venerdì 31 gennaio 2020

Favoletta ghibberish


Favoletta ghibberish

Balabalabalablù disse un passerotto blu che saltellava da un ramo ad un altro di un melo che rispose melimelimelimè. Hihihihihihihihih sghignazzò una formica. Cipiripiripirò rispose una vespa Bazazzazazà le fece eco una farfalla Guibiribiribibì sorrise una stella facendo l’occhiolino..


giovedì 30 gennaio 2020

Istrice Gialletto


Istrice Gialletto

C’era una volta e c’è ancora una grande fattoria in un bel parco naturale. Vicino al fienile ci sono tanti bei silos con grano, orzo, farro, avena e tante altre granaglie. Un bel giorno, sul tetto di un silos, si arrampicò, chissà come, un istrice che sembrava fatto di plastilina gialla e shanghai colorati ma che in realtà era un istrice vero e proprio, soltanto un po’ giallognolo, era infatti Istrice Gialletto, noto nella fattoria per avere idee un po’ strambe sul concetto di divertimento. Aveva deciso, guarda un po’, di lanciarsi dal tetto scivolando svelto svelto per poi fare una capriola e cadere nel fienile ma doveva ben calcolare la traiettoria!

mercoledì 29 gennaio 2020

martedì 28 gennaio 2020

Scioglilingua del Coniglio del Cansiglio che voleva un buon consiglio


Scioglilingua del Coniglio del Cansiglio che voleva un buon consiglio

Il coniglio del Cansiglio voleva un buon consiglio e con gran cipiglio arcuò il sopracciglio

lunedì 27 gennaio 2020

Puzzle Jam animalesca


Puzzle Jam animalesca

Biricci la Foca stava guardando il mare che quel giorno aveva il colore dell’acquamarina, più verde che azzurro. SPLASH SPLASH SPLASH le onde placidamente si infrangevano sulla battigia una dietro l’altra e Biricci iniziò a suonare il suo contrabbasso seguendone il ritmo, lento o impetuoso, in base ai capricci del mare. DUBADABUBADUBAMDUM
Attirato da quel suono Trapatapatapù l’Orso si lasciò guidare dal vento WHOOO WHOOO e soffiò nella sua tuba PRRRR  PRRRRU PRRRRUUUUU. Senza dar tempo al tempo, Baddaba l’Otis Tarda accennò Sittin’ on the Dock of the Bay con le sue nacchere TRAT TRATT TRATT. Gibbi il Coccodrillo poteva resistere a tutto ma non al suono delle piccole conchiglie di legno e così percosse le barre del suo xilofono TINCHITINCHITINCHITÌ. Gevi il Bracco drizzò la coda, alzò una zampa e non perse l’occasione di far tintinnare le campanelle DIN DIN DING. “Corpo di mille ocarine!” esclamò Petè l’Ornitorinco a quel trambusto e DUM DUM DUDUDUM DU DU DUM attaccò all’amplificatore il suo basso elettrico facendo risuonare le corde metalliche sul ritmo di Biricci la Foca. TARATATARATATUMTATATUMTA rispose facendo risuonare grancassa, rullante, charleston, piatti e tamburi della sua batteria Pada il Panda sgranocchiando un fresco germoglio di bambù. “Queste sonorità fanno vibrare il mio diapason” sussurrò entusiasta Appeto il Caribù dando il LA a Peccipo il Geco, noto tenore LA LA RA LA LA LA LALLÀ di cui Andrew Shorty l’Elefante col naso lungo lungo trombonista di grande esperienza soffiò nel suo ottone TUBBRUPURUBUPPBURUPPURUBU ispirando Gebbengiba l’Anaconda che ampliò e compresse il mantice del suo bandoneón, un tipo di fisarmonica, ZAZAZZZAZZZA, ispirando Labbito il Cammello che pizzicò le corde del suo mandolino DLEDLLLLEDLLLE ispirando TRAPPARENTO il Rinoceronte che fece vibrare l’archetto sulla sua viola ZENNN ZEZEZEN ZEN ZEN ZEN ZEN. CICICICICCICÌ si scossero le maracas di Cipì il Formichiere. GOGOGONG NGONGOGONG vibrò il Gong di Cattepì l’Ippopotamo. Dabbel la Gatta aprì pigramente un occhio e saltellò sulla tastiera bianca e nera del pianoforte TITITITITITITITA TETITITI TIT. DELENDELEDENDELEDELEN “Quasi quasi pizzico le corde della mia chitarra” pensò a quel punto Ebigiba la Giraffa facendo l’occhiolino a Cappugi il Cobra che soffiò senza indugio nel suo clarinetto PIRIPIRIPIRIPIRIRIPIRIPIRIPI. Quindi rispose Coppio la Talpa DALANDALANDALINDALENDA accarezzando il suo ukulele

