lunedì 23 settembre 2019

Tonio il Toro


Tonio il Toro

C’era una volta e c’è ancora un parco naturale che dalle colline digrada fino al mare, popolato da cinghiali, volpi, aironi, cavalli, mucche e tantissimi altri.
Nel parco la vita scorre placida, talvolta un po’ più movimentata, altre più tranquilla ma comunque ognuno ha il suo daffare e non si affanna per inutili questioni.
Un giorno il cielo si riempì dapprima di cirrocumuli, ossia di nubi a pecorelle che come è noto sono foriere di pioggia a catinelle, e poi di cumulonembi, nuvole a sviluppo verticale che ben si distinguono dai cirri nelle loro varie forme e che, come è noto ai meteorologi nonché alle cornacchie, portano lampi, fulmini, saette, tuoni. Si scatenò, dopo un gran BROOM TATAPUM RATTATATUM SPATAPUM, un temporale così intenso da far pensare ad una rabbiosa esternazione da parte della troposfera o comunque di una delle cinque sfere dell’atmosfera terrestre.
Passata la tempesta e tornato il sereno tutti quanti furono molto impegnati nel capire cosa fare per rimediare ai danni del maltempo, tra alberi spezzati, tettoie danneggiate, paglia e fieno sparpagliati e lavorarono alacremente fino a sera. Quando si riunirono nell’aia antistante la grande fattoria, stanchissimi e un po’ emozionati per tutto quel trambusto, si accorsero della mancanza di Tonio il Toro: erano stati tutti talmente occupati in tutto che non si erano avveduti di quell’assenza!
Cosa avrebbero potuto fare?
Per prima cosa si organizzarono delle squadre di ricerca per setacciare l’intera superficie del parco, dunque si convennero alcuni segnali se qualcuno l’avesse, per caso, avvistato.
Corri di qua e corri di là, guarda su e guarda giù, chiamavano talvolta con voce tremante, altre tuonante: “Tonio, Tonio dove sei?”, “Dov’è, dov’è Tonio?”. Dopo un’intera notte di ricerche, quando la speranza era ormai perduta, Tatiana la Tassa lo trovò placidamente addormentato tra i fili di fieno e paglia.
Forse sentendosi osservato si destò, alquanto stupito di tanti sguardi interrogativi intorno, e salutò timidamente… “Salve gente, che bella dormita con il frescolino del temporale eh?”


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