CRISTINA: Ehm

ERMES: Eclettica?

CHARLOTTE: Interessante la giustapposizione di materiali differenti

PIERLUCA: Sì, ecco

GINEVRA: Sì, questa è una vera perla. Layla ha utilizzato l’antica tecnica del tombolo riattualizzandola con materiali di scarto tipicamente femminili

IRINA: E il rosso?

MARIA CRISTINA: Forse indica il sangue

ERMES: Mestruale?

CHARLOTTE: Le difficoltà e le ritualità della fisicità femminile riattualizzate mediante un antico strumento, fantastico!

PIERLUCA: Charlotte mi togli le parole di bocca

GINEVRA: Esatto, Charlotte, non pensavo che t’intendessi di arte.

CHARLOTTE: Le apparenze a volte ingannano, ma le lancette dell’orologio no. Purtroppo debbo tornare a casa.

MARIA CRISTINA: Pierluchino riaccompagni tu Cenerentola o rimani con noi?

PIERLUCA: Amo sentirmi un principe, ti riaccompagno prima che la mia carrozza si trasformi in zucca.

94.

 

GREGORIO: Che uomo fortunato… che uomo fortunato….

DAVID: Hai intenzione di trascorrere tutta la serata a dirmi che sei innamorato di mia madre?

GREGORIO: No. La questione non è in questi termini.

DAVID: Ah no?

GREGORIO: No.

DAVID: E in che termini sarebbe?

GREGORIO: Invidia pura.

DAVID: Perché?

GREGORIO: Perché siete una famiglia stra-fortunata e tu sei un testone.

DAVID: Grazie, una parola di conforto è sempre utile.

GREGORIO: Figurati, ricordati che ti ho salvato la faccia.

DAVID: Non lo dimenticherò, nemmeno quando tornerò ad essere il David che tutti conoscono.

GREGORIO: Ottimo.

DAVID: Non hai finito le spiegazioni.

GREGORIO: Ecco, vedi, si può essere ricchi o poveri ma i soldi non sono mai sgraditi. Si può essere bene o male accompagnati, ma una buona compagnia è sempre piacevole. Si può essere amati e ricambiati, e questo è raro ma accade. Si può essere ricchi e colti, abbastanza raro ma non rarissimo. E poi si può essere come tuo padre: sfacciatamente ricco, libero, con una donna straordinaria al suo fianco che lo ama, colti tutti e due, e un figlio intelligente, sano, con una morale solida, rarissimo, e un po’ tonto, ma quella è l’età. 

DAVID: Grazie per il tonto.

GREGORIO: Dai andiamo tanto ormai ti toccherà cambiare aria.

DAVID: Dici?

GREGORIO: Decisamente sì.

DAVID: Parto con te?

GREGORIO: Se tua madre, che donna!, te lo permetterà, perché no?

95.

 

PIERLUCA: Macrì a volte è un po’…

CHARLOTTE: …invidiosa?

PIERLUCA: Dici?

CHARLOTTE: Mah…

PIERLUCA: Certo sembrava che non avesse niente da dire.

CHARLOTTE: Già ma lei ha acquistato i vestiti più adatti per l’occasione…

PIERLUCA: … in mondovisione AHAHAHA

CHARLOTTE: Beh, sei stato proprio carino sai?

PIERLUCA: A fare cosa?

CHARLOTTE: A dire che ti piacerebbe essere il mio principe.

PIERLUCA: Mi piacerebbe, sì.

CHARLOTTE: Ma dai, non ti credo!

PIERLUCA: E invece dovresti.

CHARLOTTE: Ah sì?

PIERLUCA: Sì.

CHARLOTTE: E allora vieni a dirlo ai miei genitori se ne hai il coraggio.

PIERLUCA: Affrontare tuo padre mi terrorizza ma sarà il drago che sconfiggeremo insieme per vivere felicemente il nostro amore.

CHARLOTTE: Ma dai…

PIERLUCA: Non mi credi?

CHARLOTTE: No.

PIERLUCA: Sono abbastanza presentabile?

CHARLOTTE: Per cosa?

PIERLUCA: Per sconfiggere il drago!

CHARLOTTE: Quando?

