Lappo
e i suoi amici (bozza)
Volpacchiotta la Volpe magica della
Terra Remota aprì gli occhi al di sopra della sua folta coda per controllare
che fosse effettivamente l’ultimo giorno dell’anno in cui il sole sorgeva e
tramontava.
Un raggio attraversò i rami di un abete,
la luce si scompose in un prisma arcobaleno e la lunga notte lappone calò sul
villaggio. L’alba successiva ci sarebbe stata a gennaio, dopo circa un mese, e
lei non aveva intenzione alcuna di perdersi l’occasione di pigrare tanto a
lungo. Volpacchiotta era, a memoria di ghiacciaio, una delle creature più
veloci che si fossero mai viste in quelle lande ed era tanto svelta quanto
incline al relax.
‘Presto e bene’ era il suo motto: le
piaceva sbrigare velocemente le incombenze e i doveri per poter poi godere a
suo piacimento del meritatissimo tempo libero.
Non era inusuale incontrarla presso la SPA
Geyser, un complesso termale particolarmente ben attrezzato dove indulgeva in
lunghe sedute di fox-massage o massaggio volpesco, hair-cuddle-brushing o
spazzolamento coccoloso, sauna aromatica, o semplicemente rimaneva immersa per
ore nell’acqua calda tra i ghiacci artici a contemplare i fiocchi di neve
adagiarsi lievi sugli igloo.
Stiracchiò le zampe anteriori e si
produsse in un ampio sbadiglio, preparò lesta uno spuntino a base di salmone
affumicato con un filo d’olio, qualche goccia di sciroppo d’acero, crema di
mirtilli rossi e crostini croccanti di pane lappone. Da bere, Betullica, la
bevanda preparata da Lilla, cavallo bianco con una gran voglia di vivere che,
per lo strazio di vicini e amici, amava esternare cantando, nonostante fosse la
più stonata del villaggio.
Qualcuno aveva talvolta provato a
suggerirle di prendere lezioni di canto, magari dagli uccelli del bosco, lei ci
aveva pensato su facendo roteare gli occhioni e aveva sempre fatto spallucce.
Era convinta di non aver tempo per simili sciocchezze: non voleva mica fare la
cantante, a che le sarebbero potute servire delle lezioni di musica?
Dirle che il villaggio, l’intera Terra
Remota, nonché gli abitanti delle vicine Lupania, Terra degli Orsi Polari,
Candilandia e Yakkia avrebbero molto gradito un suo miglioramento in tal senso sarebbe
stato offensivo e le sue leccornie erano troppo prelibate per far venire in testa
a qualche impudente di rivolgerle appunti sgarbati. Senza contare che non vi
era nessun altro in grado di abbinare alghe e licheni come riusciva a farlo
lei. Nella Terra Remota, comunque, non amavano essere scortesi gli uni con gli
altri, così il suo nitrito scomposto era diventato un elemento del paesaggio
sonoro di quella parte del Pianeta e Betullica la bevanda più gradita da
Volpacchiotta la quale, nel frattempo, aveva finito lo spuntino e stava sguazzando
beata nelle calde acque termali.
“Ma se stava preparando uno spuntino
qualche riga fa, come può essere già alla SPA Geyser?”, potrebbe chiedersi chi
legge, un po’ distrattamente, verrebbe da insinuare.
“Presto e bene: qualunque attività
diversa dal relax è una perdita di preziosissimo tempo coccoloso e si deve
svolgere in men che non si dica!”.
“Che vuol dire in men che non si dica?”
“In men che non si dica, in un tempo
minore rispetto a quello necessario per raccontarlo”
“Uhm, mi sembra velocissimo”
“Lo è: è una caratteristica delle volpi
magiche”
“…”
“Possiamo proseguire?”
“Uhm, va bene”
Dunque, mentre Volpacchiotta ronfava
lasciandosi spazzolare la codona arrivò Lince la tigre delle nevi perenni che
aveva appena finito di provare una nuova canzone scritta di suo pugno, per la
gioia del villaggio, dell’intera Terra Remota, nonché degli abitanti delle
vicine Lupania, Terra degli Orsi Polari, Candilandia e Yakkia. La sua voce, al
contrario di quella di Lilla, era soave e melodiosa, le sue dita riuscivano a
produrre suoni talmente gradevoli che ascoltarla era un momento di pura estasi
sensoriale.
“Buongiorno Volpacchiotta”, disse Lince
tuffandosi in acqua
“Buongiorno a te Lince”, rispose
Volpacchiotta raggiungendo il suo amico all’istante
“Come stai?”
