Vergine (terra)
Virginia quella mattina non aveva avuto
necessità di guardare fuori dalla finestra per sapere che tempo facesse perché
aveva controllato le previsioni meteorologiche la sera prima e aveva di
conseguenza preparato, per recarsi in ufficio, i vestiti per l’indomani, la
borsa e il thermos multiplo con 127 grammi di insalata di farro, verdure al wok
e tofu, una mela renetta, il mix di frutta secca composto da 10 mandorle
sgusciate ma non pelate, 3 noci di Sorrento, 1 pecan e 1 noce macadamia, 4
chicchi di uva gialla passita di Malaga, un vasetto di yogurt preparato la domenica
precedente. Per non sbagliarsi, aveva lucidato con l’impermeabilizzante sia le decolleté
che gli stivaletti, ambedue con un sobrio e perfettamente bilanciato alla
lunghezza del suo piede tacco di 4 centimetri e mezzo. Aveva cercato il tacco
4,4 perché aveva stabilito, con complessissimi calcoli trigonometrici, che la
proporzione perfetta tra la sua inclinazione posturale, la lunghezza dell’arco
plantare e la lunghezza complessiva del piede era quella di cui sopra. Si era
poi convinta perché aveva notato che, aumentando la trazione del polpaccio
nelle sequenze di allungamento in palestra, il suo tendine poteva sopportare
quel tipo di movimento senza stress. Il suo atteggiamento non era da perfezionista e lei
non si rispecchiava minimamente nelle descrizioni astrologiche delle
caratteristiche delle persone nate nel suo segno, il suo era soltanto senso pratico
e coscienza di sé. Capiva che le altre persone si comportavano in modo
differente ma non le sembrava strano prevedere ogni singolo istante della
propria esistenza, anzi, era più che convinta che fosse un modo per ottimizzare
il tempo e vivere più pienamente la propria vita senza perdersi in chiacchiere
o in imprevisti scomodi e sgradevoli che potevano essere evitati semplicemente
prendendo in considerazione tutti gli aspetti di una situazione data. La sua
colazione al Fireplace era un rito preparato con dovizia di particolari, cosa
che ovviamente facilitava Leonessa nel suo non facile compito di soddisfare i
gusti di tutta la clientela. Con lei non aveva mai difficoltà, le comunicava
per tempo la quantità di calorie e il tipo di ingredienti che avrebbero dovuto
costituire la sua colazione e tutte le volte che si recava al Fireplace, sempre
alla medesima ora, non doveva neanche perdere tempo ad ordinare e scegliere, il
manicaretto preparato apposta per lei era lì, pronto ad aspettarla, alla
temperatura perfetta. Leonessa non le aveva mai confidato, e mai l’avrebbe fatto,
che aveva tappezzato la cucina con post-it per ricordarle il suo orario d’arrivo
e che più di una volta aveva letteralmente improvvisato, servendole un
manicaretto che soltanto per virtù del caso corrispondeva alle esigenze della
più puntuale tra gli avventori del suo locale. Virginia non aveva mai capito
come Leonessa potesse essere così premurosa con tutti quanti ma aveva elaborato
una sua teoria che non rispondeva neanche un po’ al vero. A volte la guardava
con ammirazione ed era certa che da qualche parte in cucina vi fosse una
lavagna o un’agenda annuale con tutte le preferenze degli avventori, con tutte
le frasi di circostanza che erano adatte o sgradite alle varie persone e
invidiava, nel profondo del suo animo, la sua straordinaria capacità
organizzativa. Non le era mai balenato il pensiero, anche vago, che Leonessa potesse
fare tutto ciò seguendo il suo istinto e che si sarebbe letteralmente perduta
tra carte, agende e taccuini.
Virginia aveva sempre tutto sotto
strettissimo controllo, aveva pianificato il suo fidanzamento, il suo
matrimonio, le tappe formative di figli e nipoti e di tutte le generazioni
future della sua stirpe, a volte non capiva perché loro agissero di testa
propria e in modo tanto irrazionale, arrivare in ritardo non era contemplabile
per lei se non era previsto nella lista degli imprevisti e la sua vita era
perfettamente lineare, coerente e cristallina.
Quella mattina, senza neanche doverlo
chiedere, sorbì una spremuta di limone, bergamotto e mandarino preparata al
momento, accompagnandola con due biscotti integrali dolcificati con la stevia, scorze di zucca candita e un gelso ricoperto di cioccolato fondente.
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