PIERLUCA: Stasera stessa!


 

96.

 

GINEVRA: Se vogliamo proseguire…

ERMES: Oh mi piacerebbe

IRINA: Volentieri

MARIACRISTINA: Certo, come faremo ora?

GINEVRA: Di qua

ERMES: A far cosa?

IRINA: Ti seguo

MARIACRISTINA: Senza la nostra infallibile critica d’arte

GINEVRA: Non sospettavo avesse tanta sensibilità artistica

ERMES: Già, chissà dove l’ha sviluppata

IRINA: Forse leggendo

MARIACRISTINA: Non mi sembra un’habitué delle vernici

GINEVRA: Forse ama disegnare

ERMES: Pensi sia abile coi pennelli?

IRINA: Potrebbe avere doti nascoste

MARIACRISTINA: Già, intime

GINEVRA: Non l’ho mai vista disegnare eppure

ERMES: Già, magari lo fa in privato

IRINA: E tiene tutto per sé? Che peccato

MARIACRISTINA: Già, un vero peccato


 

97.

 

REBECCA: Interessante

LAYLA: Le mie opere o…?

REBECCA: O cosa?

LAYLA: Ginevra?

REBECCA: Ginevra?

LAYLA: Mi sembrava che quel ragazzo sia rimasto molto colpito quando ci ha viste insieme

REBECCA: E io?

LAYLA: Ah non so ma ho avuto la sensazione

REBECCA: Di cosa?

LAYLA: Di averlo già visto

REBECCA: E io in che modo?

LAYLA: …in compagnia della splendida e ricchissima madre…

REBECCA: Ah, e?

LAYLA: Niente, sono certa di essermi sbagliata, soprattutto se lui deciderà di smettere di farle la corte.

REBECCA: Ah beh, non vedo come potrei interpormi tra due giovani innamorati.

LAYLA: Ginevra non è innamorata di lui

REBECCA: Direi che è piuttosto giovane

LAYLA: Penso che sia abbastanza adulta per decidere cosa e chi le piace

REBECCA: Molto interessante questa collezione, si vede che una giovane musa l’ha ispirata, avevo notato una certa stanchezza creativa negli ultimi tempi

LAYLA: Non pensavo che i miei passi fossero seguiti da tanto in alto

REBECCA: Mai sottovalutare una donna


 

98.

 

CLEMENTE: Beh, penso sia ora di andare a dormire

TEODOLINDA: Dov’è Pierluchino?

CLEMENTE: Cosa vuoi che ne sappia?

TEODOLINDA: Dov’è?

CLEMENTE: Non saprei…

TEODOLINDA: Bene, lo cerco da sola.

CLEMENTE: Ah ma non c’era la questione del rispetto della privacy?

TEODOLINDA: Che concetto interessante

CLEMENTE: Non trovi?

TEODOLINDA: Già…

CLEMENTE: Ah, a proposito…

TEODOLINDA: … di cosa?

CLEMENTE: Della casa al mare…

TEODOLINDA: La casa al mare?

CLEMENTE: Sì, vorrei anche creare un’arancera.

TEODOLINDA: Un’arancera?

CLEMENTE: Sì una bella serra con agrumi e qualche pianta esotica.

TEODOLINDA: Ottima idea, certo e chi si prenderebbe cura dell’arancera?

CLEMENTE: Ah, non te l’ho detto, un mio dipendente, molto solerte, poverino, era un ottimo direttore di relazioni esterne ma poi si è innamorato della donna sbagliata e ha deciso di cambiare vita

TEODOLINDA: Direttore marketing?

CLEMENTE: Sì, mi pare che vi conosciate abbastanza bene.

TEODOLINDA: Non saprei, non ricordo.

CLEMENTE: Beh, comunque ora ha deciso di cambiar vita, ritrovare il piacere delle piccole cose, dell’agricoltura e vorrei affidargli la cura della serra, vivrebbe a due passi con la sua dolce metà.

TEODOLINDA: Ah, certo.

CLEMENTE: Ti vedo turbata.

TEODOLINDA: Affatto.

