Una ballata celtica 3 (bozza)
“Sento qualche dissapore in queste
lande, cosa accade’”
“Salute a voi Messer e Donna Olmo e
salute a tutta la famiglia”
“Messer Leprechaun e Famiglia Abete i
miei ossequi, potreste dirmi cos’è questo alieno?”
“Ecco, vedete è…”
“Un pelosetto”
“Non sono un pelosetto sono un gatto!”
“Un gattoooooo???????” Le fronde olmose
intrise di giustizia e libertà si scossero come una sol fronda e le radici si
aggrovigliarono di colpo intorno ai tronchi forti e agili, quasi a volersi
proteggere da una pozzanghera schizzata dalla strada proprio sul marciapiedi.
“Ehm sì, questo”
“Pelosetto”
“FHHHHH”
“è Felix il Gatto”
“Messere non vorrei essere scortese ma
per la tranquillità nostra e degli abitanti, tra cui gli Scoiattoli, le
Pernici, i Pettirossi e.. beh potreste dirmi, di grazia, per quale motivo il
qui presente Ser Felix il Gatto trovasi in cotesto ameno loco?”
“Che ha detto?”
“Vuole sapere perché Felix il Gatto è
qui e come c’è arrivato”
“Ah, sì sì, giusto, certo, lo avevo
capito è che con tutto il daffare che ho da fare mi era sfuggita l’ultima parola…
ecco, veramente”
“Lasciate che sia io a rispondere”
“Su pelosetto parla, parla pure”
“Non sono un pelosetto!”
“Felix il Gatto è qui perché vuole
assaggiare lo stufato preparato da Samalaliliath, ecco”
“Oh oh oh oh, certamente una
prelibatezza nota in tutte le Contee celtiche la di cui fama dev’essersi spansa
per l’aere della Scozia intera et aver financo travalicato li confini de lo
spazio et de lo tempo posti a sempiterna protezion de lo villaggio la di cui
segretezza è ormai più che arcinota, assurta agli onori non delle vil cronache
mondane bensì delle mitologiche leggende che tanta parte hanno nella gloriosa
letteratura et produzione artistica più nel generale”
“Io non lo capisco quando parla”
“Sta dicendo che non è strano che un
gatto venga attirato dal profumo aromatico dello stufato di Samalaliliath,
visto che è ormai noto in tutte le contee, però non capisce come abbia fatto ad
arrivare, eludendo i sofisticatissimi sistemi di sicurezza per la protezione
della segretezza del villaggio segreto”
“Ah, ecco”
“Ma è semplice Messere, io sono un gatto”
“Già un pelosetto che si arrampica sugli
alberi e infastidisce gli scoiattoli”
“Mai infastidito uno scoiattolo in vita
mia e poi io non sono un pelosetto!”
“Oh oh oh orbene certo sono evidenze che
debbono essere evidentemente considerate nella loro evidente evidenza, seppure
potrebbe ancor sorgere negl’animi più pavidi et cauti, se non un sospetto od un
dubbio amletico per lo meno, orsù et ordunque si potrebbe anco et financo
immaginare che una tale presenza, seppur certo non sia sgradita per le arcinote
regole della buona accoglienza et della buona creanza nonché al sentimento di
più pura solennitate che è ben donde venga tributato ad un forestiero che si
trovi per caso et ot accidente”
“Ma io non voglio prendere nessun
accidente, che dice?”
“Non s’è capito, è soltanto la premessa
ad una frase”
“Pelosetto ascolta e lasciaci ascoltare”
“dov’ero io giunto ordunque et orsù”
“et ot acci”
“Oh oh oh sì certamente e come potrebbe
essere diversamente se la proverbiale, anzi direi financo leggendaria et ot
mitologica in quanto è ben cognito che v’è, et ve n’è ben donde, una intera
mitologia astrologica che narra di cotesto segreto villaggio le cui genti et ot
non genti sono note et arcinote per ser di parecchio anzi di molto et assai
bene accoglienti et ot benevolenti ne li confronti de li forestieri”
“Ah dice che il villaggio segreto è noto
per essere accogliente nei confronti degli stranieri”
Mentre la famiglia degli Olmo e nello
specifico Messer Olmo così parlava si era riunito un folto gruppo di famiglie
arboree, lì giunte per la grande festa di Bealtaine.
C’erano gli originali e furbi Cipresso,
gli indipendenti e altruisti Acero, gli indistruttibili Carpino, i solidali
Castagno, e molti altri stavano arrivando oppure si erano subito messi in moto
per preparare un’arena visto che pareva proprio che si presentasse uno
spettacolo piuttosto interessante e che si sarebbe aperta una discussione senza
ombra di dubbio alquanto memorabile. I Noce, ad esempio, si erano subito
industriati a prendere nota di tutto ciò che veniva detto, e i Pino che, con
gran senso logico, stavano organizzando gli spalti per la giuria e il pubblico
che sicuramente non sarebbe mancato. Certamente i Corniolo e i Betulla
sarebbero stati selezionati tra i giurati per cui era bene costruire gli spalti
in modo che fossero adatti alla loro conformazione e alle loro esigenze.
C’erano anche i Nocciolo che prontamente avevano allestito uno stand con gadget
dell’evento.
“Oh oh oh dicevo, ordunque et orbene che
potrebbe ritenersi necessaria una accurata disamina delle intenzioni del qui
presente Ser Felix il Gatto nelle eventuali vite precedenti et ot postquam”
“Ma io sono qui soltanto per assaggiare
lo stufato non ho intenzione, né mai ne ho avuta, né mai ne avrò, di
arrampicarmi sugli alberi, tanto meno poi su alberi parlanti e semoventi, per
disturbare gli scoiattoli”
“Pelosetto non sei stato interpellato”
“Oh Signur con tutto il daffare che ho
da fare proprio un processo alle intenzioni presenti, passate e future doveva
venir celebrato, ma questo non è un affare che possa distogliermi da tutto il
daffare che ho da fare eppure non posso certo esimermi pur con tutto il daffare
che ho da fare”
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