“Benissimo: mi aspetta un mesetto di
relax assoluto, yuhuuu”
“Davvero? Quindi non hai saputo?”
“Cosa avrei dovuto sapere?”
Lince amava cogliere Volpacchiotta in
castagna quando c’era qualche novità di cui lei non era ancora venuta a
conoscenza, gli piaceva vedere i suoi sveglissimi occhi vagare sul suo viso in
cerca di qualche indizio rivelatore. Si girò, dunque, tra le calde acque
benefiche e si crogiolò su un soffione che creava un piacevolissimo effetto
idromassaggio, e ponderò le parole facendo ben attenzione a farsi rimirare
dalla volpe magica di cui era, non troppo segretamente, innamorato. Lei, tanto
lesta ad agire quanto tarda a capire i sobbalzi degli altrui cuori e a
lasciarsi andare alle smancerie, soffermò il proprio sguardo sulla bella
pelliccia del suo amico.
“Ah be’, se non lo sai posso dirtelo
senza dubbio”
“Forse non so a cosa ti riferisci”,
rispose tra il piccato e l’incuriosito Volpacchiotta cadendo con tutta la coda
nel gioco di Lince, com’egli aveva decisamente sperato.
“Può darsi”
“Potresti provare a dirmelo così vediamo
se è quello a cui penso anch’io”
“Certo tanto se lo avessi saputo mi
avresti già risposto”
“Dici?”
“Ne sono certo”
“Beh, allora dai, dimmi dimmi dimmi”
Volpacchiotta era incuriosita a puntino
e Lince era, come si suol dire, in brodo di giuggiole.
“Margot e Roberto si esibiranno alla
fine del buio”
Aveva lasciato cadere la frase con
nonchalance, pregustando l’effetto che avrebbe, e che aveva effettivamente,
sortito.
Margot e Roberto erano i più bravi
ballerini di tutti i tempi, vederli danzare era a dir poco emozionante e lo
spettacolo sarebbe stato scintillante, sorprendente, sfavillante, splendente…
“Margot e Roberto???”
Lince assaporò il fremito di curiosità
che aveva smosso i baffi di Volpacchiotta , si soffermò a rimirarsi le unghie
estraendole una alla volta come se non ci fosse nient’altro da fare in
quell’istante, si rotolò nella neve fresca per immergersi nuovamente nel tepore
acqueo osservando con i suoi occhi che vedevano ben oltre le apparenze la gamma
di reazioni contrastanti sul volto della volpe magica e aggiunse al momento
giusto:
“Uhm sì… e la coreografia è di Loïe, la
fata cristallina”
A questo punto era certo che Volpacchiotta
avrebbe seguito tutte le sue evoluzioni termali e si rilassò per qualche minuto
sotto una cascatella di acqua calda che si faceva strada tra gli alberi
innevati, si scrollò di dosso il calore umido, si rotolò su un mucchio di
foglie aromatiche, si arrampicò sulla cima più promettente e si lanciò in
un’esibizione di tree-diving. Il tuffo dall’albero innevato lasciò a bocca
aperta chiunque avesse avuto la fortuna di essere lì in quel momento tanto che
Timmy il Panda aveva immediatamente messo in produzione statuette di ghiaccio,
semplici o aromatizzate ai frutti di bosco, con le pose più plastiche assunte
dalla tigre delle nevi perenni mentre sfoggiava tanta maestria.
Timmy era un panda, di tutta evidenza, e
si trovava nella Terra Remota per uno strano caso del destino. In realtà lui
proveniva dalla Cina, un giorno in cui non aveva molto da fare decise di
prendersi del tempo libero e si incamminò verso la foresta di bambù per una
passeggiatina. Si dà il caso che avesse un pessimo senso dell’orientamento e
parecchie paturnie da scaricare: alcuni umani dispettosi lo avevano proprio
fatto innervosire e per non aggredirli, anche se avrebbe potuto liberarsene con
una semplice zampata, preferì una sana camminata.
Cammina cammina si trovò però nella
Terra Remota, non se n’era avveduto perché era il mese della luce perenne,
quando il sole non tramonta mai, chissà che mal di zampe avrà avuto quando
decise di fermarsi a dissetarsi un po’!
