domenica 3 settembre 2017

Quarantuno settimane e mezzo * Da trentanove a quarantuno e mezzo (bozza)

39. Dal 15 al 22 luglio 2017

La fatidica data presunta del parto si avvicinava a grandissimi passi ma di contrazioni neanche l’ombra. Dacché eravamo preoccupati di dover imparare le manovre essenziali nel caso di un parto precoce in macchina abbiamo dovuto prendere in considerazione le opzioni di un parto oltre la data prevista. Abbiamo iniziato a cercare informazioni su libri e internet, abbiamo consultato calendari e controllato le fasi lunari, in poche parole non ci siamo fatti prendere dal panico ma abbiamo iniziato a ponderare le opzioni di un parto agostano. Ogni movimento, qualunque gesto era calmo, placido, certo di un repentino cambiamento. Dormivo tantissimo anche se a piccoli intervalli. Nonna Lucilla non rideva neanche quando le dicevo che non vedevo l’ora che tu nascessi per poter fare una bella e lunga dormita. Eravamo in attesa, corde di violino pizzicate da qualunque squillo di telefono o calcetto. Al monitoraggio del 21 luglio ha potuto assistere anche Papà Claudio che si è emozionato quasi quanto me, ha cercato di registrare il suono, di comprenderne il ritmo musicale, di scomporlo in battute e tempi, poi si è rilassato e si è goduto il rumore dell’universo. Eravamo convinti che ci avrebbero detto di rimanere a Orvieto ma ci hanno dato un altro appuntamento per il monitoraggio successivo. Nel frattempo è arrivato in Italia il mio amico Thomas, come se avesse sentito il bisogno di vedermi senza sapere niente, ché niente avevamo detto in giro. 

40. Dal 22 al 29 luglio 2017



La quarantesima settimana è stata scandita da un’attesa spasmodica. Le lancette dell’orologio segnavano gli attimi in cui tu saresti dovuta nascere ma le contrazioni non arrivavano. Sapevamo dall’ecografia che eri in posizione podalica, quindi pronta ad esplorare la tua vita ma io non sentivo dolori o altre fitte che avrebbero dovuto essere l’inequivocabile segnale per partire. Papà Claudio era in allerta continua, i nonni chiedevano ostentando una tranquillità che non avevano, Nonna Enza e Nonno Giancarlo facevano riferimento alle lune, Oscar aveva pronosticato la tua nascita per il successivo plenilunio, dopo qualche settimana. I lunari erano diventati uno strumento da consultare. In altre parole non sapevamo né cosa fare né cosa pensare. Continuavamo a fare monitoraggi ma di contrazioni neanche l’ombra. 

41. Dal 22 al 29 luglio 2017


Ammettiamolo, eravamo proprio smarriti, spaventati e confusi. Noi, i nonni e le persone più care. La quarantesima settimana era trascorsa, le lancette dell’orologio scandivano i secondi di un’attesa che sembrava non finire più. Avevamo immaginato scenari catastrofici, oltre tre settimane dopo la data presunta, e avevamo immaginato addirittura che saresti nata il 13 agosto, giorno del compleanno dei nonni di tua nonna Lucilla. Una cosa era ormai certa, saresti nata sotto il segno del leone. Continuavamo a fare monitoraggi, sempre emozionantissimi ma di contrazioni neanche l’ombra. Durante l’ultimo monitoraggio della settimana all’ospedale ci hanno tolto il dubbio e ci hanno dato appuntamento per un altro monitoraggio e dunque per l’induzione al parto. 


41 e mezzo. Dal 29 al 31 luglio. 

È facile immaginare che il giorno prima della data prevista per l’induzione al parto io e Papà Claudio eravamo un po’ emozionati. Forse non è altrettanto semplice capire i sentimenti che si alternano nel cuore e nella mente con la velocità di onde oceaniche. Eravamo al contempo felici, speranzosi, sereni, preoccupati, insomma in pochi istanti riuscivamo a passare da uno stato d’animo ad un altro completamente opposto. Non sapevamo bene in cosa consistesse l’induzione al parto, pensavamo fosse una flebo di ossitocina. Effettivamente era un po’ di gel applicato localmente. La prima volta non ha fatto un grande effetto, la seconda invece è stata quella decisiva tanto da portare ad un parto precipitoso. In pochissime, concitate ore sei nata. Non ti tedierò con i particolari, d’altronde ne sa più Papà Claudio che ha assistito al parto e ha vissuto con forte emozione tutte le fasi successive che mi hanno portata per qualche lunghissima interminabile ora nel reparto di terapia intensiva, ma voglio dirti che nel momento in cui ho sentito la tua voce e il tuo pianto si è calmato quando hai sentito il mio richiamo e quando le ostetriche ti hanno appoggiata sul mio petto per la prima volta… ecco quello è stato l’attimo più bello della mia vita. Fortunatamente nel giro di meno di un giorno ci sono stati altri due momenti di simile intensità: quando Papà Claudio è entrato nel reparto di terapia intensiva e mi ha detto che stavi bene e quando ho potuto riabbracciarti, il pomeriggio successivo. 




