venerdì 16 luglio 2021

I remi in barca da 113 a 117

 

113.

 

ERMES: Macrì penso che dovresti essere la presidentessa del Tribunale dell’Amore

IRINA: Concordo

GINEVRA: E io chi sarei?

ERMES: Parte in causa

IRINA: Dovrai attenerti alle decisioni del Tribunale dell’Amore

GINEVRA: Non ci penso proprio

MARIACRISTINA: Vabbè possiamo lasciare il principio della libera scelta

ERMES: Il libero arbitrio?

MARIACRISTINA: Ma sì, dai

IRINA: Un tribunale con potere consultivo e basta

GINEVRA: Uhm mi sembra più ragionevole

ERMES: Dai cominciamo

MARIACRISTINA: Bene, dichiaro aperta la seduta del Tribunale dell’Amore, Cancelliera Irina che caso si dibatterà oggi?

IRINA: Il matrimonio è il luogo per mantenere intatto il patrimonio oppure la natura alcova per la felicità?

GINEVRA: Non capisco perché con Layla disperderei il patrimonio

ERMES: Oh bella, perché non mi pare disponga di tante sostanze

MARIACRISTINA: Silenzio! Quali sono le parti in causa?

IRINA: La qui presente Ginevra e Layla, in contumacia

GINEVRA: A sua insaputa direi

ERMES: Mi pare ti abbia gentilmente scaricata

MARIACRISTINA: E il caso umano?

IRINA: David?

GINEVRA: Ma che c’entra David?

ERMES: Sì, infatti, che c’entra David?

MARIACRISTINA: Non è parte in causa?

IRINA: Direi di no

GINEVRA: Assolutamente no.

114.

 

GREGORIO: Io sono quasi arrivato, debbo salutarvi

DAVID: Uhm, sì ma potresti approfondire quello che dicevi?

GREGORIO: A proposito di cosa?

REBECCA: Della bugia immagino

DAVID: No, sul fatto che potrei incontrare una che la pensa come me

GREGORIO: Potrebbe esistere nel mondo una donna, non dico come tua madre

DAVID: La smetti di farle la corte?

GREGORIO: Non mi permetterei mai, non è donna che tradirebbe la fiducia dell’uomo che ama, purtroppo

REBECCA: Questo è vero

GREGORIO: E neanche lui

DAVID: Quindi non hai chance?

GREGORIO: Non ne avrei comunque

REBECCA: AHAHAHAHA

DAVID: Perché?

GREGORIO: Sono da sempre innamorato dell’amore, non credo che lo tradirei mai per una sola persona

DAVID: Temo di non aver capito

REBECCA: Non si impegnerebbe mai anima e corpo con una sola persona

GREGORIO: Oh sì, lo faccio quasi ogni volta

DAVID: E quanto dura l’impegno anima e corpo?

GREGORIO: Il tempo di innamorarmi follemente

REBECCA: Cioè non più di qualche attimo

GREGORIO: Una bocca così perfettamente disegnata non può che pronunciare cristallina verità


115.

 

Clemente e Teodolinda giunsero nel luogo designato per la consumazione del loro lungo e laborioso dovere coniugale.

Con dovizia di particolari sviscerarono le loro perversioni.

Il desiderio di dominio e di possesso si espresse in macchinose estensioni dei loro organi sessuali.

Trafissero con tacchi affilati e strumenti mutuati dalle stanze delle torture medievali le meschinità che condivano le loro vite senza preoccuparsi, per qualche ora, del giudizio degli altri.

Esplorarono il doloroso universo di peccaminosi giochetti erotici, esercitando le loro capacità di sopportazione.

Una pratica che ritenevano utile anche per affrontare le quotidiane difficoltà.

Rebecca prese fisicamente in mano le redini del suo giocattolo umano, lo costrinse a modellare il suo piacere sulle sue volontà: era la sua personale vendetta per tutte le volte che il marito le indicava uomini o donne da compiacere utilizzando il suo potere di seduzione per ottenere favori utili all’azienda di famiglia.

Quando lei ebbe soddisfatto i suoi desideri, Clemente la riportò alla docilità con azioni piuttosto convincenti e le fece comprendere che la notte era ancora molto lunga.

Rebecca, ormai stanchissima, riprese il dominio sul marito con astuzia e ingegno, lo torturò quel tanto che basta per fiaccarne la volontà e si accasciò al suo fianco per addormentarsi.

Non aveva, però, fatto bene i suoi calcoli e l’errore le costò lo scettro coniugale.