Il tramonto finalmente era arrivato ma
lui aveva stretto amicizia con Romy la renna, che non aveva mai scatti di
nervosismo, era sempre molto ponderato e, beh, insomma era di quelli che non ti
faranno dispetti stupidi. Timmy, seppur fosse tanto grande fisicamente e tanto
forte, non amava reagire con veemenza: preferiva levare le tende piuttosto che
iniziare una discussione che non si sapeva dove sarebbe andata a parare per cui
si era trovato proprio bene con lui.
“Hey Romy”
“Dimmi Timmy”
“Che ne pensi?”
“Di cosa?”
“Beh, sì, insomma”
“Dev’essere una questione piuttosto
spinosa se hai tante difficoltà a parlarmene. Io sono tuo amico, sai che puoi
esprimerti liberamente con me”
“Ecco, è proprio questo il punto”
“, che vuoi dire?”
“Beh, vedi, io…”
Romy capì e sorrise: “Vorresti rimanere
nella Terra Remota?”
“…Sì”, rispose arrossendo, sentendosi
finalmente compreso
“Bisognerebbe considerare i pro e i
contro,. Perché non provi a rimanere qui quest’inverno, durante la lunga notte,
così da poter prendere una decisione assennata?”
Romy era una renna di poche ma sagge
parole e Timmy, che non sapeva orientarsi tra le strade ma procedeva senza
difficoltà nel percorrere le vie del cuore, aveva capito all’istante che
sarebbe rimasto. In poco tempo aprì ‘Gigogin’, una bottega in cui creava
babbucce per bambini, e si ambientò benissimo nel villaggio nella Terra Remota.
Romy era il suo migliore amico ma andava d’accordo un po’ con tutti ed era
piuttosto intraprendente tant’è che appena Lince effettuò i salti per
impressionare la sua amata aveva subito cominciato ad intagliare ghiaccioli.
La Volpe magica sembrava proprio
incantata di fronte a tanta maestria ma il momento di estasi idilliaca venne
bruscamente interrotto dal goffo tuffo di Lappo, l’husky lupo dagli occhi di
ghiaccio, fiero e coraggioso sincero e freddoloso.
“Ahhhh finalmente un po’ di tepore” guaì
gioioso.
Volpacchiotta al suo arrivo girò lo
sguardo e cominciò a chiacchierare amabilmente con il suo caro amico, lasciando
Lince volteggiare tra i bianchissimi alberi tra lo stupore generale ma
all’asciutto dall’unico sguardo che gli interessasse veramente.
“Ciao Lappo! Che piacere vederti”
“Ciao Volpacchiotta! Il piacere è il
mio, hai sentito che freddo? Cominciavo proprio ad intirizzirmi”
“Lappo, sei l’unico husky lupo del
Pianeta a soffrire il freddo”, lo schernì Samira la Giraffa che si rotolò nella
neve sottolineando la sua affermazione con un lungo sbuffo accompagnato dalla
più tipica delle sue espressioni: “Oh che caldo che fa”.
Cosa ci facesse una giraffa tra le lande
lapponi è presto detto: soffriva terribilmente il caldo e il solo luogo in cui
si era trovata abbastanza a suo agio era appunto il villaggio nella Terra
Remota. L’inconveniente era che sbatteva sempre contro le porte di igloo e
tende perché dimenticava di avere un lungo collo e zampe non propriamente
adatte a vivere in quello che a Lappo pareva un interminabile inverno.
Lince fu molto contento dell’intrusione
leggiadra di Samira, così poté ricominciare a cercare di carpire l’attenzione
di Volpacchiotta senza doversi inventare qualche altro stratagemma.
“Samira, Lappo, che piacere incontrarci.
Stavo giustappunto parlando a Volpacchiotta dello spettacolo di Margot e
Roberto….”
“Ne ho inteso parlare anch’io” si
intromise tra lo stupore generale la foca Bally, notoriamente interessata
soltanto a mangiare e a praticare il belly-skiing, lo sci di pancia…
L’intrusione fece gioco a Lince che poté
a quel punto sfoderare l’invito senza sembrare sgarbato o inopportuno.
“Stavo or ora proponendo a Volpacchiotta
di andare insieme a vederlo, dovrebbe essere proprio bello”
“Ma è vero che le coreografie saranno di
Loïe la fata cristallina?” chiese Samira
“Sì, e pare che la scenografia verrà
preparata da Magik la lepre bianca”, aggiunse Lince con una punta di orgoglio
Un coro di WOW si levò tra i caldi fumi
termali nella gelida e lunghissima notte lappone.
“E per la musica i The Balmung”, asserì
Romy la renna che nel frattempo si era unita al gruppo insieme a Timmy il panda
per un bicchiere di Betullica.