venerdì 30 ottobre 2020

Il cavaliere e il giardiniere

C’era una volta un cavaliere che amava le buone maniere, diceva buongiorno e buonasera, grazie, prego e per favore.

Era molto amato dalla popolazione anche quando galoppava per sbaglio su qualche melone.

“Scusa”, diceva al contadino e gli dava un biscottone e un biscottino.

Un bel mattino di primavera incontrò sulla sua strada un giardiniere che amava le buone maniere. “Cortesemente – gli disse d’un tratto – le mie aiuole non calpestare”.

“Certamente, starò molto attento, non dubitare!”, rispose il cavaliere ma accidentalmente cadde da cavallo e rovinò il suo bel giardino, distruggendo il suo fiore più bello e prezioso, un tulipano nero.

“Ah che disgrazia!, che disperazione!”, disse il giardiniere che pure amava le buone maniere ma in quel momento si era scordato di chiedergli se si fosse fatto male.

“Mi dispiace”, rispose il cavaliere e volle dargli un biscottone e un biscottino.

“Grazie ma chi mi ridarà il mio tulipano?”, chiese disperato il giardiniere.

Vedendo che non c’era verso di calmarlo, il cavaliere che amava le buone maniere e non voleva sfigurare, propose “Te ne porterò uno io”.

“Facile a dirsi ma non a farsi”, rispose il giardiniere “quella era una varietà che avevo selezionato personalmente e non ve n’è uno uguale in commercio”.

“Oh mi dispiace, mi dispiace veramente, c’è qualcosa che posso fare per farmi perdonare?”

“Ah beh, se proprio ci tieni, c’è forse una cosa che potresti fare”

“Dimmi, sono tutto orecchi”

“Potresti andare sulla montagna al di là del mare, quella da cui si vede l’infinito, salire su un cirro”

“Cos’è un cirro?”, lo interruppe il cavaliere.

“Quelle nuvole che sembrano piume”, rispose il giardiniere.

“Ah ho capito, non quelle che sembrano panna montata?”

“No, quelli sono i cululonembi”

“Va bene, allora salgo su un cumulonembo?”

“No, su un cirro”

“Ah un cirro, quelli che sembrano panna montata?”

“No, quelli che sembrano piume”

“Ho capito, ho capito, attraverserò il mare, scalerò la montagna da cui si vede l’infinito e poi salirò su una nuvola a piuma”

“Un cirro, esatto”

“Ah bene bene e poi?”

“E poi lo scoprirai da te”.

Il cavaliere che amava le buone maniere salutò il giardiniere che amava le buone maniere, cavalcò fino al mare, si imbarcò su una nave, attraversò il mare, giunse di là dal mare fino ai piedi della montagna da cui si vede l’infinito, scalò la montagna da cui si vede l’infinito, non salì su una nuvola che sembrava panna montata, cioè un cumulonembo, ma salì su un cirro che sembrava una piuma, da lì osservò l’infinito e scorse un campo di tulipani, ve n’era uno di mille colori e ancor di più, si lanciò col paracadute, il cavallo e la bardatura, raggiunse una radura posta su un’altura, facendo attenzione a non calpestare neanche un fiore e chiese ad un’ape che era lì vicina. L’ape gli rispose “Bzzzzz sono troppo indaffarata, chiedi alla vespa” e la vespa gli rispose “Ecco, prendi uno di questi bulbi e portalo al giardiniere che ama le buone maniere”. Il cavaliere ringraziò, chiese un passaggio ad un’aquila reale che era lì per caso, risalì sulla nuvola che sembra una piuma, il cirro, e non il cumulonembo che sembra panna montata, scese sulla cima della montagna da cui si vede l’infinito, lo ammirò, scese, tornò verso il mare, si imbarcò su una nave, attraversò il mare e tornò dal giardiniere che amava le buone maniere con il suo destriero e tutta l’armatura.

“Ecco cosa ho per te, giardiniere”, gli disse stanco e trionfante il cavaliere.

“Grazie di cuore”, rispose il giardiniere e gli regalò un paniere magico, una cornucopia, che si riempiva come d’incanto di ogni leccornia, pesche, fragole, rabarbaro o amaranto.

Il giardiniere e il cavaliere si salutarono e da quel giorno divennero amici inseparabili.

Dopo qualche tempo nel giardino del giardiniere fiorì un tulipano con tutte le sfumature, era il più bello mai visto perché era coltivato con gentilezza, amore e buone maniere.


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