Lappo e i suoi amici. Timmy il Panda.
Timmy è un panda gigante, una sorta di orso
bianco e nero che non va mai in letargo. Il giorno della sua nascita una gran
quantità di persone si era raccolta intorno a lui per fare una foto ricordo o per
guardarlo. La prima cosa che conobbe, dopo il morbido utero materno, fu la
invadente curiosità degli umani.
Crebbe tra le foreste del Sichuan, dove
i quattro fiumi si incontrano, le acque sono fredde e impetuose, i bambù
crescono spontaneamente. La sua famiglia si era trasferita in una zona
tranquilla non lontana da Chengdu ma lui non amava le grandi città, preferiva
di gran lunga stare all’aria aperta, tra le montagne dove l’orizzonte sembra
intrecciarsi con l’infinito.
Un giorno di fine estate aveva deciso di
andare ad osservare il cambiamento del colore delle foglie, il cosiddetto fall foliage,
nel Parco di Jiuzhaigou, per cui aveva salutato la sua famiglia e i suoi amici,
si era riempito la pancia di germogli di bambù e si era incamminato verso Nord
pensando di rimanere lontano per un paio di mesi o poco più.
Passeggiare tra sentieri e boschi lo
metteva di buon umore e gli stimolava l’appetito per cui, nonostante avesse un buon
passo, di quando in quando si fermava per uno spuntino. Durante una di tali
soste, incontrò un gruppo di umani che vollero farsi fotografare ma poi cominciarono
a tirargli le orecchie, mordergli il naso, fare lo scivolo sulla sua grande
schiena.
Cercò di dir loro che non gli piaceva
come si stavano comportando e che gli dava fastidio essere trattato in quel
modo ma loro per tutta risposta lo presero sempre più in giro, facendogli le
linguacce e altre smorfie. Se avesse voluto, se la sua indole fosse stata diversa,
avrebbe potuto sbarazzarsene con una semplice scrollata di spalle ed
eventualmente un paio di zampate ma non gli piaceva essere violento, lo trovava
stupido e inutile, per cui pazientemente attese la sera. Quando gli umani andarono
via per la cena Timmy si addentrò nella foresta, attraversò le montagne e non smise
di camminare fino a che incontrò Lappo.
“Ciao!” lo salutò
“Ciao” rispose Timmy guardandolo con
sospetto
“Sei nuovo di queste parti? Non ti avevo
mai visto prima”
“Non saprei, credo di essermi allontanato
un po’ più del previsto ma non so quanto ho camminato, a guardare il cielo non
più di un giorno e una notte ma a sentire i miei piedi sembra molto di più”
“Be’ se ti sei regolato soltanto con la
luce del giorno lo credo bene: qui la notte in inverno dura quasi due mesi!”
rispose ridendo Lappo.
Timmy non si sentì canzonato da quelle parole
ma capì che doveva essersi allontanato parecchio e chiese a Lappo di dirgli
dove era.
“Sei in Lapponia ma, brrrr, senti io
avrei un po’ di freddo, ti va di venire a prendere una tazza di Betullica calda
così mi racconti la tua storia e riposi un po’?”
“Va bene grazie, io mi chiamo Timmy e
tu?”
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