lunedì 30 settembre 2019

Il Leontopo Arslan a Bologna


Il Leontopo Arslan a Bologna

Il Leontopo Arslan girovagando se ne va
Tra spazio e tempo gironzolando di qua e di là
È un cronocosmonauta e questo lo sai già
Arriva a Bologna e sai che fa?
Forgia utensili in ferro con i Villanoviani
Decora vasellame con gli Etruschi
Costruisce un acquedotto coi Romani
Abolisce la schiavitù col Liber Paradisus
Erige alte case torri simili a grattacieli
Gusta tortellini in Piazza Grande

domenica 29 settembre 2019

Ciao Hello forme geometriche


Ciao Hello forme geometriche

Ciao Hello
Hello Ciao

Hello Ciao
Ciao Hello

Ciao Hello
Hello Ciao

Oggi impariamo
Le forme
Della
Geometria

Hello Ciao
Ciao Hello

Let’s learn
The basics
Of the
Geometry

Ciao Hello
Hello Ciao

Tin tin tin
È il triangolo
Che ha tre lati
E tre angoli

Hello Ciao
Ciao Hello

Tin tin tin
Is the triangle
That has three edges
And three angles

Ciao Hello
Hello Ciao

Dong dong dong
È il cerchio
Un tondo perfetto
Senza angoli

Hello Ciao
Ciao Hello

Dong dong dong
Is the disk
A perfect circle
With no angles

Ciao Hello
Hello Ciao

Bam bam bam bam
È il quadrato
Con quattro angoli
E lati uguali

Hello Ciao
Ciao Hello

Bam bam bam bam
Is the square
With four equal angles
And four equal sides

Ciao Hello
Hello Ciao

Dlen dlen dlen
È l’ellisse
Sembra un cerchio
Schiacciato

Hello Ciao
Ciao Hello

Dlen dlen dlen
Is the Ellipse
Looks like a squashed
Circle

Ciao Hello
Hello Ciao

Balaam Balaam
È il rettangolo
Un quadrato
Allungato

Hello Ciao
Ciao Hello

Balaam Balaam
It’s the rectangle
A prolongued
Square

Ciao Hello
Hello Ciao

Hello Ciao
Ciao Hello

Ciao Hello
Hello Ciao

sabato 28 settembre 2019

Giulia alla scoperta di Perugia


Giulia alla scoperta di Perugia

Giulia alla scoperta di Perugia
Tante cose imparerà

Perugia è un’importante città italiana
Capoluogo della Regione Umbria
Abitata sin dalla più remota antichità
È costruita su cinque colline

Giulia alla scoperta di Perugia
Tante cose imparerà

È rretta su due belle colline
Il Colle del Sole e il Colle Landone
Tra il Fosso Santa Margherita
E il Fosso della Cupa

Giulia alla scoperta di Perugia
Tante cose imparerà

Ha piazze e palazzi medievali
Tra cui ascoltare buona musica
Torri, monumenti, viuzze e rioni
Mura etrusche e romane

Giulia alla scoperta di Perugia
Tante cose imparerà


venerdì 27 settembre 2019

Il Leontopo Arslan a Perugia


Il Leontopo Arslan a Perugia


Il Leontopo Arslan girovagando se ne va
Tra spazio e tempo gironzolando di qua e di là
È un cronocosmonauta e questo lo sai già
Arriva a Perugia, in Umbria, e sai che fa?
Stringe alleanze con altre lucumonie
Ammira uno spettacolo nell’anfiteatro romano
Redige note per il Governo dei Consoli
Commercia per conto dei Priori
Adorna con il tricolore le vie cittadine
Gusta torta al testo ascoltando jazz

giovedì 26 settembre 2019

Zoe la Zebra


Zoe la Zebra

C’era una volta e c’è ancora un parco naturale in cui convivono leoni, elefanti, leopardi, coccodrilli e moltissimi altri. La vita nel parco è abbastanza monotona e talvolta gli animali organizzano eventi, quali corse, salti ad ostacoli e altre attività per trascorrere felicemente il tempo.
Un bel giorno l’aria divenne caldissima, un vento fortissimo spazzò tutt’intorno trascinando con sé anche i tetti delle case in un gran turbinio di foglie, rami, legnetti a cui bisognava stare molto attenti se non si voleva riportare un bel bernoccolo in testa.
Non si riusciva neanche a respirare per il gran caldo e si erano formate onde anche nelle piccole pozze di acqua per l’abbeveramento.
In quella gran zizzania Zoe la Zebra ebbe la sensazione che fosse un evento adatto ad ispirare una nuova coreografia, perché c’è da dire che Zoe la Zebra aveva sempre avuto una naturale predisposizione per il ballo e la danza.
E fu così che, mentre gli altri si affannavano a cercare riparo o raccogliere i panni, Zoe zampettò sugli zoccoli e danzò al suono di una zampogna fino a notte fonda.


