mercoledì 9 novembre 2016

Zodiaco. Sagittario (fuoco)

Sagittario (fuoco)

Savio s’era svegliato di buon mattino, senza far troppo caso al clima, tanto a quello ci aveva sicuramente già pensato Virginia. Prima di uscire si era impegnato negli esercizi di respirazione e riequilibrio posturale, allungava la colonna con un misto di Graham e Lìmon, aveva dunque recitato alcuni mantra e si era preparato per affrontare la giornata nel modo più proficuo possibile. Mentre l’acqua scorreva ad intensità differente nel soffione colorato aveva provato il nuovo bagnoschiuma al ginepro nero ottimo per tonificare il corpo. Si era quindi frizionato con olio di iperico e lauro, facendo attenzione ad asciugare la viscosità in eccesso con polvere di riso biodinamico prodotto dall’azienda di un’amica di Virginia. Per il viso aveva preferito crema di mandorle di Avola equosolidale e sui capelli aveva spruzzato olio secco e luminescente di una nota casa britannica che da anni porta avanti battaglie animaliste. Vestendosi aveva avvolto i suoi muscoli perfetti di danzatore professionista in morbidi abiti di lana, cachemire e seta, filati italiani di altissima qualità e ridottissimo impatto ambientale. Uscì e raggiunse nella comoda bicicletta coperta inventata da un ingegnoso danese il Fireplace. Gli spifferi di aria fredda potevano essere piuttosto sgradevoli per lui, soprattutto dopo una giornata di allenamento in sala, ma preferiva, quando poteva, evitare aerei e automobili, la soluzione della bicicletta coperta gli era sembrata particolarmente adatta alle sue esigenze e ne aveva ordinata una realizzata appositamente per lui su progetto del designer scandinavo da una bottega ciclistica artigianale che aveva una predilezione per materiali eco-sostenibili di indubbio livello qualitativo. Con sua moglie aveva instaurato un rapporto di rispetto, lei comprendeva appieno le sue esigenze scandite alla perfezione dal ritmo implacabile di grand jeté e arabesque e lui si adagiava comodamente nella sua ferrea organizzazione, le necessità di Virginia di organizzare tutto fin nei minimi dettagli ben si combinava con le sue esigenze di non perdere neanche un’ora di allenamento quotidiano e con la disciplina necessaria per svolgere il nobile mestiere dell’arte coreutica. Si fermò un momento dalla fioraia per acquistare una bella pianta di pothos per purificare l’aria nella sala prove e diede istruzioni affinché venisse consegnata presso lo studio a lui dedicato. Si recò dunque nella chiesa che tanto amava. Di impianto trecentesco era stata costruita su un luogo di culto pre-esistente ed emanava una fortissima energia spirituale. La facciata a capanna presentava un portale centrale in marmo e mosaici policromi sovrastato da una lunetta in ceramica di finissima fattura mentre l’interno, raccolto e intimo era espressione delle maestrie artistiche di epoche successive. L’odore dell’incenso e la meraviglia degli affreschi lo faceva stare bene, recitare le sue preghiere gli faceva ritrovare la concentrazione necessaria ad affrontare col sorriso e con l’umiltà che contraddistingue i grandi artisti l’impegnativa giornata. Uscendo dopo gli esercizi spirituali riprese la sua bici coperta che non aveva avuto neanche bisogno di ancorare con la catena, le finestre della piazza erano sempre attente per colui che aveva portato così in alto il nome del paese, e si recò verso il Fireplace dove ovviamente sua moglie Virginia si stava accingendo a fare colazione. Al contrario di lei, egli comprendeva appieno le difficoltà di Leonessa nel ricordare le precisissime indicazioni e con uno sguardo in cui erano racchiusi millenni di sapienza spettacolare, la soccorreva nella presentazione di quello che Virginia aveva scrupolosamente e meticolosamente richiesto.
Gli piaceva andare al Fireplace, non c’era confusione, tutto era scelto con criterio di solidità e di qualità e apprezzava l’attenzione nei confronti dell’artigianalità. Nonostante Leonessa fosse una sua ammiratrice non lo aveva mai messo in imbarazzo riservandogli quelle preferenze che lo avrebbero distolto dai rari momenti di quotidianità da persona ‘normale’ che lo ricaricavano e gli davano la forza di essere sempre all’altezza delle enormi aspettative del pubblico e, soprattutto, sue personali.

Insieme ad una tisana di anice stellato e zenzero, sorbì un estratto di bacche di goji fresche, che Leonessa aveva ordinato soltanto per lui senza ovviamente fargliene avere il minimo sentore, e melograno. Da mangiare un pudding di avena dolcificato con carrube e stevia, aromatizzato con scorze di limone non trattato e menta fresca. 

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