Melissa la Marmotta
C’era una volta e c’è ancora uno splendido
parco naturale in cui si respira aria purissima e si possono fare lunghe
passeggiate senza annoiarsi mai, basta ascoltare il suono delle foglie, le
storie che gli alberi hanno da raccontare, osservare uccelli che solitamente
non amano farsi troppo vedere in giro, assaporare il ritmo lento e piacevole
della libertà.
In questo luogo meraviglioso ogni anno
si svolge una manifestazione un po’ curiosa: molti abitanti di villaggi e città
si radunano intorno alla tana di Melissa la Marmotta per controllare la
lunghezza della sua ombra quando si sveglierà dal letargo invernale.
I curiosi, tra cui giornalisti da tutto
il mondo, sono convinti che Melissa si trovi lì per caso ma non è affatto così.
Vista e considerata la gran mole di
attenzioni che riceve, ella è aiutata da tutti gli abitanti del parco, i picchi
generalmente si ricordano di svegliarla, le cornacchie controllano le
condizioni meteorologiche, i pipistrelli valutano le informazioni ricevute da
radar e satelliti, le talpe incrociano i dati ricevuti dalle radici degli
alberi, insomma un gran lavorio, com’è immaginabile, che è del tutto fuorviante
descrivere nella sua incredibile complessità.
Un bel giorno, quando era stato
stabilito, dopo accurate verifiche, l’ora e il momento preciso in cui Melissa
avrebbe dovuto uscir dalla tana, la marmotta si piantò davanti alla porta: non
voleva più uscire!
All’esterno l’attesa cresceva e cresceva,
un mormorio sommesso riempiva l’aria di aspettativa, il comitato ufficiale
mostrava cenni di preoccupazione mentre venditori di cibi e bevande approfittavano
della suspence per fare affari d’oro. All’interno uno stupore attonito serpeggiava
tra gli occhi stupiti e increduli fino a che Milo il Merlo fischiettò un melodioso
richiamo e Melissa Marmotta tirò fuori il musetto rendendo felici tutti quanti.
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