Ofiuco l’Orango
C’era una volta e c’è ancora un
bellissimo osservatorio astronomico sul cocuzzolo di una montagna, dove era
anche un attrezzatissimo e molto tecnologico laboratorio di ricerca su neutrini
e particelle. Durante le notti stellate l’osservatorio si popola di curiosi e
studiosi che vogliono osservare il cielo, i pianeti, le costellazioni e l’universo
in cui viviamo guardando da un enorme cannocchiale.
Un bel giorno di dicembre, quando l’aria
è tersa, fredda e pulita e le notti sono lunghe e limpide, si udì nell’osservatorio
un grido straziante, poi un pianto disarmante e infine un lungo applauso liberatorio:
per uno stranissimo caso del destino, una Ornella l’Oranga e Osvaldo l’Orango,
insieme ai loro piccoli Ostilio, Oriana, Oscar, Orlando, Oddone, Orsola e Olga
avevano deciso di andare a fare una passeggiata in montagna quando Ornella era
sul punto di partorire.
A dire il vero, e a raccontar la storia
al completo, Ornella e Osvaldo avevano acconsentito ad andare all’osservatorio,
nonostante non fosse prudente proprio per niente, per assecondare le insistenti
richieste di Olga e Ostilio, i quali avevano convinto fratelli e sorelle a
partecipare all’osservazione di uno sciame di Geminidi, una specie di pioggia
di detriti di una stella cometa che produce il meraviglioso effetto di un
temporale di stelle cadenti. Qualcosa di imperdibile, insomma, di assolutamente
spettacolare.
A nulla erano valse le moine e i tentativi
di dissuasione da parte di Ornella e Osvaldo, Olga e Ostilio avevano portato
dalla loro parte Oriana, Oscar, Orlando, Oddone e Orsola… come fare a dir di no
a quegli occhioni imploranti? Impossibile e così partirono verso la montagna.
Mentre stavano osservando le varie costellazioni
Ornella cominciò ad avere le doglie e, di lì a qualche tempo, partorì un
bellissimo cucciolotto cui venne dato il nome di Ofiuco, la tredicesima
costellazione dello Zodiaco osservabile proprio nei cieli dicembrini.
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