lunedì 7 novembre 2016

Zodiaco. Bilancia (aria)

Bilancia (aria)

Giustino quella mattina si era svegliato con tutta calma dopo una serena notte di placido sonno al non troppo soave suono del portone sbattuto nervosamente dalla moglie Ariella che era uscita col suo solito piglio peperino. La giornata si presentava lattiginosa, i rumori ovattati esaltavano il melodioso canto degli uccellini e la nebbiolina metteva in risalto il vermiglio dei pettirossi. Si alzò stiracchiandosi con la mente fresca e riposata, entrò in bagno per le ritualità mattutine e gli venne una gran voglia di fare una cosa che avrebbe decisamente indispettito suo moglie, soprattutto di primo mattino. Ariella non c’era così diede libero sfogo ai suoi bassi istinti e si mise a fischiettare Largo al Factotum dal Barbiere di Siviglia mentre si radeva senza praticare sul suo morbido viso neanche un graffietto. Entrando nella doccia non poté trattenersi dal cantare l’aria, giocando con l’acqua “Figaro qua, Figaro là ah che fortuna ah che fortuna lalalalalala”. Svegliarsi di buonumore era insito nel suo carattere sempre equilibrato che gli faceva apprezzare la bellezza della vita, affrontando i problemi se e nel caso si fossero presentati, nel momento in cui ciò fosse eventualmente avvenuto, senza preoccupazioni non necessarie. Era profondamente innamorato di Ariella, gli altri pensavano che fosse un po’ fumantina ma a lui piaceva tantissimo il suo modo di trovare sempre qualcosa di nuovo per cui infervorarsi. Quando si infiammava e cercava di fargli i dispetti scatenava in lui un’ilarità, che doveva star bene attento a trattenere, mista a tenerezza. Per quei momenti aveva elaborato un’espressione che consisteva nel tenerle il muso con costernazione e tristezza che la faceva placare. La colazione in cucina era una dichiarazione di guerra per qualcosa che lui aveva inconsapevolmente fatto durante la notte, forse aveva russato o semplicemente sorriso nel sonno e questo doveva averla fatta andare su tutte le furie. Si vestì e uscì certo di trovare Ariella al Fireplace, era il suo modo di riprendere la giusta calma e concentrazione per affrontare qualche nuova avventura che doveva esserle balenata nella mente sempre in movimento. La solida relazione di Giustino e Ariella si fondava su alcuni principi, primo tra i quali era l’amore assoluto che provavano l’uno per l’altra. Lei era un vulcano in eruzione e lui il mare calmo in cui riversare le colate di lava. A guardarli dall’esterno facevano pensare allo Stromboli, luogo che li faceva sentire bene. Inforcò la bici e si diresse verso la bottega della fioraia che gli propose un bel mazzolino di garofani purpurei e fucsia screziati di bianco, consiglio che lui accettò di buon grado. Pose i fiori nel cestino di vimini ornato di simpatici animaletti di feltro ben ancorato al manico della bici, si fermò poi ad acquistare i giornali per lui e Ariella, che se n’era sicuramente dimenticata, e si recò senza indugio al Fireplace prima che sua moglie cambiasse idea. Quando arrivò lei era lì in un dialogo tutto suo col fuoco e con Leonessa, aspettò che inarcasse la schiena e scrollasse dalla sua testa riccioluta i pensieri, quando poté chiaramente scorgere la limpida luce che aveva rischiarato il suo volto, le si avvicinò stampandole un bel bacio e porgendole il mazzolino di garofani e i giornali. I due si guardarono con gli occhi inumiditi dall’amore sincero che li univa indissolubilmente sotto lo sguardo bonario e protettivo di Leonessa. Il fuoco nel camino sembrò ravvivarsi per un refolo di vento e danzare con l’aria che lo rendeva vivo.  
Chiacchierarono un po’, lessero i giornali. Giustino scorrendo gli articoli dal primo all’ultimo mentre Ariella saltellava da una notizia all’altra commentando con suoni di approvazione o sdegno e finalmente egli riuscì ad avere la colazione che desiderava.

Prese un succo frizzante di mela trentino, latte caldo di alpeggio con miele di castagno avellinese, cannella e cardamomo, e una bella fetta di crostata con marmellata artigianale di albicocche.

Nessun commento:

Posta un commento