domenica 26 gennaio 2020

Scioglilingua dello Scrocchianocchie


Scioglilingua dello Scrocchianocchie

Lo Scrocchianocchie scrocchia le nocchie schioccando le nocche

venerdì 24 gennaio 2020

Delia e la luna piangente


Delia e la luna piangente

C’era una volta e c’è ancora un lago tra le montagne, su su in alto, dove non si può arrivare se non a piedi o in volo perché non ci sono strade asfaltate, né rotaie, né treni a cremagliera ma soltanto qualche sentierino segnato con pietre colorate da alpinisti esperti dove non è difficile incontrare, se si ha la costanza di arrampicarsi a passo lento, seguendo il ritmo di cuore e polmoni, animali allo stato brado, un po’ spettinati a volte ma con quella fierezza tipica di chi ha la consapevolezza della libertà, che poi è un po’ come accorgersi di essere vivi in un mondo meraviglioso, seppur con tante contraddizioni. Delia la cavalla bianca rimase un po’ più a lungo vicino al lago, si era attardata, non aveva sonno e voleva vedere se anche la luna si specchiasse sulla superficie lacustre. Le era sempre sembrato che il satellite naturale della Terra fosse meno luminoso del sole e soprattutto non aveva capito se quando è buio si veda la luce e se la luce si rifranga sull’acqua. Delia è una cavalla molto curiosa. Le sue amiche e i suoi amici, conoscendola, la lasciarono stare, sapevano che la mattina dopo sarebbe tornata e che cercare di imbrigliare la sua fantasia sarebbe stato un inutile spreco di energia. Il cielo era limpido e l’aria non troppo fredda, Delia si nascose e aspettò l’alba lunare. Una bella luna piena, bianca e grande fece presto capolino mettendo a tacere qualche uccellino che già ridacchiava di lei. I raggi lunari, che sono il riflesso sulla superficie satellitare di quelli solari, si fecero strada e si tuffarono allegri nel lago, creando un bellissimo alone e una coda argentata, come quella di una sirena. Delia era proprio contenta ma notò che la luna non lo era per niente. “Cosa ti cruccia cara Luna?”, nitrì e la luna rispose: “Ah cara Delia, mi sento tanto sola! Tempo fa quando sorgevo c’erano sempre molte persone col naso all’insù, chi si abbracciava, chi si innamorava, chi componeva una musica, chi cantava una canzone, chi semplicemente pensava ‘che bella luna stasera’ e invece oggidì sembrano tutti indaffarati a pensare a chissà cosa e nessuno si preoccupa più di ammirarmi alzando il naso all’insù”.

giovedì 23 gennaio 2020

Storielle jazz. La jam session nel bosco


C’era una volta e c’è ancora uno splendido bosco vicino ad un ruscello e ad un antico mulino ad acqua con tanto di ruota flash flash flash. Nel bosco ci sono faggi, querce, funghi, felci, ciclamini, tantissime piante e animali di ogni genere ma ce n’è soltanto uno con un gilet color lavanda, un bel fiore indaco come bottone e un cappello col ciuffo: è Lilla, la Cavalla Bianca, lì giunta dalla lontana Lapponia per una lunga vacanza. Ispirata dal cinguettare degli uccellini cip cip cip, infatti, Lilla la Cavalla Bianca aveva deciso di imparare a suonare il flauto traverso tatatu tata tuttttt. Studia oggi, studia domani, perfeziona dopodomani, fatto sta che Lilla era rimasta là. Un bel giorno arrivò il Cagnolino Minù, anche lui in villeggiatura. Come è ben noto Minù poteva resistere a tutto tranne alla tentazione di una bella jam session, ossia un concertino improvvisato tra musicisti capitati lì per caso, e sentendo Lilla suonare non seppe, ovviamente, tenersi dal prendere in mano spazzole e bacchette e suonare rullante, piatti, charleston e grancassa tampatatumpatata. Gli uccellini, a quel punto, non vollero fare certo brutta figura e tirarono fuori dalle loro custodie, sempre battendo col pugno TOC TOC posso aprire?, i loro strumenti a fiato e gli ottoni. Tra trombe, paa paaa, ocarine pee pee, flauti, piii piiii, fagotti poo pooo, ottavine puu puu, ce n’erano di tutti i tipi. Udito quel concerto, Azul Cavalluccio arrivò al galoppo e cominciò a suonare la cornamusa scozzese. Presto si sparse la voce e si radunarono nel bosco persone da tutti i paesi vicini e finanche dalle montagne, dalle città, dalle colline e dal mare che applaudivano, ballavano e cantavano in coro.

mercoledì 22 gennaio 2020

Storielle jazz. Canuccio Minù non riesce a dormire


Canuccio Minù non riesce a dormire

C’era una volta e c’è ancora una splendida fattoria in una valle attraversata da un fiume quasi sempre placido flush flush e talvolta impetuoso paratapaflush splash spataplash bololombolobolombolò. Ai piedi di un albero di olmo, dove era attaccata una bella altalena fatta con lo pneumatico rororororororoorr di un trattore tututututututututututututut Canuccio Minù stava schiacciando un pisolino ronf ronf ronf quando giunse Torin Torello che percuoteva il tamburello taratata. Pecorella Bee Bee chiamò le sue sorelle e si misero a belare a tempo di tamburo, facendo così ondulare le loro campanelle delendelendelendelen. A quel suono celestiale si unì anche Pan, un omaccione con la barba folta e il corpo di caprone, che si divertiva a suonare jazz e altre musiche dai ritmi indiavolati. Tatata tum ta tiiiii ti ti tuuuuuuu peee tiiiii tuuuuu ta tepeteeeeee tapatapatuuuuuuuuu petipeti pà patuttt patapatà, intonò dapprima con un flauto che si chiama anche siringa e poi con la più maneggevole tromba
A quel fracasso Canuccio Minù aprì pigramente un occhio, si guardò intorno e, senza star troppo a questionare cominciò ad improvvisare con la grancassa.. …..

