Irina l’istrice birichina
C’era una volta e c’è ancora un bellissimo
roseto curato con amore e tanta passione da un gruppo di giardinieri molto
solerti e sempre informati sulle novità in fatto di botanica, genetica,
biologia, chimica, musica e tutto ciò che potesse tornar loro utile per far
crescere in modo armonioso le belle spinose, ché non c’è rosa senza spine.
Un giorno uno di loro, Ivan, trovò sul
tronco una spina bianca e nera, lucida e di una consistenza assai simile a
quella di un aculeo. Incredulo, chiamò Igor, il quale si consigliò con Irma, la
quale si consultò con Ivana, che domandò ad Immanuel, che chiese ad Innocenzo,
il quale interrogò Isabella, che interpellò Isotta. Nessun tra loro aveva mai
visto qualcosa di simile e decisero, a malincuore, di interpellare internet. Niente
di niente che potesse in qualche modo aiutarli nel risolvere il busillis. Il mistero
si infittì finché, mentre erano immersi nelle loro ricerche, udirono Irina, l’Istrice
birichina che si rotolava tra le foglie per il gran ridere “Hihihihihihi – li
scherniva – vi ho fatto proprio un bello scherzo e ci siete caduti in pieno:
era un mio aculeo, forgiato in modo da sembrare una spina! Hihihihi!”
“Ride bene chi ride ultimo” ironizzarono
però i sette: Irina, rotolandosi dalle risate non si era accorta che tutte le
foglie non raccolte dai giardinieri, intenti a risolvere il mistero, le si
erano infilzate negli aculei! Irina si dibatteva, si scrollava, si dimenava ma
non c’era niente da fare e così dovette chiedere ai giardinieri di aiutarla,
cosa che fecero a patto che lei la smettesse con tutti quei dispetti.
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