mercoledì 25 settembre 2019

Verdiana la Volpe Venusiana


Verdiana la Volpe Venusiana

C’era una volta e c’è ancora una bella riserva naturale dove convivono più o meno pacificamente orsi, poiane, falchi, aquile, cinghiali, gatti selvatici e tantissimi altri animali.
Nella riserva la vita scorre con ritmi più o meno lenti a seconda delle stagioni, in estate spesso arrivano i turisti per cui c’è sempre molto da fare, in primavera fioriscono le piante ed è tutto un buzz bzzz di api, vespe, bombi e compagnia pungigliante che si affaccendano per impollinare e raccogliere il nettare per l’ottimo miele, in autunno c’è un gran viavai per raccogliere funghi, ginepro e castagne e infine, in inverno, la neve ricopre con una lieve o spessa coltre le cime degli alberi ed è divertentissimo scivolare giù per i pendii.
Un bel giorno arrivarono nel parco astronomi da tutto il mondo, a quanto pareva, un’alta e poco boscosa cima era stata individuata quale punto migliore per osservare un’eclissi di Venere e Mercurio, evento alquanto raro, a quel che si diceva in giro.
Un trambusto insopportabile per molti animali solitari si scatenò ma alcuni, tra qui Verdiana la Volpe, ne approfittarono per curiosare e per ottenere cibo prelibato senza doversene procurare anche se talvolta vi erano degli inconvenienti e terribili indigestioni.
Verdiana aveva imparato che è meglio non accettare cibo dagli sconosciuti e così si limitava, si fa per dire, ad osservare il cielo chiedendo ai convenuti di poter guardare ora questa ora quella strumentazione particolare. Ad un certo punto, anticipando alquanto i calcoli scientifici, si mise a guaiolare svegliando così tutti quelli che erano andati a riposare un po’ e… che sorpresa quando guardarono nei loro telescopi: lo spettacolo dell’eclissi stava proprio per iniziare!



martedì 24 settembre 2019

Uranio l’Usignolo


Uranio l’Usignolo


C’era una volta e c’è ancora un meraviglioso giardino botanico in cui convivono fiori e piante rarissime e comuni dai quattro angoli del Pianeta Terra, che in realtà è un geode e quindi non ha angoli di sorta.
In questo splendido luogo giardiniere e giardinieri si affaccendano per irrigare, potare, innestare, nebulizzare, umidificare, insomma svolgere tutte quelle attività necessarie ad assicurare il benessere delle piante.
Un bel giorno arrivò nel giardino, attirato dalla bellezza di fiori e dal profumo inebriante delle fioriture, Uranio l’Usignolo, un uccellino piccolino e colorato con una voce melodiosa e il canto travolgente.
Un po’ confuso dalle condizioni climatiche artificiali nelle serre e nei giardini, Uranio l’Usignolo non sapeva più se avrebbe dovuto cantare di giorno o di notte per cui, dopo attenta e acuta riflessione, decise di cantare ogni qual volta ne avesse sentito la necessità. La sua voce si muove con agilità tra suoni acuti e gravi, strofe e canzoni senza mai stonare, le piante erano affascinate dalle sue abilità e volevano che lui cantasse sempre, a tutte le ore, instancabilmente.
Quando era stanco, loro emanavano profumi particolari e gli fornivano cibi prelibati per ristorarlo così che potesse allietarle col suo talento ma l’affetto che nutriva per loro nulla poté contro l’amore per Ulfina che, attirata dal suo bel canto, si aggirò nel giardino e lo convinse a viaggiare per il mondo dimenticando il giardino. Attraversarono mari, oceani, continenti, montagne ma Uranio si sentiva spesso malinconico, allora Ulfina, che era molto carina, capì che Uranio amava talmente il suo giardino botanico che, se fosse stato lontano troppo a lungo, si sarebbe intristito e non avrebbe più cantato. Gli propose dunque, un po’ a malincuore perché a lei invece piace molto viaggiare, di tornare lì e di girovagare soltanto di quando in quando. Ugolino ne fu così felice che intonò una bellissima ballata.


