Uranio l’Usignolo
C’era una volta e c’è ancora un
meraviglioso giardino botanico in cui convivono fiori e piante rarissime e
comuni dai quattro angoli del Pianeta Terra, che in realtà è un geode e quindi
non ha angoli di sorta.
In questo splendido luogo giardiniere e giardinieri
si affaccendano per irrigare, potare, innestare, nebulizzare, umidificare,
insomma svolgere tutte quelle attività necessarie ad assicurare il benessere
delle piante.
Un bel giorno arrivò nel giardino,
attirato dalla bellezza di fiori e dal profumo inebriante delle fioriture,
Uranio l’Usignolo, un uccellino piccolino e colorato con una voce melodiosa e
il canto travolgente.
Un po’ confuso dalle condizioni
climatiche artificiali nelle serre e nei giardini, Uranio l’Usignolo non sapeva
più se avrebbe dovuto cantare di giorno o di notte per cui, dopo attenta e acuta
riflessione, decise di cantare ogni qual volta ne avesse sentito la necessità.
La sua voce si muove con agilità tra suoni acuti e gravi, strofe e canzoni
senza mai stonare, le piante erano affascinate dalle sue abilità e volevano che
lui cantasse sempre, a tutte le ore, instancabilmente.
Quando era stanco, loro emanavano profumi
particolari e gli fornivano cibi prelibati per ristorarlo così che potesse
allietarle col suo talento ma l’affetto che nutriva per loro nulla poté contro
l’amore per Ulfina che, attirata dal suo bel canto, si aggirò nel giardino e lo
convinse a viaggiare per il mondo dimenticando il giardino. Attraversarono
mari, oceani, continenti, montagne ma Uranio si sentiva spesso malinconico,
allora Ulfina, che era molto carina, capì che Uranio amava talmente il suo
giardino botanico che, se fosse stato lontano troppo a lungo, si sarebbe
intristito e non avrebbe più cantato. Gli propose dunque, un po’ a malincuore
perché a lei invece piace molto viaggiare, di tornare lì e di girovagare
soltanto di quando in quando. Ugolino ne fu così felice che intonò una bellissima
ballata.
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