venerdì 11 novembre 2016

Zodiaco. Aquario (aria)

Aquario (aria)

Marina e Marino erano fratello e sorella, non erano gemelli ma erano sposati rispettivamente con Gemino e Gemina e da molto tempo avevano smesso di cercare di capire le modalità comunicative dei loro consorti. Quella mattina si erano svegliati stiracchiandosi nel letto e avevano visto i due uscire come richiamati da un’atavica forza di attrazione di corpi e pianeti completamente differente da quelle studiate sui libri di scuola, così avevano deciso di andare a fare colazione insieme. Si erano preparati svolgendo rispettivamente esercizi di yoga antigravitazionale e di boxe motion, quindi avevano chiacchierato e si erano dati appuntamento al Fireplace dopo la doccia e i lunghi preparativi per coccolarsi estesamente. Tanto che c’erano, provarono gli innovativi prodotti che avevano scovato nella fornitissima erboristeria in centro. L’erborista li conosceva bene e trovava sempre il modo di incuriosirli con qualcosa di nuovo o qualche erba che non era ancora arrivata in paese. Erano stati i primi a cui aveva proposto il caffè verde, i primi a cui aveva presentato l’aloe e le proprietà nutritive dell’amaranto, gli unici cui aveva parlato di un tessuto creato con gli scarti dell’ananas, sapeva di trovare in loro gli interlocutori che qualunque erborista curioso vorrebbe incontrare almeno una volta nella propria carriera. Mentre erano impegnati nelle ritualità mattutine non persero di vista i notiziari e gli aggiornamenti su tutto ciò che poteva essere particolare, eccentrico. Da qualche tempo si erano decisamente incaponiti alla ricerca di artigianato di qualità e coinvolgevano i loro rispettivi coniugi in lunghe gite per stanare gli artefici di particolari assolutamente unici e inimitabili. Si erano convinti che la forma più moderna di innovazione fosse la produzione di qualità, possibilmente creata a mano da mastri artigiani italiani, il che non era del tutto falso. Il Fireplace era l’unico locale che soddisfacesse sempre le loro esigentissime richieste e sapeva far fronte ad aspettative molto alte. Oltre ovviamente a presentare una splendida selezione di artigianato locale e prodotti squisiti. Leonessa non ne aveva subito compreso le potenzialità, era stato più che altro Cernunno a farle notare che Marina e Marino erano irresistibilmente attratti da tutto ciò che era nuovo. Se c’era un tavolo appena giunto nel locale, loro erano quasi certamente i primi ad utilizzarlo, se ella portava un nuovo gioco erano loro e non, come aveva sempre pensato, Gemina e Gemino a provarli, se c’era qualche ingrediente insolito erano all’avanguardia nel testarli e i loro discorsi vertevano pressoché sempre su questioni particolari, differenti. Forse Leonessa non se n’era accorta di primo acchito perché quello era un lato del suo carattere che la spingeva ad agire istintivamente senza neanche ben rendersene conto e Cernunno amava profondamente quella sua intrinseca capacità di capire sempre qualcosa di ulteriore. Marina e Marino non indossavano mai gli stessi abiti e se lo facevano riuscivano con un dettaglio, un monile o un accessorio a dare l’impressione che fossero appena usciti dalle passerelle fashion dell’anno successivo a quello in corso. Erano perfetti insieme ai gemelli perché erano fondamentalmente eterni bambini in cerca di giochi con cui divertirsi a vivere un’esistenza di per sé straordinaria. Erano usciti in bici, non una qualunque, beninteso, bensì una bicicletta costruita ad hoc dallo stesso artigiano che aveva realizzato quella di Savio su disegno del designer danese. Ambedue avevano valutato attentamente l’ipotesi di una bici coperta ma alla fine avevano optato per un modello aperto e fortemente personalizzato con leghe ultraleggere e appariscenti cestini da manubrio col loro nome creato artigianalmente. Tra l’altro la bici coperta avrebbe richiesto l’intervento di un solo artigiano mentre loro erano riusciti a coinvolgerne sei per costruire il loro velocipede e questo era stato molto più divertente.
Arrivarono al Fireplace sulle loro due ruote, entrarono portando una ventata di novità e trovarono i gemelli intenti a chiacchierare intensamente senza profferir parola udibile con le orecchie e non con il cuore.

Si riunirono ai loro consorti incuriosendosi della scatola magica piena di giochi e poi, senza bisogno di ordinare, Leonessa portò loro ciò che ancora non era nel menù, per farglielo assaggiare e avere un parere, cosa che li riempì di gioia intensa. 

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