mercoledì 8 novembre 2017

Lappo e i suoi amici. Timmy il Panda. (bozza)

Lappo e i suoi amici. Timmy il Panda.

Timmy è un panda gigante, una sorta di orso bianco e nero che non va mai in letargo. Il giorno della sua nascita una gran quantità di persone si era raccolta intorno a lui per fare una foto ricordo o per guardarlo. La prima cosa che conobbe, dopo il morbido utero materno, fu la invadente curiosità degli umani.
Crebbe tra le foreste del Sichuan, dove i quattro fiumi si incontrano, le acque sono fredde e impetuose, i bambù crescono spontaneamente. La sua famiglia si era trasferita in una zona tranquilla non lontana da Chengdu ma lui non amava le grandi città, preferiva di gran lunga stare all’aria aperta, tra le montagne dove l’orizzonte sembra intrecciarsi con l’infinito.
Un giorno di fine estate aveva deciso di andare ad osservare il cambiamento del colore delle foglie, il cosiddetto fall foliage, nel Parco di Jiuzhaigou, per cui aveva salutato la sua famiglia e i suoi amici, si era riempito la pancia di germogli di bambù e si era incamminato verso Nord pensando di rimanere lontano per un paio di mesi o poco più.
Passeggiare tra sentieri e boschi lo metteva di buon umore e gli stimolava l’appetito per cui, nonostante avesse un buon passo, di quando in quando si fermava per uno spuntino. Durante una di tali soste, incontrò un gruppo di umani che vollero farsi fotografare ma poi cominciarono a tirargli le orecchie, mordergli il naso, fare lo scivolo sulla sua grande schiena.
Cercò di dir loro che non gli piaceva come si stavano comportando e che gli dava fastidio essere trattato in quel modo ma loro per tutta risposta lo presero sempre più in giro, facendogli le linguacce e altre smorfie. Se avesse voluto, se la sua indole fosse stata diversa, avrebbe potuto sbarazzarsene con una semplice scrollata di spalle ed eventualmente un paio di zampate ma non gli piaceva essere violento, lo trovava stupido e inutile, per cui pazientemente attese la sera. Quando gli umani andarono via per la cena Timmy si addentrò nella foresta, attraversò le montagne e non smise di camminare fino a che incontrò Lappo.
“Ciao!” lo salutò
“Ciao” rispose Timmy guardandolo con sospetto
“Sei nuovo di queste parti? Non ti avevo mai visto prima”
“Non saprei, credo di essermi allontanato un po’ più del previsto ma non so quanto ho camminato, a guardare il cielo non più di un giorno e una notte ma a sentire i miei piedi sembra molto di più”
“Be’ se ti sei regolato soltanto con la luce del giorno lo credo bene: qui la notte in inverno dura quasi due mesi!” rispose ridendo Lappo.
Timmy non si sentì canzonato da quelle parole ma capì che doveva essersi allontanato parecchio e chiese a Lappo di dirgli dove era.
“Sei in Lapponia ma, brrrr, senti io avrei un po’ di freddo, ti va di venire a prendere una tazza di Betullica calda così mi racconti la tua storia e riposi un po’?”

“Va bene grazie, io mi chiamo Timmy e tu?”

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