domenica 11 settembre 2011

Il principe, l'autiere e il giornalista 18

Le donne della sua vita continuavano a gironzolargli intorno, non aveva mai capito se fossero davvero orgogliose di lui e delle sue prodezze oppure se fossero preoccupate per quello che continuavano, malgrado avesse raggiunto la maggiore età da più di un lustro, a considerare il loro bambino. Difficile capire le donne, sanno incantarti e meravigliarti, sembrano fragili e sanno essere più forti di un intero esercito, hanno in sé la gentilezza dei fanciulli e la passione dei rivoluzionari, a volte sembra di poterne intuire i pensieri.


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sabato 10 settembre 2011

Il principe, l'autiere e il giornalista 17

Il principe aveva accarezzato l'idea e poi, quasi per gioco, aveva iniziato a studiare le cartine geografiche, i suoi preziosi taccuini di viaggio e tutte le possibili informazioni sul percorso. Era di certo un'avventura stimolante e testare le capacità di un'automobile su quei percorsi sarebbe stato sicuramente divertente, inoltre avrebbe rappresentato anche una sfida ulteriore nei confronti di se stesso. C'era ovviamente anche da prendere in considerazione l'aspetto diplomatico di tutta la questione, che pure aveva il suo fascino. 


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venerdì 9 settembre 2011

Il principe, l'autiere e il giornalista 16

Nel frattempo Barzini, ignaro del fatto che il colpo di fortuna non gli sarebbe servito a niente, cercava di nascondere la propria impazienza immergendosi nell'attività che stava scandendo il lento ritmo delle sue giornate lavorative, lo studio dell'orario ferroviario statunitense con le linee di nuova costruzione, immaginando avventurose traversate di lande sconfinate nel Nuovo Mondo, quando venne chiamato dal direttore del suo giornale. Con il cuore palpitante si chiese se quella chiamata avesse a che fare con quell'annuncio, ma forse no, era sicuramente qualche cosa che aveva sì a che fare con il suo lavoro ma, insomma niente indugi. Eppoi era un professionista navigato non un giovincello alle prime armi, l'adrenalina non avrebbe dovuto attraversargli la spina dorsale quasi fosse un adoloscente al primo appuntamento. Sentiva di avere le ali ai piedi, corse, volò, più che camminare, verso l'ufficio del direttore, arrivò con gli occhi pieni di gioiosa attesa, cercava invano di celare la luminosità emozionata che sprizzava dai pori della sua pelle con un aplomb decisamente non italiano. Il direttore lo guardò e sorrise sotto i baffi, aveva sicuramente capito, perciò decise di tenerlo un po' sulle spine iniziando a chiedergli informazioni sulle linee ferroviarie statunitensi per passare poi a questioni di politica internazionale, quando la delusione cominciava a dipingersi sul volto del giornalista il direttore gli chiese con noncuranza se per caso fosse venuto a conoscenza di un annuncio su un giornale francese per una corsa in automobile. Barzini finse la sua più innocente sorpresa sostenendo di non aver ancora letto le pubblicazioni transalpine, non voleva ancora crederci, l'adrenalina attraversava la sua spina dorsale con la velocità della luce e se avesse potuto guardare il suo volto estasiato non avrebbe forse cercato di mentire. Il direttore, girato di spalle, lo osservò con giubilo da un piccolo specchio che aveva posizionato dietro la sua scrivania quando gli chiese se avesse voglia di partecipare ad un'avventura che sembrava essere quasi impossibile, certamente rischiosa, ma forse con qualche momento interessante per la cronaca. In quei momenti capiva il motivo di tante estenuanti riunioni nei vari circoli e salotti, dei compromessi con i suoi ideali giovanili, dell'amarezza di fronte alle richieste di politicanti e potenti che l'avevano portato a dirigere il più importante e antico quotidiano italiano. Un guizzo di pura felicità attraversò gli occhi limpidi di Barzini, che trovò giusto il tempo di ringraziare il direttore prima di correre verso le scale, con la velocità di un bambino cui è stata promessa una bella coppa di gelato, per preparare il bagaglio, salutare le persone care e prepararsi ad un viaggio memorabile.
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