martedì 21 gennaio 2020

Storielle jazz. Miciamao, Brachetto Ben e Giammo il Coniglio Magico


C’era una volta una volta e c’è ancora una grande città con origini antichissime, bella e complicata come soltanto le grandi metropoli antiche sanno essere. In questo luogo, che si chiama Roma, Miciamao stava suonando il violino con l’archetto zin zin zin zin zin zin zin e zun zun zun zun zun zun quando ad un tratto arrivò Bracchetto Ben con il violoncello con la punta, la scarpa e l’archetto za za za za za za e zo zo zo zo zo.
Miciamao guardò Bracchetto Ben e gli disse: “Miaaaaaooooooooo miaaaaaaooooo”, che in linguaggio felino vorrebbe dire: “Spostati io sono qui col mio violino!”
Bracchetto Ben non si spostò e rispose: “Baaaaauuuuuuu bauuuu” che in lingua canina significa: “Oh no, io sono col mio violoncello, vedi ha anche la scarpa per la punta”
“Miaaaaooooooooo miaaooooooooooooooo” protestò Miciamao, sottolineando le sue affermazioni con un bel ziiiin ziiiiin ziiiiin che stava a significare: “E allora che intendi fare?”
“Babau babau woof woof”, “A me non importa proprio”, rispose Bracchetto Ben aggiungendo un bel za za a conclusione della sua affermazione.
Miciamao sospirò, contò fino a dieci 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 quando arrivò Giammo il Coniglio magico che zigo zigò una domanda che si tradurrebbe più o meno: “Quando comincia il concerto?”.
Bracchetto Ben e Miciamao si guardarono rispettivamente in cagnesco e in gattesco, non si potevano certo disattendere le aspettative di uno spettatore! E fu così che iniziarono a suonare e suonando suonando si divertirono talmente tanto da dimenticare che avrebbero voluto litigare.

domenica 19 gennaio 2020

Il maccalo ghiotto

C'era una volta e c'è ancora un noccioleto con tanti alberi di nocciole. Un bel giorno arrivò un maccalo, che era ghiotto ma così ghiotto da volte mangiare tutte le nocciole.. Prima una due tre quattro cinque sei sette otto nove...dieciiiik

sabato 18 gennaio 2020

Il boscaiolo e il liutaio


Il boscaiolo e il liutaio

C’era una volta e c’è ancora una foresta un po’ speciale, con tanti abeti rossi il cui legno viene utilizzato per produrre violini e strumenti musicali di altissima qualità. I più abili maestri liutai da secoli e secoli camminano tra le abetaie alla ricerca del legno perfetto che possa raggiungere, una volta lavorato con sapienza e suonato con maestria, le note dell’armonia universale.
Un bel giorno un liutaio rimase particolarmente colpito da un abete rosso che aveva, a suo dire, delle venature davvero particolari. Chiese al boscaiolo di fargli avere il legno di quell’albero ma il boscaiolo si rifiutò categoricamente di tagliarlo. “Perché? – chiese il famoso liutaio – ti pagherò profumatamente”. Il boscaiolo aveva certo bisogno di denari ma rispose “Il profumo del denaro non potrà mai riportarmi – rispose il boscaiolo – l’inconfondibile odore di questo albero che, sin da quando eravamo bambini, ha sempre diffuso nel bosco il fruscio dei suoi rami e l’essenza della sua resina”. Il liutaio capì che il boscaiolo sapeva parlare col bosco e non insistette più di tanto. Fu così che, camminando a passo lento, trovarono un albero abbattuto da un fulmine che aveva venature ancor più pregiate. Il boscaiolo fu felice di portarlo nel laboratorio del liutaio che lo lavorò con amore e dedizione fino a creare il violino più prezioso costruito fino a quel giorno. Quando la più brava violinista del suo tempo ne sfiorò le corde con l’archetto emise suoni rari e perfetti che risuonarono fin nella foresta degli abeti rossi.

venerdì 17 gennaio 2020

Il bambino dispettoso nel bosco


Il bambino dispettoso nel bosco

C’era una volta e c’è ancora un bosco incantato non lontano dall’abitato. In quel luogo meraviglioso vi era un bambino molto capriccioso, se aveva la tosse non voleva prendere lo sciroppo, se la mamma gli chiedeva: ‘vai al pozzo?’ lui rispondeva: ‘ora non posso’, se il papà gli preparava un bel brodo con l’ossobuco lui storceva il naso e si arrampicava sul bosso. Un bel giorno arrivò nel bosco una carovana di artisti e briganti e il bambino dispettoso pensò di accoglierla lanciando qualche sasso ma ricevette pan per focaccia perché nella carovana c’era un bimbo ancora più dispettoso che lo fece ruzzolare in un fosso, per fortuna lì c’era un orso e non si ruppe neanche un osso.

