113.
ERMES: Macrì penso che dovresti essere
la presidentessa del Tribunale dell’Amore
IRINA: Concordo
GINEVRA: E io chi sarei?
ERMES: Parte in causa
IRINA: Dovrai attenerti alle decisioni
del Tribunale dell’Amore
GINEVRA: Non ci penso proprio
MARIACRISTINA: Vabbè possiamo lasciare
il principio della libera scelta
ERMES: Il libero arbitrio?
MARIACRISTINA: Ma sì, dai
IRINA: Un tribunale con potere consultivo
e basta
GINEVRA: Uhm mi sembra più ragionevole
ERMES: Dai cominciamo
MARIACRISTINA: Bene, dichiaro aperta la
seduta del Tribunale dell’Amore, Cancelliera Irina che caso si dibatterà oggi?
IRINA: Il matrimonio è il luogo per mantenere
intatto il patrimonio oppure la natura alcova per la felicità?
GINEVRA: Non capisco perché con Layla
disperderei il patrimonio
ERMES: Oh bella, perché non mi pare
disponga di tante sostanze
MARIACRISTINA: Silenzio! Quali sono le
parti in causa?
IRINA: La qui presente Ginevra e Layla,
in contumacia
GINEVRA: A sua insaputa direi
ERMES: Mi pare ti abbia gentilmente scaricata
MARIACRISTINA: E il caso umano?
IRINA: David?
GINEVRA: Ma che c’entra David?
ERMES: Sì, infatti, che c’entra David?
MARIACRISTINA: Non è parte in causa?
IRINA: Direi di no
GINEVRA: Assolutamente no.
114.
GREGORIO: Io sono quasi arrivato, debbo
salutarvi
DAVID: Uhm, sì ma potresti approfondire
quello che dicevi?
GREGORIO: A proposito di cosa?
REBECCA: Della bugia immagino
DAVID: No, sul fatto che potrei
incontrare una che la pensa come me
GREGORIO: Potrebbe esistere nel mondo una
donna, non dico come tua madre
DAVID: La smetti di farle la corte?
GREGORIO: Non mi permetterei mai, non è
donna che tradirebbe la fiducia dell’uomo che ama, purtroppo
REBECCA: Questo è vero
GREGORIO: E neanche lui
DAVID: Quindi non hai chance?
GREGORIO: Non ne avrei comunque
REBECCA: AHAHAHAHA
DAVID: Perché?
GREGORIO: Sono da sempre innamorato dell’amore,
non credo che lo tradirei mai per una sola persona
DAVID: Temo di non aver capito
REBECCA: Non si impegnerebbe mai anima e
corpo con una sola persona
GREGORIO: Oh sì, lo faccio quasi ogni
volta
DAVID: E quanto dura l’impegno anima e
corpo?
GREGORIO: Il tempo di innamorarmi
follemente
REBECCA: Cioè non più di qualche attimo
GREGORIO: Una bocca così perfettamente disegnata
non può che pronunciare cristallina verità
115.
Clemente e Teodolinda giunsero nel luogo
designato per la consumazione del loro lungo e laborioso dovere coniugale.
Con dovizia di particolari sviscerarono
le loro perversioni.
Il desiderio di dominio e di possesso si
espresse in macchinose estensioni dei loro organi sessuali.
Trafissero con tacchi affilati e
strumenti mutuati dalle stanze delle torture medievali le meschinità che condivano
le loro vite senza preoccuparsi, per qualche ora, del giudizio degli altri.
Esplorarono il doloroso universo di
peccaminosi giochetti erotici, esercitando le loro capacità di sopportazione.
Una pratica che ritenevano utile anche
per affrontare le quotidiane difficoltà.
Rebecca prese fisicamente in mano le
redini del suo giocattolo umano, lo costrinse a modellare il suo piacere sulle
sue volontà: era la sua personale vendetta per tutte le volte che il marito le
indicava uomini o donne da compiacere utilizzando il suo potere di seduzione
per ottenere favori utili all’azienda di famiglia.
Quando lei ebbe soddisfatto i suoi desideri,
Clemente la riportò alla docilità con azioni piuttosto convincenti e le fece
comprendere che la notte era ancora molto lunga.
Rebecca, ormai stanchissima,
riprese il dominio sul marito con astuzia e ingegno, lo torturò quel tanto che
basta per fiaccarne la volontà e si accasciò al suo fianco per addormentarsi.
Non aveva, però, fatto bene i suoi
calcoli e l’errore le costò lo scettro coniugale.
