Sagittario (fuoco)
Savio s’era svegliato di buon mattino,
senza far troppo caso al clima, tanto a quello ci aveva sicuramente già pensato
Virginia. Prima di uscire si era impegnato negli esercizi di respirazione e
riequilibrio posturale, allungava la colonna con un
misto di Graham e Lìmon, aveva dunque recitato alcuni mantra e si era preparato
per affrontare la giornata nel modo più proficuo possibile. Mentre l’acqua
scorreva ad intensità differente nel soffione colorato aveva provato il nuovo
bagnoschiuma al ginepro nero ottimo per tonificare il corpo. Si era quindi
frizionato con olio di iperico e lauro, facendo attenzione ad asciugare la
viscosità in eccesso con polvere di riso biodinamico prodotto dall’azienda
di un’amica di Virginia. Per il viso aveva preferito crema di mandorle di Avola
equosolidale e sui capelli aveva spruzzato olio secco e luminescente di una
nota casa britannica che da anni porta avanti battaglie animaliste. Vestendosi
aveva avvolto i suoi muscoli perfetti di danzatore professionista in morbidi
abiti di lana, cachemire e seta, filati italiani di altissima qualità e
ridottissimo impatto ambientale. Uscì e raggiunse nella comoda bicicletta
coperta inventata da un ingegnoso danese il Fireplace. Gli spifferi di aria
fredda potevano essere piuttosto sgradevoli per lui, soprattutto dopo una
giornata di allenamento in sala, ma preferiva, quando poteva, evitare aerei e
automobili, la soluzione della bicicletta coperta gli era sembrata
particolarmente adatta alle sue esigenze e ne aveva ordinata una realizzata
appositamente per lui su progetto del designer scandinavo da una bottega ciclistica
artigianale che aveva una predilezione per materiali eco-sostenibili di
indubbio livello qualitativo. Con sua moglie aveva instaurato un rapporto di
rispetto, lei comprendeva appieno le sue esigenze scandite alla perfezione dal
ritmo implacabile di grand jeté e arabesque e lui si adagiava comodamente nella
sua ferrea organizzazione, le necessità di Virginia di organizzare tutto fin
nei minimi dettagli ben si combinava con le sue esigenze di non perdere neanche
un’ora di allenamento quotidiano e con la disciplina necessaria per svolgere
il nobile mestiere dell’arte coreutica. Si fermò un momento dalla fioraia per
acquistare una bella pianta di pothos per purificare l’aria nella sala prove e
diede istruzioni affinché venisse consegnata presso lo studio a lui dedicato. Si
recò dunque nella chiesa che tanto amava. Di impianto trecentesco era stata
costruita su un luogo di culto pre-esistente ed emanava una fortissima energia
spirituale. La facciata a capanna presentava un portale centrale in marmo e
mosaici policromi sovrastato da una lunetta in ceramica di finissima fattura
mentre l’interno, raccolto e intimo era espressione delle maestrie artistiche
di epoche successive. L’odore dell’incenso e la meraviglia degli affreschi lo
faceva stare bene, recitare le sue preghiere gli faceva ritrovare la
concentrazione necessaria ad affrontare col sorriso e con l’umiltà che
contraddistingue i grandi artisti l’impegnativa giornata. Uscendo dopo gli esercizi spirituali riprese la sua bici coperta che non aveva avuto neanche bisogno di ancorare
con la catena, le finestre della piazza erano sempre attente per colui che
aveva portato così in alto il nome del paese, e si recò verso il Fireplace dove
ovviamente sua moglie Virginia si stava accingendo a fare colazione. Al
contrario di lei, egli comprendeva appieno le difficoltà di Leonessa nel
ricordare le precisissime indicazioni e con uno sguardo in cui erano racchiusi
millenni di sapienza spettacolare, la soccorreva nella presentazione di quello
che Virginia aveva scrupolosamente e meticolosamente richiesto.
Gli piaceva andare al Fireplace, non c’era
confusione, tutto era scelto con criterio di solidità e di qualità e apprezzava
l’attenzione nei confronti dell’artigianalità. Nonostante Leonessa fosse una
sua ammiratrice non lo aveva mai messo in imbarazzo riservandogli quelle
preferenze che lo avrebbero distolto dai rari momenti di quotidianità da
persona ‘normale’ che lo ricaricavano e gli davano la forza di essere sempre
all’altezza delle enormi aspettative del pubblico e, soprattutto, sue
personali.
Insieme ad una tisana di anice stellato
e zenzero, sorbì un estratto di bacche di goji fresche, che Leonessa aveva
ordinato soltanto per lui senza ovviamente fargliene avere il minimo sentore, e
melograno. Da mangiare un pudding di avena dolcificato con carrube e stevia, aromatizzato con scorze di limone non trattato e menta fresca.
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