lunedì 23 settembre 2019

Tonio il Toro


Tonio il Toro

C’era una volta e c’è ancora un parco naturale che dalle colline digrada fino al mare, popolato da cinghiali, volpi, aironi, cavalli, mucche e tantissimi altri.
Nel parco la vita scorre placida, talvolta un po’ più movimentata, altre più tranquilla ma comunque ognuno ha il suo daffare e non si affanna per inutili questioni.
Un giorno il cielo si riempì dapprima di cirrocumuli, ossia di nubi a pecorelle che come è noto sono foriere di pioggia a catinelle, e poi di cumulonembi, nuvole a sviluppo verticale che ben si distinguono dai cirri nelle loro varie forme e che, come è noto ai meteorologi nonché alle cornacchie, portano lampi, fulmini, saette, tuoni. Si scatenò, dopo un gran BROOM TATAPUM RATTATATUM SPATAPUM, un temporale così intenso da far pensare ad una rabbiosa esternazione da parte della troposfera o comunque di una delle cinque sfere dell’atmosfera terrestre.
Passata la tempesta e tornato il sereno tutti quanti furono molto impegnati nel capire cosa fare per rimediare ai danni del maltempo, tra alberi spezzati, tettoie danneggiate, paglia e fieno sparpagliati e lavorarono alacremente fino a sera. Quando si riunirono nell’aia antistante la grande fattoria, stanchissimi e un po’ emozionati per tutto quel trambusto, si accorsero della mancanza di Tonio il Toro: erano stati tutti talmente occupati in tutto che non si erano avveduti di quell’assenza!
Cosa avrebbero potuto fare?
Per prima cosa si organizzarono delle squadre di ricerca per setacciare l’intera superficie del parco, dunque si convennero alcuni segnali se qualcuno l’avesse, per caso, avvistato.
Corri di qua e corri di là, guarda su e guarda giù, chiamavano talvolta con voce tremante, altre tuonante: “Tonio, Tonio dove sei?”, “Dov’è, dov’è Tonio?”. Dopo un’intera notte di ricerche, quando la speranza era ormai perduta, Tatiana la Tassa lo trovò placidamente addormentato tra i fili di fieno e paglia.
Forse sentendosi osservato si destò, alquanto stupito di tanti sguardi interrogativi intorno, e salutò timidamente… “Salve gente, che bella dormita con il frescolino del temporale eh?”


domenica 22 settembre 2019

Sibillo lo Scoiattolo Scordarello


Sibillo lo Scoiattolo Scordarello

C’era una volta e c’è ancora un parco naturale tra montagne, boschi, laghetti, torrenti e cascatelle in cui vivono più o meno selvaggiamente molte specie di animali e di piante.
Un bel giorno arrivò Sibillo lo Scoiattolo Scordarello ma non chiedetegli perché: non se lo ricorderà di certo.
Sibillo ha infatti la caratteristica non comune per uno scoiattolo di dimenticare pressoché qualunque cosa, per tale motivo è infatti noto col soprannome Scordarello. In un primo momento gli abitanti del parco avevano pensato di affibbiargli il soprannome ‘Stenterello’, un personaggio fiorentino della Commedia dell’Arte, sparuto e smagrito che sembra si tenga su a stento ma Salvo lo Scoiattolo, che pur talvolta appariva quasi smunto, non viveva certo di stenti: dimenticava spesso finanche di nutrirsi.
Talvolta qualche conoscente o qualche amico, suggestionato dalle sue stesse sembianze, si premurava di preparare un pranzetto o qualcosa di simile ma non c’era niente da fare, Salvo si dimenticava anche di salutare. Nessuno si arrabbiava per questo, sarebbe stato come cercare un ago in un pagliaio senza usare una calamita ma beh… sarebbe stata una bella storia se non fosse che Sibillo lo Scoiattolo Scordarello avesse scordato di sussurrarla

sabato 21 settembre 2019

Rosetta la Ranochietta


Rosetta la Ranochietta

C’era una volta e c’è ancora uno stagno molto grazioso in un luogo davvero prezioso. Il suo ecosistema è davvero variegato e non ci si annoia mai, c’è sempre qualcosa da fare e da sgranocchiare.
In questo stagno meraviglioso convivono pacificamente rane, rospi e girini che gironzolano tra le acque intorno alle piante delle ninfee senza sapere mai cosa fare né preoccupandosi di quel che dice la gente.
Un bel giorno, senza sapere bene da dove e in che modo, si presentò nello stagno Rosetta la Ranocchietta che sgambetta, detta così perché è molto distratta e talvolta, mai per cattiveria bensì per distrazione, tende a fare lo sgambetto a chi le passa accanto. Non lo fa con malizia, è semplicemente molto sbadata.
Gracidando del più e del meno, senza ragionar troppo su robe da ranocchi, incontrò Romualdo il Ranocchio spavaldo. Sulle prime litigarono con un gran dispendio di energie e di CRA CRA ma poi si rilassarono e si riappacificarono con tanta e tale convinzione da diventare inseparabili.