giovedì 16 gennaio 2020

Il cane che abbaiava sempre


Il cane che abbaiava sempre

C’era una volta e c’è ancora una via in un rione dove vivono persone simpatiche e un po’ stravaganti, semplici e amichevoli ma talvolta scontente.
In quella strada un cane abbaiava sempre, senza sosta e senza pace, assordando chiunque passasse vicino all’abitazione in cui era alloggiato. Il quadrupede era simpatico e i suoi amici umani lo avevano preso a ben volere ma lui non voleva saperne di smettere di abbaiare a tutte le ore, creando non pochi disagi alla popolazione locale.
I vicini organizzarono anche una colletta per mandarlo in una scuola per cani per insegnargli a non abbaiare ma lui non ne voleva proprio sapere e continuava imperterrito come se niente fosse.
Un bel giorno di sole, però, il cane abbaiò talmente forte che si aprirono tutte le porte per andare a vedere il motivo di tanto clamore: passava di lì una cagnetta di cui era stato sempre innamorato. Senza indugio balzò fuori dal balcone, atterrò su un covone e stampigliò sul muso della cagnetta un grande bacione. Da quel dì il cagnolino, felice e contento, non abbaiò più.  

mercoledì 15 gennaio 2020

Giulia alla scoperta della Danimarca


Giulia alla scoperta della Danimarca

Giulia alla scoperta della Danimarca
Tante cose imparerà

La Danimarca è una monarchia parlamentare
Membro dell’Unione Europea dal 1973
È il più piccolo Paese della Scandinavia
Ma non è nella Penisola Scandinava

Giulia alla scoperta della Danimarca
Tante cose imparerà

La Danimarca è costituita da molte isole
Ha vaste pianure e piccole colline moreniche
Lunghe notti in inverno e lunghe giornate in estate
E molte piste ciclabili

Giulia alla scoperta della Danimarca
Tante cose imparerà

Ha confini terrestri con la Germania
Ed è bagnata dal Mare del Nord
Molte sono le città importanti
Copenaghen è la capitale

Giulia alla scoperta della Danimarca
Tante cose imparerà


martedì 14 gennaio 2020

Il Leontopo Arslan in Danimarca


Il Leontopo Arslan in Danimarca

Il Leontopo Arslan girovagando se ne va
Tra spazio e tempo gironzolando di qua e di là
È un cronocosmonauta e questo lo sai già
Arriva in Danimarca, e sai che fa?
Crea asce nucleiformi e ceramiche ad Ertebølle
Adorna con ghirlande di fiori le abitazioni dei Cimbri
Incide pietre in lingua runica a Jelling
Celebra a Kalmar il regno di Norvegia-Danimarca
Battaglia contro le truppe di Napoleone Bonaparte
Si gode una bella rappresentazione di Otello

lunedì 13 gennaio 2020

Ciao Hello frasi semplici dove abiti/vivi


Ciao Hello frasi semplici dove abiti/vivi

Ciao hallo
Hello ciao

Hello ciao
Ciao hello

Oggi impariamo
Frasi
E modi
Di dire

Hallo ciao
Ciao hello

Let's learn
Simple sentences
And
Expressions

Ciao hello
Hallo ciao

Conversando
Chiediamo
Dove abiti? o
Dove vivi?

Hallo ciao
Ciao hello

Chatting
We ask
Where do you
Live?

Ciao hello
Hello ciao

E rispondiamo
In Italia
Oppure
A Roma

Hallo ciao
Ciao hello

And we answer
I live in Scotland
Or
In Edinburgh

Ciao hello
Hello ciao

Si può aggiungere
In città, in periferia
In campagna, al mare o
In montagna

Hallo ciao
Ciao hello

We can answer
Downtown, in the hinterland,
In the countryside, seaside or
Up in the mountains

Ciao hello
Hello ciao

Hallo ciao
Ciao hello

Ciao hello
Hallo ciao

Hello ciao
Ciao hello



sabato 11 gennaio 2020

La giardiniera e il contadino

C'era una volta e c'è ancora una collina, quasi nascosta tra gli Appennini, dove una giardiniera coltivava abeti,  pini e altri alberi ad alto fusto.  Lei, a dire il vero, era piccina quasi come uno scoiattolo. Un giorno arrivò nel suo vivaio un contadino grande quasi come un orso. Appena la vide se ne innamorò perdutamente e trovò una scusa dietro l'altra per tornare da lei ogni giorno. La perseveranza talvolta è vincente e fu così che la minuscola giardiniera e il contadino gigante vissero per sempre felici e contenti, senza badare a quel che diceva la gente.