sabato 2 settembre 2017

Quarantuno settimane e mezzo * Da trentasei a trentotto (bozza)

36. Dal 24 giugno 2017 al 1 luglio 2017

Dal momento in cui i tuoi nonni materni mi hanno regalato la bellissima valigia rossa non mi sono più svegliata con la sgradevole impressione di non riuscire a preparare i bagagli per la partenza. In gravidanza le sensazioni si amplificano in modo esponenziale e talvolta si creano angosce per delle questioni apparentemente insignificanti. Per me andare in ospedale, affrontare il viaggio più importante della mia vita, quello da Mentana a Orvieto, pochi chilometri, circa un’ora di macchina, senza una bella valigia era motivo di disagio, non ho mai sopportato la sciatteria nei bagagli, chissà perché. Il corso proseguiva e il gruppetto di pance si è rinfoltito man mano di papà. Alcune mamme non hanno fatto in tempo a finirlo perché hanno partorito prima del tempo previsto creando aspettative e timori tra chi, come me, non aveva ancora avuto neanche i primi accenni di contrazioni. Tu stavi trovando la giusta posizione per il parto, i tuoi amorevoli calcetti erano sempre più calcioni che talvolta mi bloccavano nel bel mezzo del percorso di camminata mattutina al Barco.  

37. Dal 1 all’8 luglio 2017


Era il momento di prenotare i monitoraggi all’ospedale, non sapevamo bene cosa fossero ma sapevamo che avevano a che fare con l’approssimarsi del lieto evento. Le temperature era sempre più alte, intorno ai 40°C, con qualche attimi di tregua la mattina prima del sorgere del sole, quando si registravano tra i 26°C e i 28°C. I condizionatori erano in funzione giorno e notte, tuo padre dormiva avvoltolato in una copertona di pile con un cappello di lana calato fin sugli occhi mentre io preparavo sovente la borsa del freddo dopo aver lungamente tenuto le gambe nell’acqua gelata, dormivo con pochi e freschissimi indumenti che cambiavo più volte durante la notte perché zuppi di sudore le mie gambe erano talmente gonfie da riuscire a camminare a stento mentre la pancia era un vero e proprio pancione, decisamente grande. Avevo raggiunto gli 80 kg di peso, davvero tanti per la mia statura. Nonna Lucilla mi aveva detto che avrei sofferto il caldo ma non pensavo che lo avrei patito così tanto. La data prevista del parto indicava il 22 luglio e pareva proprio che avessi l’intenzione di prenderti tutto il tempo necessario, con tutto l’agio che ti serviva. Io ero certa che saresti nata sotto il segno del Leone, non che ci creda molto ma ero certa che saresti stata una splendida leonessa. 

38. Dall’8 al 15 luglio 2017


La data presunta del parto si avvicinava sempre più, un calcetto un po’ più forte, ogni piccolo movimento di pancia ci faceva sussultare, Papà Claudio mi guardava interrogativo cercando di capire se fosse finalmente giunto il momento ma non c’era niente che ci facesse pensare ad un’imminente corsa in macchina che comunque era stata caricata con tutto il necessario. I preparativi per il montaggio dell’ovetto e della navicella erano stati alquanto laboriosi e avevano richiesto il sostegno logistico di Nonno Pietro e Nonna Lucilla, io riuscivo a malapena ad uscire la mattina prima dell’alba e quando era necessario andare a Orvieto e i tuoi calcetti erano meno frequenti ma molto più forti. Il 12 luglio avevamo appuntamento per il primo monitoraggio, Papà Claudio ha dovuto aspettare fuori mentre io entravo in una stanza adiacente alla sala parto. Le ostetriche mi hanno fatto sdraiare e hanno collegato il macchinario alla mia pancia. A pochi centimetri da me una donna era in pieno travaglio ma i suoi lamenti non mi arrivavano se non quale eco sospesa di qualcosa di esterno e molto lontano da me. Nel momento in cui ho iniziato a sentire i tuoi battiti sono entrata in una sorta di profondissima meditazione, una immensa felicità ha pervaso il mio corpo e tutte le preoccupazioni sono svanite all’istante. 



venerdì 1 settembre 2017

Quarantuno settimane e mezzo * Da trentuno a trentacinque (bozza)

31. Dal 20 al 27 maggio 2017

Il primo incontro del corso ci era piaciuto molto e aspettavamo giovedì 25 con una certa curiosità. Volevamo sapere cosa ci avrebbero detto e avevamo voglia di rivedere il gruppo di mamme, papà e pance. Avevo avuto la sensazione netta che comunicaste dentro i nostri uteri e mi piaceva l’idea di esplorare questa possibilità. Il secondo incontro si è rivelato interessante e pieno di stimoli, abbiamo cominciato a capire un po’ di più di ciò che sarebbe stato il parto. Quattro mamme erano già alla seconda gravidanza e avevano qualche conoscenza in più rispetto a noi primipare ma ogni parto è a sé e avevano deciso di frequentare comunque il corso. Ho cercato di capire se effettivamente c’era una qualche forma di comunicazione tra pance ma non hai dato segni di interesse, almeno all’apparenza, e ho dubitato fortemente della validità della mia ‘ipotesi’. 