venerdì 20 settembre 2019

Quintilio il Quetzal


Quintilio il Quetzal

C’era una volta e c’è ancora una meravigliosa foresta nebulosa tra le montagne in cui gli alberi abbracciano le nuvole e da esse traggono nutrimento e ristoro.
In questo luogo incantato in cui tutti i contorni sembrano sfocati e i rumori ovattati non è infrequente udire distintamente il rumore di goccioline che dalle piante epifite, ossia che crescono in aria senza bisogno di essere radicate nella terra, e dalle chiome degli alberi si distribuiscono sul terreno creando un’armonia di suoni e vibrazioni.
Un bel giorno la pace morbida e umidiccia della foresta nebulosa venne sconquassata e messa a soqquadro dall’arrivo di Quintilio il Quetzal.
Ora, che i quetzal in generale siano abbastanza colorati e talvolta chiassosi è noto e arcinoto ma una cosa è essere appariscenti e un’altra, molto diversa, presentarsi con un’intera orchestra, ballerine e ballerini da tutti i continenti, suonatori di samba e di rumba, danzatrici e danzatori rituali addobbati e pittati per l’occasione, carovane di suonatrici e suonatori… ecco, beh, insomma con quel quid che squaderna la quiete squinternando i timpani e i nervi.
Passarono i minuti secondi, i minuti primi, le ore, i giorni, le settimane, i mesi ma Quintilio Quetzal non accennava a smettere di squassare la pace della foresta nebulosa. Giunti allo stremo della capacità di sopportazione, gli abitanti della foresta nebulosa si riunirono in consiglio per decidere cosa fare e in che modo ritrovare quella tranquillità necessaria a qualunque quotidianità.
Pensa che ti ripensa, giunsero ad una conclusione: sarebbe stato necessario spiegare a Quintilio Quetzal che tutto quel chiasso era davvero troppo molesto. Venne scelta per tale incombenza Quiteria Quokka, una marsupiale giunta fin lì da lande lontanissime proprio in cerca di un po’ di serenità, lei accettò a malincuore ché non amava discussioni.
Quiteria si preparò, respirò profondamente, praticò esercizi di Tai Chi Quan e, quando si sentì pronta, si appropinquò al luogo dove avrebbe certamente trovato Quintilio il Quetzal e la sua banda… quale sorpresa quando scoprì che si erano dileguati alla ricerca di qualche posticino più allegro in cui divertirsi.

giovedì 19 settembre 2019

Alvina l’Apina


Alvina l’Apina

C’era una volta e c’è ancora un campo di lavanda nascosto tra le colture, le colline e le vestigia di antiche culture in cui si affaccendavano le api per produrre uno squisito miele dall’aroma floreale e fruttato, propoli, cera, pappa reale e tutte le prelibatezze che si preparano in un alveare.
Durante l’inverno non c’era molto da fare, se non sistemare, aggiustare, chiacchierare, raccontarsi storie e favole ma, appena iniziava la stagione della fioritura… oh beh… inutile descriverlo, non c’è tempo neanche per respirare. Corri di qua, corri di là, vola su e giù, avanti e indietro dal campo all’alveare, e poi c’è da impollinare, raccogliere, stipare, trasformare, insomma un lavorio indicibile e una fatica, oh che fatica!
Non che sia tanto brutto, non si riesce in quei momenti a ragionare bene sui massimi sistemi, ma è davvero stancante.
Le giornate sembrano interminabili e al contempo tanto brevi da non riuscire mai a finire quello che si sta facendo, il buzz è incredibilmente frenetico e non c’è verso di, che so, fermarsi su un’amaca a godere il frescolino e il suono rilassante delle cicale: sia mai!
L’unico svago, l’unico attimo di relax è quello del bagno rinfrancante. Un giorno Alvina l’Apina decise di ribellarsi a quello stato di cose e di guadagnare dal sacrosanto e meritatissimo riposo delle altre api. Fu così che recintò le pozze di acqua più appetibili, mise un cancello con la chiave e non faceva entrare più nessuno se non dietro pagamento di lauto compenso. Le api più giovani e inesperte accettarono di buon grado il cambiamento di questa situazione ma le più esperte si arrabbiarono non poco ma non avevano abbastanza forze per contrastare quella che ritenevano essere un’angheria bella e buona. Da quelle parti viveva, chissà perché, anche Armina l’Armadilla, nota in tutto il vicinato per la saggezza e la sua disponibilità nel dispensar consigli. Le api andarono da lei che si recò da Alvina l’Apina spiegandole la situazione. Alvina l’Apina canzonò le altre api dicendo loro che erano malconce o che non avevano di che pagare l’ingresso nelle pozze e si mise a motteggiarle. Armina l’Armadilla capì la situazione e la illustrò al gran consiglio delle api, le quali si riunirono e, dopo lunga discussione, giunsero alla conclusione che le api avevano diritto di usufruire delle loro relative pozze, Alvina l’Apina si arrabbiò moltissimo e volò via verso un altro alveare ma la voce si era ormai diffusa e, ovunque andasse, la risposta era sempre la medesima: “Se hai voglia di darti da fare, bene, ma se ci vuoi sfruttare te lo puoi scordare”.

