C’era una volta un cavaliere che amava
le buone maniere, diceva buongiorno e buonasera, grazie, prego e per favore.
Era molto amato dalla popolazione anche
quando galoppava per sbaglio su qualche melone.
“Scusa”, diceva al contadino e gli dava
un biscottone e un biscottino.
Un bel mattino di primavera incontrò
sulla sua strada un giardiniere che amava le buone maniere. “Cortesemente – gli
disse d’un tratto – le mie aiuole non calpestare”.
“Certamente, starò molto attento, non dubitare!”,
rispose il cavaliere ma accidentalmente cadde da cavallo e rovinò il suo bel
giardino, distruggendo il suo fiore più bello e prezioso, un tulipano nero.
“Ah che disgrazia!, che disperazione!”,
disse il giardiniere che pure amava le buone maniere ma in quel momento si era
scordato di chiedergli se si fosse fatto male.
“Mi dispiace”, rispose il cavaliere e
volle dargli un biscottone e un biscottino.
“Grazie ma chi mi ridarà il mio tulipano?”,
chiese disperato il giardiniere.
Vedendo che non c’era verso di calmarlo,
il cavaliere che amava le buone maniere e non voleva sfigurare, propose “Te ne
porterò uno io”.
“Facile a dirsi ma non a farsi”, rispose
il giardiniere “quella era una varietà che avevo selezionato personalmente e non
ve n’è uno uguale in commercio”.
“Oh mi dispiace, mi dispiace veramente,
c’è qualcosa che posso fare per farmi perdonare?”
“Ah beh, se proprio ci tieni, c’è forse
una cosa che potresti fare”
“Dimmi, sono tutto orecchi”
“Potresti andare sulla montagna al di là
del mare, quella da cui si vede l’infinito, salire su un cirro”
“Cos’è un cirro?”, lo interruppe il
cavaliere.
“Quelle nuvole che sembrano piume”,
rispose il giardiniere.
“Ah ho capito, non quelle che sembrano
panna montata?”
“No, quelli sono i cululonembi”
“Va bene, allora salgo su un cumulonembo?”
“No, su un cirro”
“Ah un cirro, quelli che sembrano panna
montata?”
“No, quelli che sembrano piume”
“Ho capito, ho capito, attraverserò il
mare, scalerò la montagna da cui si vede l’infinito e poi salirò su una nuvola
a piuma”
“Un cirro, esatto”
“Ah bene bene e poi?”
“E poi lo scoprirai da te”.
Il cavaliere che amava le buone maniere
salutò il giardiniere che amava le buone maniere, cavalcò fino al mare, si
imbarcò su una nave, attraversò il mare, giunse di là dal mare fino ai piedi
della montagna da cui si vede l’infinito, scalò la montagna da cui si vede l’infinito,
non salì su una nuvola che sembrava panna montata, cioè un cumulonembo, ma salì
su un cirro che sembrava una piuma, da lì osservò l’infinito e scorse un campo
di tulipani, ve n’era uno di mille colori e ancor di più, si lanciò col paracadute,
il cavallo e la bardatura, raggiunse una radura posta su un’altura, facendo
attenzione a non calpestare neanche un fiore e chiese ad un’ape che era lì
vicina. L’ape gli rispose “Bzzzzz sono troppo indaffarata, chiedi alla vespa” e
la vespa gli rispose “Ecco, prendi uno di questi bulbi e portalo al giardiniere
che ama le buone maniere”. Il cavaliere ringraziò, chiese un passaggio ad un’aquila
reale che era lì per caso, risalì sulla nuvola che sembra una piuma, il cirro,
e non il cumulonembo che sembra panna montata, scese sulla cima della montagna
da cui si vede l’infinito, lo ammirò, scese, tornò verso il mare, si imbarcò su
una nave, attraversò il mare e tornò dal giardiniere che amava le buone maniere
con il suo destriero e tutta l’armatura.
“Ecco cosa ho per te, giardiniere”, gli
disse stanco e trionfante il cavaliere.
“Grazie di cuore”, rispose il
giardiniere e gli regalò un paniere magico, una cornucopia, che si riempiva
come d’incanto di ogni leccornia, pesche, fragole, rabarbaro o amaranto.
Il giardiniere e il cavaliere si
salutarono e da quel giorno divennero amici inseparabili.
Dopo qualche tempo nel giardino del
giardiniere fiorì un tulipano con tutte le sfumature, era il più bello mai
visto perché era coltivato con gentilezza, amore e buone maniere.