Capricorno (terra)
La sveglia aveva suonato alla solita
ora, Cernunno si era crogiolato un po’ nel calduccio del letto insieme a
Leonessa, godendo del suo odore che era diventato ormai parte di sé. Avrebbe voluto
accarezzarle i capelli tutto il giorno ma era ora di alzarsi. Si preparò e si
vestì senza neanche chiedersi che tempo facesse, sicuramente non era
ferragosto, quindi o era freddo o umido o tutte e due le cose insieme. C’era
poco da elucubrare, d’altronde gli era bastato osservare lo sguardo stizzito e infantilmente
incantato di Leonessa per capire che fuori non c’era il sole e che
probabilmente c’era la nebbia, elemento che le piaceva perché le svelava un
altro aspetto del quotidiano. Lei aveva una gran fantasia, riusciva a scorgere
il bello in situazioni e luoghi dove sembrava impossibile leggere altro che
bruttura e squallore. In una periferia degradata di una grande metropoli lei
era capace di scorgere la meraviglia di un fiore sbocciato quasi per fare un
dispetto ai palazzinari e questo era uno degli aspetti che lo avevano fatto
innamorare di quella creatura tanto generosa e protettiva quanto fragile nell’aprirsi
ai sentimenti più semplici. Non che lui fosse una persona semplice, tutt’altro,
era piuttosto introverso per quanto concerne ciò su cui temeva
di essere ferito. Testardo e determinato, riusciva ad integrarsi con gli scoppi
improvvisi di passioni contrastanti di Leonessa. Probabilmente era l’unico uomo
sulla Terra in grado di tenerle testa senza soffocarne la creatività. Di certo era
l’unico che potesse sopportare il suo disordine casalingo. Mentre era immerso
in tali pensieri, inciampò infatti in un pattino a fibbie di cuoio che Leonessa
aveva scovato da qualche parte e che aveva portato in casa pensando di
realizzare qualcosa di cui sicuramente gli aveva parlato anche se lui non se ne
ricordava. Peccato che l’oggetto in questione fosse stato nascosto da una pila
di giornali e libri assolutamente necessari i quali probabilmente, molto
probabilmente, pensò con il sedere sul freddo pavimento Cernunno, sarebbero
finiti nello splendido camino del Fireplace. Ripose il pattino vicino alle
chiavi, respirò profondamente dopo aver constatato che non si era fatto niente
in quanto una pila di panni aveva attutito il colpo, si preparò e uscì rabbioso
nella giornata uggiosa la cui lattiginosità non avrebbe assolutamente attenuato
la sua sete di giustizia. Nella macchina caricò attrezzi per fisare alcune
novità al Fireplace, una pila di colpevoli giornali, riviste e libri, nonché,
ovviamente, il pattino incriminato. Indossò la sua espressione più truce e spietata
e si diresse verso il locale tanto ben gestito dalla sua amatissima compagna. Lungo
la strada gli venne in mente che una bella monstera deliciosa sarebbe stata
particolarmente bene in un angolo del locale che Leonessa gli aveva chiesto di
riempire in qualche modo, per cui si fermò dalla fioraia accantonando, soltanto
per il momento, il suo risentimento. Caricò la monstera deliciosa in macchina e
si diresse verso il Fireplace, parcheggiò e cominciò a scaricare imprecando in
tutti i dialetti che conosceva. Entrò dall’ingresso principale con la monstera
in una mano e una orchidea tigrata cui non aveva saputo resistere nell’altra. Leonessa
gli lanciò uno sguardo carico di amore assoluto e profondo che gli fece
ribollire il sangue nelle vene e contestualmente passare malumori e nervosismi.
Aveva acquistato le piante senza neanche pensarci, in un gesto spontaneo, ed
ecco che lei aveva messo da parte la fatica che soltanto lui le leggeva sul
volto per esprimergli platealmente il suo sincero e incondizionato amore. Non riuscì
a tenerle il broncio e optò per un racconto ilare delle sue disavventure
mattutine col pattino reo di averlo fatto catapultare al suolo. Lei lo avvolse
in un abbraccio talmente coinvolgente che sarebbe stato difficile per chiunque,
addirittura per lui che tipicamente non ne faceva cadere neanche una,
arrabbiarsi e non stringerla tra le braccia con passione mai sopita.
Di solito non faceva colazione ma quella
mattina decise di concedersi il lusso di un pasto deciso. Prese un bel
cappuccino schiumoso accompagnandolo con una fetta di strudel di mele nella
ricetta tradizionale e un succo di mirtilli.
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