lunedì 27 gennaio 2020

Puzzle Jam animalesca


Puzzle Jam animalesca

Biricci la Foca stava guardando il mare che quel giorno aveva il colore dell’acquamarina, più verde che azzurro. SPLASH SPLASH SPLASH le onde placidamente si infrangevano sulla battigia una dietro l’altra e Biricci iniziò a suonare il suo contrabbasso seguendone il ritmo, lento o impetuoso, in base ai capricci del mare. DUBADABUBADUBAMDUM
Attirato da quel suono Trapatapatapù l’Orso si lasciò guidare dal vento WHOOO WHOOO e soffiò nella sua tuba PRRRR  PRRRRU PRRRRUUUUU. Senza dar tempo al tempo, Baddaba l’Otis Tarda accennò Sittin’ on the Dock of the Bay con le sue nacchere TRAT TRATT TRATT. Gibbi il Coccodrillo poteva resistere a tutto ma non al suono delle piccole conchiglie di legno e così percosse le barre del suo xilofono TINCHITINCHITINCHITÌ. Gevi il Bracco drizzò la coda, alzò una zampa e non perse l’occasione di far tintinnare le campanelle DIN DIN DING. “Corpo di mille ocarine!” esclamò Petè l’Ornitorinco a quel trambusto e DUM DUM DUDUDUM DU DU DUM attaccò all’amplificatore il suo basso elettrico facendo risuonare le corde metalliche sul ritmo di Biricci la Foca. TARATATARATATUMTATATUMTA rispose facendo risuonare grancassa, rullante, charleston, piatti e tamburi della sua batteria Pada il Panda sgranocchiando un fresco germoglio di bambù. “Queste sonorità fanno vibrare il mio diapason” sussurrò entusiasta Appeto il Caribù dando il LA a Peccipo il Geco, noto tenore LA LA RA LA LA LA LALLÀ di cui Andrew Shorty l’Elefante col naso lungo lungo trombonista di grande esperienza soffiò nel suo ottone TUBBRUPURUBUPPBURUPPURUBU ispirando Gebbengiba l’Anaconda che ampliò e compresse il mantice del suo bandoneón, un tipo di fisarmonica, ZAZAZZZAZZZA, ispirando Labbito il Cammello che pizzicò le corde del suo mandolino DLEDLLLLEDLLLE ispirando TRAPPARENTO il Rinoceronte che fece vibrare l’archetto sulla sua viola ZENNN ZEZEZEN ZEN ZEN ZEN ZEN. CICICICICCICÌ si scossero le maracas di Cipì il Formichiere. GOGOGONG NGONGOGONG vibrò il Gong di Cattepì l’Ippopotamo. Dabbel la Gatta aprì pigramente un occhio e saltellò sulla tastiera bianca e nera del pianoforte TITITITITITITITA TETITITI TIT. DELENDELEDENDELEDELEN “Quasi quasi pizzico le corde della mia chitarra” pensò a quel punto Ebigiba la Giraffa facendo l’occhiolino a Cappugi il Cobra che soffiò senza indugio nel suo clarinetto PIRIPIRIPIRIPIRIRIPIRIPIRIPI. Quindi rispose Coppio la Talpa DALANDALANDALINDALENDA accarezzando il suo ukulele

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