Fiorellino giallo e fiorellino rosso, rosa,
giallo e blu
In un ampio prato c’è un fiorellino
giallo a cinque petali con bordature rosse che si guarda intorno e vede un fiore
rosso, rosa, giallo e blu che gli sembra enorme. Lo saluta e gli fa notare che
è gigantesco, il fiore rosso, rosa, giallo e blu si schernisce e gli suggerisce
di guardare intorno a sé, vedrà qualcosa di molto più grande: gli alberi. Gli
alberi lo guardano e lo salutano “siamo più grandi di voi ma senza i vostri petali
colorati tutto sembrerebbe brutto e poi noi non siamo enormi, guardate le
montagne, le vedete?”
Il fiorellino giallo non riusciva a vederle,
per un refolo di vento lo fece voltare e così poté vedere le montagne che gli
sembrarono enormi, un’aquila li guardò e disse: “Oh ma voi non avete mai visto
le montagne grandi!”
Le montagne, gli alberi e i fiori ri.
sposero di no e il vento disse che non
poteva certo spostare le montagne per far vedere loro le montagne grandi, tra l’altro
non sapeva nemmeno dove fossero.
Una farfalla ebbe l’idea di chiedere
alle nuvole, loro viaggiavano molto e avrebbero saputo certamente dare qualche
indicazione. Chiesero ad un nuvolotto proprio carino che rispose di non saperne
niente, avrebbe chiesto alle altre nubi. Tuoni, fulmini, saette trasmisero il
messaggio da una parte all’altra del globo e vennero a sapere che esistevano le
montagne grandi, dall’altra parte della Terra, oltre il mare. Non sapevano bene
come fare perché poche erano le nuvole che erano riuscite ad arrivare fino alle
montagne grandi, tanto erano alte. Impressero ben bene l’immagine tra le goccioline
che le compongono e la trasportarono, grazie a fulmini, tuoni e saette, fino al
prato dov’era il fiorellino giallo, al che si misero in forma delle grandi
montagne e anche le montagne più piccole e quelle intermedie poterono vedere le
grandi montagne ma un gabbiano stava passando di là e si mise a ridere
“Perché ridi?”, chiese il fiorellino
rosso, rosa, giallo e blu al volatile
“Perché voi pensate che quelle siano le
montagne più grandi però un mio amico pesce mi ha detto che le montagne più
grandi non sono sulla terraferma bensì tra gli abissi più profondi”
Un fremito di incredulità attraversò il
prato e le foglie degli alberi e le code degli scoiattoli e le montagne e le
nuvole.
“E come facciamo a saperlo?” chiese il
fiorellino giallo
“Dovremmo chiedere ad un pesce ma come
possiamo fare?” rispose il fiorellino rosso, rosa, giallo e blu
“Oh, potremmo chiedere alle api”, disse
il prato
“Bzz bzz cosa volete chiederci?”, chiese
un’ape bottinatrice
I fiori e tutti gli altri spiegarono per
filo e per segno cosa, come e perché e l’ape disse che avrebbe chiesto alle sue
amiche api.
Un brusio di bzzzzz arrivò fino ad un
alveare che era proprio nei pressi del mare e un’ape, che ha le ali delicate e non
può bagnarle, chiese ad un granchio se per caso fosse a conoscenza di tali
montagne. Il granchio, che è anfibio e quindi può camminare sulla sabbia e nell’acqua,
ascoltò l’ape e poi chiese ad un pesce che rispose:
“Ma cosa vuoi che ne sappia io? Io sono
un pesce del Mediterraneo e gli abissi sono negli oceani”
“A chi si potrebbe domandare?”
“C’è un pesce migratore che gironzola di
qua e di là, ma bisognerebbe chiedere a chi passa lo Stretto di Gibilterra”
“Vedi un po’ che si può fare”
Il pesce, mosse la coda un po’ annoiato perché
non aveva voglia punto di stare a chiedere tutte queste cose, domandò dunque ad
un suo amico pesce, che chiese ad un altro e alla fine arrivarono ai pesci che
attraversavano lo Stretto di Gibilterra e che conoscevano l’oceano.
“Oh ma non dovete chiedere a noi, noi sappiamo
soltanto dell’Oceano Atlantico ma non è il più profondo, il più profondo è l’Oceano
Pacifico”
La domanda rimbalzò dallo Stretto di
Gibilterra fino a Capo Horn dove i pesci risposero che non lo sapevano e
avrebbero dovuto chiedere ai coralli dell’Australia, i quali risposero che si
sarebbe dovuto chiedere ai pesci dell’Oceano Indiano, notoriamente molto saggi,
ma loro dissero che bisognava proprio cercare nel Pacifico e così fecero.
C’era un pesce che dormiva tanto ma non riusciva
ad addormentarsi quando c’era la luce ed era andato a fare una gita negli
abissi profondissimi per riuscire a fare una bella dormita come si deve, si era
fatto prestare una specie di corazza da una tartaruga per evitare di rimanere
schiacciato dalla pressione e proprio in quel momento s’era svegliato e stava
tornando verso la superficie.
“Che posso fare per voi?”, chiese sbadigliando
Gli venne esposto il problema e il pesce
dormiglione rispose che sì, effettivamente le montagne degli abissi sono molto
più alte di quelle delle terre emerse ma le montagne risposero con un giro di
ultrasuoni che esistevano montagne ancora più grandi su un altro pianeta.
La notizia venne ritrasmessa attraverso
i mari e gli oceani e il granchio e le api e il vento e i fulmini e le saette fino
alle montagne grandi e fino al prato dov’era il fiorellino giallo, il quale disse:
“Dovremmo chiedere al sole ma come potremmo
fare?”
E l’aquila rispose
“Con l’arcobaleno”
E le nuvole si guardarono si
avvicinarono e si allontanarono fino a creare uno splendido arcobaleno multiplo
e la notizia arrivò fino al sole il quale rispose:
“Sì, ci sono montagne più alte su un
altro pianeta ma io sono la stella del sistema solare, ci sono altre stelle e
altri sistemi stellari e poi ci sono altre galassie e montagne più grandi e più
basse”
La risposta rimbalzò fino al prato dove
c’era il fiorellino giallo che concluse dicendo:
“Abbiamo imparato molte cose e penso che
io sono bello così, sono grande per una formichina e piccolo per una farfalla ma
sono bellissimo e senza di me il mondo sarebbe meno colorato e meno bello”
I fiori, le api, gli alberi, le farfalle,
l’aquila, il gabbiano, le montagne piccole, intermedie, grandi, grandissime, il
granchio, i pesci e l’oceano annuirono e non poterono non notare quanto fosse
bello quel fiorellino giallo.