giovedì 10 novembre 2016

Zodiaco. Capricorno (terra)

Capricorno (terra)

La sveglia aveva suonato alla solita ora, Cernunno si era crogiolato un po’ nel calduccio del letto insieme a Leonessa, godendo del suo odore che era diventato ormai parte di sé. Avrebbe voluto accarezzarle i capelli tutto il giorno ma era ora di alzarsi. Si preparò e si vestì senza neanche chiedersi che tempo facesse, sicuramente non era ferragosto, quindi o era freddo o umido o tutte e due le cose insieme. C’era poco da elucubrare, d’altronde gli era bastato osservare lo sguardo stizzito e infantilmente incantato di Leonessa per capire che fuori non c’era il sole e che probabilmente c’era la nebbia, elemento che le piaceva perché le svelava un altro aspetto del quotidiano. Lei aveva una gran fantasia, riusciva a scorgere il bello in situazioni e luoghi dove sembrava impossibile leggere altro che bruttura e squallore. In una periferia degradata di una grande metropoli lei era capace di scorgere la meraviglia di un fiore sbocciato quasi per fare un dispetto ai palazzinari e questo era uno degli aspetti che lo avevano fatto innamorare di quella creatura tanto generosa e protettiva quanto fragile nell’aprirsi ai sentimenti più semplici. Non che lui fosse una persona semplice, tutt’altro, era piuttosto introverso per quanto concerne ciò su cui temeva di essere ferito. Testardo e determinato, riusciva ad integrarsi con gli scoppi improvvisi di passioni contrastanti di Leonessa. Probabilmente era l’unico uomo sulla Terra in grado di tenerle testa senza soffocarne la creatività. Di certo era l’unico che potesse sopportare il suo disordine casalingo. Mentre era immerso in tali pensieri, inciampò infatti in un pattino a fibbie di cuoio che Leonessa aveva scovato da qualche parte e che aveva portato in casa pensando di realizzare qualcosa di cui sicuramente gli aveva parlato anche se lui non se ne ricordava. Peccato che l’oggetto in questione fosse stato nascosto da una pila di giornali e libri assolutamente necessari i quali probabilmente, molto probabilmente, pensò con il sedere sul freddo pavimento Cernunno, sarebbero finiti nello splendido camino del Fireplace. Ripose il pattino vicino alle chiavi, respirò profondamente dopo aver constatato che non si era fatto niente in quanto una pila di panni aveva attutito il colpo, si preparò e uscì rabbioso nella giornata uggiosa la cui lattiginosità non avrebbe assolutamente attenuato la sua sete di giustizia. Nella macchina caricò attrezzi per fisare alcune novità al Fireplace, una pila di colpevoli giornali, riviste e libri, nonché, ovviamente, il pattino incriminato. Indossò la sua espressione più truce e spietata e si diresse verso il locale tanto ben gestito dalla sua amatissima compagna. Lungo la strada gli venne in mente che una bella monstera deliciosa sarebbe stata particolarmente bene in un angolo del locale che Leonessa gli aveva chiesto di riempire in qualche modo, per cui si fermò dalla fioraia accantonando, soltanto per il momento, il suo risentimento. Caricò la monstera deliciosa in macchina e si diresse verso il Fireplace, parcheggiò e cominciò a scaricare imprecando in tutti i dialetti che conosceva. Entrò dall’ingresso principale con la monstera in una mano e una orchidea tigrata cui non aveva saputo resistere nell’altra. Leonessa gli lanciò uno sguardo carico di amore assoluto e profondo che gli fece ribollire il sangue nelle vene e contestualmente passare malumori e nervosismi. Aveva acquistato le piante senza neanche pensarci, in un gesto spontaneo, ed ecco che lei aveva messo da parte la fatica che soltanto lui le leggeva sul volto per esprimergli platealmente il suo sincero e incondizionato amore. Non riuscì a tenerle il broncio e optò per un racconto ilare delle sue disavventure mattutine col pattino reo di averlo fatto catapultare al suolo. Lei lo avvolse in un abbraccio talmente coinvolgente che sarebbe stato difficile per chiunque, addirittura per lui che tipicamente non ne faceva cadere neanche una, arrabbiarsi e non stringerla tra le braccia con passione mai sopita.

Di solito non faceva colazione ma quella mattina decise di concedersi il lusso di un pasto deciso. Prese un bel cappuccino schiumoso accompagnandolo con una fetta di strudel di mele nella ricetta tradizionale e un succo di mirtilli. 

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