Il Falco Pietro
C’era una volta e c’è ancora uno
splendido parco naturale dove coabitano più o meno pacificamente animali di terra,
di acqua e d’aria.
Vi sono acute e felpate linci, ranocchie
gracidanti, nibbi e passeri, che vivono in armonia o quasi.
Talvolta qualche essere umano si
avventura tra i boschi e i ruscelli per fare fotografie, attività motoria all’aria
aperta, o anche semplicemente birdwatching, cioè osservazione dell’avifauna.
Un bel giorno una fotografa, appostata
da giorni per cercare di catturare un’immagine che facesse effetto, cominciò a
scattare tantissime fotografie ma Pietro, il falco che tornava sempre indietro per
appollaiarsi sul suo ramo preferito, si spaventò tantissimo e volò così
velocemente che tutti gli animali del parco si fermarono ad osservarlo.
Le ranocchie smisero di gracidare, i
grilli e le cicale di frinire, i gatti e le linci di giocherellare, insomma
tutti quanti vollero guardare cosa stesse facendo il falco Pietro e, in
brevissimo tempo, si formarono dei veri e propri club di ammiratori.
“È più veloce del tuono”, dissero in coro
le ranocchie.
“Non è possibile che voli così!”,
sentenziò l’invidioso nibbio.
“Io utilizzerei un cronometro”, si
intromise il saggio grillo.
“Pietro, Pietro, torna indietro!” gli
urlarono dabbasso le furbe volpi.
Il falco Pietro, a sentirsi chiamare in
quel modo, ebbe un sussulto, rallentò e si accorse che tutto il bosco, compresi
i birdwatcher e la fotografa curiosa, lo stavano chiamando.
Come una saetta scese giù e chiese: “Che
succede? Perché gridate?”
“Pietro, Pietro, sei riuscito a battere
ogni traguardo di velocità raggiunto dai più veloci velocisti del bosco”, gli
spiegò calma la Lince Cesi.
E fu così che il falco Pietro cominciò a
sfidare tutti gli animali più veloci del bosco, della foresta e del mondo
intero.
Molto liberamente ispirato a Pietro
Mennea.
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