lunedì 12 ottobre 2020

Storielle di sport. Il Falco Pietro (aggiornato)

 

Il Falco Pietro

 

C’era una volta e c’è ancora uno splendido parco naturale dove coabitano più o meno pacificamente animali di terra, di acqua e d’aria.

Vi sono acute e felpate linci, ranocchie gracidanti, nibbi e passeri, che vivono in armonia o quasi.

Talvolta qualche essere umano si avventura tra i boschi e i ruscelli per fare fotografie, attività motoria all’aria aperta, o anche semplicemente birdwatching, cioè osservazione dell’avifauna.

Un bel giorno una fotografa, appostata da giorni per cercare di catturare un’immagine che facesse effetto, cominciò a scattare tantissime fotografie ma Pietro, il falco che tornava sempre indietro per appollaiarsi sul suo ramo preferito, si spaventò tantissimo e volò così velocemente che tutti gli animali del parco si fermarono ad osservarlo.

Le ranocchie smisero di gracidare, i grilli e le cicale di frinire, i gatti e le linci di giocherellare, insomma tutti quanti vollero guardare cosa stesse facendo il falco Pietro e, in brevissimo tempo, si formarono dei veri e propri club di ammiratori.

“È più veloce del tuono”, dissero in coro le ranocchie.

“Non è possibile che voli così!”, sentenziò l’invidioso nibbio.

“Io utilizzerei un cronometro”, si intromise il saggio grillo.

“Pietro, Pietro, torna indietro!” gli urlarono dabbasso le furbe volpi.

Il falco Pietro, a sentirsi chiamare in quel modo, ebbe un sussulto, rallentò e si accorse che tutto il bosco, compresi i birdwatcher e la fotografa curiosa, lo stavano chiamando.

Come una saetta scese giù e chiese: “Che succede? Perché gridate?”

“Pietro, Pietro, sei riuscito a battere ogni traguardo di velocità raggiunto dai più veloci velocisti del bosco”, gli spiegò calma la Lince Cesi.

E fu così che il falco Pietro cominciò a sfidare tutti gli animali più veloci del bosco, della foresta e del mondo intero.

 

Molto liberamente ispirato a Pietro Mennea.

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