Clemente tornò in sella e la portò allo stremo delle forze, incurante dei suoi gemiti e delle sue suppliche.

Caddero in un sonno profondo fino alle prime ore del giorno, quando Rebecca lo svegliò con fredda cattiveria.

Clemente tentò in tutti i modi di rovesciare in suo favore le sorti della nottata ma invano.

Avrebbe certamente trovato un capro espiatorio nel corso della giornata per sfogare la sua frustrazione coniugale.


116.

 

La porta si aprì.

Imbarazzo e aspettative si mescolarono all’odore di biscotti e di buono.

 

EGLE: Sorpresa!

ALTEA: Ciao Pierluca, come mai a quest’ora?

ERMANNO: Siediti, volete un po’ di latte e biscotti?

PIERLUCA: Buonasera…io…noi… sì.. grazie

CHARLOTTE: Sì… sì… grazie

EGLE: Che facce avete!

ALTEA: Sembrate imbarazzati

ERMANNO: Ecco latte e biscotti, sedetevi

PIERLUCA: Sì, certo

CHARLOTTE: Grazie

EGLE: Allora, che avete da dirci con quelle facce?

ALTEA: Vi siete lasciati?

ERMANNO: Macché, guarda come mangiano

CHARLOTTE: Non ci siamo lasciati…

PIERLUCA: Io vorrei, se permettete, chiedere formalmente la mano di Charlotte e da questo momento considerare ufficiale il nostro fidanzamento.

EGLE: Ufficiale?

ALTEA: Non ho capito

ERMANNO: Nemmeno io

PIERLUCA, con ancora il segno del latte e le molliche dei biscotti ai bordi delle labbra si inginocchia e tira fuori dalla tasca una scatolina contenente un anello di diamanti piuttosto importante: Charlotte, io dichiaro formalmente davanti ai tuoi genitori, a tua zia e al pupazzetto Milo che ti amo. Ti prego di accettare questo segno della devozione profonda che provo per te.

CHARLOTTE:  Pierluca io…io… ti amo

ERMANNO: Cioè che succede?

EGLE: Tua figlia ha appena ricevuto una proposta di fidanzamento con tanto di anello di brillanti

ALTEA: Diamanti

EGLE: Diamanti? Così grossi?

ERMANNO: Io non so che dire, ma che fa? La bacia! Sta baciando la mia piccoletta!

ALTEA: Ermanno, la tua piccolina è quasi maggiorenne

EGLE: Eh già…

117.

 

GREGORIO: Beh, ora devo proprio salutarvi, è stato un immenso piacere.

DAVID: Va bene, grazie, ciao!

REBECCA: Ciao Gregorio, anche per me, a presto.

GREGORIO: A domani, spero.

DAVID: Ciao

REBECCA: Ciao

DAVID: Ma davvero non è in grado di innamorarsi di una sola persona?

REBECCA: Non ne ha la minima intenzione

DAVID: Perché?

REBECCA: Perché ci sono persone che amano soltanto sé stesse

DAVID: Pensi che abbia ragione?

REBECCA: Riguardo a cosa?

DAVID: Che sia sbagliato quello che sto facendo

REBECCA: David, sinceramente, non mi pare che se stai cercando una ragazza che ti apprezzi per quello che sei, dovresti iniziare con una bugia. Cosa dovrebbe pensare di te?

DAVID: Che non mi fido delle persone?

REBECCA: O che sei un bugiardo?

DAVID: A questo non avevo pensato

REBECCA: Beh, mi pare un elemento su cui riflettere e poi, sinceramente…

DAVID: Cosa?

REBECCA: Pensi davvero che una ragazza cresciuta in un ambiente tanto diverso dal tuo potrebbe trovarcisi bene, anche se decidesse di accettare la tua buona fede?

DAVID: Perché No? Gli agi sono una bella comodità

REBECCA: Ah beh e quindi lei dovrebbe essere sempre dipendente da te, non pensi che sarebbe un po’ poco bilanciato questo rapporto?

DAVID: Perché dovrebbe dipendere da me?

REBECCA: Oh bella! Perché se volesse, che ne so, decidere di andare ad ammirare l’aurora boreale in Finlandia e poi andare a fare un pupazzo di neve tra le montagne svizzere non penso che potrebbe decidere di farlo senza chiederti del denaro e allora quale sarebbe la differenza? Stai forse cercando di comprare l’amore di una donna per essere certo della sua lealtà? 


 

 

 

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