La storia di un boccone i

Un bel giorno un boccone di cibo raggiunse la bocca, i denti, di concerto con lingua e saliva, lo sminuzzarono in un cicchiti cicchiti cicchitici il boccone scese dunque giù giù fino allo stomaco, dove venne triturato ulteriormente in uno zacchete zacchete zac. I polmoni aggiunsero un pizzico di ossigeno e il cuore putupum putupum pompò il sangue arricchito degli elementi nutritivi del boccone in tutto il corpo. L'intestino e la vescica, dal canto loro,  espulsero gli scarti in un concertino di prrrrr e pissi pissi pi.  Il sudore liberò le tossine e gli altri elementi in eccesso. Il corpo sorrise  e arrivò un altro boccone e poi un altro in un cicchicicchici,  glugluglu,  zacchete,  ahhh,  pump pump, prrrrr,  pissi pissi pi

venerdì 10 gennaio 2020

Ciao Hello frasi semplici nome età


Ciao Hello frasi semplici

Ciao hallo
Hello ciao

Hello ciao
Ciao hello

Oggi impariamo
Frasi
E modi
Di dire

Hallo ciao
Ciao hello

Let's learn
Simple sentences
And
Expressions

Ciao hello
Hallo ciao

Al parco giochi
Diciamo
Ciao
Come ti chiami?

Hallo ciao
Ciao hello

At the park
We say
Hello
What’s your name?

Ciao hello
Hello ciao

E rispondiamo
Io sono
Oppure
Mi chiamo

Hallo ciao
Ciao hello

And we answer
I am
Or
My name is

Ciao hello
Hello ciao

Alla domanda
Quanti anni hai?
Si risponde
1 2 3 4 5 6 7 8 9 10

 Hallo ciao
Ciao hello

To the question
How old are you?
The answer is…
1 2 3 4 5 6 7 8 9 10

Ciao hello
Hello ciao

Hallo ciao
Ciao hello

Ciao hello
Hallo ciao

Hello ciao
Ciao hello


giovedì 9 gennaio 2020

L’albero di Natale


L’albero di Natale

C’era una volta e c’è ancora un bellissimo vivaio dove vengono coltivati alberi destinati ad allietare i giorni delle festività invernali. In questo luogo un Abies nordmanniana, anche noto come abete del Caucaso, cresceva contento fino a quando venne scelto per essere trasportato in un appartamento. Lui era fiero di poter essere oggetto di tanta felicità e di venire ornato con alacrità ma si rese presto conto di essere troppo grande per poter restare in quel luogo a lui tanto caro. Fu così che, finite le feste, l’albero di Natale si trovò a stare insieme ad altri suoi consimili in un bel parco naturale.

mercoledì 8 gennaio 2020

Il Leontopo Arslan alla scoperta dell’Estonia


Il Leontopo Arslan alla scoperta dell’Estonia

Il Leontopo Arslan girovagando se ne va
Tra spazio e tempo gironzolando di qua e di là
È un cronocosmonauta e questo lo sai già
Arriva in Estonia, e sai che fa?
Gusta pesce appena pescato a Kunda
Traduce l’ugrofinnico in latino con Tacito
Discetta col Re danese sul Ducato estone
Battaglia per l’indipendenza
Scrive la Costituzione
Fa la sauna e poi gusta salmone

martedì 7 gennaio 2020

Giulia alla scoperta dell’Estonia


Giulia alla scoperta dell’Estonia

Giulia alla scoperta dell’Estonia
Tante cose imparerà

L’Estonia è una repubblica parlamentare
Membro dell’Unione europea
Situata nell’Europa del Nord
Sulle rive del Mar Baltico

Giulia alla scoperta dell’Estonia
Tante cose imparerà

Ha tante isole, laghi e foreste
Castelli, fiumi, pianure e colline
Spiagge, un clima freddo
E tecnologie innovative

Giulia alla scoperta dell’Estonia
Tante cose imparerà

Molte sono le città importanti
Tartu, Pärnu, Narva, Kohtla-Järve,
Kuressaare, Sillamäe, Rakvere,
Tallin è la capitale

Giulia alla scoperta dell’Estonia
Tante cose imparerà



sabato 4 gennaio 2020

Romuva


Romuva

1.

C’era una volta e c’è ancora, in una landa remota della Lituania, un albero meraviglioso che somigliava molto ad una enorme quercia. Come tutte le querce, in inverno la sua chioma rimaneva ben salda sui rami, fornendo protezione e riparo dalle intemperie a chi avesse voluto fermarsi un po’ a meditare e riposare oppure agli uccellini e agli insetti che talvolta aveva sentivano un gran freddo, soprattutto nelle lunghe notti d’inverno. In Lituania, infatti, l’autunno e l’inverno hanno delle notti talmente lunghe che è difficile distinguere l’alba dal tramonto ma quando arriva la primavera le giornate sono colme di sole e di luce. La grande quercia non si stagliava certo da sola nel deserto, anche perché, pur essendoci molte dune, in Lituania non c’è il deserto, anzi, c’è un bel mare con spiagge che durante le stagioni fredde si imbiancano di soffice e bianca neve creando scenari incantati e fiabeschi. Durante le gelide e lunghissime notti è possibile, infatti, sdraiarsi sulla spiaggia, ben coperti ovviamente, sorseggiando una bella tazza di tisana calda, ad ammirare la Via Lattea e l’Universo visibile da quella parte del mondo semplicemente alzando gli occhi al cielo.

