Arrivo alla stazione centrale di Toronto, Ontario, Canada qualche minuto prima della partenza del treno per Kingston, Ontario, Canada. Giusto il tempo per scrollarmi di dosso la veloce e caotica vivacità cittadina e per ammirare questa cattedrale dell'architettura moderna, gotico novecentesco nord-europeo in versione americana, un mix di stili e un'accozzaglia ben riuscita di equilibrismi ingegneristici. Mi avvio verso il binario con una tazzona di brodaglia caffettosa, biglietto appena emesso e obliterato, pronto per essere pinzato dai controllori all'entrata del treno, ovviamente in orario. No, non si prevedono ritardi e sì quasi tre ore di tragitto, mi spiegano augurandomi buon viaggio. La stazione di Kingston sembra una baita di dimensioni gigantesche, ma d'altronde in Canada è tutto gigantesco. Un allegro professore della Queen's University mi attende per parlarmi di un modello di interazione sociale da lui elaborato. Prima però vuole mostrarmi un po' di quella piccola città che un tempo fu capitale, attraversiamo una biblioteca pubblica, enorme spazio aperto ricolmo di luce. Andiamo verso un parco, prato tipicamente inglese, famigliole e sportivi popolano quell'angolo di città, ci sediamo a chiacchierare non lontano dal lago e da alcuni edifici larghi, bassi non recintati, all'interno di una delle più moderne e sofisticate basi militari del mondo occidentale. Continuo a meravigliarmi della quasi totale mancanza di recinti in una delle più grandi democrazie del pianeta.
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