36. Dal 24 giugno 2017 al 1 luglio 2017
Dal momento in cui i tuoi nonni materni mi hanno regalato la bellissima valigia rossa non mi sono più svegliata con la sgradevole impressione di non riuscire a preparare i bagagli per la partenza. In gravidanza le sensazioni si amplificano in modo esponenziale e talvolta si creano angosce per delle questioni apparentemente insignificanti. Per me andare in ospedale, affrontare il viaggio più importante della mia vita, quello da Mentana a Orvieto, pochi chilometri, circa un’ora di macchina, senza una bella valigia era motivo di disagio, non ho mai sopportato la sciatteria nei bagagli, chissà perché. Il corso proseguiva e il gruppetto di pance si è rinfoltito man mano di papà. Alcune mamme non hanno fatto in tempo a finirlo perché hanno partorito prima del tempo previsto creando aspettative e timori tra chi, come me, non aveva ancora avuto neanche i primi accenni di contrazioni. Tu stavi trovando la giusta posizione per il parto, i tuoi amorevoli calcetti erano sempre più calcioni che talvolta mi bloccavano nel bel mezzo del percorso di camminata mattutina al Barco.
37. Dal 1 all’8 luglio 2017
Era il momento di prenotare i monitoraggi all’ospedale, non sapevamo bene cosa fossero ma sapevamo che avevano a che fare con l’approssimarsi del lieto evento. Le temperature era sempre più alte, intorno ai 40°C, con qualche attimi di tregua la mattina prima del sorgere del sole, quando si registravano tra i 26°C e i 28°C. I condizionatori erano in funzione giorno e notte, tuo padre dormiva avvoltolato in una copertona di pile con un cappello di lana calato fin sugli occhi mentre io preparavo sovente la borsa del freddo dopo aver lungamente tenuto le gambe nell’acqua gelata, dormivo con pochi e freschissimi indumenti che cambiavo più volte durante la notte perché zuppi di sudore le mie gambe erano talmente gonfie da riuscire a camminare a stento mentre la pancia era un vero e proprio pancione, decisamente grande. Avevo raggiunto gli 80 kg di peso, davvero tanti per la mia statura. Nonna Lucilla mi aveva detto che avrei sofferto il caldo ma non pensavo che lo avrei patito così tanto. La data prevista del parto indicava il 22 luglio e pareva proprio che avessi l’intenzione di prenderti tutto il tempo necessario, con tutto l’agio che ti serviva. Io ero certa che saresti nata sotto il segno del Leone, non che ci creda molto ma ero certa che saresti stata una splendida leonessa.
38. Dall’8 al 15 luglio 2017
La data presunta del parto si avvicinava sempre più, un calcetto un po’ più forte, ogni piccolo movimento di pancia ci faceva sussultare, Papà Claudio mi guardava interrogativo cercando di capire se fosse finalmente giunto il momento ma non c’era niente che ci facesse pensare ad un’imminente corsa in macchina che comunque era stata caricata con tutto il necessario. I preparativi per il montaggio dell’ovetto e della navicella erano stati alquanto laboriosi e avevano richiesto il sostegno logistico di Nonno Pietro e Nonna Lucilla, io riuscivo a malapena ad uscire la mattina prima dell’alba e quando era necessario andare a Orvieto e i tuoi calcetti erano meno frequenti ma molto più forti. Il 12 luglio avevamo appuntamento per il primo monitoraggio, Papà Claudio ha dovuto aspettare fuori mentre io entravo in una stanza adiacente alla sala parto. Le ostetriche mi hanno fatto sdraiare e hanno collegato il macchinario alla mia pancia. A pochi centimetri da me una donna era in pieno travaglio ma i suoi lamenti non mi arrivavano se non quale eco sospesa di qualcosa di esterno e molto lontano da me. Nel momento in cui ho iniziato a sentire i tuoi battiti sono entrata in una sorta di profondissima meditazione, una immensa felicità ha pervaso il mio corpo e tutte le preoccupazioni sono svanite all’istante.
37. Dal 1 all’8 luglio 2017
Era il momento di prenotare i monitoraggi all’ospedale, non sapevamo bene cosa fossero ma sapevamo che avevano a che fare con l’approssimarsi del lieto evento. Le temperature era sempre più alte, intorno ai 40°C, con qualche attimi di tregua la mattina prima del sorgere del sole, quando si registravano tra i 26°C e i 28°C. I condizionatori erano in funzione giorno e notte, tuo padre dormiva avvoltolato in una copertona di pile con un cappello di lana calato fin sugli occhi mentre io preparavo sovente la borsa del freddo dopo aver lungamente tenuto le gambe nell’acqua gelata, dormivo con pochi e freschissimi indumenti che cambiavo più volte durante la notte perché zuppi di sudore le mie gambe erano talmente gonfie da riuscire a camminare a stento mentre la pancia era un vero e proprio pancione, decisamente grande. Avevo raggiunto gli 80 kg di peso, davvero tanti per la mia statura. Nonna Lucilla mi aveva detto che avrei sofferto il caldo ma non pensavo che lo avrei patito così tanto. La data prevista del parto indicava il 22 luglio e pareva proprio che avessi l’intenzione di prenderti tutto il tempo necessario, con tutto l’agio che ti serviva. Io ero certa che saresti nata sotto il segno del Leone, non che ci creda molto ma ero certa che saresti stata una splendida leonessa.
38. Dall’8 al 15 luglio 2017
La data presunta del parto si avvicinava sempre più, un calcetto un po’ più forte, ogni piccolo movimento di pancia ci faceva sussultare, Papà Claudio mi guardava interrogativo cercando di capire se fosse finalmente giunto il momento ma non c’era niente che ci facesse pensare ad un’imminente corsa in macchina che comunque era stata caricata con tutto il necessario. I preparativi per il montaggio dell’ovetto e della navicella erano stati alquanto laboriosi e avevano richiesto il sostegno logistico di Nonno Pietro e Nonna Lucilla, io riuscivo a malapena ad uscire la mattina prima dell’alba e quando era necessario andare a Orvieto e i tuoi calcetti erano meno frequenti ma molto più forti. Il 12 luglio avevamo appuntamento per il primo monitoraggio, Papà Claudio ha dovuto aspettare fuori mentre io entravo in una stanza adiacente alla sala parto. Le ostetriche mi hanno fatto sdraiare e hanno collegato il macchinario alla mia pancia. A pochi centimetri da me una donna era in pieno travaglio ma i suoi lamenti non mi arrivavano se non quale eco sospesa di qualcosa di esterno e molto lontano da me. Nel momento in cui ho iniziato a sentire i tuoi battiti sono entrata in una sorta di profondissima meditazione, una immensa felicità ha pervaso il mio corpo e tutte le preoccupazioni sono svanite all’istante.
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