martedì 1 novembre 2016

Zodiaco. Ariete (fuoco)

Ariete (fuoco)

Ariella quel giorno s’era svegliata di pessimo umore. Il clima era uggioso, il fine settimana era stato qualcosa da cancellare per sempre dalla propria memoria e per addormentarsi tranquillamente aveva faticato non poco. Il respiro lento e rilassato di suo marito la innervosiva invece di infonderle la solita calma, sembrava che egli fosse imperturbabile, caratteristica ovvia del suo bilanciato segno zodiacale. Non aveva mai creduto a quelle sciocchezze, le stelle non influenzano le nostre azioni però se le capitava sotto mano leggeva volentieri l’oroscopo sul giornale e non cambiava stazione se c’erano le previsioni astrali quotidiane. Si era lavata, vestita e preparata con apparente sbadataggine. L’aveva lasciato dormire, così per dispetto, ed era uscita di casa, lasciandogli la colazione sul tavolo. La irritava terribilmente essere sveglia mentre lui sembrava immerso nelle più placide e comode conversazioni tra le accoglienti braccia di Morfeo ma non lo avrebbe mai ammesso neanche a sua madre, che però la conosceva bene. Una nebbiolina densa e freddina avvolgeva la pianura, qualche albero sbadigliava al suo passaggio e la strada era fondamentalmente libera. Non c’era proprio niente contro cui scagliare le sue ubbie per cui aveva deciso di concedersi, per lo meno, una colazione al Fireplace di Leonessa, sapeva che lì avrebbe trovato una certa complicità e un bel camino acceso a scaldar via l’umidiccio dalle ossa. Il fuoco esercitava su di lei un magico potere, poteva fissarlo per ore ed ore senza mai stancarsi, lasciandosi avvolgere dalle fantasticherie e dal calore morbido, forte e deciso. Sembrava stupido a dirsi ma le pareva che le fiamme avessero una loro personalità specifica e in ogni fuoco si divertiva a scovare quel mondo meraviglioso delle fiabe infantili, ognuno diverso dall’altro, splendido e spaventoso a suo modo. Non aveva mai avuto paura di quell’elemento, le piaceva bruciare le frasche in grandi falò insieme a Giovenale, padre forte e indistruttibile con cui faceva sempre scintille. Si capivano all’istante, bastava uno sguardo, un lampo. Chi li avesse osservati da fuori, e spesso suo marito s’era letteralmente incantato a farlo, avrebbe potuto vedere qualcosa di molto simile ad una tempesta di fulmini impetuosa e incontrollabile dissolversi improvvisamente nel più splendente e limpido raggio di sole di una bella giornata ferragostana, fossero anche stati nel bel mezzo di una tormenta di neve. Lui era l’esatto opposto di lei, ma questa è un’altra storia. Non avendo trovato neanche un minimo di traffico era arrivata con un largo anticipo, entrò al Fireplace, il fuoco nel camino la salutò crepitando allegro e bellicoso, Leonessa non ebbe neanche bisogno di girarsi per capire che Ariella era entrata. Una calma improvvisa e piacevole la accarezzò da un atavico e remotissimo angolino del suo spirito. Finalmente i loro sguardi si incontrarono e le nubi assembrate tra le sue sopracciglia si dissolsero con velocità felina. La selezione di tisane le riportò il sorriso, scelse il rosso karkadè. I fiori lunghi simili a piccole fiammelle dell’hibiscus si mescolarono nella tisaniera con le bacche oblunghe come legni carnosi di rosa canina. Senza parlare Leonessa le indicò, inarcando il sopracciglio destro in una invitante richiesta di assenso, una tortina di squisita pasta frolla fatta in casa con burro d’alpeggio parmigiano e frutti di alchechengi. Ariella si sentì compresa e coccolata. Non c’entrava assolutamente niente che fossero ambedue segni di fuoco, si capivano e basta. La complicità non ha proprio niente a che vedere con i segni zodiacali, assolutamente. Appena si fu riconciliata con l’universo creato suo marito, placidamente le si accostò e le stampò un bel bacio sul collo, sorridendole innamorato. 

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