sabato 14 settembre 2019

Lavinia la Lince


Lavinia la Lince

C’era una volta e c’è ancora un bellissimo parco naturale intitolato a Lucrezio, un poeta e saggio della Roma Antica. In questo ameno luogo andavano a passeggiare ragazzi, bambini, famiglie, escursionisti e chiunque avesse voglia di stare un po’ all’aria aperta nel rispetto della natura.
Un bel giorno tra quelle lande ben ombreggiate da lecci, aceri, faggi e ulivi si sentì un urlo molto simile ad un ululato.
“UHUUUUUUUUU UHUUUUUUUUU” riecheggiava per le valli. Che fosse un lupo? Si chiedevano in tanti? O forse qualche ursu panaru rimasto intrappolato in questa dimensione dal sopravvenire dell’alba? Ma magari era soltanto un lamento della montagna.
Discutendo sul da farsi davanti ad una bruschetta con l’olio nuovo ben piccante e quasi frizzante, dall’odore acre, pungente e denso, si decise che Lorenzo il Lupacchiotto cercatore di orchidee avrebbe dovuto recarsi nel luogo da cui pareva originare il suono e riferire poi agli altri. Lorenzo il Lupacchiotto non era vigliacco ma quell’ululare era davvero straziante e non si può dire che non fosse alquanto spaventato dall’idea di incontrare chissà che strano essere, una volta giunto fin lassù. Si fece comunque animo e chiese alla luminosa Lucilla di indicargli la via. La luminosa Lucilla lo guardò, ne comprese i timori e chiese a libellule e lucertole di tenerlo d’occhio. Lorenzo il Lupacchiotto si incamminò, dapprima tremando, poi ansimando e… quale meraviglia quando, al calar della sera, vide uno sciame di lucciole che gli illuminava il sentiero. “UHUUUUUUUUU UHUUUUUUUUU” si udiva sempre più distintamente ma quando riuscì finalmente, battendo i denti per la paura, ad avvicinarsi, Lorenzo il Lupacchiotto vide che ad emettere quel suono era niente meno che Lavinia la Lince, che era rimasta impigliata, sì, non nelle pieghe del giorno, bensì in un filo spinato. Oh che letizia quando lo vide arrivare. “Finalmente, pensavo vi foste scordati di me, possibile che non vi foste accorti della mia assenza?”. Lavinia rimbrottò Lorenzo, poi si adagiò sulla sua schiena e si addormentò, stremata. Quando si svegliò era a valle, sana e salva.

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