mercoledì 18 settembre 2019

Pasquino il Panda birichino


Pasquino il Panda birichino

C’era una volta e c’è ancora un bellissimo parco naturale dove crescono rigogliose le piante di bambù e i panda vivono felici nel loro habitat naturale.
L’aria, i ruscelli e i fiumi sono pulitissimi e l’inquinamento è un vago ricordo di un tempo che fu, quando gli esseri umani non avevano ancora capito cosa volesse dire rispettare l’ambiente.
Un bel giorno sugli alberi del parco comparvero strani fogli, splendidamente decorati, su cui erano scritte alcune parole semplici e oscure al contempo.
Gli abitanti della foresta iniziarono a raccoglierli dapprima per gioco ma poi, pian pianino, decisero di collezionarli e di farli esaminare ad una commissione di saggi costituita per l’occorrenza.
Su quei fogli, infatti, ognuno di loro si riconosceva oppure aveva la sensazione di ricevere risposte a qualcosa di incomprensibile.
Inspiegabilmente, più fogli raccoglievano e più ne crescevano sui rami, più ne portavano al collegio dei grandi saggi più ne comparivano nel parco.
Pinco Pallo, un Pappagallo molto curioso, decise dunque di vederci chiaro e studiò con attenzione i luoghi e la sequenza di pubblicazione di tali scritti fino a che, dopo tante ricerche, vide Pasquino il Panda birichino tutto intento a smuover rami.
“Buongiorno Pasquino”, esordì Pinco Pallo
“Ehm buongiorno a te Pinco Pallo”, rispose un po’ imbarazzato Pasquino
“Che cosa fai di bello?” lo incalzò il Pappagallo
“Oh, niente, cerco germogli freschi di bambù”, rispose arrossendo in modo buffissimo
“Ah, hai saputo di tutti quei foglietti che compaiono sugli alberi del parco?”, domandò lisciandosi le piume Pinco Pallo
“Uhm pare che se parli parecchio in giro…” affermò con falsa modestia Pasquino
“Già, pare che svelino curiosità e informazioni riservatissime”, ridacchiò Pinco Pallo
“Ah beh, qualcuno l’ha presa male?”, s’informò il Panda
“Veramente molti ne hanno riso”, rifletté il Pappagallo
“Dunque?”, lo spiazzò il birichino
“Ma perché?”, chiese a questo punto Pinco Pallo
“Perché ci stavamo annoiando e adesso guarda… nessuno di noi trascorre più le serate sbadigliando sconsolato”, affermò Pasquino con un certo sorrisino
“Beh, senti, non è mio compito scoprire l’autore di queste…”, concluse Pinco Pallo
“Pasquinate?” suggerì Pasquino
“E sia! Pasquinate”, concesse il Pappagallo, invitando il panda ad un aperitivo a base di noccioline e germogli di bambù.  