2.

Un giorno, o forse era notte, si scatenò una potentissima bufera, il vento sbuffava come una locomotiva o un toro arrabbiato, i fiocchi di neve danzavano nelle loro geometriche forme creando vortici luminescenti, le foglie si rincorrevano velocemente, i rami degli alberi si stringevano ai tronchi per non essere spazzati via, le nuvole si scatenavano in spaventevoli forme meravigliose fino a che aprirono un varco vaporoso e lasciarono passare l’irruento Perkūnas, il quale aveva l’abitudine di farsi annunciare da lampi e saette oltre che da un rintonante frastuono.

3.

“Perkūnas non potresti bussare come tutti gli altri?” gli chiese la grande quercia scrollandosi di dosso rami e ramoscelli di vari alberi nonché arieti e capre che avevano trovato rifugio sotto la sua vasta chioma, e altri animali tremanti, spaventati da tanta veemenza.
“Cara Quercia, scusami, lo sai che tendo a fare un po’ di baccano ma sono simpatico in fondo”, rispose Perkūnas accarezzando un cavallo fino a farlo calmare.
“Beh, ora che sei venuto, dimmi, a che debbo l’onore di questa visita?”
“Quercia cara, è stato un lungo viaggio, posso sedermi un po’, ristorarmi e riposarmi prima di raccontarti tutto?”
“E sia ma fai cessare subito tutto questo trambusto”
Perkūnas si scusò, lanciò una folgorite in aria e i tuoni se ne tornarono trotterellando insieme alle nuvole verso un punto dell’orizzonte.

4.

Perkūnas si riposò, gli animali e gli alberi si calmarono nonostante russasse in modo alquanto indecoroso. Tale produzione rumorosa, però, spaventò i conigli e le lepri per cui, al suo risveglio, trovò davanti a lui Medeine e Meiden con le braccia conserte e uno sguardo a dir poco inferocito. Perkūnas aprì gli occhi, sollevò il sopracciglio e grugnì “Salve gente! Qual buon vento?”. Ecco, forse se avesse utilizzato un’espressione diversa, senza far riferimento alla tempesta da lui scatenata qualche tempo prima, Medeine, Meiden, i conigli e le lepri non avrebbero iniziare a tamburellare con i piedi. Il ritmo fu dapprima molto lento TAP…………………TAP………………..TAP per poi crescere d’intensità in un TAPTAPTAPTAP velocissimo e molto molto significativo.
Perkūnas pensò che non fosse un buon segno…. Ma la musica era proprio divertente e si unì a loro in una frenetica improvvisazione jazz.

5.

Saulė e Menulis accorsero senza por tempo in mezzo: non si poteva certo pensare di organizzare una festa danzante senza nemmeno invitarli. Ah! Loro, che eran sempre lì a ballare con le stelle e con il saggio Diẽvas ogni qual volta ve ne fosse davvero bisogno o semplicemente l’occasione propizia, ad esempio un raccolto o una semina. Quelle sì che erano feste divertenti, talvolta vi partecipava anche Žemyna ma lei era molto più riservata e preferiva comparire soltanto in occasione di nascite e altri lieti eventi. Veles, Velona e Giltinė partecipavano soltanto ai funerali, erano fatti così, era inutile anche soltanto mandar loro un invito, la risposta era immancabilmente negativa. C’era chi vociferava malignamente che non avessero partecipato neanche alla loro festa di nascita ma ciò è, ovviamente, impossibile.

6.

La quercia, divertita ma stanca di far ondeggiare le proprie fronde e radici, si fermò un momento e domandò a Perkūnas il motivo della sua improvvisata che tanto sconquasso aveva creato nella foresta al di là delle dune. Perkūnas si schiarì la gola e con voce tonante rispose solennemente: “Non me lo ricordo”. La grande quercia trasecolò, i conigli, le lepri, le capre, gli arieti e finanche il cavallo risero in modo scomposto, tra il divertito e l’incredulo. “Come è possibile?” chiesero in coro. E niente, per quanto cercasse di ricordarlo, il motivo gli sfuggiva di mente come un’anguilla sguiscia via dalle mani di chi cerca di trattenerla. E così, tra un MA NO e un NON CI POSSO CREDERE, cominciò a darsi manate sul corpo in modo così rumoroso da creare suoni insoliti e molto divertenti. Nessuno perse l’occasione per lanciarsi in una nuova avventura musicale e tra un CLAP CLAP e un PATAMPUMFETE si trovarono in cerchio di percussioni.

7.

