Lavinia la Lince
C’era una volta e c’è ancora un
bellissimo parco naturale intitolato a Lucrezio, un poeta e saggio della Roma
Antica. In questo ameno luogo andavano a passeggiare ragazzi, bambini,
famiglie, escursionisti e chiunque avesse voglia di stare un po’ all’aria
aperta nel rispetto della natura.
Un bel giorno tra quelle lande ben ombreggiate
da lecci, aceri, faggi e ulivi si sentì un urlo molto simile ad un ululato.
“UHUUUUUUUUU UHUUUUUUUUU” riecheggiava
per le valli. Che fosse un lupo? Si chiedevano in tanti? O forse qualche ursu
panaru rimasto intrappolato in questa dimensione dal sopravvenire dell’alba? Ma
magari era soltanto un lamento della montagna.
Discutendo sul da farsi davanti ad una
bruschetta con l’olio nuovo ben piccante e quasi frizzante, dall’odore acre,
pungente e denso, si decise che Lorenzo il Lupacchiotto cercatore di orchidee avrebbe
dovuto recarsi nel luogo da cui pareva originare il suono e riferire poi agli
altri. Lorenzo il Lupacchiotto non era vigliacco ma quell’ululare era davvero
straziante e non si può dire che non fosse alquanto spaventato dall’idea di
incontrare chissà che strano essere, una volta giunto fin lassù. Si fece
comunque animo e chiese alla luminosa Lucilla di indicargli la via. La luminosa
Lucilla lo guardò, ne comprese i timori e chiese a libellule e lucertole di tenerlo
d’occhio. Lorenzo il Lupacchiotto si incamminò, dapprima tremando, poi
ansimando e… quale meraviglia quando, al calar della sera, vide uno sciame di lucciole
che gli illuminava il sentiero. “UHUUUUUUUUU UHUUUUUUUUU” si udiva sempre più
distintamente ma quando riuscì finalmente, battendo i denti per la paura, ad
avvicinarsi, Lorenzo il Lupacchiotto vide che ad emettere quel suono era niente
meno che Lavinia la Lince, che era rimasta impigliata, sì, non nelle pieghe del
giorno, bensì in un filo spinato. Oh che letizia quando lo vide arrivare. “Finalmente,
pensavo vi foste scordati di me, possibile che non vi foste accorti della mia
assenza?”. Lavinia rimbrottò Lorenzo, poi si adagiò sulla sua schiena e si
addormentò, stremata. Quando si svegliò era a valle, sana e salva.
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