martedì 17 settembre 2019

Ofiuco l’Orango


Ofiuco l’Orango

C’era una volta e c’è ancora un bellissimo osservatorio astronomico sul cocuzzolo di una montagna, dove era anche un attrezzatissimo e molto tecnologico laboratorio di ricerca su neutrini e particelle. Durante le notti stellate l’osservatorio si popola di curiosi e studiosi che vogliono osservare il cielo, i pianeti, le costellazioni e l’universo in cui viviamo guardando da un enorme cannocchiale.
Un bel giorno di dicembre, quando l’aria è tersa, fredda e pulita e le notti sono lunghe e limpide, si udì nell’osservatorio un grido straziante, poi un pianto disarmante e infine un lungo applauso liberatorio: per uno stranissimo caso del destino, una Ornella l’Oranga e Osvaldo l’Orango, insieme ai loro piccoli Ostilio, Oriana, Oscar, Orlando, Oddone, Orsola e Olga avevano deciso di andare a fare una passeggiata in montagna quando Ornella era sul punto di partorire.
A dire il vero, e a raccontar la storia al completo, Ornella e Osvaldo avevano acconsentito ad andare all’osservatorio, nonostante non fosse prudente proprio per niente, per assecondare le insistenti richieste di Olga e Ostilio, i quali avevano convinto fratelli e sorelle a partecipare all’osservazione di uno sciame di Geminidi, una specie di pioggia di detriti di una stella cometa che produce il meraviglioso effetto di un temporale di stelle cadenti. Qualcosa di imperdibile, insomma, di assolutamente spettacolare.
A nulla erano valse le moine e i tentativi di dissuasione da parte di Ornella e Osvaldo, Olga e Ostilio avevano portato dalla loro parte Oriana, Oscar, Orlando, Oddone e Orsola… come fare a dir di no a quegli occhioni imploranti? Impossibile e così partirono verso la montagna.
Mentre stavano osservando le varie costellazioni Ornella cominciò ad avere le doglie e, di lì a qualche tempo, partorì un bellissimo cucciolotto cui venne dato il nome di Ofiuco, la tredicesima costellazione dello Zodiaco osservabile proprio nei cieli dicembrini.

lunedì 16 settembre 2019

Nora la Nottola


Nora la Nottola

C’era una volta e c’è ancora uno splendido parco con tantissime grotte, gole e cavità in cui arrivavano speleologi, cronobiologi e geologi da tutto il mondo per studiare stalattiti, stalagmiti, cavità carsiche, laghetti, stillicidi e tantissimi altri fenomeni che si possono osservare soltanto lì.
In questo luogo abitano molte specie di animali dette ipogee, dunque che vivono in ambienti sotterranei, tra cui la salamandrina dagli occhiali, il geotritone italiano e moltissimi pipistrelli che si trovano a proprio agio e felicemente.
“Io qui non ci voglio più stare!”
Beh, quasi tutti.
Questa era infatti la voce di Nora, la Nottola, che detesta vivere nell’ambiente chiuso e ristretto delle grotte. A ben guardare sarebbe ideale per lei ma, chissà perché, si sente oppressa ed incompresa tra quegli splendori.
“Io tra queste quattro mura sono infelice, voglio andare ad esplorare il mondo”
“Ma Nora, Noruccia, e dove?”, le chiedeva ora questi ora quell’altro.
“Non lo so, altrove”, rispondeva sempre piccata.
Un giorno decise di appostarsi vicino a dove aveva notato un andirivieni di turisti e, quando la porta si aprì, scappò via lontano verso il mondo infinito.
Dopo qualche tempo e molto vagabondare, tante avventure e molte storie da raccontare, si stufò di far vita girovaga e decise di tornare nella sua grotta, che era, a dire il vero, piuttosto ampia… beh, quasi quanto un’intera città, non troppo grande ma neanche troppo piccola. Non sapeva, però, come fare per ritrovar l’entrata. Pensa che ti ripensa, decise di seguire un gruppo di turisti e, quando la porta si aprì… ecco che Nora riuscì a tornare. I suoi amici e parenti lì per lì la accolsero tiepidamente: erano offesi e feriti, era andata via senza dire niente, lasciare un bigliettino, organizzare una festa, senza contare che non aveva neanche spedito una cartolina o un messaggio, insomma era sparita e ora sperava di tornare, dopo tutte le preoccupazioni che avevano patito, come se nulla fosse accaduto. Nora la Nottola sulle prime si sentì confusa, poi indispettita ma infine riconquistò l’amore, l’amicizia e la simpatia degli altri senza rinunciare ad esplorare il mondo fuori dalla grotta in cui rientrava e riusciva sempre utilizzando lo stesso metodo.


