La lince e le ielele
C’era una volta e c’è ancora una piccola
città vicino Roma, un borgo antico con una lunga storia. A Mentana, così si
chiama questo ameno luogo, un giorno di luglio giunse un gruppetto di Ielele che
si erano sperdute. Le cicale frinivano pigramente insieme ai grilli, le rondini
volavano basse in cerca di acqua, le api si avvicinavano alle tracce zuccherine
di caramelle e bevande gassate, il caldo sembrava non dare tregua. La più
saggia di tutte le Ielele espresse il desiderio di un po’ di venticello e ombra.
Un platano gentile mosse elegantemente i rami per accontentarla, il cielo schermò
i raggi del sole con un buio improvviso e tutto sembrò gradevole d’un tratto.
In quel momento, una lince passò di là e domandò alle Ielele cosa ci facessero a
Mentana: “Vi siete perse?”.
“Oh sì cara lince”, rispose una
“Qui fa così caldo”, aggiunse un’altra,
sventolandosi con un ventaglio improvvisato.
La lince le osservò col suo sguardo
acuto e poi disse: “Non penso che vi siate sperdute. Siete qui per danzare con
la più bella tra voi, la Ielela che ride nei parchi gioco insieme ai bambini e
alle bambine della città”
“Ah già, l’avevamo dimenticato”, esclamò
la più scordarella
“Ha una voce bellissima e aiuta le bimbe
e i bimbi a far andare le altalene sempre più in alto, a non farsi male quando
cadono, ad arrampicarsi sugli scivoli al contrario”
“Sì, è proprio lei!”, disse la Ielela
più anziana
“Be’, non dovete andar lontane, oggi è
proprio il giorno in cui danzerà intorno al mondo, lanciando brillantini e
polvere di stelle in tutti i luoghi dove giocano i bambini”
E fu così che il 21 luglio da ogni angolo
del mondo si vide una curiosa carovana composta dalla lince e da sette Ielele
guidate da una piccola Ielela che spargeva polvere di stelle e brillantini in
ogni luogo ove giocano i bambini.
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