CLEMENTE: Bene, meglio così, spero che non ti fossi innamorata di lui quando c’era, ecco, quella trattativa in corso per battere la concorrenza…

TEODOLINDA: Tesoro, sai che una buona moglie è sempre innamorata di un buon marito.

CLEMENTE: Spero mi reputi tale.

TEODOLINDA: E tu?

 

 

 

 

 


 

99.

 

ALTEA: Egle ma cosa pensi?

EGLE: Io?

ERMANNO: Sì, cioè di cosa ci accusi?

EGLE: Io?

ALTEA: Sì, tu, tu!

EGLE: Ma veramente…

ERMANNO: Pensi che siamo davvero così retrogradi, così mediocri da non fidarci di nostra figlia?

EGLE: Non ho curiosato io tra i suoi cassetti…

ALTEA: Che c’entra?

EGLE: Beh…

ERMANNO: Credi che siamo come quei genitori che non hanno un dialogo aperto con i figli?

EGLE: Ma…

ALTEA: No, dimmi, dimmi, tu ci stai dipingendo come persone retrive che si intromettono nella vita altrui.

EGLE: Mi avete chiamata voi!

ERMANNO: E che vuol dire?

EGLE: Forse se vi fidaste di più di lei…

ALTEA: Oh ma io non ho motivo di lamentarmi.

EGLE: Aha

ERMANNO: Cos’è quel tono sarcastico, cos’è? Noi siamo genitori mooolto libertari

ALTEA: Moltissimo!

EGLE: Non lo metto in dubbio…

ALTEA: Ma?

EGLE: Ecco io dico soltanto che….

ERMANNO: Zitte zitte, sono qui, nei pressi.

EGLE: Sono?

ALTEA: Charlotte e Pierluca.

EGLE: Ha inserito un rilevatore anche nel telefono di Pierluchino?

ERMANNO: Che c’è di male?

ALTEA: Eh!

EGLE: Tutto c’è di male, tutto!

ALTEA: Quanto sei bacchettona!

EGLE: Ma dove sono esattamente?

ERMANNO: Qui dietro l’angolo, non si sono fermati, proseguono verso casa.

EGLE: Fai vedere!


 

100.

 

CHARLOTTE: Che cosa vuoi fare?

PIERLUCA: Venire con te.

CHARLOTTE: Non ci pensare proprio!

PIERLUCA: E invece sì.

CHARLOTTE: No!

PIERLUCA: Dovremo superare quest’ostacolo prima o poi.

CHARLOTTE: Ma stasera?

PIERLUCA: Che c’è di strano se lo facciamo stasera?

CHARLOTTE: Non lo so, forse sarebbe meglio…

PIERLUCA: …di giorno?

CHARLOTTE: Ecco sì!

PIERLUCA (canticchiando): Col favor della notte

CHARLOTTE: Ma è assurdo!

PIERLUCA: Siamo noi due e tutto il mondo fuori.

CHARLOTTE: No, è dentro, e tu vuoi entrare in questo mondo!

PIERLUCA: Sì voglio entrare nel tuo mondo, sentire il profumo dei biscotti e inebriarmi tra i tuoi capelli.

CHARLOTTE: E io non voglio…

PIERLUCA: Cosa?

CHARLOTTE: Io…

PIERLUCA: Baciami.


 

101.

 

GINEVRA: Ecco Layla

ERMES: Sembra turbata

IRINA: Già

MARIACRISTINA: Rabbuiata

LAYLA: Eccomi di nuovo qui

REBECCA: Sì, beh, io ora vi saluto

GINEVRA: Non siamo una buona compagnia forse?

ERMES: Eppure non siamo poi tanto antipatici

IRINA: E neanche brutti

MARIACRISTINA: Sì ma dai, siamo ragazzini

LAYLA: L’età è un concetto relativo

REBECCA: Alla data di nascita

GINEVRA: Ma sì, cosa importa?

ERMES: Beh, insomma

IRINA: Non lo so però per me significa qualcosa

MARIACRISTINA: Mah, per qualcuno dipende dal conto in banca

LAYLA: Numeri

REBECCA: Già, che contano a quanto pare

GINEVRA: Per me è importante l’amore nella sua complessità, io guardo la persona, non l’età o il sesso

ERMES: Non so, non ho un’opinione in merito ancora

IRINA: Ne potremmo parlare

MARIACRISTINA: Layla potrebbe essere il tema della tua prossima mostra d’arte!