Le tre sorelle Laima, Karta e Dekla, attirate da un ritmo tanto avvincente, si avvicinarono al gruppo e intonarono un canto gutturale e armonico. Dopo poco tutti, ormai disposti in cerchio, cantarono AAAAAAA EEEEEEE IIIIIII OOOOOOO UUUUUUU con una tecnica, il canto carnatico, appresa in India in un qualche viaggio intercontinentale in un tempo di cui non avevano più memoria. Non potevano mica ricordare tutto, d’altronde, poffarbacco ma c’era proprio da chiarire il motivo per cui Perkūnas si era presentato in quel modo spettacolare spaventando la popolazione in un modo tanto plateale. Tutti gli occhi, finito il concerto improvvisato, si rivolsero verso le tre sorelle, ben note per essere a conoscenza dei fatti di chiunque, si vociferava addirittura che avessero la capacità di predire il futuro e di conoscere il destino di ognuno, visto e considerato che accompagnavano le loro esternazioni e i loro giudizi con eloquenti gesti di sapienza e conoscenza.

8.

La grande quercia iniziava a spazientirsi sebbene le fosse alquanto piaciuto ballare e suonare in quel modo, a dire il vero, era passato parecchio tempo dall’ultima volta che si era tanto scatenata. ORDINEEEEE, gridò all’improvviso Clanga Pomarina nell’inconfondibile richiamo che annunciava il passaggio di uno stormo di coppie di cicogne nere e bianche stanche per il lungo viaggio che dall’Africa le aveva portate a nidificare non lontano dal nido del rarissimo picchio dal dorso bianco. Francolino di Monte, Croccolone e Moretta Tabacca si affrettarono a preparar loro qualcosa per ristorarsi dopo la lunga traversata e, a quel punto Perkūnas ricordò il motivo della sua visita.

9.

“Corpo di mille saette!” esordì nel suo linguaggio un po’ piratesco e molto colorito “ecco cos’ero venuto ad annunciare”. La grande quercia sospirò, non c’era niente da fare, la memoria di Perkūnas era proprio pessima… si distraeva al primo frullare d’ali ed era troppo impegnato ad apparire nel modo più spettacolare possibile per poter ricordare qualcosa di diverso dal colore del fulmine che avrebbe voluto scagliare per farsi maggiormente notare. “Le cicogne stanno tornando indietro perché, per una gran perturbazione, non riuscirebbero ad arrivare a destinazione”. La grande quercia ringraziò, mettendo a tacere tutte le voci che stavano iniziando a mugugnare e commentare “bella forza, sono qui, ce n’eravamo accorti da soli, non c’era mica bisogno di farci spaventare in quel modo!”

10.

Le tre sorelle Laima, Karta e Dekla si guardarono perplesse. Non ne erano state informate per tempo, non erano a conoscenza di tale evento e questo era a dir poco inaccettabile, una vera e propria lacuna da colmare con una attenta ed oculata disamina di tutti i particolari e di tutte le informazioni, anche le più marginali. Non s’era mai visto uno stormo di cicogne tornare indietro dalla propria migrazione in quella stagione dell’anno. Una perturbazione era una spiegazione che non le aveva convinte per niente, troppo semplice. Avrebbero indagato, esplorato, dragato tutte le possibili motivazioni e sarebbero dunque giunte ad una conclusione accettabile e ragionevole, o per lo meno degna di essere raccontata alle generazioni future. Appurato che Saulė e Menulis fossero all’oscuro quanto loro della notizia, chiesero a Žemyna, la quale non rispose ma guardò significativamente Diẽvas, il quale, suo malgrado, sospirò e andò a domandare a Veles, Velona e Giltinė.

11.

“Non è arrivata la tua ora Diẽvas”, dissero in coro Velona e Veles, “Vuoi invitarci al tuo funerale?”, ridacchiò macabramente Giltinė. Diẽvas saggiamente lasciò che i motteggiamenti e le battute di nero spirito cadessero nel vuoto senza scomporsi. Era il modo migliore per attirare la loro attenzione. Infatti, lo sbeffeggiarono ancora un po’ e poi gli chiesero il motivo della sua visita. “Non possiamo aiutarti” risposero con aria corrucciata ma gli indicarono la strada per andare a trovare Velnias. Appurato che non c’erano altre strade percorribili se non quella, Diẽvas ringraziò e si incamminò, tremando e battendo i denti dalla paura, verso il punto indicatogli.

12.

Quando tornò, sano e salvo ma decisamente pallido, alla grande quercia, ci volle non poco per calmarlo e rassicurarlo che andava tutto bene, che era al sicuro e che non c’era niente da temere. Tremava come la foglia di una canna al vento. Una bella tisana calda gli diede forza per iniziare il suo racconto. Al di là del mare, oltre la terra e il Mediterraneo, era stato scoperto un giacimento di preziosi minerali e le cicogne avevano trovato tutto sottosopra, i loro alberi erano stati tagliati per far posto a ruspe, camion e altre diavolerie e davvero non c’era un attimo di pace. Loro erano stanche e volevano soltanto riposare. A quel punto non c’era altro da fare che chiedere aiuto agli esseri umani. Ve n’erano alcuni dediti alla conservazione degli habitat naturali, non c’erano altre strade e, per quanto ciò potesse sembrare assurdo, avrebbero dovuto chiedere il loro aiuto. Vista la solennità della missione, se ne incaricò Žemyna che, senza far troppo chiasso, riuscì inaspettatamente nell’impresa e tornò trionfante con un gruppo di ornitologi e ambientalisti cui era stato fatto solennemente promettere di non rivelare che anche gli alberi possono parlare, se soltanto si impara ad ascoltare.