domenica 15 settembre 2019

Melissa la Marmotta


Melissa la Marmotta

C’era una volta e c’è ancora uno splendido parco naturale in cui si respira aria purissima e si possono fare lunghe passeggiate senza annoiarsi mai, basta ascoltare il suono delle foglie, le storie che gli alberi hanno da raccontare, osservare uccelli che solitamente non amano farsi troppo vedere in giro, assaporare il ritmo lento e piacevole della libertà.
In questo luogo meraviglioso ogni anno si svolge una manifestazione un po’ curiosa: molti abitanti di villaggi e città si radunano intorno alla tana di Melissa la Marmotta per controllare la lunghezza della sua ombra quando si sveglierà dal letargo invernale.
I curiosi, tra cui giornalisti da tutto il mondo, sono convinti che Melissa si trovi lì per caso ma non è affatto così.
Vista e considerata la gran mole di attenzioni che riceve, ella è aiutata da tutti gli abitanti del parco, i picchi generalmente si ricordano di svegliarla, le cornacchie controllano le condizioni meteorologiche, i pipistrelli valutano le informazioni ricevute da radar e satelliti, le talpe incrociano i dati ricevuti dalle radici degli alberi, insomma un gran lavorio, com’è immaginabile, che è del tutto fuorviante descrivere nella sua incredibile complessità.
Un bel giorno, quando era stato stabilito, dopo accurate verifiche, l’ora e il momento preciso in cui Melissa avrebbe dovuto uscir dalla tana, la marmotta si piantò davanti alla porta: non voleva più uscire!
All’esterno l’attesa cresceva e cresceva, un mormorio sommesso riempiva l’aria di aspettativa, il comitato ufficiale mostrava cenni di preoccupazione mentre venditori di cibi e bevande approfittavano della suspence per fare affari d’oro. All’interno uno stupore attonito serpeggiava tra gli occhi stupiti e increduli fino a che Milo il Merlo fischiettò un melodioso richiamo e Melissa Marmotta tirò fuori il musetto rendendo felici tutti quanti.

sabato 14 settembre 2019

Lavinia la Lince


Lavinia la Lince

C’era una volta e c’è ancora un bellissimo parco naturale intitolato a Lucrezio, un poeta e saggio della Roma Antica. In questo ameno luogo andavano a passeggiare ragazzi, bambini, famiglie, escursionisti e chiunque avesse voglia di stare un po’ all’aria aperta nel rispetto della natura.
Un bel giorno tra quelle lande ben ombreggiate da lecci, aceri, faggi e ulivi si sentì un urlo molto simile ad un ululato.
“UHUUUUUUUUU UHUUUUUUUUU” riecheggiava per le valli. Che fosse un lupo? Si chiedevano in tanti? O forse qualche ursu panaru rimasto intrappolato in questa dimensione dal sopravvenire dell’alba? Ma magari era soltanto un lamento della montagna.
Discutendo sul da farsi davanti ad una bruschetta con l’olio nuovo ben piccante e quasi frizzante, dall’odore acre, pungente e denso, si decise che Lorenzo il Lupacchiotto cercatore di orchidee avrebbe dovuto recarsi nel luogo da cui pareva originare il suono e riferire poi agli altri. Lorenzo il Lupacchiotto non era vigliacco ma quell’ululare era davvero straziante e non si può dire che non fosse alquanto spaventato dall’idea di incontrare chissà che strano essere, una volta giunto fin lassù. Si fece comunque animo e chiese alla luminosa Lucilla di indicargli la via. La luminosa Lucilla lo guardò, ne comprese i timori e chiese a libellule e lucertole di tenerlo d’occhio. Lorenzo il Lupacchiotto si incamminò, dapprima tremando, poi ansimando e… quale meraviglia quando, al calar della sera, vide uno sciame di lucciole che gli illuminava il sentiero. “UHUUUUUUUUU UHUUUUUUUUU” si udiva sempre più distintamente ma quando riuscì finalmente, battendo i denti per la paura, ad avvicinarsi, Lorenzo il Lupacchiotto vide che ad emettere quel suono era niente meno che Lavinia la Lince, che era rimasta impigliata, sì, non nelle pieghe del giorno, bensì in un filo spinato. Oh che letizia quando lo vide arrivare. “Finalmente, pensavo vi foste scordati di me, possibile che non vi foste accorti della mia assenza?”. Lavinia rimbrottò Lorenzo, poi si adagiò sulla sua schiena e si addormentò, stremata. Quando si svegliò era a valle, sana e salva.

