giovedì 23 gennaio 2020

Storielle jazz. La jam session nel bosco


C’era una volta e c’è ancora uno splendido bosco vicino ad un ruscello e ad un antico mulino ad acqua con tanto di ruota flash flash flash. Nel bosco ci sono faggi, querce, funghi, felci, ciclamini, tantissime piante e animali di ogni genere ma ce n’è soltanto uno con un gilet color lavanda, un bel fiore indaco come bottone e un cappello col ciuffo: è Lilla, la Cavalla Bianca, lì giunta dalla lontana Lapponia per una lunga vacanza. Ispirata dal cinguettare degli uccellini cip cip cip, infatti, Lilla la Cavalla Bianca aveva deciso di imparare a suonare il flauto traverso tatatu tata tuttttt. Studia oggi, studia domani, perfeziona dopodomani, fatto sta che Lilla era rimasta là. Un bel giorno arrivò il Cagnolino Minù, anche lui in villeggiatura. Come è ben noto Minù poteva resistere a tutto tranne alla tentazione di una bella jam session, ossia un concertino improvvisato tra musicisti capitati lì per caso, e sentendo Lilla suonare non seppe, ovviamente, tenersi dal prendere in mano spazzole e bacchette e suonare rullante, piatti, charleston e grancassa tampatatumpatata. Gli uccellini, a quel punto, non vollero fare certo brutta figura e tirarono fuori dalle loro custodie, sempre battendo col pugno TOC TOC posso aprire?, i loro strumenti a fiato e gli ottoni. Tra trombe, paa paaa, ocarine pee pee, flauti, piii piiii, fagotti poo pooo, ottavine puu puu, ce n’erano di tutti i tipi. Udito quel concerto, Azul Cavalluccio arrivò al galoppo e cominciò a suonare la cornamusa scozzese. Presto si sparse la voce e si radunarono nel bosco persone da tutti i paesi vicini e finanche dalle montagne, dalle città, dalle colline e dal mare che applaudivano, ballavano e cantavano in coro.

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