Aquario (aria)
Marina e Marino erano fratello e
sorella, non erano gemelli ma erano sposati rispettivamente con Gemino e Gemina
e da molto tempo avevano smesso di cercare di capire le modalità comunicative
dei loro consorti. Quella mattina si erano svegliati stiracchiandosi nel letto
e avevano visto i due uscire come richiamati da un’atavica forza di attrazione
di corpi e pianeti completamente differente da quelle studiate sui libri di
scuola, così avevano deciso di andare a fare colazione insieme. Si erano
preparati svolgendo rispettivamente esercizi di yoga antigravitazionale e di boxe motion,
quindi avevano chiacchierato e si erano dati appuntamento al Fireplace dopo la
doccia e i lunghi preparativi per coccolarsi estesamente. Tanto che c’erano,
provarono gli innovativi prodotti che avevano scovato nella fornitissima
erboristeria in centro. L’erborista li conosceva bene e trovava sempre il modo
di incuriosirli con qualcosa di nuovo o qualche erba che non era ancora
arrivata in paese. Erano stati i primi a cui aveva proposto il caffè verde, i
primi a cui aveva presentato l’aloe e le proprietà nutritive dell’amaranto, gli
unici cui aveva parlato di un tessuto creato con gli scarti dell’ananas, sapeva
di trovare in loro gli interlocutori che qualunque erborista curioso vorrebbe
incontrare almeno una volta nella propria carriera. Mentre erano impegnati
nelle ritualità mattutine non persero di vista i notiziari e gli aggiornamenti
su tutto ciò che poteva essere particolare, eccentrico. Da qualche tempo si
erano decisamente incaponiti alla ricerca di artigianato di qualità e
coinvolgevano i loro rispettivi coniugi in lunghe gite per stanare gli artefici
di particolari assolutamente unici e inimitabili. Si erano convinti che la
forma più moderna di innovazione fosse la produzione di qualità, possibilmente
creata a mano da mastri artigiani italiani, il che non era del tutto falso. Il
Fireplace era l’unico locale che soddisfacesse sempre le loro esigentissime
richieste e sapeva far fronte ad aspettative molto alte. Oltre ovviamente a
presentare una splendida selezione di artigianato locale e prodotti squisiti.
Leonessa non ne aveva subito compreso le potenzialità, era stato più che altro
Cernunno a farle notare che Marina e Marino erano irresistibilmente attratti da
tutto ciò che era nuovo. Se c’era un tavolo appena giunto nel locale, loro
erano quasi certamente i primi ad utilizzarlo, se ella portava un nuovo gioco
erano loro e non, come aveva sempre pensato, Gemina e Gemino a provarli, se
c’era qualche ingrediente insolito erano all’avanguardia nel testarli e
i loro discorsi vertevano pressoché sempre su questioni particolari,
differenti. Forse Leonessa non se n’era accorta di primo acchito perché quello
era un lato del suo carattere che la spingeva ad agire istintivamente senza
neanche ben rendersene conto e Cernunno amava profondamente quella sua
intrinseca capacità di capire sempre qualcosa di ulteriore. Marina e Marino non
indossavano mai gli stessi abiti e se lo facevano riuscivano con un dettaglio,
un monile o un accessorio a dare l’impressione che fossero appena usciti dalle
passerelle fashion dell’anno successivo a quello in corso. Erano perfetti
insieme ai gemelli perché erano fondamentalmente eterni bambini in cerca di
giochi con cui divertirsi a vivere un’esistenza di per sé straordinaria. Erano
usciti in bici, non una qualunque, beninteso, bensì una bicicletta costruita ad
hoc dallo stesso artigiano che aveva realizzato quella di Savio su disegno del
designer danese. Ambedue avevano valutato attentamente l’ipotesi di una bici
coperta ma alla fine avevano optato per un modello aperto e fortemente
personalizzato con leghe ultraleggere e appariscenti cestini da manubrio col
loro nome creato artigianalmente. Tra l’altro la bici coperta avrebbe richiesto
l’intervento di un solo artigiano mentre loro erano riusciti a coinvolgerne sei
per costruire il loro velocipede e questo era stato molto più divertente.
Arrivarono al Fireplace sulle loro due
ruote, entrarono portando una ventata di novità e trovarono i gemelli intenti a
chiacchierare intensamente senza profferir parola udibile con le orecchie e non
con il cuore.
Si riunirono ai loro consorti
incuriosendosi della scatola magica piena di giochi e poi, senza bisogno di
ordinare, Leonessa portò loro ciò che ancora non era nel menù, per farglielo
assaggiare e avere un parere, cosa che li riempì di gioia intensa.
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