Il porto di Kalive aveva quel non so che, era riuscito a mantenere intatto la funzionalità e aveva quell'aspetto vintage che lo rendeva tanto pittoresco, aveva enormi potenzialità di attrattiva per un turismo di qualità. Gli altri porti nel corso degli anni avevano corso troppo dietro agli sviluppi tecnologici alterando le caratteristiche e quel fascino dei porticcioli costieri, Kalive invece era riuscito a mantenere intatte le bellezze naturali, conservando pressoché incontaminato il mare cristallino e pulito e soprattutto a raggiungere quel punto di equilibrio tra architettura e paesaggio. L'ideale per l'evento internazionale. Gli operai erano lì per aggiustare i moli, creare nuovi impianti di irrigazione, ripristinare le aree verdi, restaurare la vecchia ferrovia, ridipingere le imbarcazioni. Inutile raccontare l'emozione del porto. Lenny aggiunse, per placare le evidenti preoccupazioni, che la popolazione, e nello specifico del porto, era considerata flora e fauna da proteggere all'interno di quello che stava per diventare il parco storico, naturale, artistico e culturale del Porto di Kalive.
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