LAYLA: Ottima idea

REBECCA: Già, beh, io non posso attardarmi oltre o la mia carrozza si trasformerà in zucca. Penso che non ci sia molto altro da aggiungere. Complimenti per la rinnovata e ritrovata vena artistica, una creatività ringiovanita, non c’è che dire.

LAYLA: Grazie per l’onore che mi ha fatto partecipando inaspettatamente a questo vernissage.


 

102.

 

GREGORIO: Eccola

DAVID: Chi?

GREGORIO: Quella meraviglia del genere femminile

DAVID: Ha l’aria un po’ rabbuiata

GREGORIO: Già

DAVID: Cosa sarà successo?

GREGORIO: Temo che abbia incontrato la tua rivale in amore

DAVID: La mia rivale?

GREGORIO: Dal passo inferocito direi che Layla dovrà presto scegliere se le interessa più la sua arte o la sua musa ispiratrice

DAVID: Non capisco

GREGORIO: Non c’è bisogno che tu capisca

DAVID: Pensi che sia stupido?

GREGORIO: No…

DAVID: Ma?

GREGORIO: Ma tua madre proviene da un altro universo

DAVID: Dolente di deluderti, è una terrestre

GREGORIO: Sì, beh all’apparenza

DAVID: Non l’ho mai vista trasformarsi in aliena

GREGORIO: Diciamo che non è saggio interporsi tra lei e una persona da lei protetta

DAVID: Sarei io quella persona?

GREGORIO: Tu cosa ne pensi?

DAVID: Non capisco da cosa mi debba proteggere però

GREGORIO: Dall’invadente presenza di una donna di una certa età che trova ispirazione negli anfratti carnali delle giovinette

DAVID: Layla?

GREGORIO: Oh, la sua passione per giovani e belle fanciulle è piuttosto nota nell’ambiente.


 

103.

 

TEODOLINDA: Pare che si siano fermati

CLEMENTE: Già

TEODOLINDA: Accanto alla casa dei genitori di…

CLEMENTE: Di lei?

TEODOLINDA: Sì, beh, di quella ragazza

CLEMENTE: Che piace tanto allo Zio

TEODOLINDA: Mi chiedo se a lei piacerà lui

CLEMENTE: A chi non piace lo Zio Galeazzo?

TEODOLINDA: Cosa rispondere ad una domanda tanto…

CLEMENTE: …insolita?

TEODOLINDA: Figurati, non ci sono domande insolite

CLEMENTE: Già, sei una donna navigata

TEODOLINDA: Mi stai dicendo che sono ingrassata?

CLEMENTE: Oh no, sei uno splendore.

TEODOLINDA: Davvero?

CLEMENTE: Sì… pensi che si tratterranno a lungo?

TEODOLINDA: Da lei?

CLEMENTE: Sì

TEODOLINDA: Non so

CLEMENTE: Beh, potremmo approfittare della loro assenza per qualche giochino interessante, che ne pensi?

TEODOLINDA: Oh… ma…

CLEMENTE: Sai che non resisto a vederti con le décolleté rosse

TEODOLINDA: Già

CLEMENTE: Voglio che balli solo per me

104.

 

CHARLOTTE: Adesso ci dobbiamo salutare

PIERLUCA: No

CHARLOTTE: Perché?

PIERLUCA: Perché no

CHARLOTTE: Io devo rincasare

PIERLUCA: E io voglio venire con te

CHARLOTTE: Venire con me?

PIERLUCA: Sì

CHARLOTTE: Non… non

PIERLUCA: Smettila di opporti

CHARLOTTE: A cosa?

PIERLUCA: All’ineluttabilità del fato

CHARLOTTE: Del fato?

PIERLUCA: Sì, ti voglio mia, senza remore

CHARLOTTE: Pierluca ne abbiamo già parlato

PIERLUCA: E io voglio dire ai tuoi genitori che ti amo

CHARLOTTE: Io penso che li dovrei preparare un po’ prima

PIERLUCA: Perché, pensi che non se ne siano accorti?