venerdì 13 settembre 2019

Irina l’istrice birichina


Irina l’istrice birichina

C’era una volta e c’è ancora un bellissimo roseto curato con amore e tanta passione da un gruppo di giardinieri molto solerti e sempre informati sulle novità in fatto di botanica, genetica, biologia, chimica, musica e tutto ciò che potesse tornar loro utile per far crescere in modo armonioso le belle spinose, ché non c’è rosa senza spine.
Un giorno uno di loro, Ivan, trovò sul tronco una spina bianca e nera, lucida e di una consistenza assai simile a quella di un aculeo. Incredulo, chiamò Igor, il quale si consigliò con Irma, la quale si consultò con Ivana, che domandò ad Immanuel, che chiese ad Innocenzo, il quale interrogò Isabella, che interpellò Isotta. Nessun tra loro aveva mai visto qualcosa di simile e decisero, a malincuore, di interpellare internet. Niente di niente che potesse in qualche modo aiutarli nel risolvere il busillis. Il mistero si infittì finché, mentre erano immersi nelle loro ricerche, udirono Irina, l’Istrice birichina che si rotolava tra le foglie per il gran ridere “Hihihihihihi – li scherniva – vi ho fatto proprio un bello scherzo e ci siete caduti in pieno: era un mio aculeo, forgiato in modo da sembrare una spina! Hihihihi!”
“Ride bene chi ride ultimo” ironizzarono però i sette: Irina, rotolandosi dalle risate non si era accorta che tutte le foglie non raccolte dai giardinieri, intenti a risolvere il mistero, le si erano infilzate negli aculei! Irina si dibatteva, si scrollava, si dimenava ma non c’era niente da fare e così dovette chiedere ai giardinieri di aiutarla, cosa che fecero a patto che lei la smettesse con tutti quei dispetti.



giovedì 12 settembre 2019

Ciao Hello Sistema solare


Ciao Hello Sistema solare

Ciao Hello
Hello Ciao

Hello Ciao
Ciao Hello

Ciao Hello
Hello Ciao

Oggi impariamo
I pianeti
Del sistema
Solare

Hello Ciao
Ciao Hello

Let’s learn
The planets
Of the solar
System

Ciao Hello
Hello Ciao

Il Sole
È la stella
Intorno a cui
Ruotano i pianeti

Hello Ciao
Ciao Hello

The planets
Orbit
The Sun that is
The star

Ciao Hello
Hello Ciao

Il più vicino
È Mercurio
È il più piccolo
E non ha satelliti

Hello Ciao
Ciao Hello

The closest
Is Mercury
It’s the smallest
With no satellites

Ciao Hello
Hello Ciao

Il secondo
È Venere
Molto simile
Alla Terra

Hello Ciao
Ciao Hello

The second
Is Venus
Quite similar
To the Earth

Ciao Hello
Hello Ciao

Il terzo
È la Terra
Che è il
Nostro pianeta

Hello Ciao
Ciao Hello

The third
Il the Earth
That is
Our planet

Ciao Hello
Hello Ciao

Il quarto
È Marte
Il Pianeta
Rosso

Hello Ciao
Ciao Hello

The fourth
Is Mars
The red
Planet

Ciao Hello
Hello Ciao

Il quinto
È Giove
Il più grande
Gigante gassoso

Hello Ciao
Ciao Hello

The fifth
Is Jupiter
The biggest
Gas giant

Ciao Hello
Hello Ciao

Il sesto
È Saturno
Con un anello
Di satelliti

Hello Ciao
Ciao Hello

The sixth
Is Saturn
With a ring
Of satellites

Ciao Hello
Hello Ciao

Il settimo
È Urano
Un gigante
Ghiacciato

Hello Ciao
Ciao Hello

The seventh
Is Uranus
An Ice
Giant

Ciao Hello
Hello Ciao

L’ottavo
È Nettuno
È il più lontano
Dal Sole

Hello Ciao
Ciao Hello

The Eighth
Is Neptune
The farest
From the Sun


mercoledì 11 settembre 2019

Giulia alla scoperta del Belgio


Giulia alla scoperta del Belgio

Giulia alla scoperta del Belgio
Tante cose imparerà

Il Belgio è uno Stato federale
Sede del Parlamento europeo
Una monarchia costituzionale
Nell’Europa Occidentale

Giulia alla scoperta del Belgio
Tante cose imparerà

Confina con Francia, Germania
Lussemburgo e Paesi Bassi
Suddivisa in Fiandre, Vallonia,
Bruxelles Capitale

Giulia alla scoperta del Belgio
Tante cose imparerà

Molte sono le città importanti
Bruges, Anversa, Gand, Liegi,
Ostenda, Namur, Charleroi
Bruxelles ne è la capitale

Giulia alla scoperta del Belgio
Tante cose imparerà