Pesci (acqua)
Poseidone s’era svegliato un po’
acciaccato dall’umidità che filtrava dalla finestra che sua moglie Demetria
aveva spalancato senza ricordarsi di chiuderla per accogliere il nuovo giorno e
tutto ciò che di buono esso portava con sé. Il cappuccino profumato e denso che
la sua dolce consorte volle portargli pietosamente e gentilmente a letto aveva
lievemente attutito lo shock di doversi destare a tale ora del mattino che,
qualunque fosse, non corrispondeva a quella dettata dai suoi bioritmi naturali
ed era quindi inevitabilmente, inequivocabilmente troppo mattiniera. Invidiava
moltissimo orsi e animali che riescono ad andare in letargo e odiava i gatti
per la loro capacità di rilassamento assoluto. Non che li temesse, nonostante
fosse nato sotto il segno dei pesci, però li guardava con una certa diffidenza,
aveva sempre la sensazione che fossero animali di qualche altro pianeta o
galassia o forse universo. Soprattutto Pegaso, che stava ronfando sui suoi
piedi senza timore d’essere disturbato. Ebbe la tentazione di fargli qualche
dispetto ma il cappuccino caldo lo distolse dai suoi intenti e gli infuse la
forza necessaria ad alzarsi senza recare troppi traumi al suo allenatissimo
corpo, snello e sempre in splendida forma. Si stiracchiò, infilò di corsa la
porta del bagno per una bella doccia calda, avrebbe gradito anche un idromassaggio
ma le goccioline di acqua tiepida per non dire bollente gli scivolavano sulla
pelle rilassando i tessuti, un getto fresco li tonificava e poi di nuovo una
temperatura adatta a star caldo tutta la giornata. Uscire dalla doccia era un
piacere soltanto a patto di cospargersi di creme vellutate e profumati oli
preparati artigianalmente con le erbe del giardino che coltivava con amore e
dedizione insieme a Demetria. Si spazzolò i capelli con voluttà ed energia
finché non ottenne la forma che aveva deciso che avrebbero dovuto avere,
impiegò una buona mezz’ora nelle ritualità mattutine nella sala da bagno,
quindi si preparò indossando un elegante spezzato di lana e cachemire con una
camicia di seta blu, del medesimo colore delle scarpe, del borsello, dell’orologio
da gilet e del nastro intorno al suo Borsalino originale regalo di compleanno
che aveva apprezzato moltissimo. Cercò invano un fiore adatto da appuntare all’occhiello
e si limitò ad indossare una spilla di lapislazzulo e argento brunito. Si
guardò lungamente allo specchio e prima di uscire insieme alla sua famiglia,
calzò guanti e ghette, indossò il mantello di loden tirolese. Spolverò il
sellino della bici e ne spazzolò il telaio prima di inforcarla, si staccò per
qualche momento dalla sua famiglia per una breve sosta dalla fioraia, che andò
in brodo di giuggiole nel confezionargli un piccolo bouquet composto di
tulipani e ranuncoli di straordinaria eleganza, e dal giornalaio, dove acquistò
l’immancabile Settimana Enigmistica, un passatempo che lo aiutava a concentrarsi
e la rivista della Reale Società Cartografica del Regno Unito. All’inizio in
paese erano rimasti tutti quanti un po’ sbigottiti dalla sua indiscutibile
eleganza ma poi ci si erano abituati con la stessa facilità con cui ci si
abitua alla bellezza, a ciò che ci fa stare bene. Per Poseidone era una
naturale attitudine, un modo di vivere, di rispettare sé stesso, gli altri e di
affascinare ogni santo giorno la sua amatissima Demetria, l’unica donna che lo
aveva sempre fatto sentire felice di essere sé stesso, di amare e di essere
amato. Provava nei suoi confronti un sentimento di libertà e di benessere
assoluti, sentiva di poter esprimere tutta la sua creatività e tutta la sua
femminilità senza tema di essere frainteso. D’altronde Demetria aveva una fortissima
componente ‘maschile’ pur nella sua prorompente femminilità e i due si
integravano perfettamente. Non impiegò molto a raggiungere la sua famiglia,
accelerando notevolmente la pedalata. Prima di entrare donò il bouquet a sua
moglie, che sorrise morbidamente.
Per colazione prese un caffellatte
schiumoso e un cornetto con crema di mandorle.
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