lunedì 28 settembre 2020

Nonna Giulietta e le sue amiche 544 e 545

 

544.

 

TANCREDI: Massenzio, che sorpresa!

MASSENZIO: Toh, come mai qui al parco?

TANCREDI: Sono venuto a fare una passeggiata

MASSENZIO: Sì, anche io

TANCREDI: Infatti

MASSENZIO: Hai saputo?

TANCREDI: Cosa?

MASSENZIO: Niente

TANCREDI: Non so di cosa parli

MASSENZIO: Ah neanche io.

TANCREDI: Cosa avrei dovuto sapere?

MASSENZIO: Che è ricominciata la stagione della caccia

TANCREDI: Della caccia?

MASSENZIO: Sì alle vecchie volpi AHAHAHAHAHA

TANCREDI: Sono iscritto alle associazioni di protezione degli animali AHAHAHAHA

MASSENZIO: Andiamo da Giulietta?

TANCREDI: Ho idea che tra poco arriverà qualche crostata…

MASSENZIO: Magari!

TANCREDI: Andiamo…

MASSENZIO: Sarà il caso di farle una telefonata?

TANCREDI: No figurati, Giulietta è una di quelle donne che sono sempre perfette

MASSENZIO: Questo è vero AHAHAHAHA


545.

 

MARCELLO: Battistotti Sassi?

LUISA: Chi è?

MARCELLO: La disturbo?

LUISA: No…

MARCELLO: Investigatore Marcello Dupunte, salve.

LUISA: Comandi!

MARCELLO: La giudice Ipazia mi ha raccontato.

LUISA: Ecco.

MARCELLO: Mi ha chiesto di incontrarla.

LUISA: Quando?

MARCELLO: Prima che lei arrivi in caserma.

LUISA: Ma…

MARCELLO: Sono qui, a due passi da lei.

LUISA: Inutile che le chieda come faccia a sapere dove mi trovi in questo momento, immagino.

MARCELLO: Beh…

LUISA: Mi dica dove.

MARCELLO: Avrebbe già dovuto capirlo, sta perdendo la prontezza di riflessi che l’ha contraddistinta in tutti questi anni.

LUISA: Signornò, signore.

MARCELLO: E allora?

LUISA: Allora ho la sensazione che non sia l’unico ad aver avuto l’idea di incontrarmi prima del mio arrivo in caserma, signore.

MARCELLO: È un mio collaboratore.

LUISA: Ecco.


lunedì 21 settembre 2020

Nonna Giulietta e le sue amiche 543

 

543.

 

GIULIETTA: Malvina, ciao, ti stavo giustappunto pensando.

MALVINA: Eh sei sempre stata un po’ telepatica!

GIULIETTA: Forse un po’.

MALVINA: Ti ho chiamata per…

GIULIETTA: Non ho notizie della Capitana.

MALVINA: No, ma figurati, mica ti ho chiamata per…

GIULIETTA: … ma certo …

MALVINA: … sì due chiacchiere…

GIULIETTA: … poi tu chiami sempre…

MALVINA: … no, vabbè, che c’entra?

GIULIETTA: Infatti.

MALVINA: Non ti stai annoiando un po’?

GIULIETTA: Ho iniziato a contare quante pecorelle intravedo nei cirrocumuli.

MALVINA: Eh…

GIULIETTA: Tu hai la tua numerosa famiglia…

MALVINA: Sì ma…

GIULIETTA: Già.

MALVINA: Quando pensi di organizzare una festicciola, una cenetta?

GIULIETTA: Tu porti la crostata?

MALVINA: Te ne preparo una mezza dozzina!

GIULIETTA: E allora dobbiamo proprio organizzarci!

MALVINA: Sapevo che mi avresti capita.


 

giovedì 10 settembre 2020

Scioglilingua delle tegole

Dal terrazzino della Peppina si vedono tante tegole di tutti i colori e di tutte le sfumature


mercoledì 9 settembre 2020

Eliotto Paperotto e la poiana (aggiornato)

