Lappo
e i suoi amici. Lo spettacolo tanto atteso. (bozza)
Le attività fervevano nella Terra Remota,
Lappo e i suoi amici si stavano preparando per il grande giorno dello spettacolo
tanto atteso di cui soltanto Magik la Lepre bianca sapeva qualcosa in più
perché era addetto alle luci.
Quello che si sapeva era che i
protagonisti sarebbero stati Roberto e Margot, che la coreografia sarebbe stata
creata da Loïe la Fata cristallina, le luci di Magik e la musica del gruppo di rock
progressivo The Balmung che sarebbe giunto nella Terra Remota da un paese
italiano nella provincia romana.
Non erano trapelate notizie un po’ per
non rovinare l’effetto sorpresa e un po’ perché quello era il metodo di lavoro
di Loïe.
La Fata cristallina è sempre stata un po’
capricciosa, una di quelle fate che non amano programmare tutto in anticipo, o
meglio, che programmano tutto nei minimi dettagli e poi si trovano, per un
motivo o per l’altro, a ricominciare quasi all’infinito.
Magik provava e riprovava le luci ed era
quasi riuscito a fare quello che gli aveva chiesto Loïe, cioè quasi l’impossibile,
trovando ispirazione in alcuni scritti di Marie Curie mentre Roberto e Margot seguivano
le indicazioni della coreografa e quasi tutti i giorni dovevano fare qualche
correzione o ricreare qualche passo.
Quando tutto sembrava perfetto ecco che
c’era da ricominciare passo passo.
Volenti o nolenti il gran giorno, seppure
fosse difficile distinguerlo dalla notte visto che era sempre buio in quel mese
dell’anno, era arrivato.
Lappo e i suoi amici si erano vestiti per
l’occasione, i The Balmung con Cloudy e gli altri erano giunti dall’Italia e
avevano subito preso un raffreddore perché non erano abituati a quel clima e si
trovavano perfettamente in sintonia con l’husky lupo dagli occhi di ghiaccio
sul freddo, Magik era uscito dal suo laboratorio con tutte le attrezzature,
Roberto e Margot avevano fatto le ultime prove generali e tutto era pronto, o quasi.
Gli abitanti della Terra Remota, nonché delle
vicine Lupania, Terra degli Orsi Polari, Candilandia e Yakkia si erano radunati
cogliendo l’occasione per salutare amici e parenti che non vedevano da tempo e Lince
stava pregustando l’arrivo di Volpacchiotta la quale, però, sembrava aver
dimenticato di arrivare.
Cosa poteva esserle accaduto?
Non si sapeva davvero né si sarebbe
potuto immaginare. Beh, forse con un po’ di fantasia, neanche troppa a dire il
vero…”
Già già doveva proprio essersi
addormentata nelle calde acque termali e aveva certamente dimenticato di arrivare
in tempo.
I minuti trascorrevano allegri ma di Volpacchiotta
nessuna traccia.
Il volto di Lince era sempre più triste
ma non c’era spazio per la malinconia con uno spettacolo tanto bello che stava
per cominciare.
Tutto sembrava pronto, Loïe dopo varie
esitazioni aveva dato il via libera e il sipario si era alzato su uno scenario
a dir poco meraviglioso, la musica era perfetta, le luci splendide e, quando
stavano per entrare in scena Margot e Roberto nel cielo scuro si produssero
incredibili effetti luminosi. Subito si pensò che Magik questa volta avesse
superato sé stesso ma si capì ben presto che quelle luminescenze erano qualcosa
di più di un abile lavoro prodotto da faretti e luminarie: Volpacchiotta la Volpe
magica si era proprio addormentata alle terme ma si era svegliata in tempo per
accorgersi che era in ritardo per cui cominciò a correre tanto velocemente che
la sua coda a contatto con la neve produsse scintille tanto simili a quelle che
creano i fabbri con le saldatrici ma erano di colori tanto belli che il cielo se
ne innamorò e tutti gli anni decise di ricreare quella magia con l’aurora
boreale.
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