Lappo
e i suoi amici. Samira la giraffa
Nella Terra Remota il freddo può essere
talmente intenso da far scricchiolare anche l’aria e Lappo, freddoloso com’è,
lo sa benissimo perché in quei giorni, soprattutto nel mese in cui le tenebre
non lasciano spazio all’aurora, è solito rintanarsi nella enorme biblioteca
dove può acculturarsi stando ben bene al calduccio e incontrare i suoi amici
senza doversi avventurare per il bosco o le stradine ammantate di ghiaccio e
neve.
Tra divani e poltrone in cui accomodarsi
per sprofondare nella lettura, vi è infatti un luogo di ritrovo dove è
possibile bere tisane, sgranocchiare uno spuntino, chiacchierare un po’ e
talvolta anche suonare. Gli inverni da quelle parti sono molto lunghi e pensare
di trascorrerli da soli è alquanto deprimente per questo gli abitanti della
Terra Remota amano riunirsi, parlare, discutere e detestano i litigi.
Un giorno di dicembre, sapeva che era
giorno perché lo aveva letto sul quadrante dell’orologio, non certo dalla luce
solare che non avrebbe raggiunto quelle lande fino a metà gennaio, Lappo si
stava concedendo un momento di puro relax ed ebbe una visione che lo lasciò
basito. La lingua gli penzolò fuori dai denti, si stropicciò gli occhi per
essere certo di aver visto bene e udì distintamente le seguenti parole:
“oh Che caldo che fa!”
seguite da una risata colma di solare
allegrezza.
Lappo si guardò intorno temendo di aver
avuto una di quelle visioni che possono a volte capitare durante le giornate
buie e notò che anche gli altri avevano avuto una reazione simile alla sua.
Non c’è da biasimarlo. Lui, un
husky-lupo coperto di caldissima peluria aveva poca dimestichezza col freddo e
cercava sempre di rintanarsi accanto a qualche stufa accesa. Vedere una
giraffa, tipicamente abituata a quei climi caldissimi che lui poteva soltanto
sognare, lamentarsi per il caldo in una giornata tanto gelida da fa battere i
denti a chiunque nella Terra Remota avrebbe destato lo stupore degli abitanti delle
vicine Lupania, Terra degli Orsi Polari, Candilandia e Yakkia.
“Salve gente! Mi chiamo Samira e sono
una giraffa giramondo”, landì allungando il collo per presentarsi in tutta la
sua altezza.
“Ciao Samira!”, risposero in coro
riprendendosi dallo sbigottimento gli altri
“Sono arrivata proprio oggi e ho deciso
di trascorrere qui qualche tempo… pensavo però che il clima fosse più adatto a
me” disse pensierosa. “Comunque” proseguì gaudente “mi piace la Terra Remota ed
è più fresco che nella savana. Cosa fate di bello?”.
“Leggiamo” risposero nuovamente in coro.
Vedere una giraffa in uno tra i giorni
più freddi del mese più gelido in una delle lande più ghiacciate del Pianeta
Terra affermare “oh che caldo che fa” aveva decisamente sortito un effetto
ipnotico e Lappo dovette scuotere la testa per riuscire a profferire qualche
parola, anche soltanto per essere gentile, cosa che caratterizza gli abitanti
della Terra Remota.
“Ciao, io sono Lappo e stavo leggendo un
libro di un eroe italiano che si chiama Giuseppe Garibaldi, era un tipo
simpatico anche se si trovava sempre a combattere qualche battaglia per la
libertà. Benvenuta Samira, vuoi bere una tisana con noi?”.
Samira, col suo carattere chiassoso come
i colori di cui amava adornarsi, era felice di fare amicizia e ben presto si
trovò talmente bene nella Terra Remota che nessuno più si ricordò che era
arrivata e non nata lì.
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