Delia e la luna piangente
C’era una volta e c’è ancora un lago tra
le montagne, su su in alto, dove non si può arrivare se non a piedi o in volo
perché non ci sono strade asfaltate, né rotaie, né treni a cremagliera ma
soltanto qualche sentierino segnato con pietre colorate da alpinisti esperti dove non
è difficile incontrare, se si ha la costanza di arrampicarsi a passo lento,
seguendo il ritmo di cuore e polmoni, animali allo stato brado, un po’
spettinati a volte ma con quella fierezza tipica di chi ha la consapevolezza
della libertà, che poi è un po’ come accorgersi di essere vivi in un mondo
meraviglioso, seppur con tante contraddizioni. Delia la cavalla bianca rimase un
po’ più a lungo vicino al lago, si era attardata, non aveva sonno e
voleva vedere se anche la luna si specchiasse sulla superficie lacustre. Le era
sempre sembrato che il satellite naturale della Terra fosse meno luminoso del
sole e soprattutto non aveva capito se quando è buio si veda la luce e se la
luce si rifranga sull’acqua. Delia è una cavalla molto curiosa. Le sue
amiche e i suoi amici, conoscendola, la lasciarono stare, sapevano che la
mattina dopo sarebbe tornata e che cercare di imbrigliare la sua fantasia
sarebbe stato un inutile spreco di energia. Il cielo era limpido e l’aria non
troppo fredda, Delia si nascose e aspettò l’alba lunare. Una bella luna piena,
bianca e grande fece presto capolino mettendo a tacere qualche uccellino che già
ridacchiava di lei. I raggi lunari, che sono il riflesso sulla superficie
satellitare di quelli solari, si fecero strada e si tuffarono allegri nel lago,
creando un bellissimo alone e una coda argentata, come quella di una sirena.
Delia era proprio contenta ma notò che la luna non lo era per niente. “Cosa ti cruccia
cara Luna?”, nitrì e la luna rispose: “Ah cara Delia, mi sento tanto sola! Tempo
fa quando sorgevo c’erano sempre molte persone col naso all’insù, chi si
abbracciava, chi si innamorava, chi componeva una musica, chi cantava una
canzone, chi semplicemente pensava ‘che bella luna stasera’ e invece oggidì
sembrano tutti indaffarati a pensare a chissà cosa e nessuno si preoccupa più
di ammirarmi alzando il naso all’insù”.
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