La tartaruga e lo squalo
C’era una volta e c’è ancora un mare
meraviglioso nell’Emisfero Australe dove pesci, alghe e meduse convivono pacificamente.
Vi sono anche moltissime altre creature, alcune delle quali pare che siano
visibili soltanto con particolari strumenti quali, ad esempio, un sottomarino tutto
giallo illuminato da arcobaleni multipli dove si canta tutto il giorno e la
sera si studiano le canzoni da suonare l’indomani.
Un bel giorno uno squalo bianco incontrò
una tartaruga talmente grande ma talmente enorme da fare ombra ad un intero
branco di carcarodonti che, come è noto e arcinoto, non sono animali che si
vorrebbe incontrare quando si sta gioiosamente surfando sulle onde.
Il pesce, incuriosito, le nuotò intorno
e le chiese:
“Tartaruga, come fai ad essere così
grande?”
“Oh tu devi essere proprio un carcarodonte,
io ho conosciuto i tuoi antenati sai?”
“I miei antenati?”
“Sì, beh, diciamo che ho dimenticato di
estinguermi e continuo a navigare nei mari da molti millenni e ho avuto modo,
beh, qualche tempo fa indubitabilmente, di conoscere i tuoi antenati megalodonti,
ah loro erano grandi quanto dieci di voi messi in fila! Che tempi ragazzi!”
“Ma quanti anni hai?”
“Anni? Oh non saprei proprio, qualche
centinaio di migliaio di secoli penso”
“Centinaia di migliaia di secoli?”
“Sì, ti chiederai come ho fatto a sfuggire
agli umani, forse”
“Beh anche”
“Mi sono travestita, a volte da scoglio,
altre da isolotto o da vulcano”
“Ah ecco e ricordi molte cose?”
“Oh figliolo sì, ho un’ottima memoria,
cosa vuoi sapere?”
“Non lo so…puoi dirmi qualcosa di questi
megalodonti?”
“I tuoi antenati?”
“Sì”
“Aspetta aspetta, però, mi devi dire
qualcosa di te… oh ecco degli umani, presto giratemi intorno come fossi un
isolotto”
Gli squali le girarono intorno, un aereo
passò e alcuni turisti fotografarono un isolotto brullo, che ritennero di
nessun interesse, circondato da splendidi e spaventosi esemplari di carcarodonte,
quando furono andati via la tartaruga narrò ad ognuno antiche storie di lontani
antenati, almeno di quelli di cui era più che certa, e gli squali furono così
contenti che le promisero, se ve ne fosse stato bisogno, di difenderla dagli
umani che, se l’avessero vista, forse l’avrebbero portata in qualche città che
lei non conosceva e avrebbero cercato di studiarla senza neanche avere l’accortezza
di chiederle qualcosa su, che so, i primati o gli uomini primitivi di cui lei,
ovviamente, tutto ricordava.