martedì 8 novembre 2016

Zodiaco. Scorpione (acqua)

Scorpione (acqua)

Scorpio s’era destato di pessimo umore, l’aria fuori sembrava decisamente umidiccia e nebbiosa, non si vedeva un raggio di sole neanche a proiettarlo col laser e Tirella se n’era già andata senza lasciargli alcuna prelibatezza da gustare per farsi passare il nervosismo che lo attanagliava quando il tempo era tanto uggioso. Non lo sopportava, quella nebbietta lattiginosa non aveva carattere non era niente altro che un’ovattata umidità che ti entra nelle ossa in modo subdolo prendendoti per stanchezza. La notte era trascorsa e c’era da affrontare una di quelle giornate in cui le liti sarebbero state il male minore. Si capiva dal freddo che gli aveva offeso il piede appena sceso dal letto che sarebbe stata una giornataccia. Niente, sua moglie non ne voleva proprio sapere di dargli qualche soddisfazione culinaria. Organizzava tutto e mancava sempre quello che lui voleva e desiderava, non riusciva mai a soddisfare appieno le sue aspettative, che certo erano piuttosto alte, ma d’altronde stargli vicino era un privilegio che qualunque donna dotata di senso logico e di un minimo di sangue caldo nelle vene avrebbe cercato di ottenere. Sembrava proprio che sua moglie non si curasse di tutto ciò e lo faceva apposta, era evidente!, a non occuparsi di soddisfare i suoi appetiti. Ah, meno male che c’era il Fireplace dove, bene o male, riusciva sempre a trovare qualcosa di buono e Leonessa non era mai stata sgarbata con lui, così non aveva avuto la necessità di gridarle contro quanto non fosse assolutamente in grado di svolgere il proprio lavoro. Non gliene aveva mai dato modo e questo lo indispettiva un po’, sembrava che fosse proprio in gamba seppur non lo avesse mai degnato di uno sguardo in più del dovuto e tale noncuranza avrebbe potuto essere interpretata come un’onta o un finto interessamento, non avrebbe saputo dirlo e quindi aveva stabilito un tacito patto di non belligeranza con lei. Tirella era uscita senza dirgli niente, senza neanche un biglietto, voleva proprio vedere dove era andata così, senza preavviso, senza una parola, un bacio o un abbraccio. Credeva di poterlo gestire ma non aveva capito che era lui a comandare. Gli aveva preparato i vestiti da indossare e li aveva appoggiati sulla sedia accanto al letto, come al solito, e lui li indossò non senza complimentarsi con la moglie per il suo gran senso pratico, effettivamente erano proprio gli abiti adatti a quel clima che ti si appiccicava addosso. Stava per preparare un caffè ma voleva accertarsi che la moglie si fosse recata dove lui effettivamente pensava che avesse deciso di andare. Non si poteva mai sapere e bisognava stare sempre attenti, Tirella era una bella donna, piacente ed era la sua donna, non passasse neanche per l’angolino di un occhio voglioso di guardarla in un modo che a lui non piaceva perché altrimenti avrebbe escogitato qualche cattiveria per fargli passare il vizio di mettere gli occhi sulle mogli altrui. Non che la bella bionda con cui condivideva la vita privata, la casa e le festività natalizie fosse frivola, però era piacente e sempre ben tenuta. Guardandosi allo specchio notò con orrore un rotolino adiposo all’altezza delle maniglie di Venere e decise di recarsi a piedi al Fireplace, camminando di buon passo, non senza aver prima cosparso il suo torace giustamente villoso ma non troppo con una nube di deodorante dall’intenso profumo di patchouli con punte cedrine. Guardando la bicicletta gli venne il pensiero che se fosse andato a piedi forse avrebbe fatto tardi, per cui inforcò il velocipede e optò per una sessione suppletiva di GAT in palestra la sera. Mentre pedalava imprecava più o meno mentalmente contro le goccioline nebulose che gli si formavano sulle sopracciglia perfettamente depilate in forma di coda di scorpione, animale che dominava il suo segno e che amava particolarmente.
Prima di entrare al Fireplace si asciugò con un fazzoletto il volto umidiccio di sudore e guazza mattutina, si rassettò e spalancò l’uscio facendo scattare un coro di ‘la porta!’ che, per l’appunto, invitava a chiudere i battenti.
Tirella stava controllando l’orologio e sorridendo lo accolse pensando che non era in ritardo neanche di cinque minuti, lo baciò sensuale e svenevole, egli placò le sue ire funeste e si dedicò alla scelta della colazione, che sua moglie gli aveva già fatto preparare.

Mangiò pane e composta di nespole, bevve un succo di rabarbaro e un caffè di cicoria biologico amaro e deciso. 

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