32. Dal 27 maggio al 3 giugno 2017


Il terzo trimestre è, insieme al primo, il più difficile ma se i tre mesi iniziali sono trascorsi in modo praticamente ignaro, non altrettanto si può dire dell’ultima parte della gravidanza che si è sviluppata in modo splendido perché tu stavi benissimo ma alquanto faticoso, inoltre c’era questo sogno ricorrente che mi angustiava. Sognavo di essere in un posto e di dover preparare la valigia. Avrebbero dovuto essere poche cose, l’occorrente per una gita di un giorno o due, ma le borse e le valigie non bastavano mai e io non riuscivo a partire, il che mi procurava non poca angoscia. Durante la gestazione i sentimenti sono amplificati, si piange per stupidaggini anche per ore intere e si ride tantissimo. Il corso procedeva e la sensazione che avevo avuto sulle pance comunicanti è riaffiorata presto. 

33. Dal 3 al 10 giugno 2017


Le borse sportive con il necessario per il parto erano pronte, ne avevamo preparata una per te, una per Papà Claudio e una per me. Tutto sembrava pronto per il tuo arrivo, non c’era da far altro che aspettare. Non riuscivo più a concentrarmi per leggere, scrivere, studiare per cui le giornate trascorrevano tra riposini, pranzo composto da pasta fresca con tre tipi di condimento e le bistecche di Oscar, merende con fette biscottate Gentilini e latte lievemente macchiato, cene a base di pasta fresca con uno tra i tre condimenti che non mi stimolavano la diarrea, schemi di parole crociate della Settimana enigmistica, esercizi con la palla per rilassare la schiena, armonici e canti vari, oltre ovviamente all’ascolto intensivo di Pavarotti.

34. Dal 10 al 17 giugno 2017

Avevamo individuato il 15 giugno quale data ‘di allerta’. Da quel giorno, in base ai calcoli più ottimistici, qualunque giorno avrebbe potuto essere quello giusto per partire verso Orvieto. Ogni volta che chiamavo al telefono Papà Claudio, lui rispondeva speranzoso e timoroso allo stesso tempo per cui ho iniziato ad inviargli sms anche soltanto per comunicargli che stava andando a fare un riposino. Vero è che lo avevo fatto preoccupare non poco un giorno in cui mi ero addormentata in modo talmente profondo da non aver sentito il suono del telefono e del campanello per oltre mezz’ora. Io continuavo a fare il sogno ricorrente mentre tu avevi iniziato a danzare nel mio utero. 

35. Dal 17 al 24 giugno 2017


Il caldo aveva stroncato in me qualunque residuo di forza e capacità di concentrazione. I libri di Mazzini, Garibaldi e Sciascia mi guardavano sconsolati dagli scaffali sapendo che li avrei letti in altro momento. Seppur mi abbia sempre messo di ottimo umore, non riuscivo neanche a seguire con attenzione i discorsi di Justin Trudeau o di Papa Francesco I Bergoglio, provavo ad interessarmi all’attualità ma ogni qual volta incappavo nella politica italiana mi innervosivo talmente che ho deciso di proseguire nella mia scelta di disinteressarmene, almeno per il momento. Non volevo che le mie sacrosante arrabbiature per l’inettitudine di politicanti senza idee, visione e onestà intellettuale si amplificassero per gli ormoni. Ho iniziato a seguire la politica d’oltremanica con l’interessante dibattito tra Scozia e Inghilterra su Brexit, tu non manifestavi particolare interesse per la questione mentre sembrava proprio che ti piacesse, degna figlia di tuo padre, ascoltare buona musica. 
Il corso era giunto al termine, il gruppetto di pance si era rinfoltito man mano di papà e alcune mamme non hanno fatto in tempo a finirlo perché hanno partorito prima del tempo previsto creando aspettative e timori tra chi, come me, non aveva ancora avuto neanche i primi accenni di contrazioni. Il sogno ricorrente continuava ad angustiare i miei sonni e venerdì Nonna Lucilla e Nonno Pietro mi hanno portato una splendida Samsonite rossa nuovo modello. Ero felicissima, per il viaggio più importante della mia, della nostra vita, volevo proprio una bella valigia ma mi sembrava eccessivo acquistarla, con tutte le spese che c’erano da affrontare.