Clemente tornò in sella e la portò allo
stremo delle forze, incurante dei suoi gemiti e delle sue suppliche.
Caddero in un sonno profondo fino alle
prime ore del giorno, quando Rebecca lo svegliò con fredda cattiveria.
Clemente tentò in tutti i modi di rovesciare
in suo favore le sorti della nottata ma invano.
Avrebbe certamente trovato un capro
espiatorio nel corso della giornata per sfogare la sua frustrazione coniugale.
116.
La porta si aprì.
Imbarazzo e aspettative si mescolarono
all’odore di biscotti e di buono.
EGLE: Sorpresa!
ALTEA: Ciao Pierluca, come mai a quest’ora?
ERMANNO: Siediti, volete un po’ di latte
e biscotti?
PIERLUCA: Buonasera…io…noi… sì.. grazie
CHARLOTTE: Sì… sì… grazie
EGLE: Che facce avete!
ALTEA: Sembrate imbarazzati
ERMANNO: Ecco latte e biscotti, sedetevi
PIERLUCA: Sì, certo
CHARLOTTE: Grazie
EGLE: Allora, che avete da dirci con
quelle facce?
ALTEA: Vi siete lasciati?
ERMANNO: Macché, guarda come mangiano
CHARLOTTE: Non ci siamo lasciati…
PIERLUCA: Io vorrei, se permettete, chiedere
formalmente la mano di Charlotte e da questo momento considerare ufficiale il
nostro fidanzamento.
EGLE: Ufficiale?
ALTEA: Non ho capito
ERMANNO: Nemmeno io
PIERLUCA, con ancora il segno del latte
e le molliche dei biscotti ai bordi delle labbra si inginocchia e tira fuori
dalla tasca una scatolina contenente un anello di diamanti piuttosto importante:
Charlotte, io dichiaro formalmente davanti ai tuoi genitori, a tua zia e al
pupazzetto Milo che ti amo. Ti prego di accettare questo segno della devozione profonda
che provo per te.
CHARLOTTE: Pierluca io…io… ti amo
ERMANNO: Cioè che succede?
EGLE: Tua figlia ha appena ricevuto una
proposta di fidanzamento con tanto di anello di brillanti
ALTEA: Diamanti
EGLE: Diamanti? Così grossi?
ERMANNO: Io non so che dire, ma che fa?
La bacia! Sta baciando la mia piccoletta!
ALTEA: Ermanno, la tua piccolina è quasi
maggiorenne
EGLE: Eh già…
117.
GREGORIO: Beh, ora devo proprio
salutarvi, è stato un immenso piacere.
DAVID: Va bene, grazie, ciao!
REBECCA: Ciao Gregorio, anche per me, a
presto.
GREGORIO: A domani, spero.
DAVID: Ciao
REBECCA: Ciao
DAVID: Ma davvero non è in grado di innamorarsi
di una sola persona?
REBECCA: Non ne ha la minima intenzione
DAVID: Perché?
REBECCA: Perché ci sono persone che amano
soltanto sé stesse
DAVID: Pensi che abbia ragione?
REBECCA: Riguardo a cosa?
DAVID: Che sia sbagliato quello che sto
facendo
REBECCA: David, sinceramente, non mi
pare che se stai cercando una ragazza che ti apprezzi per quello che sei,
dovresti iniziare con una bugia. Cosa dovrebbe pensare di te?
DAVID: Che non mi fido delle persone?
REBECCA: O che sei un bugiardo?
DAVID: A questo non avevo pensato
REBECCA: Beh, mi pare un elemento su cui
riflettere e poi, sinceramente…
DAVID: Cosa?
REBECCA: Pensi davvero che una ragazza
cresciuta in un ambiente tanto diverso dal tuo potrebbe trovarcisi bene, anche
se decidesse di accettare la tua buona fede?
DAVID: Perché No? Gli agi sono una bella
comodità
REBECCA: Ah beh e quindi lei dovrebbe
essere sempre dipendente da te, non pensi che sarebbe un po’ poco bilanciato
questo rapporto?
DAVID: Perché dovrebbe dipendere da me?
REBECCA: Oh bella! Perché se volesse,
che ne so, decidere di andare ad ammirare l’aurora boreale in Finlandia e poi
andare a fare un pupazzo di neve tra le montagne svizzere non penso che
potrebbe decidere di farlo senza chiederti del denaro e allora quale sarebbe la
differenza? Stai forse cercando di comprare l’amore di una donna per essere
certo della sua lealtà?