Gemelli (aria)
Gemina e Gemino si erano svegliati alla
stessa ora, pur vivendo a parecchi isolati di distanza, si erano stiracchiati
facendo scrocchiare le medesime ossa, si erano alzati e si erano lavati con la
voglia di qualcosa di buono. La giornata non prometteva niente di che, il clima
era piuttosto uggioso, ma la mancanza del sole non avrebbe influenzato più di
tanto la loro giornata. Si erano
vestiti, salutando i rispettivi marito e moglie, che da molti anni avevano rinunciato
a capire le loro modalità comunicative accettandole come un fatto compiuto, e
avevano inforcato la bicicletta nello stesso modo, nello stesso attimo, diretti
ovviamente nel medesimo luogo, il Fireplace di Leonessa. Gemina e Gemino si
trovavano bene lì, c’era qualcosa di familiare e gradevole, i colori vivaci li
incuriosivano e sui tavoli c’era sempre qualche novità. Un giorno trovarono
biglie colorate con cui Leonessa stava cercando di creare una composizione, si
guardarono senza parlare e organizzarono in men che non si dica un torneo di
biglie colorate cui parteciparono quasi tutti gli avventori del locale.
Un’altra volta sorpresero Leonessa nella creazione di complicati nodi di
macramè, attività che riusciva a svolgere durante i brevissimi momenti di pausa
che la gestione del Fireplace consentiva. Il macramè è un’arte antica
proveniente dai Paesi arabi a Sud del Mediterraneo giunta a Genova tramite i
bofonchianti e richiestissimi marinai di Camogli, dunque diffusasi prima in
tutta la Liguria e poi nel resto del BelPaese con una quantità di variazioni
sul tema tipiche della cultura italiana. In men che non si dica avevano
coinvolto tutto il vicinato, costituendo un Comitato civico per la diffusione e
promozione del macramè e organizzando il primo, e forse unico, torneo di
macramè della storia.
Quella mattina sembrava che Leonessa non
avesse particolari giochi con cui farli divertire, così Gemina e Gemino si
concentrarono sulla colazione. Ah, ovviamente erano arrivati nello stesso
momento, ma dirlo sarebbe stato ridondante.
Puntarono gli occhi su una soffice e
ariosa mousse variegata che Leonessa aveva preparato in due varianti, quella
con mirtilli blu e quella con lamponi rossi, sembrava quasi che sapesse leggere
nei gusti e nelle esigenze del momento dei suoi avventori.
Da bere esplorarono un cappuccino con
crema di cioccolato al latte e vaniglia bourbon servito al vetro con cioccolato
fondente sulle pareti e meringhette multicolore sulla schiuma pannosa.
Stavano quasi per cominciare a parlar
male di Leonessa, non che lo facessero per cattiveria o per mancanza di
rispetto è che veniva loro spontaneo dir malignità su chiunque non fosse pronto
ad intrattenerli con qualche novità, era più forte di loro. Non sapevano bene
perché sorridessero in un modo tale da non far sorgere nemmeno il minimo dubbio
all’interlocutore sulla loro bontà d’animo e di sentimenti e poi cominciassero
a spettegolare appena il malcapitato di turno avesse girato le spalle. Leonessa
lanciò loro uno sguardo lesto, da felino che usma l’aria, capì all’istante che
i due pestiferi e simpaticissimi gemellini stavano per cambiare umore e si
avvicinò al tavolo con un atteggiamento losco e complice che piacque moltissimo
a Gemina e Gemino.
Oltre alle ordinazioni aveva portato, in
anteprima assoluta e in gran segreto soltanto a loro, una scatola di cartone
coloratissimo che prometteva divertentissimi giochi d’ogni tipo. Poco importava
che sulla parte superiore della scatola fosse inciso a lettere cubitali il nome
di una nota bevanda commerciale, quello era uno scrigno di giochi che li
avrebbe tenuti occupati per almeno una ventina di giorni e, considerando il
tempo che sarebbe stato loro necessario per organizzare accanitissimi tornei
con premi offerti dai negozianti della zona, forse anche un paio di mesi.
I due volsero lo sguardo gaio,
sottolineando la loro soddisfazione con un sorrisetto misterioso da sotto i
baffetti di schiuma colorata e si sentirono compresi nella loro intima essenza.
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