domenica 8 ottobre 2017

C’era una volta un castello

C’era una volta un castello


C’era una volta un castello fatto costruire da Federico II di Svevia nell’attuale Melfi, in quello che era un crocevia di culture e vie commerciali. In questo luogo di rara bellezza lo scozzese Michele Scoto e il pisano Fibonacci discorrevano di scienza e cultura, gettando le fondamenta per la conservazione, la tutela e la trasmissione delle basi della cultura cosiddetta occidentale. Mentre Fibonacci traduceva i trattati indiani collegandoli a quelli arabi sulle scienze matematiche elaborando la famosa sequenza aurea e introducendo il concetto e il numero ‘zero’, lo scozzese studiava Averroè che ‘’l gran comento feo’, e riportava dal mondo arabo el-andaluso spagnolo la Poetica di Aristotele, considerata la summa della cultura ‘classica’ greca, andando a conservare una pietra miliare delle conoscenze elaborate prima della caduta dell’Impero romano che rischiavano di andare perdute. Fibonacci, lo scienziato più importante del suo tempo, e Scoto, uno di quei personaggi che hanno consentito la continuità del pensiero e della cultura nella storia dell’umanità, lì elaborarono quasi tutto ciò che venne poi sviluppato nel corso del Medio Evo e dell’era moderna.