venerdì 3 gennaio 2020

Scioglilingua dalla A alla Z


Scioglilingua di Abete Allegro

Un abete amava allungarsi alquanto all’alba allorché arrivò un’allodola accidiosa e Abete Allegro le allietò l’animo

Scioglilingua di Betta Beccaccia

Betta Beccaccia beccava battendo il becco nel bozzolo blu sul bel bagolaro

Scioglilingua di Cardo Cardellino

Cardo Cardellino cercava un ciuffetto di crusca quando cozzò contro una ciminiera di cemento

Scioglilingua del Criceto Cricchetto

Cricchetto Criceto cardava la lana col cardo cardante quando carpì una briciola di crostata croccante

Scioglilingua del Dingo Dondolante

Dingo Dondolante dondolava diligentemente sul dondolo nella darsena di Durazzo

Scioglilingua di Eulalia l’Elefante

Eulalia l’Elefante elegantemente si elevò con l’elicottero nell’etere

Scioglilingua di Fringuello Felice

Fringuello Felice fantasticava di fuggire con Farfalla Filiforme fino alle foreste francesi

Scioglilingua della Gatta Gialla

La Gatta gialla gongolava sul guanciale nella gerla

Scioglilingua di Hummus Halibut e Henna Hoatzin

Hummus l’Halibut e Henna l’Hoatzin hanno l’hobby dell’hydrobike

Scioglilingua dell’Istrice Irina

L’Istrice Irina ieri ingollava infuso iodato in una imbarcazione di iuta a Iauarete

Scioglilingua di Lalla la Lince

Lalla la Lince locupletava le lussureggianti libagioni

Scioglilingua di Merlo Merletto

Mentre Merlo Merletto meditava di mangiare molte mou, il mugnaio mesceva miele sulle mele

Scioglilingua di Nanda la Nottola

Nanda la Nottola nottambula nuotava nicchiando tra le nuvole e la nebbia

Scioglilingua dell’Orsa Ornetta

L’Orsa Ornetta nell’oasi Out osservava, oibò, oospore in oersted omaggiando di ouzo gli ornitorinchi e le otarie

Scioglilingua del pozzo che puzza

Una pupazza e un pupazzo si beccuzzarono per un pezzo di pizzo panna e pervinca nella piazza accanto al pozzo che puzza puzza puzza

Scioglilingua della Quaglia Quark

La Quaglia Quark quieta quieta questuava qui per quo

Scioglilingua della Rana Ridanciana

La Rana Ridanciana ridacchiava rannicchiata rotolando un rullo di remi

Scioglilingua della Stella Salina

La Stella Salina saliva su su su sulla sedia della sua simpatica sorellina

Scioglilingua del Trombettiere e del Tuffetto

Tutta intenta a truccarmi trovai un Trombettiere e un Tuffetto tiratardi che tentavano a tastoni di tornare sul tetto TATETITOTUTUTÀ

Scioglilingua dell’Upupa Uvetta
L’Upupa Uvetta ululava UA UA con Uelli l’Uistitì quando udì un uomo urtare l’uva

Scioglilingua di Vera la Volpe Viola

Vera la Volpe Viola velocemente varcò il vuoto

Scioglilingua della Zanzara Zuzzurellona

La Zanzara Zuzzurellona oziava con le zie zebre zufolando a zonzo


giovedì 2 gennaio 2020

Il Leontopo Arslan in Lituania


Il Leontopo Arslan in Lituania

Il Leontopo Arslan girovagando se ne va
Tra spazio e tempo gironzolando di qua e di là
È un cronocosmonauta e questo lo sai già
Arriva in Lituania, e sai che fa?
Crea utensili di selce con i nadruviani
Commercia ambra con romani ed egiziani
Canta alla corte della Regina Ingrida
Ottiene l’Unione di Lublino coi polacchi
Partecipa al Risveglio ottocentesco
Canta una canzone gustando kepta duona

mercoledì 1 gennaio 2020

Giulia alla scoperta della Lituania


Giulia alla scoperta della Lituania

Giulia alla scoperta della Lituania
Tante cose imparerà

La Lituania è una Repubblica semipresidenziale
Situata sulle rive del Mar Baltico
Nella Regione biogeografica boreale
È membro dell’Unione europea

Giulia alla scoperta della Lituania
Tante cose imparerà

Confina a nord con la Lettonia,
A sud-ovest con un’exclave russa
Ad est con la Bielorussia,
A sud con la Polonia

Giulia alla scoperta della Lituania
Tante cose imparerà

Ha tante dune, laghi e boschi
Lunghe spiagge, e antichi paesi
Molte sono le città importanti
Vilnius è la capitale

Giulia alla scoperta della Lituania
Tante cose imparerà