C’era una volta un castello
C’era una volta un castello fatto
costruire da Federico II di Svevia nell’attuale Melfi, in quello che era un
crocevia di culture e vie commerciali. In questo luogo di rara bellezza lo
scozzese Michele Scoto e il pisano Fibonacci discorrevano di scienza e cultura,
gettando le fondamenta per la conservazione, la tutela e la trasmissione delle basi
della cultura cosiddetta occidentale. Mentre Fibonacci traduceva i trattati
indiani collegandoli a quelli arabi sulle scienze matematiche elaborando la
famosa sequenza aurea e introducendo il concetto e il numero ‘zero’, lo
scozzese studiava Averroè che ‘’l gran comento feo’, e riportava dal mondo
arabo el-andaluso spagnolo la Poetica di Aristotele, considerata la summa della
cultura ‘classica’ greca, andando a conservare una pietra miliare delle
conoscenze elaborate prima della caduta dell’Impero romano che rischiavano di
andare perdute. Fibonacci, lo scienziato più importante del suo tempo, e Scoto,
uno di quei personaggi che hanno consentito la continuità del pensiero e della
cultura nella storia dell’umanità, lì elaborarono quasi tutto ciò che venne poi
sviluppato nel corso del Medio Evo e dell’era moderna.