CHARLOTTE: Di cosa?

PIERLUCA: Di noi due?

CHARLOTTE: Sì ma…

PIERLUCA: Charlotte, io e te siamo come l’acqua e la luce in un arcobaleno

CHARLOTTE: Cioè?

PIERLUCA: Indivisibili


 

105.

 

LAYLA: Beh, spero che vi sia piaciuta

GINEVRA: Mancavi tu ma…

ERMES: Sei stata una guida eccezionale

IRINA: Chi era quella donna?

MARIACRISTINA: Era molto elegante

LAYLA: Una… una…

GINEVRA: …Una?

ERMES: Acquirente?

IRINA: Gallerista?

MARIACRISTINA: Collezionista?

LAYLA: Ecco, beh, in un certo senso

GINEVRA: Non capisco

ERMES: Nemmeno io

IRINA: Sta andando via con David o mi sbaglio?

MARIACRISTINA: Una donna così di classe?

LAYLA: Non mi stupirebbe

GINEVRA: Oh, le piacciono i ragazzini?

ERMES: Vedi David potrebbe avere un futuro a cui non ha pensato.

IRINA: Ma dai c’è anche Gregorio, quello delle ONG

MARIACRISTINA: Ah, ecco si occupa di un caso umano, è una filantropa

GINEVRA: David non è un caso umano! Ha una sensibilità speciale.

LAYLA: Immagino…. Potresti accodarti, visto che è tanto speciale

GINEVRA: Uh, che modi

IRINA: Sì, dai, non c’è bisogno di scaldarsi tanto

ERMES: Beh, che ne direste invece di tornare con noi? Io e Macrì dobbiamo andare, coprifuoco

MARIACRISTINA: Ah già

LAYLA: Ottima idea ma io resto qui

GINEVRA: Ah davvero?

LAYLA: Sì, beh, meglio che torni con loro

GINEVRA: Certo, figurati.


 

106.

 

DAVID: Eccola

GREGORIO: Buonasera

REBECCA: Gregorio dammi una buona notizia

DAVID: Mi ha detto che sei un’aliena

GREGORIO: Non ho detto questo

REBECCA: Un’aliena?

DAVID: Sì che per proteggermi potresti diventare una specie di mostro divoratutto

GREGORIO: Non ho detto questo

REBECCA: AHAHAHA ma è vero

DAVID: Lo è?

GREGORIO: Che donna!

REBECCA: Che donna?

DAVID: Mah, è innamorato di te

GREGORIO: Devo ancora conoscere una persona che non sia innamorata di tua madre

REBECCA: AHAHAH Gregorio saresti capace di mettere di buonumore anche un pinguino all’equatore

DAVID: Beh, direi che per il momento non c’è da preoccuparsi di astronavi aliene, sta ridendo

GREGORIO: Già, andiamo a prendere un gelato?

REBECCA: Sì andiamo via

DAVID: Ottimo

GREGORIO: Rebecca, per quel progetto poi…

REBECCA: Non c’è problema, mandami un messaggio. Voi due avete parlato?

DAVID: Sì

GREGORIO: Sì

REBECCA: Bene, andiamo


107.

 

CLEMENTE: Hai trovato il pacchetto che ti ho fatto recapitare?

TEODOLINDA: Quello della gioielleria?

CLEMENTE: Acqua

TEODOLINDA: Quello della pelletteria?

CLEMENTE: Acqua

TEODOLINDA: Quello della fiorista?

CLEMENTE: Acqua

TEODOLINDA: Uhm allora non saprei

CLEMENTE: No?

TEODOLINDA: Uhm mah

CLEMENTE: Cosa indossi?

TEODOLINDA: Scarpe rosse

CLEMENTE: E poi?

TEODOLINDA: Calze

CLEMENTE: E?

TEODOLINDA: Giarrettiera

CLEMENTE: Fuochino

TEODOLINDA: Potrebbe essere qualcosa che ho ricevuto in un pacchetto

CLEMENTE: Fuocarello

TEODOLINDA: Tigrato

CLEMENTE: Fuoco

TEODOLINDA: Che potrebbe venire da un negozietto un po’ particolare

CLEMENTE: Incendio