C'era una volta e c'è ancora un bosco fitto fitto dove scorre un fiume stretto stretto. Nel bosco, di roveri e solide querce, di ampi aceri e flessuose ginestre, abitano uccelli di tanti colori, i merli neri col becco giallo, i passeri che a volte hanno il petto rosso e roditori, quali gli scoiattoli e i topolini. Vi è una famiglia di istrici e due di ricci, api, formiche, mosche, vespe e farfalle in quantità. Un giorno Eliotto Paperotto, stanco di chiacchierare con le cinciallegre, decise di andare ad esplorare il fiume. Voleva capire da dove arrivasse tutta quell'acqua che scorreva ininterrottamente e dove arrivasse, perché a volte il fiume era impetuoso e altre placido, perché il livello dell’acqua fosse più o meno alto. Guardò attentamente, osservò la corrente e si incamminò nel verso contrario, sperando così di trovare la sorgente. Eliotto Paperotto nuotava quando le acque erano calme e camminava quando il fiume si ingrossava e diventava difficile da attraversare. Tutt’ad un tratto si trovò di fronte ad un grande sasso, largo e duro. Non potrò mai farcela, pensò sconsolato e si acquattò nell’erba. La curiosità, però, ebbe la meglio. Guardò di nuovo il fiume… tutta quell’acqua, da dove viene? Forza e coraggio! Aggirò il sasso e proseguì il cammino, un po’ nuotando e un po’ camminando, fino a che si trovò dinanzi un albero caduto, era un tronco alto alto. Non potrò mai farcela, pensò abbacchiato e si addormentò tra le radici. Quando si svegliò, riposato, guardò il fiume… tutta quell’acqua, da dove viene? Forza e coraggio! Sempre più incuriosito, si arrampicò sull’albero e proseguì il cammino, un po’ nuotando e un po’ camminando finché trovò un branco di lupi appena usciti dal letargo. Non potrò mai farcela, pensò spaventato e si nascose in una tana, tremando di paura. I lupi non si accorsero di lui e Eliotto Paperotto poté proseguire il suo cammino, un po’ nuotando e un po’ camminando fino a quando incontrò un aquilotto che lo scrutò e gli chiese cosa ci facesse un paperotto di pianura in mezzo alle montagne. Eliotto Paperotto rispose: “Voglio vedere da dove arriva l’acqua del fiume e dove arriva”. “Ma non ce la farai mai!”, rispose ridacchiando l’aquilotto. “E io ci voglio provare lo stesso”. “Mah, a me sembra un’idea un po’ scema, ti saluto”. Eliotto Paperotto pensò che forse aveva ragione l’aquilotto. Non potrò mai farcela, pensò sconsolato e volse il suo sguardo in alto. La curiosità, però, ebbe la meglio. Guardò di nuovo il fiume… tutta quell’acqua, da dove viene? Forza e coraggio! Proprio in quel momento incontrò una poiana che aveva ascoltato le parole dell’aquilotto e si era indispettita. “Ciao”, gli disse.

“Ciao”, rispose triste Eliotto Paperotto.

“Che ci fa qui un paperotto di pianura?”

“Vorrei vedere da dove arriva l’acqua del fiume e dove giunge ma non ce la farò mai”

“E sei arrivato fin qui da solo?”

“Sì”

“E non hai incontrato difficoltà?”

“Oh, sì, c’era un sasso largo e grosso ma l’ho aggirato, c’era un tronco alto alto e mi sono arrampicato, c’era un branco di lupi ma non mi hanno visto perché mi sono nascosto, ho nuotato quando la corrente era calma e camminato quando era impetuosa”, rispose Eliotto Paperotto sempre più sconsolato: dopo tutta quella fatica gli dispiaceva proprio rinunciare all’impresa.

“Non devi lasciare che gli altri ti scoraggino”

“Sì ma l’aquilotto ha ragione, non potrò mai arrivare fin lassù”

“Forza e coraggio! Sali sulla mia schiena, ti accompagnerò”

E fu così che Eliotto Paperotto riuscì a vedere la sorgente del fiume, acqua limpidissima che sgorgava dalle rocce e la sua foce, nel grande mare.

Tra le morbide e calde ali della poiana i lupi non si sentivano più, l’albero sembrava uno stuzzicadenti e il sasso un granello di sabbia.

 

martedì 8 settembre 2020

Storielle musicali Geronimo e Annina

 

Geronimo e Annina

 

C’era una volta e c’è ancora una bellissima fattoria vicina ai margini di una grande città, dove vivono più o meno pacificamente animali di tante specie diverse e c’è una gran varietà di piante. Un agricoltore un po’ bizzarro coltiva verdure e ogni tipo di vegetale ma non usa pesticidi né niente di artificiale ed è convinto che lasciare agli animali un po’ di spazio sia vitale per un buon raccolto. Avrà ragione? Chi lo sa? Fatto sta che entrando dal cancello di legno posto all’ingresso di un viale in terra battuta e pietre di fiume, i polmoni sembrano ringiovanire e le narici vengono avvolte da un profumo inebriante di terra, foglie, natura. L’agricoltore non è da solo, beninteso, vi sono persone che amano aiutarlo e lui impone mai regole rigide tranne ma è inamovibile sull’importanza di non utilizzare prodotti nocivi per l’ambiente e di non mangiare gli animali della fattoria. Un po’ increduli Geronimo e Annina erano arrivati lì una mattina cercando di non farsi notare e pensando di poter passare inosservati. Avrebbero giusto voluto dare un’occhiata, così, senza soffermarsi. Parlarono con gli altri animali, un gruccione, due cornacchie, un paio di volpacchiotte e le temibili donnole, cani, gatti e lucertole, che non amavano punto i felini e si fidavano molto poco di loro. Quando arrivò, il contadino fece finta di niente, Geronimo e Annina furono così contenti che aprirono le loro code danzando allegramente ma è un po’ difficile non vedere quando un pavone apre la coda per farsi rimirare e il contadino sorrise.

“Non abbiate paura, qui nessuno vi farà del male”

E fu così che Annina e Geronimo rimasero per sempre nella fattoria ai margini della grande città dalle mille luci sfavillanti.

 

Molto liberamente ispirato ad Annette e Gary Peacock.