La bambina impertinente
C’era una volta e c’è ancora un
bellissimo paesino arroccato sul cocuzzolo di una collina che ama definirsi
montagna. Sulle carte è solitamente indicata col nome di ‘poggio’, ‘colle’ o ‘monte’
ma la collina si sentiva alta almeno quanto il Monte Everest, se non di più, beh,
almeno almeno quanto il Monte Bianco o il Kilimangiaro, snella e graziosa come
il Cervino e più colorata delle Dolomiti. Insomma, si può dire senza tema di
smentite che la collina sul cui cocuzzolo è arroccato il paesino ha un’alta
opinione di sé. E gli abitanti? Ah anche loro. La casa di ogni abitante è
considerata da chi la abita la più bella, la più grande, la più lussuosa. Le scarpe
e i vestiti che indossano sono più eleganti, comodi, resistenti, attuali di qualunque
altro abito o calzatura mai indossata. Va da sé che ognuno di loro si sente il
più bello e la più bella tra i belli e le belle, il più intelligente e la più
intelligente tra gli intelligenti e le intelligenti, il più sapiente e la più
sapiente tra i sapienti e le sapienti. Un giorno giunse nel paesino arroccato
sulla collina che ama definirsi montagna un gruppo di turisti. Nessuno ne aveva
mai visto uno tra quelle viuzze e grande fu la curiosità. Dalle finestre aperte
o socchiuse occhi furtivi spiavano i movimenti del gruppetto finché la più alta
autorità del paese, l’ostetrica che lavorava nel vicino ospedale, si presentò. “Buongiorno”
– esclamò schiarendosi la voce. “Buongiorno”, risposero in coro i turisti poi
uno di loro chiese: “Mi scusi, c’è per caso un bar da queste parti?”. “Ma
certo! C’è il Gran Caffè in piazza – rispose la più alta autorità del paese –
se volete posso accompagnarvi, forse siete forestieri e non conoscete le strade”.
“Ah grazie ma non si incomodi, il paesino è talmente piccino che non c’è pericolo
di potersi smarrire”, rispose un turista ignaro dell’effetto che le sue parole
avrebbero scatenato. “PICCINO????” Chiese un gran numero di voci dalle finestre
ormai spalancate sugli impertinenti forestieri. Gli unici due automobilisti che
affollavano la via centrale creando un ingorgo di traffico mai visto da quelle
parti scesero dalle vetture increduli. I turisti erano viaggiatori avvezzi alle
stranezze dei luoghi ma non si aspettavano di certo una tal reazione. Una di loro,
una bimba molto intelligente e piccina, cercò di rimediare agli errori degli
adulti. “Oh, scusate cari abitanti di questo graziosissimo borgo, avete
ragione, questo luogo non è piccino è il più bel borgo tra i piccini su tutto
il territorio nazionale. È decisamente quello che si definisce un gioiellino
perfettamente incastonato nel suo ambiente naturale e noi siamo molto onorati
di poterlo visitare.”. A quelle parole gli abitanti si addolcirono e da quel
giorno si accorsero che ogni luogo che si ama davvero è il posto più bello di
tutti.