C’era una volta e c’è ancora un bellissimo
parco naturale nel Canada Orientale. Nel parco gli animali vivono indisturbati
e svolgono le loro faccende senza stare troppo a preoccuparsi degli esseri
umani. Ogni tanto un turista lascia incautamente qualcosa da mangiare dopo aver
campeggiato sulle rive di un lago o di un fiume, anche se non si dovrebbe mai
fare perché gli animali del parco vanno rispettati e non si deve alterare il loro
habitat naturale.
Un bel giorno d’estate, quando in
pianura il caldo è soffocante e tra i pecci e i pini si trova un po’ di refrigerio,
Volverina Gula, una ghiottona vegetariana molto golosa di bacche, incontrò il
suo amico Anderson l’Alce che stava passeggiando sulla riva del fiume.
“Ciao Volverina”
“Ciao Anderson”
“Hai saputo la novità?”
“Quale novità?”
“Ah beh, pare che arriverà un gruppo di fotografi
a studiare il nostro comportamento”
“Oh no!”
“Già”
“Quindi dovrò interrompere la mia dieta
vegetariana?”
“Se non vuoi essere presa di mira e
studiata in laboratorio, temo proprio di sì”
“Questi umani, non sanno proprio cosa
fare per disturbare, ma non potrebbero limitarsi a vivere nelle loro
inquinatissime città?”
“Non so che dirti ma ho pensato che
forse potresti chiedere a Puma Coguaro”
“Oh per favore, l’ultima volta che
abbiamo parlato voleva mettermi in pentola e farmi a stufato”
“Beh e allora dovrai ricominciare a cibarti
di animali”
“Uhhhh e quando arriveranno questi…
umani?”
“Tra pochi giorni da quello che ho
capito”
Volverina Gula emise un gemito
straziante.
Gli umani non le erano simpatici ma
bisognava in qualche modo accontentarli per evitare che facessero gran danni,
quali ad esempio costruire case, abbattere alberi e altre iniquità.
Salutò l’Alce Anderson e si mise a cercare
Puma Coguaro, attività che la rendeva alquanto nervosa. Decise di andare a
trovare la sua amica Grigia Grizzly, un’orsa molto simpatica e giocherellona.
Anche lei avrebbe dovuto cambiare atteggiamento e imparare a far la faccia dura
per fare più paura a quegli antipatici degli scienziati.
“Volverina, che piacere, qual buon vento
ti porta?”
“Grigia, ho per te alcune bacche per
addolcire la notizia che ti sto per dare”
“Non mi dire che torneranno quegli
umani?”
“Sì, un gruppo di fotografi, tra
qualche giorno ma non si sa quando, me l’ha detto Anderson”
“Ma non hanno altro da fare questi umani
che stare qui coi binocoli ad osservare, filmare e fotografare? Mi toccherà provare
a digrignare i denti. Se faccio così sembro abbastanza credibile come orsa
cattiva?”
Grigia digrignò i denti e proprio in
quel momento le due amiche udirono un inconfondibile click, gli umani erano già
arrivati e le stavano fotografando.
Volverina dovette sforzarsi enormemente per
non scoppiare a ridere, strillò e si arrampicò sull’albero più alto, Grigia
continuò a digrignare i denti e, dopo essersi accertata che Volverina avesse raggiunto
un punto sicuro, cominciò a scuotere l’albero con veemenza.
Attirato da tanto trambusto,
sopraggiunse Puma Coguaro che venne raggiunto da una raffica di click e capì
all’istante cosa stesse accadendo.
Per rendere più credibile la scena, Grigia
si girò e gli corse dietro, lasciando a Volverina Gula agevole spazio per
scappare.
Con tutte quelle immagini, i fotografi,
felici e contenti, tornarono nelle loro città, con gioia e sollievo degli animali
del parco, che poterono riprendere le loro attività.