C’era una volta e c’è ancora una piccola città nel Nord dell’Inghilterra dove le persone sanno riconoscere tantissimi tipi di pioggia, parlandone per ore e ore prima di accomodarsi a gustare una calda tazza di tè.
In questo luogo molto pittoresco, su un
grande e accogliente olmo, abitava Sarina una cinciallegra che aveva tanta voglia
di volare ma, per quanto ci provasse, non c’era niente da fare, non ci riusciva
punto.
Pigolando allegramente si sporgeva dal
nido, guardava in basso, si sporgeva di nuovo e poi si rintanava tra le piume e
le foglie.
Le sue amiche di quando in quando la
andavano a trovare portandole in dono qualche petalo profumato oppure un
prelibato bocconcino, un gheriglio di noce o altre squisitezze.
Sarina era piccolina anche se era ormai
abbastanza grandicella.
Ogni giorno alzava la testa, pigolava
allegramente, si sporgeva dal nido, guardava in basso, si sporgeva di nuovo e poi
si rintanava tra le piume e le foglie.
Un giorno una scoiattolina di nome
Giulietta si arrampicò fino al ramo dell’alto olmo in cui era il nido di
Sarina.
“Ciao, io sono Giulietta”
“Ciao, io sono Sarina”, rispose un po’
intimidita la cinciallegra
“Nel bosco e in paese non si fa che
parlare di te, sai?”, disse la castorina
“Davvero? E perché?”, chiese stupita Sarina
“Oh, tutti quanti si stanno chiedendo
come fare per aiutarti a volare”
“Mi piacerebbe tanto”, rispose sporgendosi
dal nido, guardando in basso, sporgendosi di nuovo prima di rintanarsi tra le
piume e le foglie.
In quel mentre arrivò la mamma di
Sarina, era raggiante quella mattina, così felice come non le capitava da molto
tempo, salutò Sarina e Giulietta, la castorina.
“Ciao Sarina, hai visto, un’amica è
venuta a trovarti fin qui sul grande olmo”, esordì la mamma
“Mi chiamo Giulietta, piacere, non
vorrei disturbare”
“Oh nessun disturbo, è un gran piacere”,
risposero in coro le due cinciallegre.
“Giulietta mi stava dicendo che nel
bosco e in paese parlano di me”
“E che dicono?”, chiese la mamma un po’
preoccupata
“Oh, beh, ecco, vorrebbero, vorremmo
aiutarla a volare”
“Ma non è possibile”, sospirò Sarina
sporgendosi dal nido, guardando in basso, sporgendosi di nuovo e poi rintanandosi
tra le piume e le foglie.
“Oh sì invece!” esclamarono in coro la
mamma e la castorina
“E come?” chiese incredula Sarina sporgendosi
dal nido, guardando in basso, sporgendosi di nuovo e poi rintanandosi tra le piume
e le foglie.
La mamma le raccontò che le avrebbero
accolte in un centro specializzato “ne esistono soltanto cinque in tutto il
mondo”, esclamò aggiungendo che così avrebbe potuto volare anche lei.
Sarina non voleva credere a quelle
parole ma le espressioni sui volti della mamma e della castorina non lasciavano
dubbi. Si sporse dal nido, guardò in basso, si sporse di nuovo e poi, rintanandosi
tra le piume e le foglie, chiese: “Ma come farò a scendere dal grande olmo?”
“Oh per questo ci sono io”, affermò
orgogliosa Giulietta castorina indicando con la folta coda la sua schiena.
La mamma accomodò Sarina sulla schiena
di Giulietta, che le avvolse la sua coda intorno stretta stretta per non farla
cadere. Sarina rideva “mi fai il solletico con i peli” e scesero dal grande
olmo urlando allegramente.
Tutti gli abitanti del bosco, del borgo
e del paese si erano radunati intorno all’albero, chi tra le radici, chi su un
ramo, chi sul prato e chi sul tetto del fienile poco lontano.
Quando scesero le accolsero con un
grande applauso.
Le tre si diressero senza indugio verso
un ospedale un po’ speciale dove Sarina venne accolta con molto calore.
Giulietta salutò le sue amiche e tornò
nel bosco.
Sarina si impegnò moltissimo, a volte si
scoraggiava e piangeva, certa che non sarebbe mai riuscita a volare, la mamma
la rassicurava, la coccolava e la spronava senza mai perdersi d’animo.
Dopo tanto penare, uscirono finalmente
dall’ospedale e poterono volare fino al nido sul grande olmo Sarina si sporse dal
nido, guardò in basso, si sporse di nuovo e volò felice insieme alle sue amiche
che le avevano organizzato una bella festicciola.
Nessun commento:
Posta un commento